Nel libro L’infinito gioco della scienza, Edoardo Boncinelli, genetista, e Antonio Ereditato, fisico, propongono un’ampia riflessione sulla natura, il metodo e le implicazioni del pensiero scientifico, a partire dal legame profondo tra conoscenza, trasformazione e applicazione. L’opera non è un manuale né un semplice testo divulgativo, ma un’esposizione articolata che presenta la scienza come attività conoscitiva e, al tempo stesso, come motore di cambiamento del mondo. I due autori sviluppano il loro discorso in cinque capitoli, ciascuno dedicato a una questione fondamentale: il significato di realtà e i modi con cui la percepiamo, il rapporto tra l’uomo e il mondo che modifica, la compresenza di osservazione e intervento, la funzione della scienza nella società e nella formazione del pensiero, le prospettive aperte dall’esplorazione dell’ignoto, tanto nell’universo quanto nell’interiorità umana. Il tono è discorsivo ma preciso, l’argomentazione fondata su esempi tratti dalla fisica, dalla biologia e dalla storia delle idee scientifiche. L’impostazione è insieme epistemologica e civile: l’intento non è soltanto quello di spiegare come funziona la scienza, ma di proporre una cultura del metodo scientifico come strumento di educazione alla complessità, al dubbio e alla responsabilità.
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