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Autonomia Strategica: lo spazio unico europeo della ricerca e conoscenza

Autonomia Strategica: lo spazio unico europeo della ricerca e conoscenza

mag 20, 2025
∙ A pagamento

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Questa serie di articoli analizza in modo sistematico le diverse dimensioni dell’autonomia strategica dell’Unione Europea in ambito civile, con l’obiettivo di chiarirne il significato, i limiti e le implicazioni operative. Il concetto di autonomia, inteso come capacità di agire in modo coerente e indipendente in settori chiave, assume oggi una valenza cruciale anche al di fuori della sfera militare. Ricerca, istruzione, tecnologia, infrastrutture, dati e salute sono ambiti in cui l’UE mira a ridurre le dipendenze critiche e rafforzare le proprie competenze interne. L’autonomia non si oppone alla cooperazione internazionale, ma la presuppone su basi di reciprocità e capacità negoziale. Ogni articolo affronta un settore specifico, ricostruendo le strategie, le politiche e le sfide in atto. Il fine è contribuire a una riflessione documentata sulla costruzione di una capacità autonoma europea in ambiti civili essenziali.


Le università sono il cuore dell’idea di uno spazio comune della ricerca a livello europeo, in quanto luoghi di formazione avanzata, ricerca e incubazione di idee. L’UE vanta centinaia di atenei di altissima qualità, ma per trasformare questa ricchezza in una leva comune occorre un sistema più integrato e cooperativo a livello continentale. Negli ultimi anni è emersa con forza l’idea di creare uno Spazio europeo dell’istruzione superiore, in cui studenti e docenti possano muoversi liberamente e in cui le istituzioni collaborino strettamente. Un’iniziativa chiave in tal senso è il programma delle “Università Europee”, lanciato dalla Commissione nel 2019: reti transnazionali di atenei che offrono percorsi congiunti e campus interconnessi. Attualmente sono attive 50 alleanze che coinvolgono oltre 430 istituti in tutta Europa, con l’obiettivo di salire a 60 reti e più di 500 università partecipanti entro il 2024. Queste alleanze mirano a creare corsi integrati tra più Paesi, mobilità agevolata per studenti e personale, e condivisione di risorse didattiche e di ricerca. In prospettiva, un laureato potrà ottenere titoli europei studiando presso varie sedi partner. Questo progetto rafforza la sovranità della conoscenza perché sviluppa un vero “campus europeo” disseminato, capace di trattenere talenti e innovare didattica e ricerca superando le frammentazioni nazionali.

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