Il presidente Macron ha di recente riaperto il dibattito sul potenziale ruolo dell'arsenale nucleare francese nella difesa europea. In un discorso alla Sorbona, Macron ha sottolineato che la deterrenza nucleare è un pilastro fondamentale della strategia di difesa francese e, di conseguenza, un elemento essenziale per la sicurezza del continente europeo. Ha inoltre suggerito che la Francia potrebbe contribuire maggiormente alla difesa del territorio europeo, pur mantenendo la sua specificità nucleare. Questa posizione riflette la dottrina nucleare francese, che si basa sulla deterrenza attraverso un arsenale nucleare credibile e sotto stretto controllo nazionale, ma si sono anche elementi di novità su cui è utile fare qualche riflessione.
La Turchia e il gas russo
La Turchia è in trattative con il colosso energetico statunitense ExxonMobil per un accordo multimiliardario sull'acquisto di gas naturale liquefatto (GNL), nel tentativo di ridurre la sua dipendenza dalle forniture di gas naturale dalla Russia. Il ministro dell'Energia turco Alparslan Bayraktar ha dichiarato al Financial Times che la Turchia sta cercando di costruire un "nuovo portafoglio di approvvigionamento" che la renderà meno dipendente da un singolo partner. Attraverso l'accordo a lungo termine in discussione con Exxon, la Turchia si assicurerebbe fino a 2,5 milioni di tonnellate di GNL all'anno per un decennio. Secondo i calcoli del Financial Times basati su una valutazione dei prezzi di Argus, la consegna annuale di questi volumi potrebbe costare circa 1,1 miliardi di dollari.
"Nascita e morte della democrazia in Parlamento. 1920 - 1924" di Domenico Argondizzo e Giampiero Buonomo
Il prossimo 7 maggio alle ore 16:00, Stroncature ospiterà la presentazione dell’opera "Nascita e morte della democrazia in Parlamento. 1920 - 1924" di Domenico Argondizzo e Giampiero Buonomo (Rubettino, 2024). Questo lavoro analizza la vicenda parlamentare di Giacomo Matteotti, inclusa la sua tragica fine, come parte del processo di soppressione violenta delle istituzioni dello Stato liberale in Italia. La tesi principale del libro sostiene che il colpo di stato sabaudo-fascista fosse finalizzato a bloccare l'evoluzione della democrazia parlamentare, che stava beneficiando delle riforme regolamentari del 1920-22 promosse dai socialisti riformisti. L'omicidio di Matteotti viene interpretato come una misura estrema per eliminare coloro che incarnavano e sostenevano tali istituzioni parlamentari, rappresentando una minaccia continua per la dittatura fascista. Queste figure erano viste come un ostacolo al consolidamento del regime di Mussolini, dato che offrivano una potenziale via d'uscita dalla crisi verso un sistema più pluralista e decisionale. L'eliminazione di Matteotti, economista di fama internazionale e giurista di grande valore, era quindi intesa a garantire la fine delle libertà parlamentari e a consolidare ulteriormente il potere autoritario. Con gli autori discuteranno Maurizio Eufemi, Cesare Pinelli e Alessandro Forlani. Per partecipare è necessario registrarsi.
GeoStrategia
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