Microchip e intelligenza artificiale: la corsa strategica per la supremazia tecnologica
I semiconduttori avanzati e l’Intelligenza Artificiale (IA) sono diventati elementi cardine della potenza economica e militare delle nazioni. La competizione tra Stati Uniti e Cina per la supremazia tecnologica domina lo scenario: gli Stati Uniti mirano a mantenere il proprio vantaggio innovativo imponendo restrizioni all’export di chip verso la Cina e investendo massicciamente nella produzione nazionale (es. CHIPS Act da $52 miliardi), mentre la Cina accelera i propri programmi per raggiungere l’autosufficienza e l’eccellenza in AI entro il 2030. Taiwan emerge come fulcro critico: l’isola (con TSMC in testa) fornisce oltre il 90% dei microchip più avanzati a livello mondiale, conferendole un ruolo geopolitico delicatissimo. Ciò comporta che tensioni nel Mar Cinese Meridionale (eventuale crisi su Taiwan) avrebbero impatti globali immediati sulle filiere tecnologiche. Allo stesso modo, altri attori chiave includono la Corea del Sud (Samsung) e in misura minore il Giappone e l’Europa, impegnati a rafforzare la resilienza delle proprie supply chain. L’analisi evidenzia che la corsa AI non si limita agli algoritmi, ma dipende strettamente dalla disponibilità di hardware avanzato: i modelli di IA generativa richiedono chip specializzati (GPU, TPU) la cui produzione è concentrata. Le restrizioni americane hanno inizialmente rallentato la Cina, ma recenti progressi cinesi in modelli AI open-source suggeriscono un divario tecnologico in rapido riassetto. Nel medio termine, è probabile una biforcazione dell’ecosistema tecnologico globale: standard e piattaforme digitali distinti, con possibili ripercussioni su commercio, sicurezza e governance di internet.