Questa serie di articoli analizza in modo sistematico le diverse dimensioni dell’autonomia strategica dell’Unione Europea in ambito civile, con l’obiettivo di chiarirne il significato, i limiti e le implicazioni operative. Il concetto di autonomia, inteso come capacità di agire in modo coerente e indipendente in settori chiave, assume oggi una valenza cruciale anche al di fuori della sfera militare. Ricerca, istruzione, tecnologia, infrastrutture, dati e salute sono ambiti in cui l’UE mira a ridurre le dipendenze critiche e rafforzare le proprie competenze interne. L’autonomia non si oppone alla cooperazione internazionale, ma la presuppone su basi di reciprocità e capacità negoziale. Ogni articolo affronta un settore specifico, ricostruendo le strategie, le politiche e le sfide in atto. Il fine è contribuire a una riflessione documentata sulla costruzione di una capacità autonoma europea in ambiti civili essenziali.
La mobilità sostenibile – ossia un sistema dei trasporti decarbonizzato ed efficiente – non è solo una politica ambientale per l’Europa, ma ha anche rilevanti implicazioni di autonomia strategica. Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili importati e sviluppare infrastrutture di trasporto europee robuste e interconnesse accresce infatti l’indipendenza economica e geopolitica dell’UE. Ad esempio, il passaggio massiccio ai veicoli elettrici, un pilastro del Green Deal, permetterà di diminuire drasticamente le importazioni di petrolio (tradizionalmente l’Europa fa affidamento su fornitori esterni per oltre il 90% del suo greggio). Un sistema di trasporto elettrico alimentato da energia rinnovabile prodotta in Europa rende il continente meno vulnerabile a shock sul prezzo del petrolio o a ricatti da parte di Paesi OPEC. In questo senso, la decarbonizzazione dei trasporti e l’autonomia energetica vanno di pari passo: gli investimenti in rinnovabili e stoccaggio energetico (200 GW di capacità di accumulo stimati necessari entro il 2030) sono funzionali non solo al clima ma anche a liberare l’Europa dalla dipendenza da gas e petrolio russi o mediorientali. La crisi Ucraina del 2022 ha accelerato questa consapevolezza: con il piano REPowerEU l’UE ha fissato obiettivi più ambiziosi sulle rinnovabili (45% di consumo da rinnovabili entro il 2030) e sull’efficienza, esplicitando che l’energia pulita domestica è la via maestra per la sicurezza e autonomia energetica.