In un tempo segnato dalla moltiplicazione delle crisi e dall’accelerazione dei mutamenti globali, persiste, nelle narrazioni pubbliche e in molte analisi specialistiche, un’abitudine a pensare i problemi come compartimenti stagni. L’economia si occuperebbe di inflazione e disoccupazione, la geopolitica di alleanze e guerre, l’ecologia di emissioni e risorse. A questa frammentazione analitica corrisponde un’organizzazione del sapere e dell’azione in discipline, ministeri, comitati tecnici. Tuttavia, è sempre più evidente che questa struttura per categorie è inadeguata a leggere la realtà presente. I fenomeni non si offrono più (ammesso lo siano mai stati) come questioni isolabili, affrontabili con soluzioni lineari o competenze verticali. Al contrario, rivelano una trama di relazioni reciproche, effetti indiretti, retroazioni non previste. Più che settori distinti, viviamo dentro un campo integrato di interdipendenze. Ed è proprio questa interdipendenza che mina alla radice l’idea che esistano problemi autonomi, trattabili in astratto.
© 2025 Stroncature
Substack è la casa della grande cultura