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Opinioni pubbliche senza spazio pubblico

Società aperte e crisi della legittimazione democratica

ago 04, 2025
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Il presente contributo affronta una delle questioni centrali della crisi delle società aperte: la frammentazione della sfera pubblica e la dissoluzione di un’arena condivisa per la formazione dell’opinione pubblica. In un ambiente dominato da piattaforme digitali e comunicazione personalizzata, il pluralismo perde coerenza e si trasforma in segmentazione discorsiva. Il testo analizza le conseguenze politiche e istituzionali di questa evoluzione, mostrando come l’assenza di un terreno comune di confronto renda più difficile la mediazione, la rappresentanza e la costruzione del consenso. In questo modo, il discorso pubblico si riduce all’invettiva, alla costruzione di barricate su cui salire per urlare contro gli altri. Così l’invito a vergognarsi (o a chiedere scusa nelle varianti più soft) rivolgo alle parti politiche avverse diventa la cifra del dibattito politico. La perdita di uno spazio pubblico unitario non è solo un fenomeno comunicativo, ma un problema politico strutturale che incide sulla legittimità democratica.


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Nelle democrazie liberali classiche, la formazione dell’opinione pubblica presupponeva l’esistenza di uno spazio pubblico unitario. Era inteso come l’arena comune in cui cittadini informati, media indipendenti e rappresentanti potevano confrontarsi su fatti e idee di interesse generale. Oggi questo presupposto appare sempre più in crisi: emergono opinioni pubbliche diverse, ma non plurali, mentre manca un luogo simbolico e comunicativo che le ricomponga in un discorso collettivo. La sfera pubblica, intesa come un ambito inclusivo di discussione condivisa, sembra frantumarsi in una costellazione di micro-spazi isolati. La nozione stessa di “opinione pubblica” perde significato se non esiste un contesto unitario in cui formarla e riconoscerla. Ci si chiede se le società aperte contemporanee possano sostenersi senza un “foro” pubblico riconosciuto da tutti, oppure se questa dispersione segni una rottura nel processo democratico di formazione della volontà generale.

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