Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha progressivamente riconosciuto l’importanza di ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti in una serie di ambiti fondamentali, dal settore difensivo alla tecnologia, dall’approvvigionamento energetico alle materie prime essenziali. Questo mutamento di prospettiva nasce dalla percezione di una crescente instabilità geopolitica, aggravata da eventi che hanno mostrato la fragilità di un sistema eccessivamente vincolato all’ombrello statunitense. La necessità di assicurare una maggiore autonomia europea deriva non solo dalle tensioni politiche e commerciali con Washington, ma anche dal potere contrattuale esercitato da colossi industriali e tecnologici a stelle e strisce, che possono incidere sulle politiche e sulle scelte economiche dei Paesi dell’UE.
In tale contesto, l’obiettivo dell’“autonomia strategica” europea si traduce in una serie di misure concrete volte a costruire, rafforzare o recuperare capacità industriali, risorse e infrastrutture che finora sono state appannaggio di partner o fornitori esterni. Le pagine che seguono presentano un “piano” d’azione articolato in diversi settori – dalla difesa alla sicurezza energetica, dall’industria dei semiconduttori alle filiere di materie prime critiche, fino alla finanza e allo spazio – per chiarire come l’Europa, muovendosi in modo coordinato e risoluto, possa accrescere la propria sovranità, salvaguardare gli interessi comuni e affrontare con più efficacia le sfide globali.