Punti cardinali #36
Punti Cardinali è il servizio di Stroncature dedicato alla selezione, analisi e sintesi dei più importanti saggi pubblicati all’estero, in lingua originale, e non ancora tradotti o distribuiti in Italia. Per ogni testo viene redatta una scheda dettagliata e approfondita che consente di accedere a tutti i contenuti del libro, alle sue tesi, concetti ed argomentazioni, in modo completo.
I vantaggi sono enormi. In breve tempo è possibile accedere ai contenuti completi di testi di saggistica di grande complessità e di difficile accesso, potendo spaziare dalle scienze sociali a quelle della natura, e facendo così propri in modo facile ed economico i frutti della ricerca dei maggiori studiosi e studiose e delle più prestigiose case editrici a livello globale, come se si fosse letto l’intero libro.
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"The Global Beauty Industry. Colorism, Racism, and the National Body" di Meeta Rani Jha (Routledge, 2016)
Il volume di Meeta Rani Jha, The Global Beauty Industry: Colorism, Racism, and the National Body, pubblicato nel 2016 da Routledge, affronta la questione della bellezza come categoria sociale e politica, ponendola al centro di un’analisi che unisce sociologia, studi di genere, media studies e teorie postcoloniali. L’autrice, femminista e sociologa impegnata anche come attivista anti-razzista, propone di considerare la bellezza non come un fatto estetico individuale, ma come una costruzione sociale che incide sulle possibilità di vita, sulle forme di discriminazione e sui percorsi di mobilità sociale. Attraverso una prospettiva comparativa che prende in esame Stati Uniti, India e Cina, Jha mostra come la globalizzazione abbia reso i modelli eurocentrici di bellezza un paradigma dominante, declinato però in forme specifiche a seconda dei contesti storici e culturali. L’obiettivo è dimostrare che il corpo femminile diventa terreno privilegiato di conflitto e negoziazione, dove si intrecciano capitalismo, razzismo, sessismo, caste, nazionalismi e consumi. Il libro si inserisce nella collana Framing 21st Century Social Issues ed è pensato per un pubblico ampio, anche non specialista, con un taglio al tempo stesso didattico e analitico.
"Billionaires’ Row: Tycoons, High Rollers, and the Epic Race to Build the World’s Most Exclusive Skyscrapers" di Katherine Clarke (Crown, 2024)
Il volume di Katherine Clarke, pubblicato nel 2024 da Crown, si inserisce nel filone di inchieste giornalistiche che affrontano l’intreccio tra finanza globale, architettura spettacolare e trasformazioni urbane. Il testo, frutto di anni di lavoro della giornalista del Wall Street Journal, ricostruisce la genesi e lo sviluppo della cosiddetta Billionaires’ Row, l’insieme di grattacieli super-lusso che si innalzano lungo la 57ª strada a Manhattan. L’autrice si propone di mostrare non solo l’aspetto architettonico e tecnico di questi edifici, ma soprattutto le dinamiche economiche, politiche e sociali che hanno reso possibile il loro emergere. L’obiettivo è far comprendere al lettore che tali torri non sono semplici costruzioni immobiliari, bensì simboli di un’epoca segnata da diseguaglianze estreme, dall’internazionalizzazione dei capitali e dalla competizione fra grandi sviluppatori. Clarke adotta uno stile narrativo divulgativo, ricco di aneddoti e dettagli, ma mantiene sempre una prospettiva analitica, che consente di leggere la vicenda come un caso di studio più ampio sul capitalismo urbano contemporaneo.
"The Heredity Hoax. Challenging Flawed Genetic Theories of Human Development" by Richard M. Lerner e Gary Greenberg
Il volume The Heredity Hoax. Challenging Flawed Genetic Theories of Human Development, pubblicato nel 2025 da Charles C Thomas, si propone come un intervento critico contro le teorie deterministiche che attribuiscono alla genetica un ruolo preponderante nello spiegare lo sviluppo umano. Richard M. Lerner e Gary Greenberg, entrambi psicologi e studiosi dello sviluppo, prendono posizione contro una visione riduzionista che riduce le capacità cognitive, i comportamenti e le differenze individuali a variabili ereditarie, opponendo a tale prospettiva un approccio fondato sull’interazione dinamica tra fattori biologici, ambientali e culturali. L’obiettivo del libro è smontare l’idea che l’intelligenza, la personalità o la propensione sociale siano il risultato lineare dei geni, mostrando invece come lo sviluppo umano sia un processo complesso, plasmato da esperienze, contesti e opportunità. L’impostazione complessiva è quindi duplice: da un lato una ricognizione critica delle principali teorie genetiche in circolazione negli anni Sessanta e Settanta, dall’altro la costruzione di un paradigma alternativo capace di valorizzare l’educazione, l’ambiente sociale e le pratiche culturali come determinanti fondamentali della crescita individuale.
“Why Empires Fall: Rome, America and the Future of the West” di John Rapley e Peter Heather (Penguin, 2023)
Il volume Why Empires Fall: Rome, America and the Future of the West, pubblicato da Penguin nel 2023 e scritto dallo storico Peter Heather insieme all’economista politico John Rapley, affronta una questione di lungo periodo che unisce la storia antica e il presente geopolitico: il destino degli imperi e la possibilità che la parabola di Roma fornisca chiavi di lettura per comprendere la traiettoria degli Stati Uniti e dell’Occidente contemporaneo. L’impostazione del libro è comparativa e interdisciplinare: da un lato Heather ricostruisce con rigore la vicenda storica dell’impero romano, dall’altro Rapley utilizza categorie economiche e politiche moderne per trarre parallelismi con l’egemonia americana. L’obiettivo non è proporre un semplice esercizio retorico o un parallelo suggestivo, ma mettere alla prova un’ipotesi forte: gli imperi non cadono per improvvise invasioni o catastrofi esterne, bensì perché i meccanismi interni di redistribuzione, di gestione delle risorse e di legittimazione politica cessano di funzionare, aprendo la strada a nuove configurazioni di potere. L’analisi prende dunque le mosse dal declino di Roma per discutere i problemi strutturali dell’Occidente, dall’eccesso di disuguaglianze alla fragilità dei sistemi democratici, fino all’erosione della fiducia nelle istituzioni. In questo modo il testo si propone come una riflessione storica di ampio respiro che ha un chiaro obiettivo politico-culturale: comprendere se il futuro dell’Occidente sia segnato da un tramonto inevitabile o se vi siano margini per correggere la rotta.