Punti cardinali #51
Punti Cardinali è il servizio di Stroncature dedicato alla selezione, analisi e sintesi dei più importanti saggi pubblicati all’estero e non ancora tradotti o distribuiti in Italia. Per ogni testo viene redatta una scheda dettagliata e approfondita in italiano che consente di accedere a tutti i contenuti del libro, alle sue tesi, concetti ed argomentazioni, in modo completo. I vantaggi sono enormi. In breve tempo è possibile accedere ai contenuti completi di testi di saggistica di grande complessità e di difficile accesso, potendo spaziare dalle scienze sociali a quelle della natura, e facendo così propri in modo facile ed economico i frutti della ricerca dei maggiori studiosi e studiose e delle più prestigiose case editrici a livello globale, come se si fosse letto l’intero libro.
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“Intellectual Post-Fascism? The Conservative Revolution, Traditionalism and the Challenge to Liberal Democracy” di Alberto Spektorowski (Cambridge University Press, 2025)
Il volume Intellectual Post-Fascism? The Conservative Revolution, Traditionalism and the Challenge to Liberal Democracy di Alberto Spektorowski, pubblicato da Cambridge University Press nel 2025, affronta con taglio analitico la questione della rinascita di un pensiero politico e culturale che si richiama al fascismo, ma in forme riformulate e compatibili con la modernità post-liberale. L’autore, docente all’Università di Tel Aviv, colloca la sua indagine all’interno del più ampio dibattito sullo stato di salute della democrazia liberale e sulla crescita dei movimenti populisti e nazionalisti in Europa e negli Stati Uniti dopo il 2020. L’obiettivo è comprendere se l’attuale ondata di populismo, sovranismo e revisionismo culturale costituisca solo una fase di crisi temporanea del liberalismo o, al contrario, un processo di costruzione ideologica destinato a sfociare in una nuova forma di fascismo. Il libro non si limita a una ricostruzione storica, ma identifica la genesi intellettuale del fenomeno in una corrente che Spektorowski definisce “post-fascismo intellettuale”: un movimento metapolitico iniziato negli anni Settanta con la Nouvelle Droite francese e oggi diffuso in Europa, Russia e America. Attraverso un’analisi comparata di quattro figure emblematiche – Alain de Benoist, Aleksandr Dugin, Steve Bannon e Olavo de Carvalho – l’autore dimostra come la sfida alla democrazia liberale contemporanea non provenga più da un nazionalismo aggressivo e suprematista, ma da una riformulazione teorica che combina tradizionalismo, spiritualismo, critica dell’illuminismo e identitarismo anti-liberale. Il risultato è una nuova ideologia che unisce elementi della Rivoluzione conservatrice di Weimar, del tradizionalismo di Guénon ed Evola e delle strategie populiste contemporanee, configurando un quadro ideologico che Spektorowski definisce “fascismo di resistenza”.
“Data Rights in Transition” di Rachelle Bosua, Damian Clifford, Jing Qian e Megan Richardson (Cambridge University Press, 2025)
Il volume Data Rights in Transition di Rachelle Bosua, Damian Clifford, Jing Qian e Megan Richardson, pubblicato nel 2025 da Cambridge University Press, affronta in modo sistematico la trasformazione dei diritti sui dati nel contesto dei mutamenti socio-tecnici del secondo dopoguerra. Il testo appartiene alla serie “Cambridge Elements – Data Rights and Wrongs” e si colloca al crocevia tra diritto, tecnologia e teoria sociale, con l’obiettivo di ricostruire storicamente e concettualmente la formazione dei diritti legati all’elaborazione dei dati, dalla nascita delle prime normative sulla privacy sino ai moderni regimi di data protection. Gli autori condividono una prospettiva comune: considerano i diritti sui dati non come entità statiche ma come costruzioni giuridiche in continuo adattamento rispetto alle trasformazioni tecnologiche e istituzionali. La tesi di fondo è che i data rights, nati da esigenze pragmatiche di regolazione dell’informazione, debbano oggi evolvere in senso più esplicitamente umanistico, avvicinandosi alla funzione simbolica dei diritti umani tradizionali. L’impianto del libro è insieme storico e normativo: ricostruisce le tappe che hanno condotto dalle prime discussioni sulla privacy degli anni Cinquanta alla piena affermazione del diritto alla protezione dei dati, con particolare attenzione al modo in cui i diversi ordinamenti, dalle democrazie occidentali all’Unione Europea, hanno reagito alle nuove tecnologie di sorveglianza e automazione dell’informazione.
“Skepticism and Fallibilism” di Jonathan L. Kvanvig (Oxford University Press, 2024)
Il volume Skepticism and Fallibilism di Jonathan L. Kvanvig, pubblicato nel 2024 da Oxford University Press, affronta una delle questioni più persistenti della filosofia della conoscenza: il rapporto tra scetticismo e fallibilismo, ovvero tra la possibilità del dubbio radicale e la natura intrinsecamente imperfetta della conoscenza umana. L’autore, figura di rilievo nell’epistemologia contemporanea, sviluppa una riflessione che si colloca nel solco del dibattito analitico post-gettieriano, cercando di chiarire fino a che punto sia possibile mantenere una concezione della conoscenza compatibile con l’idea che gli esseri umani possano sbagliarsi pur ritenendo di sapere qualcosa. Kvanvig non propone una difesa diretta del realismo conoscitivo né un rigetto dello scetticismo in senso tradizionale, ma un tentativo di ridefinire le categorie stesse del sapere, mostrando che la vulnerabilità alla falsificazione non implica necessariamente l’inconsistenza del concetto di conoscenza. Il testo si presenta come un’analisi sistematica della relazione fra epistemologia, linguaggio ordinario e teoria della giustificazione, con un linguaggio rigoroso ma accessibile, in cui l’autore mira a delineare una teoria coerente della conoscenza fallibile, capace di resistere alle obiezioni dello scettico senza ricorrere a dogmi infallibilisti.
“Migrants in the Digital Periphery. New Urban Frontiers of Control” di Matt Mahmoudi (Zed Books, 2025)
Il volume Migrants in the Digital Periphery. New Urban Frontiers of Control, pubblicato nel 2025 da Zed Books e scritto da Matt Mahmoudi, analizza le nuove forme di controllo, esclusione e sorveglianza che i migranti subiscono attraverso le infrastrutture digitali nelle città contemporanee. Il tema centrale è la trasformazione dello spazio urbano in una frontiera tecnologica, dove la migrazione non è più gestita solo attraverso politiche di confine, ma tramite dispositivi algoritmici e reti di dati che penetrano nella vita quotidiana dei soggetti in movimento. Mahmoudi, attivista e ricercatore per Amnesty International e docente a Cambridge, adotta un approccio che intreccia sociologia urbana, teoria critica della tecnologia e studi sui diritti umani. Il libro non si limita a descrivere l’impatto delle tecnologie sui migranti, ma mostra come l’infrastruttura digitale stessa diventi un meccanismo di potere capace di ridefinire categorie di appartenenza e di marginalità. L’autore sostiene che le città globali stiano costruendo nuove “periferie digitali” dove la disuguaglianza si riproduce attraverso i sistemi di sorveglianza, i database biometrici e gli algoritmi di controllo dei flussi, generando una geografia invisibile di esclusione e subordinazione. L’obiettivo è comprendere come il potere si eserciti non solo attraverso la legge o la forza, ma anche attraverso il codice, i dati e la rete.





