Punti cardinali #54
Punti Cardinali è il servizio di Stroncature dedicato alla selezione, analisi e sintesi dei più importanti saggi pubblicati all’estero e non ancora tradotti o distribuiti in Italia. Per ogni testo viene redatta una scheda dettagliata e approfondita in italiano che consente di accedere a tutti i contenuti del libro, alle sue tesi, concetti ed argomentazioni, in modo completo. I vantaggi sono enormi. In breve tempo è possibile accedere ai contenuti completi di testi di saggistica di grande complessità e di difficile accesso, potendo spaziare dalle scienze sociali a quelle della natura, e facendo così propri in modo facile ed economico i frutti della ricerca dei maggiori studiosi e studiose e delle più prestigiose case editrici a livello globale, come se si fosse letto l’intero libro.
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“Social Media and Mental Health” di Allan House e Cathy Brennan (Cambridge University Press, 2023)
Il volume curato da Allan House e Cathy Brennan per Cambridge University Press nel 2023 propone una ricognizione sistematica e non partigiana sul rapporto tra social media e salute mentale. La cornice editoriale è chiaramente dichiarata nelle pagine introduttive e nella Prefazione: non si tratta di un pamphlet contro o a favore delle piattaforme, ma di un tentativo di mettere ordine in un dibattito spesso dominato da impressioni e titoli sensazionalistici. Gli editor ricostruiscono l’obiettivo di “una rassegna ampia e imparziale dell’evidenza, con tutte le sue contraddizioni e incertezze”, offrendo al lettore non specialista criteri per formulare giudizi informati e distinguere tra effetti, meccanismi, contesti e popolazioni coinvolte. L’impianto è corale: la lista dei contributori include studiosi di psicologia, diritto, informatica, comunicazione e politica sanitaria; l’indice documenta tre sezioni che vanno dalla messa a fuoco concettuale e metodologica, all’analisi dei nessi con specifici disturbi o condotte, fino alle risorse e agli interventi operativi. Questa architettura trinitaria, visibile nella struttura dei capitoli, consente al volume di bilanciare ricostruzione teorica, valutazioni empiriche e indicazioni di policy, mantenendo costante l’attenzione alla comparazione tra rischi e benefici e all’eterogeneità degli esiti in funzione di “chi, come, perché e quando” usa i social media.
“The Invisible Enemy: A Global Story of Biological and Chemical Warfare” di Girish Kuber (HarperCollins, 2023)
Il volume The Invisible Enemy: A Global Story of Biological and Chemical Warfare di Girish Kuber, pubblicato da HarperCollins nel 2023, affronta in modo sistematico la storia e le implicazioni strategiche, politiche e morali delle armi biologiche e chimiche. L’autore, giornalista e analista indiano di lungo corso, ricostruisce l’evoluzione di queste tecnologie di distruzione di massa dal primo Novecento fino alla contemporaneità, inserendole nel più ampio quadro della competizione geopolitica e della trasformazione della scienza in strumento di potere. Il libro non si limita a un racconto cronologico, ma costruisce un’analisi integrata che combina elementi di storia militare, diplomazia, diritto internazionale e biotecnologia. Kuber mostra come la dimensione invisibile della guerra – quella condotta attraverso virus, batteri e agenti chimici – sia parte costitutiva del modo in cui gli Stati hanno cercato di ottenere vantaggi strategici senza apparente ricorso alla forza convenzionale. L’autore segue un approccio documentale e narrativo insieme, attingendo a fonti ufficiali, inchieste giornalistiche, testimonianze di scienziati e rapporti declassificati, per delineare una storia che va dalla nascita dei laboratori segreti fino all’epoca delle pandemie globali e della biosicurezza. L’obiettivo del volume è duplice: da un lato, mostrare come il controllo della vita biologica sia diventato un terreno di competizione militare e politica; dall’altro, porre in evidenza i rischi etici e civili di una scienza piegata a logiche di potenza.
“In Praise of Failure. Four Lessons in Humility” di Costica Bradatan (Harvard University Press, 2023)
Il libro In Praise of Failure: Four Lessons in Humility, pubblicato da Harvard University Press nel 2023, è un saggio filosofico di Costica Bradatan dedicato a esplorare il valore formativo e umano del fallimento. L’autore, noto per la sua riflessione sul significato esistenziale della filosofia e per il dialogo tra spiritualità e ragione, parte da un presupposto semplice ma radicale: fallire non è un’anomalia da evitare, bensì una condizione intrinseca all’esperienza umana e una via d’accesso privilegiata alla conoscenza di sé. L’opera si articola in quattro sezioni o “lezioni”, ciascuna dedicata a una figura o dimensione del fallimento: l’umiliazione, la mortalità, la perdita e la rinuncia. Attraverso esempi tratti dalla filosofia, dalla letteratura e dalla storia delle religioni, Bradatan mostra come il fallimento possa diventare un dispositivo di disvelamento che costringe l’individuo a riconoscere la propria fragilità e a costruire un rapporto più autentico con la realtà. Il tono del libro è meditativo e colto, ma accessibile, con una scrittura che intreccia riflessione teorica e narrazione biografica. L’obiettivo dell’autore non è esaltare il fallimento come virtù, ma restituirgli la sua dimensione pedagogica e spirituale, sottraendolo alla retorica del successo che domina le società contemporanee.
“When Nations Can’t Default. A History of War Reparations and Sovereign Debt” di Simon Hinrichsen (Harvard University Press, 2023)
Il volume When Nations Can’t Default. A History of War Reparations and Sovereign Debt, pubblicato da Harvard University Press nel 2023, è un contributo di rilievo nella storia economica e nella finanza internazionale. Simon Hinrichsen analizza il rapporto fra debito sovrano, riparazioni di guerra e meccanismi di default, mostrando come i limiti alla possibilità di insolvenza degli Stati abbiano inciso sulla stabilità economica e politica mondiale dal XIX secolo a oggi. Il libro si colloca al crocevia tra storia economica, teoria del debito pubblico e relazioni internazionali, offrendo una ricostruzione empirica fondata su archivi finanziari e documenti diplomatici. L’autore si propone di spiegare perché alcune nazioni non possano, di fatto, “fare default” nel senso tradizionale del termine, e come il peso dei debiti di guerra e delle obbligazioni internazionali abbia generato un sistema complesso di interdipendenze politiche e finanziarie. Hinrichsen adotta un approccio storico-comparativo, fondendo l’analisi quantitativa delle obbligazioni internazionali con la ricostruzione delle scelte politiche che le hanno determinate. Il testo non è solo una cronaca delle crisi del debito, ma una riflessione sulla natura stessa della sovranità economica e sulla distinzione tra l’incapacità e l’impossibilità di non pagare. Il concetto chiave è che, in determinati contesti geopolitici, l’insolvenza non è una scelta né un evento finanziario, ma una questione di potere e di ordine internazionale.





