Punti cardinali #6
Punti Cardinali è il servizio di Stroncature dedicato alla selezione, analisi e sintesi dei più importanti saggi pubblicati all’estero, in lingua originale, e non ancora tradotti o distribuiti in Italia. Ogni settimana vengono monitorate in modo sistematico le novità editoriali delle principali case editrici internazionali, con copertura delle aree linguistiche più rilevanti.
L’obiettivo di Punti Cardinali è offrire agli abbonati di Stroncature l’accesso diretto e sistematico alla saggistica più rilevante pubblicata a livello mondiale, indipendentemente dalla lingua e dalla disponibilità sul mercato editoriale italiano. Attraverso un monitoraggio sistematico delle principali case editrici internazionali, vengono selezionati i volumi più significativi per l’analisi dei grandi processi politici, economici, tecnologici e sociali contemporanei. Di ogni opera viene pubblicata una sintesi estesa in lingua italiana, redatta in modo accurato e completo, consentendo al lettore di acquisire tutti i concetti fondamentali dell’opera.
Abbonandosi a Stroncature si accede all’archivio completo di Punti Cardinali, aggiornato settimanalmente, che raccoglie già migliaia di volumi della saggistica globale. Un patrimonio editoriale in continua espansione, utile per studiosi, professionisti, decisori e lettori interessati ad avere una panoramica aggiornata e approfondita del pensiero contemporaneo su scala globale.
"Waiting for Robots. The Hired Hands of Automation" di Antonio A. Casilli
Antonio A. Casilli, sociologo e docente presso l’Institut Polytechnique de Paris, affronta nel volume la questione del lavoro umano nell’era dell’automazione e dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo dell’opera è quello di decostruire l’idea, largamente diffusa, secondo cui le nuove tecnologie eliminerebbero progressivamente il bisogno di forza lavoro. Al contrario, secondo l’autore, l’automazione si appoggia su una quantità crescente di lavoro umano nascosto, dequalificato e distribuito globalmente. Il testo si fonda su ricerche empiriche condotte in diversi contesti e su una riflessione teorica che intreccia sociologia del lavoro, scienze computazionali e analisi critica dell’economia digitale. Casilli intende mostrare come le piattaforme digitali e i sistemi automatizzati non funzionino in modo autonomo, ma si reggano su un insieme diffuso di attività umane, spesso precarie e non riconosciute come lavoro. L’opera si colloca nel dibattito contemporaneo sulle trasformazioni del capitalismo, proponendo una visione alternativa a quella tecnodeterminista. L’attenzione dell’autore si concentra su chi lavora davvero dietro gli algoritmi, le intelligenze artificiali e i servizi automatizzati, interrogandosi sulle condizioni materiali e simboliche di questi lavoratori. L’intero libro ruota attorno all’idea che l’automazione non sostituisce il lavoro umano, ma lo ricodifica e lo nasconde. Questa prospettiva consente di osservare fenomeni profondi, spesso ignorati nei discorsi ufficiali. Il testo analizza in modo sistematico le conseguenze sociali, politiche ed economiche della digitalizzazione dei processi produttivi. L’autore non propone soluzioni immediate, ma una nuova chiave di lettura per comprendere le logiche del presente. Il suo approccio si fonda sull’indagine empirica, ma anche sulla necessità di un ripensamento teorico. In questo senso, Waiting for Robots rappresenta un contributo di rilievo nella discussione sul futuro del lavoro.
"Conspiracy Theories and their Believers: A Comparative Outlook" di Daniel Stockemer e Jean-Nicolas Bordeleau
Conspiracy Theories and their Believers di Daniel Stockemer e Jean-Nicolas Bordeleau si propone di offrire un’analisi sistematica del fenomeno delle teorie del complotto e dei loro sostenitori in prospettiva comparata. Gli autori, entrambi politologi dell’Università di Ottawa, intendono superare l’impostazione prevalentemente statunitense della letteratura esistente e adottano un approccio empirico fondato su dati originali raccolti tramite il Comparative Conspiracy Research Survey (CCRS) condotto in otto paesi: Australia, Brasile, Canada, Germania, Libano, Marocco, Sudafrica e Stati Uniti. L’obiettivo è identificare le principali teorie del complotto in ciascun contesto nazionale, valutarne la diffusione e comprendere le caratteristiche sociodemografiche, politiche e psicologiche dei loro sostenitori. Il libro si propone di rispondere a una serie di interrogativi: quali sono le teorie più diffuse, quanto sono condivise, chi le sostiene, in che misura i fattori esplicativi sono comuni o divergenti tra i paesi, e se esista una struttura sistematica nei modelli individuali di credenza complottista.
"Evolution for the People. Shaping Popular Ideas from Darwin to the Present" di Peter J. Bowler
Il volume di Peter Bowler si propone di esaminare in modo sistematico e storico la diffusione delle idee evoluzionistiche nel contesto della cultura di massa anglosassone, dal XIX secolo fino ai nostri giorni. L’autore, uno dei più importanti storici della scienza del mondo anglofono, non intende concentrarsi sull’elaborazione teorica della selezione naturale, né sulle sole dispute tra specialisti, ma analizza piuttosto la ricezione pubblica dell’evoluzionismo, nelle sue molteplici forme e declinazioni, tra pubblico colto, divulgatori, giornalisti, religiosi e uomini di spettacolo. Il libro si distingue per l’adozione di un approccio storico-analitico che coniuga lo studio delle rappresentazioni mediatiche e della divulgazione scientifica con l’attenzione per le trasformazioni delle credenze popolari. Bowler individua una cesura fondamentale tra il dibattito accademico e quello pubblico, mostrando come l’immagine della teoria darwiniana proposta ai non specialisti sia stata spesso semplificata, distorta o adattata per renderla più compatibile con sensibilità religiose, morali o politiche. Il lavoro si concentra sulle modalità attraverso cui, nel corso di oltre un secolo e mezzo, la teoria dell’evoluzione è stata resa accessibile al grande pubblico attraverso libri divulgativi, romanzi, articoli di giornale, riviste illustrate, conferenze pubbliche, programmi radiofonici, cinema e televisione. Ne risulta un affresco complesso e stratificato, che evidenzia la varietà delle posizioni assunte e la coesistenza di modelli alternativi o concorrenti al darwinismo propriamente detto.
"Evolution and Development. Conceptual Issues" di Alan C. Love
Il libro Evolution and Development di Alan C. Love si inserisce nella collana Cambridge Elements in the Philosophy of Biology e si propone di chiarire e analizzare in modo sistematico una serie di questioni concettuali sorte all’intersezione tra evoluzione e sviluppo, con particolare attenzione all’ambito disciplinare noto come evolutionary developmental biology, o evo-devo. L’autore, docente alla University of Minnesota, intende affrontare le ambiguità e i nodi teorici emersi in seguito alla crescente rilevanza dell’approccio evo-devo nella biologia contemporanea, evitando sia una ricostruzione meramente storica sia una esposizione tecnica delle evidenze biologiche. Il testo si articola lungo cinque direttrici principali: la definizione e il posizionamento teorico di evo-devo; il ruolo e la natura dei modelli sperimentali; la questione dei meccanismi conservati; la problematica della novità evolutiva; l’implicazione metodologica dell’interdisciplinarità. Più che proporre una teoria nuova, Love adotta un approccio analitico che scompone e ricostruisce i problemi concettuali connessi al funzionamento del programma di ricerca evo-devo, evidenziando le tensioni tra differenti pratiche scientifiche, tra modelli esplicativi, e tra strumenti concettuali in uso nelle scienze della vita. Il testo intende dunque fungere da guida concettuale per orientarsi tra gli usi effettivi delle categorie teoriche impiegate dagli scienziati, proponendo un atteggiamento pluralista nei confronti delle strutture teoriche e delle pratiche epistemiche.
"The Cultural Mind. The Sociocultural Theory of Learning" di Alex Kozulin
Il volume The Cultural Mind. The Sociocultural Theory of Learning di Alex Kozulin si propone di delineare una teoria dell’apprendimento che riconosca nel contesto socioculturale l’elemento fondativo del funzionamento mentale umano. Kozulin, docente presso Achva Academic College e direttore accademico del Feuerstein Institute, riprende e sviluppa i concetti elaborati dalla tradizione vygotskiana per costruire una prospettiva in cui apprendimento e sviluppo cognitivo non vengano più considerati processi interni all’individuo, bensì attività emergenti dall’interazione tra soggetto e ambiente mediata da strumenti culturali, simbolici e umani. Il testo è articolato attorno a cinque nuclei concettuali: mediazione, strumenti simbolici, attività guida (leading activities), potenziale di apprendimento e educazione cognitiva. Ognuno di questi elementi è analizzato sia dal punto di vista teorico che operativo, con esempi tratti dalla pratica educativa e da esperienze di ricerca empirica. L’intento non è quello di proporre una teoria generale della mente, ma di illustrare come determinate pratiche educative e contesti culturali influenzino strutturalmente le capacità cognitive. La nozione di “mente culturale” si riferisce a quell’insieme di funzioni che emergono dall’interiorizzazione della mediazione sociale e simbolica, ponendo le basi per una pedagogia che mira non solo all’insegnamento di contenuti, ma alla formazione di strumenti mentali.