Punti cardinali #60
Punti Cardinali è il servizio di Stroncature dedicato alla selezione, analisi e sintesi dei più importanti saggi pubblicati all’estero e non ancora tradotti o distribuiti in Italia. Per ogni testo viene redatta una scheda dettagliata e approfondita in italiano che consente di accedere a tutti i contenuti del libro, alle sue tesi, concetti ed argomentazioni, in modo completo. I vantaggi sono enormi. In breve tempo è possibile accedere ai contenuti completi di testi di saggistica di grande complessità e di difficile accesso, potendo spaziare dalle scienze sociali a quelle della natura, e facendo così propri in modo facile ed economico i frutti della ricerca dei maggiori studiosi e studiose e delle più prestigiose case editrici a livello globale, come se si fosse letto l’intero libro.
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“The Strategy of Denial. American Defense in an Age of Great Power Conflict” di Elbridge A. Colby (Yale University Press, 2021)
Pubblicato nel 2021 da Yale University Press, The Strategy of Denial di Elbridge A. Colby rappresenta uno dei contributi più influenti alla ridefinizione della dottrina strategica americana nell’era della competizione tra grandi potenze. L’autore, già vicesegretario alla Difesa per la strategia e la forza militare, propone una teoria coerente e sistematica per il contenimento della Cina nel contesto dell’Indo-Pacifico, indicando nel “denial defense” il fulcro operativo della nuova architettura di sicurezza degli Stati Uniti. Il volume nasce dalla constatazione del declino dell’unipolarismo post-1991 e dalla necessità di un quadro logico che consenta di orientare le scelte di difesa entro risorse limitate. Colby parte da una premessa fondamentale: l’America non può più difendere ovunque i propri interessi, ma deve concentrare mezzi e alleanze per impedire che un’altra potenza — oggi la Cina — raggiunga l’egemonia regionale in Asia. L’opera, strutturata in dodici capitoli, segue un andamento deduttivo: dalle finalità della grande strategia americana alla traduzione in piani di difesa operativi, fino a una concezione della pace come risultato di un equilibrio stabile, non come dono dell’ordine liberale.
“La guerre des mondes” di Bruno Tertrais (Odile Jacob, 2022)
Il volume La guerre des mondes, pubblicato da Odile Jacob nel 2022 e firmato da Bruno Tertrais, analista strategico e vicedirettore della Fondation pour la recherche stratégique, affronta una delle questioni centrali del nostro tempo: la trasformazione del conflitto internazionale in un’epoca di competizione globale e frammentazione politica. Tertrais propone una lettura del mondo contemporaneo come un sistema multipolare in cui il paradigma della guerra non è più confinato al campo militare, ma si estende a tutte le dimensioni della vita internazionale — economica, tecnologica, culturale e informativa. Il libro nasce dall’esigenza di interpretare il nuovo disordine mondiale dopo il tramonto dell’illusione di un ordine liberale universale. L’autore analizza come le rivalità geopolitiche, le identità nazionali, la memoria storica e la percezione di ingiustizie accumulate abbiano alimentato una moltiplicazione di conflitti “freddi” e “caldi”, tanto tra Stati quanto all’interno delle società. L’opera si propone di rispondere a una domanda cruciale: il mondo sta entrando in una nuova era di guerre totali o sta sperimentando una forma diffusa di conflittualità permanente, in cui la pace è soltanto una pausa tattica? La prospettiva di Tertrais è analitica, non apocalittica: egli descrive un sistema in mutazione dove gli strumenti della guerra si sono moltiplicati e ibridati, e dove la distinzione classica tra pace e guerra perde progressivamente senso.
“Idealism in Modern Philosophy” — Paul Guyer, Rolf-Peter Horstmann (Oxford University Press, 2023)
Il volume Idealism in Modern Philosophy di Paul Guyer e Rolf-Peter Horstmann, pubblicato da Oxford University Press nel 2023, offre una ricostruzione ampia e sistematica dello sviluppo dell’idealismo nella filosofia moderna e contemporanea. L’obiettivo degli autori è restituire all’idealismo la sua portata concettuale originaria, contro ogni interpretazione riduttiva che lo confonda con il semplice soggettivismo o con un astratto spiritualismo. L’idealismo, per Guyer e Horstmann, rappresenta un modo peculiare di intendere il rapporto tra mente e realtà, conoscenza e mondo, esperienza e ragione: non una dottrina chiusa, ma una prospettiva che interroga costantemente le condizioni della conoscenza e della libertà. Il libro segue un percorso che va da Kant a Hegel, includendo le elaborazioni di Fichte e Schelling, e si estende fino alle rielaborazioni novecentesche e contemporanee, dove l’eredità idealistica riemerge, spesso in forme implicite, nella filosofia analitica e nella teoria critica. Ogni capitolo combina analisi storica e ricostruzione concettuale, mettendo in luce la tensione costante tra idealismo soggettivo e oggettivo, tra autonomia del pensiero e vincoli del reale. L’idealismo è così descritto come una struttura permanente del pensiero filosofico moderno, un paradigma che, pur mutando forma, continua a interrogare la possibilità stessa di conoscere e interpretare il mondo.
“The Business of Being a Writer” di Jane Friedman (University of Chicago Press, 2018)
The Business of Being a Writer, pubblicato nel 2018 da Jane Friedman per la University of Chicago Press, è un manuale sistematico che affronta il lato economico, gestionale e strategico del mestiere dello scrittore. L’autrice, esperta di editoria e di comunicazione digitale, propone un approccio realistico e documentato alle condizioni di sostenibilità del lavoro letterario, muovendo dalla constatazione che molti autori, anche di talento, ignorano come funziona effettivamente l’industria editoriale. Il libro si colloca nella collana Chicago Guides to Writing, Editing, and Publishing e intende fornire agli scrittori – in particolare a chi proviene da percorsi accademici in scrittura creativa o editoria – gli strumenti per costruire una carriera consapevole e duratura. L’impostazione è chiara: la conoscenza delle logiche economiche e organizzative del settore non compromette la creatività, ma la rende più solida. Friedman adotta un tono pragmatico, evitando illusioni romantiche sul mestiere di scrivere, e invita i lettori a concepire la scrittura come una professione che richiede competenze tecniche, pianificazione e spirito imprenditoriale. Il testo si articola in cinque parti: la prima riguarda la costruzione della carriera, la seconda spiega le dinamiche dell’industria editoriale, la terza descrive i processi di pubblicazione, la quarta affronta il tema dell’autore come imprenditore, e la quinta analizza le diverse fonti di reddito possibili per uno scrittore contemporaneo.





