Punti cardinali #67
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“Capitalism as Megamachine. A New Historical, Legal and Political Approach” di Jacques Richard (Routledge, 2023)
Capitalism as Megamachine. A New Historical, Legal and Political Approach, pubblicato da Routledge nel 2023, propone una rilettura complessiva della storia del capitalismo attraverso il concetto di “Megamachine”, inteso come un sistema istituzionale e tecnico che orienta l’azione collettiva verso la conservazione e l’accrescimento del capitale finanziario. Jacques Richard, economista e storico della contabilità, sostiene che il nucleo del capitalismo moderno non si trovi nelle dinamiche di mercato, ma nella logica del calcolo contabile a partita doppia, che fin dal Medioevo ha reso possibile la misurazione costante del profitto e la distinzione tra capitale come soggetto e tutto il resto – natura, lavoro, strumenti – come oggetti da amministrare. Il libro ricostruisce la genealogia di questo sistema combinando analisi storica, critica giuridica e riflessione politica, mostrando come la Megamachine abbia progressivamente assunto una dimensione globale e sia oggi alla base di crisi ecologiche, sociali e istituzionali su larga scala. Richard dialoga con autori come Mumford, Scheidler, Polanyi e Marx, sottolineando i punti di contatto ma anche i limiti delle loro interpretazioni, in particolare la scarsa attenzione al ruolo operativo della contabilità nella formazione dell’ordine capitalistico. L’obiettivo del volume è chiarire come il capitalismo sia, prima di tutto, una costruzione istituzionale e giuridica che si è consolidata attraverso un insieme di tecniche di registrazione, misurazione e controllo, divenute il linguaggio dominante dell’economia moderna. La comprensione di questo impianto, secondo l’autore, è essenziale per affrontare le trasformazioni necessarie di fronte ai danni ambientali e sociali prodotti da un sistema che tutela in via esclusiva il capitale finanziario.
“Mass Polarization across Time and Space” di Isaac D. Mehlhaff (Cambridge University Press, 2025)
Il volume Mass Polarization across Time and Space, pubblicato nel 2025 da Cambridge University Press, affronta uno dei temi centrali della scienza politica contemporanea: la misurazione e l’analisi comparata della polarizzazione di massa. L’autore, Isaac D. Mehlhaff, mira a superare le difficoltà metodologiche che hanno ostacolato per decenni l’analisi empirica della polarizzazione, proponendo una definizione rigorosa fondata sulle relazioni tra gruppi politici e un modello di misurazione innovativo che consente di stimare la polarizzazione ideologica e affettiva in novantadue paesi nel periodo 1971–2019. L’opera intende offrire uno standard analitico comune per studiosi e ricercatori, chiarendo concetti frequentemente usati in modo ambiguo, correggendo problemi legati a dati frammentari e introducendo il Polarization in Comparative Attitudes Project (PolarCAP), un’infrastruttura scientifica volta a generare serie temporali continue, comparabili e concettualmente coerenti. Il libro non si limita a definire strumenti tecnici, ma mostra come dati affidabili e adeguatamente trattati permettano di descrivere la polarizzazione nel mondo, analizzarne l’evoluzione nel tempo, verificarne le correlazioni con variabili istituzionali, economiche e democratiche, e, infine, rilanciare il dibattito teorico sulle condizioni che favoriscono la radicalizzazione delle società politiche. Il progetto nasce quindi con una duplice finalità: da un lato costruire un quadro concettuale solido, dall’altro sviluppare strumenti operativi che consentano analisi sistematiche, confronti tra paesi ed elaborazioni comparate fino a oggi impraticabili con i dati disponibili.
“Explaining Creativity: The Science of Human Innovation” a cura di R. Keith Sawyer e Danah Henriksen (Oxford University Press, 2023)
Il volume Explaining Creativity: The Science of Human Innovation, pubblicato da Oxford University Press nel 2023 e curato da R. Keith Sawyer e Danah Henriksen, propone una ricostruzione sistematica e interdisciplinare dello stato dell’arte negli studi sulla creatività, affrontando il tema con l’obiettivo di superare la frammentazione storica della ricerca e offrire un quadro unitario capace di integrazione teorica. Gli autori riconoscono che la creatività è stata per lungo tempo interpretata secondo modelli settoriali – psicologici, cognitivi, sociologici, antropologici – che ne hanno analizzato solo aspetti parziali, senza riuscire a produrre una sintesi coerente. In questa terza edizione, profondamente aggiornata rispetto al 2012, Sawyer e Henriksen includono contributi provenienti dalle scienze della mente, dalle neuroscienze, dall’antropologia, dalla sociologia dell’arte, dagli studi sui media digitali, dalla filosofia della scienza e dalle ricerche sull’innovazione tecnologica, costruendo una spiegazione multilivello del fenomeno creativo. Il libro affronta la creatività come capacità umana universale e come motore dell’innovazione sociale, scientifica e culturale, analizzando tanto i processi individuali quanto i sistemi collaborativi e le dinamiche storiche dei domini creativi. Il suo impianto generale intende mostrare perché spiegare la creatività sia necessario per comprendere lo sviluppo umano, affrontare problemi complessi e favorire una società capace di adattamento e progresso. Gli autori sottolineano fin dalle prime pagine che l’obiettivo non è offrire ricette o tecniche motivazionali, ma costruire un modello scientifico fondato sulle migliori evidenze empiriche disponibili, integrando decenni di studi in un’unica struttura concettuale.
“Ancient Christianities. The First Five Hundred Years” di Paula Fredriksen (Princeton University Press, 2024)
Il volume di Paula Fredriksen, pubblicato nel 2024 da Princeton University Press, offre una ricostruzione ampia e sistematica delle molteplici forme assunte dal cristianesimo nel Mediterraneo antico tra il I e il V secolo. L’autrice rifiuta esplicitamente l’idea di una storia lineare che conduca da Gesù a un cristianesimo unificato, spiegando che l’immagine trasmessa dal Nuovo Testamento è il risultato di una selezione tardiva di materiali nel IV secolo e non una fotografia delle origini. L’intento del libro è ricostruire il terreno storico reale entro cui sorsero e si trasformarono le varie “cristianità”, mostrando come esse si svilupparono da radici ebraiche per poi divergere lungo linee teologiche, rituali, sociali e politiche differenti. L’autrice ricorre a testi canonici, apocrifi, paracanonici, fonti archeologiche, atti imperiali, iscrizioni, così da evidenziare la varietà dei movimenti che, pur affondando le radici nel giudaismo del Secondo Tempio, presero vie proprie nei secoli successivi. L’opera adotta un’impostazione tematica, non cronologica, per evitare la falsa impressione di uno sviluppo unitario e progressivo. Fin dall’inizio, Fredriksen insiste sul fatto che il Mediterraneo antico era un mondo densamente popolato di dei, culti e identità etniche intrecciate; la parola “religione”, nel senso moderno, non esisteva, e il culto era un elemento dell’identità civica e familiare. In questo contesto dinamico si inserisce la vicenda dei primi seguaci di Gesù, presentata dall’autrice come un mosaico complesso, composto da gruppi che, pur condividendo alcune memorie e alcune aspettative escatologiche, si differenziarono rapidamente in pratiche, interpretazioni, autorità di riferimento e rapporti con le istituzioni imperiali.





