Punti cardinali #72
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In questo numero: l’analisi di 4 nuove opere appena pubblicate dalle maggiori case editrici accademiche.
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“American Apocalypse: The Six Far-Right Groups Waging War on Democracy” di Rena Steinzor (Stanford University Press, 2024)
L’opera American Apocalypse: The Six Far-Right Groups Waging War on Democracy, pubblicata nel 2024 dalla Stanford University Press, si inserisce nel dibattito contemporaneo sulla crisi delle istituzioni statunitensi con una tesi disturbante e analiticamente rigorosa. Rena Steinzor non si limita a osservare la polarizzazione politica come un fenomeno sociologico spontaneo o derivante esclusivamente da un malessere economico diffuso, ma propone una dissezione strutturale delle forze che, agendo spesso dietro le quinte o attraverso canali non convenzionali, stanno erodendo le fondamenta stesse della governance democratica. Il testo invita il lettore a spostare l’attenzione dai sintomi più evidenti del disordine politico, come la retorica infiammata o gli scontri di piazza, verso un’analisi sistemica di sei specifici gruppi di interesse che, secondo l’autrice, conducono una guerra coordinata, seppur non sempre esplicita, contro il governo federale e le sue agenzie. La prospettiva adottata è quella di un’indagine sulle dinamiche di potere che legano il mondo corporativo, l’estremismo religioso, la disinformazione mediatica e le frange paramilitari, uniti nel comune obiettivo di smantellare lo “stato amministrativo” nato per proteggere la salute pubblica, la sicurezza dei lavoratori e l’ambiente. Il libro solleva interrogativi fondamentali sulla resilienza del sistema democratico di fronte a un assalto che combina immense risorse finanziarie, strategie legali sofisticate e, nei casi più estremi, la minaccia della violenza fisica, costringendo a riflettere se le attuali strutture costituzionali siano sufficienti a reggere l’urto di queste forze convergenti.
“The Debt System. A History of Sovereign Debts and their Repudiation” di Éric Toussaint (Haymarket Books, 2019)
Il volume in esame affronta una delle questioni più complesse e persistenti della storia economica moderna: il ruolo del debito sovrano come strumento politico di subordinazione e controllo esercitato dalle potenze centrali sulle nazioni periferiche. L’opera, pubblicata da Haymarket Books nel 2019, non si limita a una disamina tecnica dei meccanismi finanziari, ma propone una rilettura storica radicale delle relazioni internazionali degli ultimi due secoli. L’autore indaga la natura sistemica dell’indebitamento, sfidando la narrazione convenzionale che attribuisce le crisi del debito esclusivamente alla cattiva gestione o alla corruzione dei paesi debitori. Attraverso un’analisi che spazia dall’America Latina all’area del Mediterraneo, fino alla Russia zarista e sovietica, il testo solleva interrogativi cruciali sulla legittimità dei contratti finanziari stipulati in condizioni di disuguaglianza e sulla sovranità degli Stati. La prospettiva adottata ribalta il paradigma morale comunemente accettato, secondo cui il debitore deve sempre onorare i propri obblighi, per mettere in luce come spesso questi obblighi siano frutto di frodi, coercizioni o strategie imperialiste. Il libro invita dunque a riflettere se il debito pubblico sia uno strumento neutrale di finanziamento o un’arma geopolitica volta a perpetuare asimmetrie di potere, ponendo le basi per una discussione giuridica e storica sulla dottrina del debito odioso e sulle possibilità di ripudio.
“Defensive Nationalism: Explaining the Rise of Populism and Fascism in the 21st Century” di B. S. Rabinowitz (Oxford University Press, 2023)
Nel volume Defensive Nationalism: Explaining the Rise of Populism and Fascism in the 21st Century, pubblicato dalla Oxford University Press nel 2023, B. S. Rabinowitz affronta uno dei paradossi più inquietanti del nostro tempo: come è possibile che un’era definita da progressi tecnologici senza precedenti, interconnessione globale e promesse di prosperità condivisa abbia generato un’ondata di irrazionalismo politico, nativismo e polarizzazione estrema? L’opera si interroga sulla natura ciclica della storia, sfidando la visione lineare del progresso per proporre un parallelismo strutturale tra la fine del XIX secolo (la Belle Époque e la Seconda Rivoluzione Industriale) e l’inizio del XXI secolo (l’Era Digitale). L’autrice non si limita a osservare le somiglianze superficiali tra i leader populisti di ieri e di oggi, ma indaga le cause profonde, macro-strutturali, che innescano tali fenomeni. La tesi centrale suggerisce che le grandi rivoluzioni tecnologiche nei trasporti e nelle comunicazioni, pur portando benefici tangibili, scatenano inevitabilmente dislocazioni sociali ed economiche così violente da provocare una reazione immunitaria da parte delle società colpite. Attraverso un approccio comparativo rigoroso, il libro invita il lettore a considerare l’attuale ascesa del populismo e del fascismo non come un’anomalia momentanea, ma come la fase reattiva di un meccanismo storico ricorrente, offrendo una chiave di lettura indispensabile per decifrare le tensioni politiche che attraversano l’Occidente contemporaneo.
“Russia’s Army: A History from the Napoleonic Wars to the War in Ukraine” di Roger R. Reese
Il volume Russia’s Army: A History from the Napoleonic Wars to the War in Ukraine, pubblicato nel 2023 dalla University of Oklahoma Press, costituisce un’opera di sintesi storica fondamentale per comprendere le dinamiche di lungo periodo che hanno plasmato le forze armate russe, e di conseguenza lo Stato russo stesso, nell’arco di oltre due secoli. L’autore affronta una questione centrale che trascende la mera cronaca delle battaglie: in che modo le esigenze di sicurezza di un impero continentale, la natura autocratica del potere politico e le strutture sociali della Russia hanno interagito per creare un’istituzione militare con caratteristiche uniche e persistenti? Il testo non si limita a narrare le vittorie o le sconfitte, ma indaga la relazione simbiotica e spesso conflittuale tra l’esercito e la società, evidenziando come le decisioni strategiche siano state costantemente influenzate dalla necessità di mantenere l’ordine interno e dalla volontà dei governanti di esercitare un controllo diretto e personale sulle operazioni militari. Attraverso l’analisi di tre distinte ere — quella imperiale, quella sovietica e quella post-sovietica — l’opera invita il lettore a riflettere su continuità sorprendenti, come la gestione delle risorse umane, la diffidenza verso le iniziative autonome degli ufficiali e la tensione tra modernizzazione tecnologica e arretratezza sociale. L’autore pone interrogativi cruciali sulla sostenibilità di un modello militare che ha storicamente richiesto sacrifici enormi alla popolazione civile, suggerendo che le difficoltà odierne delle forze armate russe non siano incidenti di percorso, ma il risultato di patologie strutturali radicate in secoli di storia.





