Punti cardinali #77
La ricerca accademica internazionale è il luogo dove nascono i concetti che definiscono il nostro tempo e dove vengono forgiati gli strumenti per leggere la realtà. Eppure, l’accesso a questa fonte strategica è bloccato da barriere strutturali: la complessità delle opere originali, la loro assenza nel mercato italiano e i costi proibitivi dei volumi specialistici.
Punti Cardinali nasce per abbattere queste barriere.
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In questo numero: l’analisi di 4 nuove opere appena pubblicate dalle maggiori case editrici accademiche.
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“A Question of Standing” di Rhodri Jeffreys-Jones (Oxford University Press, 2022)
Pubblicato nel 2022 da Oxford University Press, “A Question of Standing. The History of the CIA” affronta uno dei nodi più delicati e meno esplorati della storia dell’intelligence statunitense: non tanto ciò che la Central Intelligence Agency ha fatto, quanto la posizione che essa ha occupato nel sistema politico, istituzionale e simbolico degli Stati Uniti. Il libro muove da una domanda di fondo che attraversa l’intera opera: in che misura l’efficacia dell’intelligence dipende dalla sua credibilità, dal suo riconoscimento e dalla fiducia che le viene accordata dal potere politico, dall’opinione pubblica e dagli altri attori istituzionali? Jeffreys-Jones propone una prospettiva che sposta l’attenzione dalle singole operazioni o dai fallimenti più noti alla dinamica relazionale tra l’agenzia e il contesto in cui essa opera. In questa cornice, la storia della CIA diventa una storia di equilibri instabili, di riconoscimenti concessi o ritirati, di ascolto e sordità politica, di legittimazione e delegittimazione. Il libro invita a riflettere sul fatto che l’intelligence non è mai un’attività puramente tecnica o neutra, ma una funzione che vive di posizionamento, di accesso, di autorevolezza percepita. È questa angolatura, meno immediata ma decisiva, a rendere l’opera particolarmente rilevante per comprendere il ruolo dell’intelligence nelle democrazie contemporanee.
“A Map of the New Normal. How Inflation, War, and Sanctions Will Change Your World” di ForeverJeff Rubin (Allen Lane, 2024)
Pubblicato nel 2024 da Allen Lane (Penguin Random House Canada), A Map of the New Normal. How Inflation, War, and Sanctions Will Change Your World Forever di Jeff Rubin si colloca nel punto di frizione tra economia globale, geopolitica e trasformazioni strutturali dell’ordine internazionale contemporaneo. Il libro nasce dall’esigenza di dare intelligibilità a una fase storica segnata da eventi che, pur apparendo contingenti e disordinati, sembrano indicare una rottura profonda con le regolarità del passato recente. Rubin invita il lettore a interrogarsi su ciò che viene comunemente percepito come “crisi temporanea” – inflazione, guerre regionali, sanzioni economiche, rotture nelle catene di approvvigionamento – suggerendo invece che questi fenomeni costituiscano i segnali coerenti di un cambiamento duraturo. La prospettiva adottata non è quella della previsione puntuale, ma della mappatura: l’autore propone di osservare il presente come un territorio in trasformazione, in cui vecchie coordinate economiche e politiche hanno perso affidabilità. Il libro sollecita dunque una riflessione su come decisioni prese nel passato, spesso considerate razionali e vantaggiose, abbiano generato vulnerabilità sistemiche oggi manifeste. In questo senso, l’opera non promette certezze, ma offre strumenti interpretativi per comprendere perché il mondo che emerge dopo la pandemia e l’inizio di nuovi conflitti armati non rappresenti un’eccezione passeggera, bensì una nuova normalità destinata a durare.
“A Little History of Psychology” di Nicky Hayes, (Yale University Press, 2018)
Pubblicato nel 2018 da Yale University Press, A Little History of Psychology di Nicky Hayes affronta una delle questioni più complesse e affascinanti del sapere moderno: come gli esseri umani abbiano cercato, nel corso dei secoli, di comprendere la mente, il comportamento e l’esperienza soggettiva. Il libro si colloca in una tradizione di divulgazione rigorosa che non mira a semplificare il problema psicologico, ma a mostrarne la profondità storica, la stratificazione concettuale e le tensioni che lo attraversano. Fin dalle prime pagine emerge una prospettiva precisa: la psicologia non nasce come disciplina improvvisa o isolata, ma come risultato di interrogativi antichi, trasformati progressivamente dal mutare dei contesti culturali, scientifici e filosofici. Hayes invita il lettore a considerare la psicologia non come un insieme compatto di teorie definitive, bensì come un campo in continua ridefinizione, attraversato da conflitti interpretativi, svolte metodologiche e mutamenti di linguaggio. Il valore dell’opera risiede proprio nella capacità di rendere visibile questo processo, mostrando come le domande sulla mente siano sempre state legate a idee più ampie sull’uomo, sulla conoscenza e sulla società. Senza anticipare una mappa sistematica dei contenuti, il testo suggerisce che comprendere la storia della psicologia significa comprendere anche i limiti, le ambizioni e le ambiguità del sapere scientifico applicato all’essere umano.




