Quando l’algoritmo sostituisce il dibattito
Società aperte e crisi della legittimazione democratica
Questo contributo inaugura un nuovo ciclo di analisi di Stroncature dedicato alla crisi delle società aperte, con particolare attenzione alle trasformazioni della legittimazione democratica nell’ecosistema digitale. Al centro della riflessione vi è l’impatto dei social media e della disintermediazione algoritmica sulla formazione dell’opinione pubblica, sulla coesione civica e sulla fiducia nelle istituzioni. L’articolo esplora come la logica di funzionamento delle piattaforme digitali – basata su visibilità, personalizzazione e viralità – alteri i presupposti stessi del dibattito democratico, sostituendo il confronto tra cittadini con la selezione automatica di contenuti. Ne risulta una configurazione della sfera pubblica sempre più frammentata, reattiva e difficile da ricondurre a un orizzonte comune di senso, dove le istituzioni democratica appaiono più come un sfondo scenografico per contenuti social.
Le piattaforme digitali hanno rapidamente trasformato il modo in cui le società aperte discutono e deliberano. In origine, Internet era salutato come un nuovo spazio pubblico capace di ampliare il dibattito democratico, dando voce a prospettive diverse e decentralizzate. Oggi, tuttavia, gran parte di quelle discussioni avviene in ambienti mediati da algoritmi di selezione e raccomandazione. Post, notizie e opinioni che le persone incontrano online sono filtrati e ordinati da formule opache elaborate da attori privati. Questa evoluzione solleva interrogativi profondi: può la logica automatizzata di queste piattaforme sostituirsi al confronto aperto tra cittadini? E quali conseguenze emergono per la salute del discorso pubblico e della legittimità democratica? Nell’ultima decade, il ruolo di questi algoritmi come mediatori dell’informazione è cresciuto esponenzialmente, ponendo sfide inedite per il modello democratico liberale.