La storia economica moderna è spesso narrata come una sequenza di rivoluzioni industriali e tecnologiche, ciascuna portatrice di nuove opportunità e promesse di prosperità. Tuttavia, questo racconto ottimistico tende a oscurare un aspetto meno lusinghiero ma fondamentale del progresso: il divario crescente tra quanti sono in grado di usare a proprio vantaggio le nuove tecnologie e coloro che rimangono ai margini, intrappolati in un ciclo di precarietà. Questa precarietà è diventata un campo fertile per la crescita di aziende come Airbnb, Uber e i vari social network, che hanno sapientemente sfruttato l'instabilità economica per creare modelli di business altamente redditizi, prosperando sulla insicurezza lavorativa e del benessere economico di milioni di persone.
I lati oscuri della Gig Economy
La gig economy si riferisce a un sistema di lavoro dove le persone svolgono incarichi temporanei o progetti e vengono pagate per singoli compiti, piuttosto che essere impiegati in modo permanente da un datore di lavoro. Questa modalità ha visto un'impennata con l'avvento delle piattaforme digitali come Uber, Airbnb, e TaskRabbit, che collegano lavoratori a clienti su una base gig-to-gig. La tecnologia ha quindi svolto un ruolo cruciale nel plasmare e sostenere questo nuovo modello, rendendo possibile per le persone trovare, accettare e completare il lavoro in modi precedentemente impensabili. Tuttavia, mentre la promessa di flessibilità e autonomia attrae molti lavoratori, queste stesse dinamiche possono portare a una serie di sfide economiche e sociali.
Schumpeter - Innovazione & Tecnologia #2
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