Quello che segue è il Monitoraggio della stampa tedesca, curato dalla redazione di Stroncature, su commissione della Fondazione Hanns Seidel Italia/Vaticano. Il monitoraggio ha cadenza settimanale ed è incentrato sui principali temi del dibattito politico, economico e sociale in Germania. Gli articoli sono classificati per temi.
Stroncature produce diversi monitoraggi con taglio tematico o geografico personalizzabili sulla base delle esigenza del committente.
Analisi e commenti
La deportazione di Trump: una violazione della legge
Abschiebeflug nach El Salvador: Trumps Rechtsbruch – FAZ (17 marzo 2025)
[FAZ] Un editoriale critica aspramente l’operato del presidente USA Donald Trump in materia di immigrazione. Trump ha ordinato la deportazione di 238 membri di gang venezuelane verso El Salvador, scavalcando un’ingiunzione di un giudice federale. L’autore sottolinea che, sebbene anche in Germania vi siano pressioni per un’applicazione “creativa” del diritto nelle politiche migratorie, quanto sta accadendo negli Stati Uniti è di ben altra gravità. Il Dipartimento di Giustizia americano – invece di condannare il volo di espulsione – ha messo in discussione la separazione dei poteri e il ricorso del giudice. Questa sfida aperta all’autorità giudiziaria configura, secondo il commento, una pericolosa deriva autoritaria da parte di Trump.
L’Europa si sveglia in un mondo pericoloso
Europa ist erwacht und findet sich wieder in einer gefährlichen Welt – Süddeutsche Zeitung (20 marzo 2025)
[SZ] In questo commento si osserva come l’invasione russa dell’Ucraina e il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca abbiano finalmente destato l’Europa. L’UE ha varato un programma plurimiliardario per la difesa comune, rompendo con anni di inerzia. Tuttavia, l’analista avverte che resta un problema: se molti Paesi europei continueranno a “snooze” di fronte all’allarme – come Spagna, Italia e persino la Francia, non contribuendo a sufficienza – gli sforzi rischiano di fallire. L’editoriale conclude che metà dei governi europei non può più girarsi dall’altra parte: ignorare ancora i richiami alla responsabilità collettiva di difesa avrebbe conseguenze drammatiche. L’Europa, senza un vero cambio di passo, rimane “sola in un mondo pericoloso”, e deve agire unita e rapidamente.
Nomina ONU: Baerbock è inadatta al ruolo
UN-Top-Job: Fehlbesetzung Baerbock – Die Welt (19 marzo 2025)
[Die Welt] Il direttore della testata commenta criticamente l’annunciata nomina della ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock a presidente dell’Assemblea Generale ONU. La definisce una “scelta sbagliata”. Baerbock, nota per alcune gaffe diplomatiche e in particolare per uscite infelici nei confronti di Israele, sarebbe – secondo l’editoriale – una figura poco adatta a presiedere l’Assemblea delle Nazioni Unite. Si ipotizza persino che questa candidatura sia frutto di un “mercanteggiamento” politico di Friedrich Merz con i Verdi: un “Kuhhandel” che darebbe ai Verdi una prestigiosa poltrona internazionale in cambio di concessioni altrove. L’articolo esprime preoccupazione che, con Baerbock in quel ruolo, la Germania lanci un segnale negativo dato il suo passato di attriti con Israele.
“La Germania è tornata” – Difendere il maxi-piano di spesa
Kommentar: Deutschland ist zurück – Handelsblatt (21 marzo 2025)
[Handelsblatt] Un editoriale economico sfida i critici del nuovo colossale pacchetto finanziario tedesco, sostenendo che il Paese può – anzi deve – permettersi questa scommessa da mille miliardi. Secondo l’analista, l’allentamento della disciplina di bilancio non condurrà la Germania alla rovina, come alcuni temono. Al contrario, il massiccio programma di investimenti pubblici in difesa, infrastrutture e transizione ecologica è descritto come un necessario rilancio dopo anni di austerità. Vengono confutate le “cassandre” che parlano di azzardo: la Germania, con fondamentali solidi, è “tornata” protagonista. Il commento conclude che il piano XXL di spesa pubblica è sostenibile e potrà restituire crescita e sicurezza al Paese, smentendo chi lo definisce un rischio eccessivo.
UE: “Coalizione degli inerti” al vertice
EU-Gipfel: Koalition der Unwilligen – Die Zeit (21 marzo 2025)
[Die Zeit] In questa analisi politica, pubblicata dopo il Consiglio europeo straordinario sulla difesa, si evidenzia la frattura tra le dichiarazioni ambiziose e la scarsa volontà concreta di molti Paesi UE. Nonostante i leader europei si riuniscano più spesso del solito di fronte alle nuove sfide, il vertice si è concluso con “grandi parole, ma mani vuote”. L’autore parla di una “coalizione degli inerti” in seno all’UE: troppi governi continuano a anteporre gli interessi nazionali e le prossime scadenze elettorali agli impegni comuni. Questa esitazione collettiva – ammonisce l’articolo – “diventa un pericolo” per l’Europa. Senza un deciso cambio di approccio, gli obiettivi di rafforzare la difesa europea e l’autonomia strategica resteranno lettera morta di fronte a minacce crescenti.
Niente donne, niente vantaggi: l’errore di Merz
Merz hält nichts von Parität im Kabinett: Für eine Rechnung ohne Frauen bekommt die Union die Quittung – Tagesspiegel (21 marzo 2025)
Il Tagesspiegel, in un commento firmato dal co-direttore Stephan-Andreas Casdorff, denuncia la scarsa rappresentanza femminile nelle fila dell’Unione (CDU/CSU) durante le trattative di coalizione. La “mancata parità” di genere – evidente sia nel team negoziale sia nelle voci papabili per il nuovo governo – sta generando un crescente malcontento tra le donne del partito. Il commento argomenta che Friedrich Merz, ignorando le istanze di parità per il futuro gabinetto, ha fatto i conti senza le donne (“Rechnung ohne Frauen”). E la “risposta” per questo errore non tarda ad arrivare: l’Unione rischia di pagare in termini di consenso e unità interna. L’articolo esorta Merz a correggere rotta, ricordando che escludere le donne dai posti che contano non è solo ingiusto, ma politicamente controproducente.
Debito record, ma sostenibile: la svolta tedesca
Einigung zum Schuldenpaket: Merz-Milliarden sind verkraftbar – taz (17 marzo 2025)
La Tageszeitung difende l’accordo trasversale CDU-SPD-Verdi per allentare la Schuldenbremse e finanziare un pacchetto di spesa straordinario. Nel suo commento, Kai Schöneberg smonta la “favola” secondo cui fare debiti oggi significhi ipotecare il futuro dei figli: i dati economici mostrano che la Germania ha margine fiscale per investire. Il pezzo ricorda che dal 2008 Berlino è uno dei pochi Paesi G20 ad aver ridotto il rapporto debito/PIL, spesso a scapito di investimenti cruciali. Ora, con un’economia in stagnazione cronica, i “miliardi di Merz” per infrastrutture, difesa e clima sono non solo “sopportabili” ma indispensabili. In conclusione, la taz plaude a questa liberazione dall’ossessione del pareggio di bilancio: indebitarsi in modo mirato – conclude – non è un tabù, ma una scelta sensata per garantire prosperità e sicurezza.
Politica estera e sicurezza
Germania riapre l’ambasciata in Siria: una mossa giusta
Syrien: Deutschlands richtige Botschaft – FAZ (21 marzo 2025)
La Frankfurter Allgemeine analizza la decisione della Germania di riaprire la propria ambasciata a Damasco, chiusa dal 2012. Il commento riconosce che il contesto politico siriano resta problematico – le violenze contro la minoranza alawita e i dubbi sulle promesse del nuovo regime a Damasco lo confermano. “Non è un ambiente politico confortante” per riprendere relazioni normali, ammette l’autore. Tuttavia, la FAZ approva la mossa: è “giusto” che Berlino torni ad avere un canale di dialogo stabile con la Siria, indipendentemente dalla direzione che prenderanno le nuove autorità a Damasco. La riapertura – impreziosita dalla visita della ministra Annalena Baerbock – viene vista come un segnale di presenza: lasciare campo libero ad altre potenze in Siria sarebbe un errore strategico per gli interessi tedeschi ed europei.
L’UE vuole affrancarsi dalle armi americane
Europa will von US-Waffen unabhängig werden: Neue Sicherheitsstrategie in der EU – SZ (19 marzo 2025)
[SZ] In un reportage da Bruxelles, la Süddeutsche Zeitung riferisce della nuova linea strategica dell’Unione Europea in materia di difesa. A causa dell’atteggiamento imprevedibile di Donald Trump verso la NATO, la Commissione UE – pur con toni diplomatici – sta incentivando gli Stati membri a rendersi più autonomi militarmente dagli Stati Uniti. Bruxelles propone finanziamenti per progetti comuni che favoriscano l’industria bellica europea, affinché il riarmo necessario non finisca per arricchire solo i fornitori americani. L’articolo sottolinea la “discrezione” con cui la Commissione descrive la situazione: nessuna critica aperta a Trump, pur mentre egli “fa a pezzi” decenni di partnership di sicurezza transatlantica. La risposta europea è comunque chiara: investire di più nella propria difesa e nella propria tecnologia militare, riducendo la dipendenza dagli armamenti USA in vista di un’alleanza meno scontata.
All’ONU con Putin: l’inviato di Trump scandalizza
Russischer Angriffskrieg: Trump-Gesandter preist Putin nach Treffen in Moskau – Tagesspiegel (22 marzo 2025)
Il quotidiano di Berlino riferisce con preoccupazione delle esternazioni di Steven Witkoff, inviato speciale di Donald Trump, dopo un incontro al Cremlino . Witkoff, noto per i toni accomodanti verso Mosca, ha dichiarato di non ritenere Vladimir Putin un “cattivo ragazzo”. Questa affermazione – riporta l’articolo – arriva mentre Washington e Mosca pianificano un possibile summit Trump-Putin. Nel pezzo si ricorda che Witkoff spesso esalta la “lungimiranza” di Putin e minimizza le colpe russe nella guerra in Ucraina, suscitando sconcerto tra gli alleati europei. La vicenda getta un’ombra sulle future relazioni transatlantiche: l’UE teme che Trump possa stringere accordi con Putin a scapito dell’Ucraina. La frase di Witkoff – “non è un cattivo” riferita al leader del Cremlino – è vista come indicativa di un approccio arrendevole che inquieta la diplomazia occidentale.
Trump e Putin, intesa parziale sulla pelle dell’Ucraina
Was passiert mit der Ukraine? Putin und Trump einigen sich auf Teilwaffenruhe – taz (18 marzo 2025)
Un reportage da Mosca di Inna Hartwich descrive i risultati del lungo colloquio telefonico tra Vladimir Putin e Donald Trump sul conflitto ucraino. L’iniziativa – partita da Trump – ha offerto al presidente russo una vetrina, ma “il risultato è scarso”. La sola intesa concreta raggiunta è una sorta di “mezza tregua”: Putin si è detto disposto a sospendere per 30 giorni gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche ucraine. Anche una pausa nelle ostilità nel Mar Nero sarebbe in preparazione. Tuttavia, il Cremlino ha rifiutato un cessate-il-fuoco generale. L’articolo evidenzia come Trump, dopo aver ventilato “grandi affari geopolitici” e potenziali accordi di pace, non si sia nemmeno presentato subito alla stampa – probabilmente perché il suo tentativo non ha portato a un traguardo clamoroso. In sostanza, la taz conclude che Putin ne esce vincitore sul piano propagandistico, mentre l’Ucraina ottiene solo una tregua limitata, con la prospettiva di trattative future ancora incerte.
Nomina all’ONU e diplomazia tedesca
Fehlbesetzung Baerbock – Die Welt (19 marzo 2025)
Oltre al profilo interno, la controversa candidatura di Annalena Baerbock a presidente dell’Assemblea Generale ONU ha importanti implicazioni di politica estera. Il commento evidenzia che Baerbock ha più volte causato attriti diplomatici – in particolare con Israele – e teme che ciò possa indebolire la posizione della Germania alle Nazioni Unite. La Welt sottolinea come Israele abbia manifestato riserve sulla nomina, ricordando episodi in cui Baerbock da ministra aveva criticato la politica israeliana suscitando reazioni negative. L’editoriale insinua che Berlino abbia offerto questa “poltrona internazionale” ai Verdi come parte di un accordo politico, forse in cambio del via libera al nuovo governo Merz. Questa Realpolitik domestica, però, comporta rischi sulla scena mondiale: mettere a capo dell’Assemblea ONU una figura percepita come ostile da un importante alleato potrebbe rivelarsi un errore strategico, minando la credibilità della diplomazia tedesca.
Difesa europea: promesse e realtà
Große Worte, leere Hände – Europas Zaudern wird zur Gefahr – Handelsblatt (21 marzo 2025)
Handelsblatt analizza criticamente l’esito del Consiglio Europeo dedicato alla difesa comune. A fronte di dichiarazioni altisonanti di unità e riarmo, i leader UE hanno prodotto solo impegni vaghi e nessuna decisione vincolante. Il quotidiano economico parla di “mani vuote” e di un’Europa bloccata dall’indecisione cronica. Questa esitazione collettiva viene definita “pericolosa”: mentre la minaccia russa rimane e l’affidabilità degli USA è in dubbio, l’incapacità europea di agire in modo coeso sulla sicurezza potrebbe avere conseguenze gravi. Il commento conclude che senza un cambiamento di passo – investimenti concreti nell’industria bellica continentale e obiettivi rigorosi condivisi – la “grande svolta” nella difesa europea rimarrà solo sulla carta, esponendo l’UE a rischi crescenti.
Questioni militari
L’illusione di bilanciamento nella difesa UE
Verteidigungsausgaben: Ungedeckte Schecks in der EU-Rüstungspolitik – FAZ (18 marzo 2025)
[FAZ] In questo approfondimento, Werner Mussler evidenzia la sproporzione negli impegni militari dei vari Paesi UE rispetto alle loro capacità di spesa. Attualmente solo la Germania dispone di margine fiscale sufficiente per aumentare sensibilmente il budget della difesa, ma – ammonisce l’articolo – tale situazione potrebbe non durare. All’estero, la recente decisione tedesca di indebitarsi per rafforzare la Bundeswehr è stata accolta con favore unanime. Tuttavia, l’autore parla di “assegni scoperti”: molti partner europei elogiano la svolta di Berlino – che ha promesso di spendere “quanto necessario” per la sicurezza – ma essi stessi non offrono contributi equivalenti. Se altri grandi Paesi (come Francia, Italia, Spagna) continueranno a investire poco nella difesa comune, c’è il rischio che la Germania si ritrovi isolata a finanziare la sicurezza europea. In sintesi, la FAZ avverte che il successo dell’aumento di spesa tedesco dipende dalla volontà di tutti i membri UE di seguirne l’esempio, altrimenti lo sforzo rimarrà insostenibile e insufficiente.
Il prezzo della sicurezza: l’eredità di Scholz
Scholz geht, die Verantwortung bleibt – Süddeutsche Zeitung (21 marzo 2025)
La Süddeutsche Zeitung riflette sul lascito del cancelliere uscente Olaf Scholz nel campo della difesa europea. Scholz – definito “parco di parole ma concreto nel sostegno all’Ucraina” – lascia la scena proprio durante un cruciale vertice UE sulla sicurezza. Il commento sottolinea che la “svolta storica” (Zeitenwende) annunciata da Scholz nel 2022 ha posto le basi per il riarmo tedesco ed europeo, ma l’onere di attuarla ricadrà sul suo successore. Mentre Scholz abbandona il consesso europeo, “la responsabilità rimane” sulle spalle dell’UE collettivamente. Il giornale osserva che il momento è “tipicamente europeo”: i leader cambiano, ma le sfide – rafforzare la difesa comune, mantenere l’unità di fronte all’aggressione russa – permangono intatte. L’analisi conclude auspicando che il prossimo governo tedesco continui sulla strada tracciata da Scholz, evitando che gli sforzi compiuti finora vadano dispersi e che l’Europa rimanga vulnerabile.
Bilancio di guerra: la “smodatezza” della Grande Coalizione
Rekordschulden: Die schwarz-rote Maßlosigkeit – Die Welt (16 marzo 2025)
[Die Welt] Questo commento di Karsten Seibel denuncia l’accordo “smisurato” tra CDU/CSU e SPD per finanziare il riarmo e le infrastrutture con nuovo debito. Pur riconoscendo che la sicurezza nazionale va rafforzata, l’editoriale accusa i due partiti di governo di aver “giocato sporco” con gli elettori: prima delle elezioni entrambi predicavano rigore fiscale, poi – una volta al potere – hanno sbloccato 500 miliardi di euro violando la regola del pareggio di bilancio. L’autore ricorda le parole di Friedrich Merz in campagna elettorale secondo cui la Germania avrebbe speso “whatever it takes” per la difesa. Ora, nota ironicamente, quella promessa si sta traducendo in una “cambiale in bianco”. Il commento conclude che nessun cancelliere aveva mai pagato un prezzo così alto per formare un governo: Merz sta ipotecando risorse enormi, e – avverte la Welt – se queste verranno sprecate senza riforme (come snellire la burocrazia militare), il “record di debito” diventerà un fallimento strategico oltre che finanziario.
L’azzardo da mille miliardi di Merz
Die tollkühne Billionenwette des Friedrich Merz – Handelsblatt (18 marzo 2025)
[Handelsblatt] Il quotidiano economico valuta la svolta di Friedrich Merz sulla spesa militare e infrastrutturale. Jens Münchrath scrive che la repentina inversione a U in materia fiscale – Merz da sempre paladino del rigore, ora promotore di un indebitamento colossale – è vista “da una prospettiva europea come una benedizione”. Finalmente la Germania investe in sicurezza comune, rafforzando la NATO e l’UE di fronte alle minacce. Tuttavia, l’editorialista avverte che l’efficacia di questo “azzardo da mille miliardi” dipenderà da come il denaro verrà speso. Il pacchetto, concepito in fretta per ragioni politiche interne, rischia di disperdersi in mille rivoli se non accompagnato da riforme strutturali. Servono procedure di appalto più rapide, sostegno all’industria bellica europea e un controllo rigoroso dei progetti. In assenza di ciò, l’enorme sforzo finanziario potrebbe “andare in fumo”. Il commento conclude dunque che la scommessa di Merz può avere successo – e persino salvare la stabilità europea – ma solo se sarà gestita con disciplina e visione, evitando sprechi e inefficienze.
“L’Ucraina non è stata tradita” – compromesso UE sulla guerra
Immerhin wurde die Ukraine nicht verraten – Die Zeit (20 marzo 2025)
[Die Zeit] Un’analisi da Kiev, firmata Denis Trubetskoy, traccia il bilancio del vertice europeo dal punto di vista ucraino. L’UE ha trovato un difficile compromesso: “per fortuna, l’Ucraina non è stata abbandonata”, scrive l’autore. Pur dovendo accettare concessioni scomode – come pressioni per un cessate-il-fuoco parziale e piani di pace che implicano concessioni territoriali – Kiev nota con sollievo che gli aiuti militari europei continueranno. La Zeit riferisce che la delusione serpeggiava tra alcuni partner – alcuni governi occidentali avrebbero preferito un approccio più duro con la Russia – ma alla fine ha prevalso l’unità. Mosca osserva attendista: Putin valuta se questo compromesso riflette debolezza occidentale o determinazione a negoziare da una posizione di forza. L’analisi conclude che, sebbene “si dovranno fare compromessi dolorosi”, l’importante è che l’Europa non abbia “svenduto” l’Ucraina: il sostegno a Kiev rimane, e con esso la speranza di una pace giusta.
Caccia F-35: ombre di Trump sui nuovi jet tedeschi
F35-Kampfjets als Politikum: Sind die neuen Maschinen der Luftwaffe vor Donald Trump sicher? – Tagesspiegel (21 marzo 2025)
[Tagesspiegel] Un’inchiesta del Tagesspiegel esamina il programma tedesco di acquisto dei caccia americani F-35 Lightning II e le incertezze politiche legate al ritorno di Trump. La Luftwaffe riceverà 35 F-35 dagli Stati Uniti per sostituire i vecchi Tornado, ma l’ambiente geopolitico è cambiato. L’articolo riferisce che l’amministrazione Trump ha già sollevato dubbi su vari accordi militari: cosa accadrebbe se la Casa Bianca imponesse restrizioni o pretendesse contropartite sull’uso di questi aerei? “I nuovi velivoli della Luftwaffe sono al sicuro da Trump?”, si chiede provocatoriamente il titolo. Esperti citati suggeriscono che Trump potrebbe minacciare di bloccare manutenzione e ricambi se la Germania non aumentasse altre spese NATO o non modificasse posizioni verso la Russia. Il pezzo ricorda anche come gli F-35 siano parte del nucleare condiviso NATO: un eventuale disimpegno USA lascerebbe Berlino con costosi aerei senza pieno supporto operativo. Nonostante queste incognite, la Bundeswehr preme per l’arrivo dei jet, indispensabili per colmare gap capacitivo. Il Tagesspiegel conclude che l’acquisto degli F-35 è necessario, ma lega ancora di più la difesa europea all’affidabilità – oggi oscillante – della politica americana.
Armi e aiuti: Berlino potenzia il sostegno a Kiev
Haushaltsausschuss bewilligt Militärhilfe-Paket für Ukraine – Tagesspiegel (21 marzo 2025)
[Tagesspiegel] Il Comitato Bilancio del Bundestag ha approvato un nuovo pacchetto di aiuti militari alla resistenza ucraina. Il quotidiano riporta che la Germania fornirà altri 3 miliardi di euro di aiuti nel 2025, portando a 11,3 miliardi il sostegno pianificato fino al 2029. Nel dettaglio, l’articolo elenca l’invio di ulteriori sistemi d’arma, munizioni e equipaggiamenti specializzati. Mentre gli Stati Uniti di Trump valutano di usare il loro supporto come leva negoziale, Berlino – osserva il pezzo – sceglie di “incrementare” senza indugi l’assistenza. L’autore nota inoltre che, per la prima volta, l’importante pacchetto è stato approvato con il consenso quasi unanime delle forze principali (ad eccezione dell’AfD e della Linke). Ciò riflette un cambiamento: la “cultura strategica” tedesca sta evolvendo verso maggiore assertività. Il Tagesspiegel evidenzia anche che il governo si prepara a eventuali lungaggini: l’aiuto autorizzato per quest’anno (3 mld) fa parte di un piano pluriennale più ampio (oltre 11 mld entro il 2029), segno che Berlino si attende purtroppo un conflitto prolungato e intende sostenere Kiev sul lungo periodo.
Politica interna e questioni sociali
Grande coalizione, piccole riforme: conti che non tornano
Sozialpolitik: Die Rechnung von Union und SPD kann nicht aufgehen – FAZ (15 marzo 2025)
La Frankfurter Allgemeine offre un commento critico sul programma sociale in via di definizione tra Unione (CDU/CSU) e SPD. Mentre i due partiti negoziano la Große Koalition, emergono promesse onerose su pensioni e regolamentazioni del lavoro. L’editoriale sostiene che queste proposte – che includono miglioramenti pensionistici e vincoli aggiuntivi per le imprese – rischiano di spingere “i costi del lavoro a livelli irrealistici”. Si citano dati preoccupanti: 3 milioni di disoccupati, di cui 1 milione di lungo termine, e un drastico calo delle offerte di lavoro (fino a –21% nel macchinario) indicano un mercato già in difficoltà. Piuttosto che caricare ulteriormente il sistema, l’analista invoca un “vero cambio di politica”. La conclusione è che l’accordo socio-economico nero-rosso non quadra: senza tagli altrove o riforme strutturali, la “somma” delle promesse di CDU e SPD non può tornare e rischia di aggravare i problemi strutturali del mercato del lavoro tedesco.
“Ascoltiamo i cittadini”: il prezzo di Merz per governare
Mega-Schuldendeal: Die Wähler werden diesen Tag hoffentlich nicht vergessen – Die Welt (18 marzo 2025)
In questo commento politico, Nikolaus Doll critica l’iter con cui la nuova maggioranza CDU-SPD ha varato il massiccio pacchetto di indebitamento, definendolo un colpo di mano parlamentare. L’autore osserva che “nessun cancelliere ha mai pagato un prezzo così alto per formare un governo”. Per ottenere l’appoggio della SPD, Merz ha dovuto rinnegare la sua storica posizione sulla disciplina fiscale e accettare di indebitare il paese per oltre 500 miliardi. La votazione è avvenuta in un Bundestag “già sfiduciato dagli elettori”, ovvero la camera uscente prima dell’insediamento del nuovo Parlamento. Questo espediente – approvare misure controverse con deputati non rieletti – viene definito un vulnus democratico. “Che cosa ne ha ottenuto l’Unione in cambio? Troppo poco”, sostiene l’editorialista, alludendo al fatto che la CDU ha ceduto su molti fronti (come la revisione della Bürgergeld e i fondi extra per il clima chiesti dai Verdi) pur di arrivare al potere. Il pezzo si chiude auspicando che “gli elettori non dimentichino” questa giornata: un monito che tali forzature politiche possono erodere la fiducia nella CDU e nel sistema, se non accompagnate da risultati tangibili per i cittadini.
L’ultimatum verde: no a intese con l’AfD
„Falsches Signal der Normalisierung“: Grünen-Fraktionsspitze stellt Klöckner Ultimatum – Tagesspiegel (21 marzo 2025)
Il giornale riferisce di una ferma presa di posizione dei Verdi contro un possibile accordo istituzionale che includa l’AfD. Julia Klöckner (CDU) si è detta disponibile a presentarsi anche ai parlamentari dell’AfD per farsi eleggere presidente del Bundestag – ruolo vacante dopo le elezioni. La co-presidenza del gruppo parlamentare dei Verdi ha reagito definendo questa apertura “un segnale sbagliato di normalizzazione” nei confronti dell’estrema destra. In una lettera, i capigruppo Grünen, Katharina Dröge e Britta Haßelmann, hanno lanciato un ultimatum a Klöckner: ritiri la sua disponibilità a farsi votare dai deputati AfD, altrimenti i Verdi non la sosterranno per la carica istituzionale. L’articolo sottolinea la delicatezza della questione: nessun esponente democratico aveva mai considerato di “cercare voti dell’AfD” per un’elezione di vertice, e i Verdi temono che ciò romperebbe il cordone sanitario attorno al partito di estrema destra. La CDU, dal canto suo, si trova in imbarazzo: vorrebbe conquistare la presidenza della Camera con Klöckner, ma rischia di alienarsi i possibili partner e l’opinione pubblica se accettasse i voti dell’AfD. La vicenda rimane aperta, ma la pressione ecologista ha già costretto la CDU a smentire pubblicamente qualsiasi accordo sotterraneo con l’estrema destra.
Allarme dalle scuole in Sassonia: neonazismo quotidiano
Brandbrief aus Sachsen: Hitler und Hakenkreuze gehören an Schulen zum Alltag – Tagesspiegel (21 marzo 2025)
Un’inchiesta esclusiva getta luce sulla diffusione inquietante di estremismo di destra in alcuni istituti scolastici dell’Erzgebirge, in Sassonia. Il Tagesspiegel ha raccolto le testimonianze anonime di un insegnante e di uno studente, autori di una “lettera d’allarme” in cui denunciano che simboli nazisti e atteggiamenti razzisti sono diventati “normali” a scuola. Svastiche disegnate, saluti hitleriani, offese antisemite: elementi un tempo impensabili ora “fanno parte della quotidianità” in classe. I due testimoni riferiscono di un clima invivibile: docenti minacciati, minoranze insultate e una sottocultura neonazista che attecchisce tra i giovani. Lo Staatsministerium regionale è stato informato, ma finora non ha adottato misure efficaci – da qui la decisione di rendere pubblica la situazione attraverso la stampa. Gli autori del Brandbrief chiedono interventi urgenti: più formazione per riconoscere e combattere il radicalismo, supporto psicologico e soprattutto una presa di posizione chiara delle autorità scolastiche e politiche contro questi fenomeni. L’articolo evidenzia come questa denuncia arrivi dalla regione dove l’AfD è più forte, segnalando un pericoloso radicamento ideologico nelle nuove generazioni che va contrastato prima che sfugga di mano.
Discriminazione sistemica mina la fiducia nello Stato
Bericht zu Benachteiligung: Diskriminierung zerstört Vertrauen in Staat – taz (20 marzo 2025)
Un reportage della taz presenta i risultati del Rapporto Nazionale su Discriminazione e Razzismo (NaDiRa), dipingendo un quadro preoccupante sulla condizione delle minoranze in Germania. Oltre la metà delle persone appartenenti a minoranze etniche o religiose riferisce di subire regolarmente discriminazioni – in media almeno una volta al mese per il 54% degli intervistati. Il fenomeno colpisce in particolare donne musulmane e nere, oltre agli uomini neri: quasi due terzi di questi gruppi dichiarano esperienze ricorrenti di trattamento discriminatorio. Gli episodi vanno dagli insulti aperti e aggressioni fisiche (più rari) a forme più subdole ma pervasive: sguardi ostili, essere ignorati o non presi sul serio. Il direttore del NaDiRa, Cihan Sinanoğlu, parla di “dimensioni strutturali” del razzismo in Germania. Le conseguenze sono gravi: secondo il rapporto, la discriminazione continua porta spesso a problemi psicologici e “minaccia di distruggere la fiducia nello Stato e nella società” da parte delle minoranze colpite. L’articolo conclude dando voce alle raccomandazioni degli esperti: occorre rafforzare l’istruzione antirazzista, facilitare le denunce e soprattutto far sì che le istituzioni – polizia, scuole, uffici pubblici – riconoscano e affrontino il pregiudizio sistemico al loro interno per ricostruire la fiducia dei cittadini discriminati.
Questioni economiche e finanziarie
Energia: piano da RWE ed E.ON per risparmiare miliardi
Deutschland kann richtig viel Geld einsparen in der Energiewende – Chefs von RWE und Eon stellen ihren Plan vor – FAZ (15 marzo 2025)
In un’intervista esclusiva alla FAZ, i CEO dei due giganti energetici tedeschi – Markus Krebber (RWE) e Leo Birnbaum (E.ON) – presentano un piano congiunto per abbattere i costi della transizione ecologica in Germania. Propongono tre linee d’azione: “meno nuove linee elettriche, meno nuove turbine eoliche, meno sussidi”. Secondo i dirigenti, ottimizzando l’uso delle infrastrutture esistenti e puntando su una migliore efficienza, si potrebbero risparmiare “centinaia di miliardi” di euro. Krebber e Birnbaum affermano che “la sostenibilità e la sicurezza dell’approvvigionamento” devono andare di pari passo con la redditività economica. Un esempio concreto è la proposta di potenziare le reti di distribuzione locali invece di costruire lunghissime linee di trasmissione nord-sud: ciò ridurrebbe investimenti e opposizioni territoriali. Inoltre, suggeriscono di riorientare gli incentivi: più mercato e meno sussidi garantiti a pioggia. Il piano, definito “Neustart der Energiewende” (Nuovo inizio della transizione energetica), è stato consegnato al governo e prefigura un risparmio stimato di un importo “a tre cifre in miliardi”. Gli AD concludono che “fare bene la transizione conviene”: tagliare costi inutili sarà decisivo per mantenere il consenso sociale verso la svolta verde, “perché senza consenso, la transizione non va avanti”.
Un “buco” da riempire: il maxi-fondo tedesco spiegato
Die Bundesregierung: Schulden ohne Ende? – taz (20 marzo 2025)
La redazione politica della taz analizza, anche in formato podcast (“Bundestalk”), il gigantesco piano di spesa pubblica concordato da CDU, SPD e Verdi. Subito dopo le elezioni, Friedrich Merz ha fatto marcia indietro rispetto alla promessa elettorale di rispettare la Schuldenbremse: ha negoziato con la SPD un “enorme pacchetto di debiti” e la relativa modifica costituzionale per sforare il tetto di bilancio. L’articolo spiega didatticamente cosa prevede il fondo speciale: investimenti straordinari in difesa (per ricostituire la Bundeswehr), infrastrutture e transizione ecologica. Per approvare una misura di tale portata è servita la maggioranza dei due terzi, ottenuta grazie ai voti dell’ormai ex coalizione “semaforo” (SPD-Verdi) – aspetto che ha consentito ai Verdi di “contrattare alcune cose sensate” nel pacchetto. Tra queste, secondo la taz, ci sono più risorse per il clima e la garanzia che la spesa per investimenti non ricada solo sulla difesa. L’articolo prosegue chiedendosi “cosa succederà a tutti questi soldi” e se verranno utilizzati in modo efficace. Nei commenti degli esperti citati emerge ottimismo cauto: il piano è opportuno e “necessario”, ma sarà cruciale una gestione oculata per evitare sprechi. In sintesi, il pezzo definisce “storico” quanto avvenuto in Parlamento – “il Bundestag ha spianato la strada a un pacchetto di spesa davvero enorme” – e invita a vigilare affinché questo indebitamento straordinario, con il previsto via libera finale del Bundesrat, si traduca davvero in crescita e modernizzazione per la Germania, e non in debito improduttivo.
Il “ticket” CDU-SPD-Verdi vale la spesa?
Bundesrat für Grundgesetzänderung: FDP und BSW reichen sich die Hände – Tagesspiegel (21 marzo 2025)
Un editoriale di Daniel Friedrich Sturm commenta l’approvazione definitiva, da parte del Bundesrat, dell’emendamento costituzionale che autorizza il nuovo fondo da 500 miliardi per difesa e infrastrutture. “Il sì della Camera delle Regioni porta stabilità” – afferma il commento – ma l’aspetto politicamente rilevante è un altro: ponendosi contro questo piano, l’FDP si è ritrovata isolata accanto al neonato partito di Sahra Wagenknecht (BSW), auto-emarginandosi. L’autore osserva che liberali e Wagenknecht hanno fatto fronte comune votando no nel Bundesrat, un fatto che “li relega ai margini del gioco politico”. Al contrario, l’inedita alleanza CDU-SPD-Verdi (che dispone ancora della maggioranza nei Länder fino all’insediamento dei nuovi governi regionali) “si stringe la mano” sancendo il successo del piano. Il Tagesspiegel parla di “asse di responsabilità” tra questi partiti tradizionali, contrapposto all’asse populista FDP-BSW. In termini finanziari, il via libera del Bundesrat significa che i fondi potranno essere stanziati immediatamente. Ma politicamente – nota Sturm – l’FDP ha commesso un errore: col suo rifiuto ideologico alla spesa in deficit si è associata a Wagenknecht, perdendo credibilità di governo. La conclusione è netta: sul “pacchetto costituzionale” la coalizione insolita CDU-SPD-Verdi ha vinto, “creando stabilità”, mentre chi ha detto no si è autoescluso dal processo decisionale cruciale.
Stato “obeso”: senza riforme, i soldi finiranno sprecati
Ohne eine Staatsreform wird jedes Schuldenpaket verpuffen – Handelsblatt (16 marzo 2025)
Un articolo sul Handelsblatt avverte che il maxi-piano di spesa pubblica rischia di fallire se non accompagnato da profonde riforme amministrative. Viene fatto un paragone aziendale: “un’azienda che per decenni assume personale e accumula strutture senza mai snellirle è inconcepibile” – eppure è quanto accade allo Stato tedesco. L’editorialista sostiene che il settore pubblico tedesco è diventato pachidermico, paralizzato da burocrazia e inefficienze. In assenza di una “Staatsreform” – semplificazione delle procedure, digitalizzazione, riordino delle competenze tra federazione e Länder – anche un pacchetto di miliardi finirà “perdersi nel nulla”. Si citano casi emblematici: progetti infrastrutturali bloccati da iter infiniti, fondi UE non spesi per mancanza di personale qualificato nei comuni, duplicazioni di uffici a vari livelli amministrativi. L’autore conclude che il nuovo governo dovrebbe sfruttare la leva finanziaria straordinaria per pretendere in cambio modernizzazione dello Stato. Diversamente, i miliardi presi a prestito oggi non produrranno crescita né benefici duraturi, e in pochi anni ci si ritroverà punto e a capo – con debito maggiore e fiducia dei cittadini minore.
Merz guadagna spazio di manovra – i Verdi vigilano
Schuldenpaket: So groß ist jetzt der Spielraum von Friedrich Merz – Die Zeit (21 marzo 2025)
Un’analisi di Zeit Online calcola quante risorse aggiuntive avrà davvero a disposizione il nuovo governo Merz grazie al maxi-pacchetto finanziario e alla modifica della Schuldenbremse. Secondo i conti di Jurik Caspar Iser, il “tesoretto” liberato dalle nuove norme ammonta a circa 150 miliardi annui per i prossimi anni – una cifra enorme, ma non illimitata. L’articolo spiega che questo margine servirà a finanziare contemporaneamente il riarmo (circa 30 mld/anno per raggiungere il 2% NATO), il potenziamento delle infrastrutture (almeno 20 mld/anno per colmare il gap in strade, ferrovie e digitalizzazione) e misure climatiche (almeno 10 mld/anno per transizione energetica). Una parte consistente (oltre 50 mld) sarà inoltre assorbita dal servizio del debito e da spese già preventivate. In sostanza, “nonostante l’apparenza, il campo d’azione non è infinito”. L’analista evidenzia come i Verdi, pur fuori dalla coalizione di governo, abbiano condizionato l’uso di questi fondi: grazie alla loro trattativa, una quota prestabilita dovrà andare a progetti di energia pulita e edilizia abitativa sostenibile. “C’è ancora tanto da fare” – conclude la Zeit – e il successo di Merz dipenderà da come userà intelligentemente questo spazio fiscale: se per investimenti davvero “produttivi”, o disperdendolo in rivoli clientelari. La pressione incrociata di Verdi (dall’esterno) e falchi fiscali (interni alla CDU) farà sì che ogni euro venga scrutinato attentamente. Per ora, Merz ha ottenuto il “massimo margine di manovra mai visto” per un Cancelliere tedesco dal dopoguerra, ma con esso arrivano aspettative enormi. La vera sfida inizia adesso.
Tecnologia, impresa e innovazione
Quantum computer: D-Wave batte il supercomputer
Quantenprozessor im Vorteil? – FAZ (15 marzo 2025)
Un articolo di Manfred Lindinger riporta un risultato scientifico sorprendente: il processore quantistico Advantage2 dell’azienda canadese D-Wave avrebbe superato nettamente per la prima volta un supercomputer tradizionale (il “Frontier” del laboratorio Oak Ridge) in un compito specifico . Il quantum annealer di D-Wave ha modellato in pochi minuti un complesso sistema di spin magnetici – un problema di fisica della materia condensata – che il supercomputer avrebbe impiegato quasi un milione di anni a risolvere. Inoltre, il calcolo quantistico ha consumato solo una frazione dell’energia richiesta dal calcolo classico. La FAZ spiega che si tratta della prima dimostrazione concreta di “vantaggio quantistico” per un problema scientifico rilevante. La notizia, pubblicata su Science, è stata accolta con cautela dalla comunità: alcuni interrogativi tecnici rimangono aperti e l’esperimento riguarda un tipo particolare di computer quantistico (annealer), non le “universal quantum machines”. Tuttavia, se confermato, il risultato segnerebbe un passo storico. L’articolo conclude evidenziando che la corsa al quantum computing entra in una nuova fase: la prova che queste macchine possono risolvere problemi reali meglio dei colossi classici è un forte impulso al settore, spingendo investimenti e ricerche verso applicazioni pratiche sempre più ambiziose.
Kernfusion: un’opportunità da cogliere per la Germania
Deshalb verdient die Kernfusion eine Chance – Handelsblatt (19 marzo 2025)
In questo commento, l’Handelsblatt sostiene la necessità di investire con decisione nella fusione nucleare come fonte energetica del futuro. L’editorialista ricorda che la Germania vanta un panorama di ricerca sulla fusione tra i più avanzati al mondo – con istituti e progetti riconosciuti a livello internazionale – ma rischia di essere superata dagli ingenti investimenti di USA e Cina nel settore. “La fusione ha meritato una chance” – si afferma – perché, se realizzata, fornirebbe energia pulita quasi illimitata. Il commento riconosce che finora la fusione ha spesso disatteso le aspettative, restando confinata nei laboratori e nel “sempre tra 30 anni”. Tuttavia, le recenti scoperte (citando la prima reazione a guadagno netto ottenuta negli USA) indicano che una svolta tecnologica è possibile. L’Handelsblatt esorta dunque il governo e gli investitori a credere in questa innovazione: aumentare i finanziamenti ai reattori sperimentali come il progetto Wendelstein 7-X a Greifswald, favorire partenariati pubblico-privati e formare nuove competenze. “Perché la fusione vale l’azzardo” – conclude l’articolo –: se l’Europa e la Germania rimangono troppo caute, rischiano di dover importare in futuro tecnologia e know-how da altri, perdendo non solo un vantaggio strategico ma anche un potenziale mercato gigantesco.
Sovranità digitale: si studia la nuova Agenzia per la cybersecurity
BSI: Wie könnte die neue Aufsicht aussehen? – SZ Dossier (20 marzo 2025)
La Süddeutsche Zeitung, nella sua sezione Dossier, dedica un’approfondita analisi alla riforma in cantiere dell’Ufficio Federale per la Sicurezza Informatica (BSI). Laurenz Gehrke spiega che il governo vuole ridefinire la governance del BSI per rafforzare la sicurezza cibernetica nazionale. Sul tavolo c’è l’idea di rendere il BSI un’agenzia indipendente, sottraendola al controllo diretto del Ministero dell’Interno per garantirne maggiore autonomia operativa. Si discute anche di istituire una sorta di Consiglio di Vigilanza sul modello delle authority finanziarie, per bilanciare le esigenze di sicurezza con i diritti fondamentali. L’articolo riporta i pareri di esperti: alcuni auspicano la creazione di un Commissario per la cybersecurity nominato dal Parlamento, altri preferiscono mantenere l’ente nell’alveo governativo ma con più risorse e competenze. La riforma, prevista entro fine 2025, dovrà anche affrontare il nodo della fiducia: in passato il BSI è stato criticato per presunte ingerenze politiche (caso Schönbohm). L’analisi della SZ conclude che comunque venga disegnata la nuova struttura di supervisione, l’obiettivo è uno: rendere la Germania più resiliente agli attacchi hacker e alle minacce digitali, consolidando al contempo la trasparenza e la credibilità dell’ente preposto a difendere le infrastrutture critiche del Paese .