Rassegna della stampa tedesca #126
Quello che segue è il Monitoraggio della stampa tedesca, curato dalla redazione di Stroncature, su commissione della Fondazione Hanns Seidel Italia/Vaticano. Il monitoraggio ha cadenza settimanale ed è incentrato sui principali temi del dibattito politico, economico e sociale in Germania. Gli articoli sono classificati per temi.
Stroncature produce diversi monitoraggi con taglio tematico o geografico personalizzabili sulla base delle esigenza del committente.
Politica estera e sicurezza
Merz e Selenskyj: niente Taurus, ma accordo sulla produzione congiunta di armi in Ucraina
Der „Taurus“-Rumms bleibt aus
Durante la visita del presidente ucraino Volodymyr Selenskyj a Berlino, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha confermato l’intenzione di rafforzare il sostegno militare a Kyiv, ma ha evitato di menzionare i missili da crociera Taurus, al centro di un acceso dibattito pubblico. Dopo aver inizialmente evocato l’assenza di limiti territoriali all’uso delle armi occidentali da parte dell’Ucraina, Merz ha chiarito che questa posizione riflette uno status quo preesistente. L’esecutivo tedesco ha adottato una linea di “ambiguità strategica”, utile a non rivelare troppo alla Russia, ma anche a eludere domande scomode. La consegna dei Taurus resta così sospesa.
In cambio, Berlino e Kyiv hanno firmato un accordo preliminare per avviare la produzione di armamenti a lungo raggio in Ucraina. Il piano prevede il coinvolgimento di aziende tedesche e l’uso di fondi già stanziati nel pacchetto di aiuti militari da cinque miliardi di euro. Parte dei fondi servirà anche per finanziare sistemi di difesa aerea, satelliti Starlink e officine per la manutenzione di mezzi corazzati direttamente sul territorio ucraino. L’intesa rappresenta un passo verso una cooperazione militare-industriale strategica e autonoma, intesa anche come risposta al venir meno della stabilità dell’appoggio statunitense. La visita si è conclusa con un rientro anticipato di Selenskyj, segno di una crescente preoccupazione per una nuova offensiva russa nell’area di Sumy.
Putin sfrutta la diplomazia per logorare Trump: una strategia prevedibile e senza freni
Das Muster, mit dem Putin Trump verhöhnt
A più di cinque mesi dall’insediamento di Donald Trump, le relazioni tra Washington e Mosca seguono un copione sempre più chiaro. Ogni telefonata tra il presidente americano e Vladimir Putin si apre con annunci trionfalistici da parte della Casa Bianca, seguita puntualmente da un’azione ostile russa, che smentisce nei fatti ogni dichiarazione di progresso. Dalla violazione della centrale di Chernobyl all’intensificazione dei bombardamenti, ogni speranza sollevata dalle parole di Trump si infrange contro la realtà delle operazioni militari del Cremlino. La retorica del "grande accordo" si scontra con la logica di Putin, che usa la diplomazia non per cercare la pace, ma per prendere tempo e destabilizzare l’interlocutore.
Trump alterna momenti di durezza verbale a segni di stanchezza e incertezza. Ha minacciato Mosca, elogiato il dialogo, e poi di nuovo accusato Putin di “essere impazzito”, salvo ritrarsi ogni volta senza conseguenze reali. Gli incontri non producono nulla di concreto, e la leadership americana appare frammentata. Il presidente ucraino Selenskyj e i partner europei osservano con preoccupazione questa dinamica. Il piano di Putin sembra efficace: stancare Trump, spingerlo a delegare la questione agli europei e approfittare della sua prevedibilità. Per il leader del Cremlino, ogni concessione dell’avversario è segno di debolezza. In assenza di fermezza strategica, la guerra continua e la diplomazia resta solo uno strumento per prolungarla alle condizioni più favorevoli per la Russia.
Missione Merz: una panoramica sulle forze armate europee
Mission Merz: Ein Überblick über die stärksten Armeen in Europa
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha annunciato l’obiettivo di trasformare la Bundeswehr nella forza armata convenzionale più forte d’Europa. Tuttavia, la Germania parte da una posizione comparativamente debole rispetto a diversi partner NATO. Attualmente, Berlino dispone di circa 182.000 soldati attivi e 60.000 riservisti, lontani dagli standard della Guerra fredda. La Turchia guida le classifiche europee con oltre 355.000 effettivi, seguita dalla Polonia che punta a raggiungere i 300.000 entro pochi anni. Anche Francia, Regno Unito e Italia possiedono forze significative. Sul piano della potenza corazzata, la Bundeswehr conta 300 Leopard 2, ma la Polonia ha già superato le 660 unità e dispone anche dei più moderni carri armati K2 sudcoreani.
Nella componente aerea, la Luftwaffe tedesca opera 138 Eurofighter e 93 Tornado, destinati a essere rimpiazzati da 35 F-35 americani. Francia, Turchia e Grecia dispongono di flotte simili in termini quantitativi, con una crescente attenzione alla modernizzazione e all’elettronica. Per quanto riguarda la marina, la Germania possiede sei sottomarini di classe 212A e undici fregate. Regno Unito e Francia dominano in mare con sottomarini nucleari e portaerei. La Germania sta inoltre investendo in capacità di attacco a lunga gittata come i missili Taurus, mentre Parigi e Londra dispongono dei sistemi SCALP e Storm Shadow. Berlino e Londra lavorano congiuntamente anche a nuove armi a lungo raggio (ELSA), in risposta a lacune riconosciute nella difesa europea.
Segnali ambigui da Mosca: tregua tattica o manovra dilatoria?
Widersprüchliche Signale aus Moskau
Nonostante la proposta russa di nuovi colloqui con l’Ucraina a Istanbul, il contesto militare e politico lascia poco spazio all’ottimismo. L’iniziativa diplomatica, lanciata dal ministro degli Esteri Lavrov all’indomani delle minacce sanzionatorie di Donald Trump e accolta da Kyiv, è accompagnata da una temporanea riduzione degli attacchi russi. Tuttavia, secondo analisi occidentali, questa pausa operativa serve più a guadagnare tempo in vista di una nuova offensiva estiva, che a costruire un percorso verso un cessate il fuoco. Le richieste russe rimangono sostanzialmente invariate e inaccettabili: riconoscimento del controllo su quattro oblast ucraini, neutralità della Ucraina, stop all’espansione NATO e fine delle sanzioni.
Le prove raccolte indicano che Mosca prepara nuove operazioni militari, in particolare nella regione di Donetsk, mentre cerca di legittimare le sue pretese con richieste politiche irrealistiche e tattiche di ritardo. Intanto, rapporti dell’ONU e indagini indipendenti denunciano crimini sistematici, come l’uso deliberato di droni contro civili a Kherson. Anche le offensive a Sumy e Kharkiv sono interpretate come diversivi per indebolire le difese ucraine a est. Di fronte a questa strategia, l’amministrazione Trump si mostra incerta: alle dichiarazioni indignate non seguono misure concrete, e la minaccia di ritirarsi dal processo negoziale favorisce l’approccio dilatorio del Cremlino. Putin, così, continua a sfruttare le crepe della pressione internazionale, puntando a un esito del conflitto alle sue condizioni.
Hegseth e la “dura lezione d’amore” degli Stati Uniti all’Europa
Pete Hegseth und Amerikas „harte Liebe“ für Europa
Nel suo intervento al Shangri-La-Dialog di Singapore, il segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth ha elogiato gli sforzi europei nell’aumentare le spese per la difesa, sottolineando come il modello della NATO – ora orientato verso una soglia del 5% del PIL – debba ispirare anche i partner asiatici. Hegseth ha rivendicato che tale cambiamento è avvenuto grazie alla “dura ma affettuosa pressione” dell’amministrazione Trump. La risposta dell’Alto rappresentante UE Kaja Kallas è stata prudente: meglio “una dura forma d’amore che nessun impegno”. Hegseth ha poi ribadito che gli Stati Uniti resteranno presenti nella regione indo-pacifica, ma solo se gli alleati condivideranno equamente il peso.
Il confronto con l’Asia è stato anche un’occasione per riaffermare l’interconnessione strategica tra le due sponde dell’Eurasia. Kallas ha ricordato come Mosca e Pechino stiano rafforzando i loro legami militari e politici, mentre Macron ha avvertito che il destino dell’Ucraina potrebbe fungere da precedente per Taiwan. Il generale tedesco Carsten Breuer ha confermato che la Germania manterrà una presenza militare nell’Indo-Pacifico, pur concentrandosi sulla difesa della NATO. Nonostante l’assenza del ministro Pistorius, l’Europa si è mostrata attivamente rappresentata, ma con margini operativi ancora limitati.
Cyberattacco contro Praga: l’allarme della NATO e dell’Unione Europea
Hackerangriff in Tschechischer Republik alarmiert NATO und EU
La Repubblica Ceca ha ufficialmente accusato la Cina di un attacco informatico di lunga durata contro il proprio ministero degli Esteri. Il governo ha convocato l’ambasciatore cinese e identificato come responsabile il gruppo APT31, collegato al Ministero per la Sicurezza di Stato della Repubblica Popolare. L’attacco avrebbe avuto inizio nel 2022 e, secondo fonti di intelligence, avrebbe consentito per anni l’accesso alle comunicazioni e-mail dei diplomatici cechi, seppur senza coinvolgere documenti classificati. La NATO ha risposto con una dichiarazione congiunta di condanna, mentre l’Unione Europea ha confermato la disponibilità a misure aggiuntive, incluso il possibile ricorso a sanzioni.
L’incidente riapre il fronte della sicurezza cibernetica in Europa, evidenziando le attività offensive persistenti condotte da attori statali. Kaja Kallas, Alto rappresentante dell’UE, ha definito l’attacco una violazione inaccettabile delle norme internazionali. Anche in passato Bruxelles aveva sanzionato gruppi di hacker cinesi, come APT10. L’episodio solleva inoltre preoccupazioni strategiche sul fronte euro-atlantico, in un contesto di crescente tensione con Pechino. I servizi di sicurezza cechi hanno sottolineato che all’inchiesta hanno partecipato congiuntamente le agenzie interne, esterne e militari, oltre all’autorità nazionale per la sicurezza cibernetica.
Ucraina: nessun vero accordo all’orizzonte, solo la lunga strada della resilienza
Kriegsende: Die Ukrainer sind grimmig realistisch. Das sollten wir auch sein
Timothy Garton Ash sottolinea che la popolazione ucraina desidera la pace più di chiunque altro, ma è pienamente consapevole che nessuna proposta negoziale, al momento, porterà a una pace giusta. Per milioni di cittadini sfollati, come Adeline di Nowa Kachowka, ogni “accordo” che preveda la rinuncia a territori è una normalizzazione dell’ingiustizia e un’offesa alla dignità di chi ha perso casa, famiglia e futuro. L’idea di “terra in cambio della pace” è inaccettabile: non si restituisce ciò che è stato brutalmente tolto accettando un compromesso fragile.
L’unico realismo che conta è quello della difesa di lungo periodo. L’Ucraina deve rafforzare la propria capacità militare, soprattutto con il sostegno europeo, mentre cala l’affidabilità americana. L’industria bellica ucraina mostra dinamismo – è diventata leader mondiale nella produzione di droni – ma mancano i soldati, le munizioni, e una difesa aerea multilivello. Il sostegno USA è ancora decisivo per intelligence, missili Patriot e proiettili da 155mm. Se l’Europa aumenterà il suo impegno economico e diplomatico, si potrà spingere Mosca verso un vero equilibrio, senza cedere. La fine della guerra non sarà netta né gloriosa, ma un processo faticoso di tenuta, ricostruzione e vigilanza. Solo così, conclude Garton Ash, si potrà un giorno parlare davvero di pace.
Wadephul in visita negli Stati Uniti: rilancio transatlantico e pressione su Mosca
Wadephul zu heiklem Antrittsbesuch in Washington
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul è giunto a Washington per il suo primo incontro ufficiale con il segretario di Stato americano Marco Rubio, in un momento segnato da tensioni geopolitiche e divergenze strategiche. Il colloquio, previsto in forma ristretta, ha affrontato i nodi più delicati: il conflitto in Ucraina, le sanzioni contro la Russia e la minaccia di nuovi dazi americani sull’export europeo. Berlino e Bruxelles auspicano un inasprimento delle misure contro Mosca, mentre Trump, pur mostrando segnali ambigui, ha evitato finora di sostenere esplicitamente nuove pressioni. Wadephul ha ribadito il sostegno europeo a un immediato cessate il fuoco e all’avvio di un processo di pace negoziato, ma ha insistito sulla necessità di mantenere alta la pressione su Putin.
La visita è anche un segnale politico per riaffermare l’impegno tedesco alla sicurezza transatlantica. Wadephul ha confermato il sostegno all’obiettivo del 5% del PIL per spese legate alla difesa, di cui il 3,5% per la difesa propriamente detta e l’1,5% per infrastrutture strategiche. Tale proposta, avanzata dal segretario generale della NATO Mark Rutte e rilanciata da Berlino, punta a rassicurare Washington sull’impegno europeo. Sul piano bilaterale, Wadephul ha sollevato anche la questione dei dazi annunciati da Trump, invitando a evitare una nuova escalation commerciale. Il colloquio ha incluso anche questioni relative al Medio Oriente, con particolare attenzione agli aiuti umanitari per Gaza e alla prospettiva di una soluzione a due Stati, ancora sostenuta dalla Germania.
Germania, difesa e Costituzione: il principio di pace dimenticato
Das Grundgesetz will keinen Staat, der das Militär ins Zentrum der Politik stellt
Heribert Prantl mette in discussione la crescente centralità del riarmo nella politica tedesca, sottolineando come il Grundgesetz, la Costituzione federale, non giustifichi né un bilancio militare dominante né una militarizzazione delle istituzioni. L’annuncio del cancelliere Merz, che vuole fare della Bundeswehr la forza armata più potente d’Europa, e l’intenzione del ministro degli Esteri Wadephul di destinare il 5% del PIL alla difesa, rappresentano una svolta che contrasta con lo spirito originario della Legge fondamentale. Secondo Prantl, il principio costituzionale di pace, sancito fin dalla preambolo, è ignorato: non è previsto uno Stato che ruoti attorno al complesso militare-industriale, né un “assegno in bianco” alla spesa in armamenti.
L’autore ricorda che la Costituzione fu concepita dopo la Seconda guerra mondiale come baluardo contro la logica bellica. Il reato non è la legittima difesa, ma l’escalation e la perdita del controllo democratico sulla spesa militare. Se oggi tutto è giustificabile in nome dell’aggressione russa, avverte Prantl, si rischia di trasformare la difesa in una nuova forma di dominazione politica. La corsa agli armamenti promossa come deterrenza potrebbe diventare essa stessa un elemento destabilizzante. Il principio di pace, mai articolato quanto quello dello Stato sociale o di diritto, rimane una formula vuota, decorativa. Il pericolo, conclude Prantl, è che si arrivi a un “divieto di pace”, un’epoca di tensione permanente mascherata da stabilità.
La guerra in Europa è di nuovo pensabile
„Krieg in Westeuropa ist möglich“
Nel colloquio con la Süddeutsche Zeitung, il politologo bulgaro Ivan Krastev definisce il 2025 come un anno di svolta storica, paragonabile al 1989. Se allora crollò l’Unione Sovietica, oggi, con la presidenza Trump, gli Stati Uniti smettono di essere una potenza liberale, segnando la fine effettiva del XX secolo. Krastev osserva che non si è ancora affermato un nuovo ordine mondiale e che l’instabilità globale è aggravata da una crescente confusione strategica. A suo giudizio, Trump agisce secondo una logica precisa: teme un conflitto mondiale, rifiuta l’idea di un nuovo confronto bipolare, disprezza le alleanze multilaterali e finge indifferenza verso il mondo esterno per rafforzare la sua base elettorale. La sua corruzione evidente non scandalizza più, anzi viene interpretata da molti come un’espressione di autenticità.
Krastev mette in guardia dal considerare la guerra in Europa come un tabù ormai superato: la possibilità di un conflitto in Europa occidentale, a suo avviso, è più alta di quanto si ammetta. L’errore dell’Europa, sottolinea, è stato ritenere il dopoguerra come una condizione permanente, mentre per Putin si trattava solo di una tregua. Il politologo interpreta l’aggressione russa all’Ucraina anche in chiave demografica: il Cremlino, consapevole della decrescita della popolazione russa, mira anche a “conquistare persone”, non solo territori. Krastev descrive Putin come un leader sempre più isolato, ossessionato dal controllo e incapace di tollerare qualsiasi cambiamento rivoluzionario. Di fronte a questo scenario, l’Europa deve riconoscere e affrontare le paure sociali, senza delegittimarle, se vuole restare politicamente stabile.
Merz in visita in Finlandia: la politica estera al centro della crisi europea
Merz in Finnland: Die großen Krisen der Welt begleiten ihn überall hin
Durante la visita ufficiale in Finlandia, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha ribadito l’impegno del suo governo nel rafforzare il sostegno militare all’Ucraina e la necessità di aumentare la spesa per la difesa, anche alla luce delle minacce ibride provenienti dalla Russia. In una conferenza con il primo ministro finlandese Orpo, Merz ha denunciato il mancato interesse del Cremlino per una tregua o una pace negoziata, sottolineando che l'intero spazio europeo è in pericolo. Ha inoltre discusso delle interferenze russe tramite sabotaggi, attacchi informatici e uso politico della migrazione. L’attenzione alla sicurezza nel Nord Europa è stata al centro anche della cena tra Merz e i leader nordici, in un contesto segnato dalla crescente pressione geopolitica russa ai confini orientali dell’UE.
La visita ha evidenziato il ruolo sempre più marcato che Merz vuole attribuire alla Germania sul piano della sicurezza continentale, mentre si prepara a un incontro chiave con il presidente statunitense Donald Trump. Il contesto rende tuttavia incerta l’affidabilità dell’alleanza transatlantica, considerando l’approccio ondivago di Trump verso Russia e Ucraina. Sul tema dei missili Taurus, Merz ha mantenuto la linea della “ambiguità strategica”, evitando dichiarazioni ufficiali. Il suo recente attivismo estero appare come una risposta necessaria alla situazione internazionale, ma anche come un tentativo di posizionare la Germania come attore centrale nel nuovo ordine europeo. Parallelamente, si prepara un ritorno all’agenda interna con il primo importante vertice della nuova coalizione di governo.
Terrore aereo russo sull’Ucraina: attacchi senza precedenti
Russischer Terror aus der Luft
Nella notte tra il 24 e il 25 maggio 2025, la Russia ha condotto la più intensa offensiva aerea contro l’Ucraina dall’inizio della guerra, con circa 300 droni e 70 missili e missili da crociera. Le autorità ucraine riportano almeno dodici morti, tra cui diversi bambini, e decine di feriti in più di trenta località. Particolarmente colpite sono state le regioni di Kiev, Chmelnyzkyj e Žytomyr, con gravi danni a edifici residenziali e infrastrutture civili. Il presidente Zelens'kyj ha denunciato l’attacco come un atto di terrorismo deliberato e ha esortato la comunità internazionale, in particolare Stati Uniti ed Europa, ad aumentare la pressione su Mosca per porre fine al conflitto.
Il governo ucraino ha ribadito la necessità di una tregua sostenibile per avviare seri negoziati di pace, sottolineando che l’attuale livello di sanzioni non è sufficiente a fermare l’aggressione russa. Kiev insiste sul fatto che l’inerzia occidentale non fa che incoraggiare ulteriori violenze. In parallelo, Mosca ha riferito di aver abbattuto oltre cento droni ucraini e ha confermato il completamento di un importante scambio di prigionieri, con circa mille detenuti rilasciati da ciascuna parte in tre giorni. L’offensiva russa e la mancanza di progressi diplomatici rendono la situazione sempre più tesa e instabile.
Putin e Trump: manipolazione, ambiguità e interessi paralleli
Putin hat mit Trump noch viel vor. Er braucht nur noch ein bisschen Zeit
Secondo l’analisi di Silke Bigalke, Vladimir Putin coltiva piani ambiziosi nei confronti di Donald Trump, ben oltre la questione ucraina. Il recente colloquio telefonico tra i due presidenti, descritto con toni quasi affettuosi dal Cremlino, rappresenta per Putin un successo tattico: basta una conversazione per spostare l’attenzione americana dal sostegno militare all’Ucraina verso la prospettiva di nuovi accordi commerciali. Il vero obiettivo del leader russo resta la subordinazione totale dell’Ucraina al Cremlino, mentre con Trump punta a negoziare un nuovo ordine mondiale, basato su interessi bilaterali e sull’erosione del ruolo europeo.
La strategia di Putin si basa su un’alternanza calibrata tra concessioni tattiche (come la disponibilità a negoziare) e pressioni militari costanti. Il presidente russo mira a prolungare il conflitto fino a quando le condizioni internazionali, e in particolare l’atteggiamento statunitense, non gli saranno pienamente favorevoli. In questo schema, Trump è considerato una risorsa utile: se si ritira dal dossier ucraino, tanto meglio; se collabora attivamente, ancora meglio. Putin mira a consolidare la propria influenza globale, utilizzando la guerra come leva diplomatica. L’auspicio del Cremlino è che Trump gli garantisca tempo, contatto diretto e legittimità geopolitica.
Toni critici da Merz su Israele: svolta nella politica tedesca?
Kritische Töne von Merz: Ist das die Wende in der deutschen Israel-Politik?
Durante un intervento al WDR-Europaforum e in una successiva dichiarazione in Finlandia, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha espresso dure critiche all’operato militare israeliano nella Striscia di Gaza, dichiarando che l’intensità degli attacchi non sembra più rispondere a un obiettivo riconoscibile di lotta al terrorismo. Ha invitato il governo israeliano a non oltrepassare i limiti di ciò che i suoi alleati possono accettare. Queste dichiarazioni segnano un cambiamento significativo rispetto alle precedenti posizioni di Merz, che in passato aveva sostenuto senza riserve la politica di Israele e si era opposto a qualsiasi restrizione nelle esportazioni di armi verso lo Stato ebraico. La reazione del pubblico e del mondo politico tedesco è stata ampia, con diversi attori che hanno letto in queste parole una svolta di tono e contenuto nella tradizionale linea di solidarietà incondizionata.
All’interno della SPD, partner di coalizione, le parole di Merz sono state accolte favorevolmente. Alcuni esponenti chiedono esplicitamente il blocco delle forniture militari a Israele e la discussione su un eventuale riconoscimento dello Stato di Palestina. A Berlino, il partito regionale della SPD ha approvato una mozione che chiede la sospensione immediata delle esportazioni di armi. Allo stesso tempo, la CDU ribadisce che la solidarietà con Israele resta un pilastro della Staatsräson tedesca, ma prende le distanze da qualsiasi riconoscimento unilaterale della Palestina al di fuori di un processo negoziale. Il dibattito si intensifica mentre anche in Europa crescono le pressioni diplomatiche su Israele. Il governo federale non ha ancora assunto una posizione ufficiale sulle forniture belliche, ma le dichiarazioni di Merz, sebbene bilanciate, evidenziano la crescente complessità del posizionamento tedesco sul conflitto in Medio Oriente.
Holger Neumann prende il comando della Luftwaffe: continuità operativa e nuova fase strategica
Holger Neumann: Ein erfahrener Pilot übernimmt das Kommando bei der Luftwaffe
Con una cerimonia ufficiale presso la base aerea di Wunstorf, il generale Holger Neumann ha assunto il comando della Luftwaffe, subentrando a Ingo Gerhartz, destinato a ricoprire un incarico di vertice presso la NATO a Brunssum. Neumann, 56 anni, è un ufficiale di carriera con lunga esperienza in ruoli operativi e strategici, ed è ancora parte attiva del personale di volo. Proveniente dalla truppa dei paracadutisti, ha poi guidato lo Jagdgeschwader 74 di Neuburg e ricoperto incarichi nel Ministero della Difesa e presso la NATO. La sua nomina rappresenta una scelta di continuità operativa, sostenuta dal ministro della Difesa Pistorius, in un momento in cui la forza aerea tedesca è impegnata in un’importante fase di modernizzazione e rafforzamento.
Neumann eredita una Luftwaffe trasformata sotto la guida di Gerhartz, che ha saputo migliorare l’efficienza dei velivoli da trasporto A400M e incrementare la prontezza operativa dei caccia Eurofighter. Gerhartz è stato l’artefice dell’acquisto dei 35 F-35 americani e promotore di esercitazioni strategiche come “Air Defender 2023”. Tuttavia, la sua carriera ha subìto un’ombra con la cosiddetta “Taurus-Affäre”, a seguito della diffusione non autorizzata di una conversazione tecnica intercettata dai servizi russi. Nonostante ciò, è rimasto in carica grazie alla fiducia di Pistorius. Neumann si troverà ora a gestire non solo i nuovi sistemi d’arma in acquisizione, ma anche le gravi carenze nella difesa antiaerea, segnalate come priorità assoluta dal generale ispettore Breuer.
Il Bundesrechnungshof accusa la Difesa: riforme solo cosmetiche e troppa burocrazia
Sonderbericht: Rechnungshof mahnt Reformen bei der Bundeswehr an
In un rapporto straordinario, il Bundesrechnungshof critica duramente la gestione del Ministero della Difesa e della Bundeswehr, denunciando l’assenza di una riforma strutturale adeguata alla nuova situazione di sicurezza. Secondo l’organo di controllo federale, il principio “whatever it takes” annunciato da Merz non può tradursi in un uso disinvolto delle risorse, e la spesa deve essere accompagnata da una revisione radicale delle funzioni e della struttura delle forze armate. L’analisi contabile evidenzia uno squilibrio crescente tra il numero di ufficiali superiori e quello dei gradi operativi, con un aumento marcato della cosiddetta “kopflastigkeit” – una struttura troppo gerarchizzata e burocratizzata. Il personale effettivamente impiegabile in ambito operativo è diminuito, mentre sono cresciuti gli incarichi amministrativi interni, spesso senza valore aggiunto militare.
Il ministro Boris Pistorius ha respinto le critiche, sostenendo che la macchina ministeriale è diventata più rapida ed efficiente e che la crescita dell’organico è coerente con l’aumento dei compiti. Tuttavia, il rapporto sottolinea che molte posizioni sono attribuite a compiti non essenziali in caso di difesa nazionale, e che la riforma in corso si limita a modifiche marginali. Il Bundesrechnungshof insiste sulla necessità di un piano di trasformazione dettagliato, che preveda riduzioni di personale improduttivo, ringiovanimento della truppa e redistribuzione delle risorse. In particolare, si critica l’età media elevata dei soldati e l’uscita anticipata dal servizio di molti dipendenti con mansioni non operative. Il documento conclude che il percorso attuale non è compatibile con le esigenze strategiche del momento e che il ritardo nelle riforme rischia di compromettere la credibilità della nuova dottrina di difesa tedesca.
Von der Leyen al Karlspreis: l’Europa deve diventare autonoma, non chiusa
Karlspreis-Verleihung: Von der Leyen will ein unabhängiges Europa
Nel ricevere ad Aquisgrana il Karlspreis 2025, Ursula von der Leyen ha lanciato un appello per un’Europa indipendente, forte e capace di orientare il proprio destino. Ha definito la nuova sfida come una transizione dall’illusione di un ordine internazionale stabile a una realtà segnata da conflitti imperiali e minacce autoritarie. Di fronte a tale scenario, ha affermato che l’Unione deve perseguire una “Pax Europaea” fondata sulla propria forza e guidata dai propri valori. Senza rinnegare la NATO, ha fatto capire che l’affidamento esclusivo agli Stati Uniti non è più sostenibile, nemmeno sul piano economico. Ha così delineato un’agenda che prevede riarmo, competitività e difesa della democrazia, posizionando l’UE come attore sovrano e costruttore del proprio ordine internazionale.
Anche il cancelliere Friedrich Merz, intervenuto alla cerimonia, ha sostenuto un’impostazione affine, pur senza criticare apertamente Washington. Ha ribadito che la libertà e la dignità umana vanno difese anche con mezzi concreti, contrapponendo la storia d’Europa a ogni insinuazione americana di debolezza democratica. Il premio a von der Leyen riconosce la sua leadership durante la pandemia e nella risposta all’invasione russa dell’Ucraina. Il discorso ha segnato una presa di distanza implicita dall’America di Donald Trump, evocando un’Europa aperta, ma autonoma. Il premio, per la prima volta dotato di un milione di euro, sarà in parte devoluto a iniziative per i bambini ucraini deportati o traumatizzati. L’intervento ha avuto il tono di un bilancio di fine mandato, ma anche di un manifesto per un’Europa strategicamente matura.
Il capo della Marina tedesca: serve un servizio militare efficace per affrontare la minaccia russa
Chef der Marine: „Jeder Wehrdienstleistende ist ein potentieller Zeitsoldat“
Il viceammiraglio Jan Christian Kaack, comandante della Marina tedesca, ha delineato una visione ambiziosa per il futuro della Bundesmarine: entro il 2029 le forze navali dovranno essere pronte a contrastare una marina russa rafforzata. Kaack ha confermato l’escalation delle provocazioni russe nel Mar Baltico e in acque tedesche, segnalando attività di disturbo, sabotaggi e sorvoli aggressivi. Di fronte a queste minacce, il comando marittimo punta su maggiore sorveglianza, protezione delle infrastrutture e uso combinato di dati e intelligenza artificiale per rafforzare la deterrenza. L'obiettivo è impedire che Mosca approfitti delle ambiguità legali nelle aree marittime tedesche e sfrutti la frammentazione tra competenze civili e militari.
Il nuovo “Kurs Marine” prevede un'evoluzione verso una forza ibrida, con unità senza equipaggio, missili da crociera a lungo raggio e nuovi battaglioni di fanteria di marina. Kaack insiste anche sulla necessità di ampliare rapidamente gli organici, ritenendo che un servizio militare efficace e ben strutturato possa rappresentare un vero “gamechanger”. Secondo l’ammiraglio, ogni giovane che sperimenta la vita a bordo è un potenziale volontario a lungo termine. L’esperienza ucraina contro la flotta russa, definita “David contro Golia”, ha influenzato direttamente la dottrina tedesca. La Bundesmarine punta ora su una combinazione flessibile di grandi unità d’altura e piccole piattaforme agili, in grado di reagire rapidamente nelle aree costiere, con l’obiettivo di creare dilemmi strategici al nemico prima che si avvicini alle acque territoriali.
Merz e il dilemma Taurus: ambiguità strategica o esitazione politica?
Debatte über Taurus: Merz muss den Russlandblinden in der CDU entgegentreten
Friedrich Merz ha mostrato determinazione nel sostenere l’Ucraina, anche portando una delegazione europea a Kyiv nei primi giorni del suo mandato da cancelliere. Tuttavia, sulla questione della fornitura dei missili da crociera Taurus, Merz appare titubante. Sebbene abbia promesso durante la campagna elettorale il trasferimento di questi sistemi avanzati, oggi la sua posizione si è fatta ambigua. Il governo parla di “ambiguità strategica”, utile per la deterrenza, ma l’assenza di una formazione tecnica per le forze ucraine lascia intendere che la reticenza possa celare una reale indisponibilità. La motivazione ufficiale è la necessità di conservare risorse per la Bundeswehr, ma ciò contrasta con l’atteggiamento di altri alleati come Francia e Regno Unito, che hanno già consegnato armamenti simili.
Secondo Konrad Schuller, questa esitazione è legata a dinamiche interne alla CDU. In particolare, esponenti del partito provenienti dall’Est, come il presidente della Sassonia Michael Kretschmer, rappresentano una corrente definita “russiafilo-accomodante”, contraria a una linea dura verso Mosca e favorevole al riavvio di progetti come Nord Stream 2. Questa posizione nasce dal timore di perdere consensi a favore dell’AfD, molto forte nei Länder orientali. Il commento sostiene che Merz debba mostrare coraggio non solo verso l’esterno, ma anche all’interno del proprio partito, opponendosi con chiarezza a chi normalizza rapporti con la Russia in nome di una presunta realpolitik. Solo così, si afferma, la CDU potrà offrire una vera alternativa all’AfD e difendere la sicurezza europea.
Thorsten Frei: “Israele resta un alleato, ma il diritto internazionale deve valere per tutti”
Capo della Cancelleria Frei: "Non collaboriamo con l'AfD, lo abbiamo chiarito"
In un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, Thorsten Frei, ministro per gli Affari Speciali e capo della Cancelleria federale, ha ribadito l'impegno del governo tedesco verso Israele, pur riconoscendo la legittimità di porre domande critiche sul rispetto del diritto internazionale nella guerra a Gaza. Frei ha sottolineato che la sicurezza di Israele rimane una questione centrale per la Germania, ma ha anche affermato che la proporzionalità delle azioni militari israeliane deve essere discussa apertamente tra alleati, specie quando i civili sono colpiti in modo sproporzionato. Ha confermato che Netanyahu, nonostante il mandato d’arresto della Corte penale internazionale, resta un interlocutore legittimo, pur precisando che al momento non è prevista alcuna visita.
Sulla politica europea, Frei ha difeso la posizione della Germania contro la sospensione dell’accordo di associazione UE-Israele, affermando che il legame speciale con lo Stato ebraico ha la precedenza su altre considerazioni diplomatiche. Ha poi respinto le richieste, anche interne alla coalizione, di cessare le forniture militari a Israele, ritenendole ingiustificate. Passando all'Ucraina, ha difeso le sanzioni europee come risposta concreta all’aggressione russa, sostenendo che nuove misure contro Mosca, incluse quelle sul settore energetico e sui beni sovrani congelati, sono in preparazione. In merito alla collaborazione con gli Stati Uniti, Frei ha affermato che l'Europa deve rafforzare la propria autonomia strategica. Infine, ha escluso ogni forma di collaborazione con l’AfD e la Linke, ritenendo inefficace un eventuale tentativo di messa al bando dell’AfD e ribadendo che l’unico modo per contrastarla è il confronto politico diretto.
Ucraina: la strategia della minaccia del Cremlino al confine nord
Ukraine: Die Drohkulisse des Kreml
Secondo Reinhard Veser, l’attuale escalation militare russa lungo il confine settentrionale dell’Ucraina e i continui attacchi con droni su città come Sumy mirano a intimidire Kyiv proprio mentre si riaprono i colloqui sul cessate il fuoco promossi dagli Stati Uniti. La strategia russa punta a far credere che resistere non serva e che una resa immediata eviterebbe ulteriori sofferenze. Questa pressione militare è accompagnata, in Occidente, da narrazioni apparentemente pacifiste che suggeriscono una resa per salvare vite, ma che in realtà riprendono la propaganda del Cremlino. Il comportamento della leadership russa dimostra tuttavia l’assenza di una reale volontà di negoziare: l’obiettivo rimane la sottomissione completa dell’Ucraina.
Ciò non esclude l’opportunità di cercare un cessate il fuoco, ma Veser sottolinea che tale obiettivo avrebbe senso solo se accompagnato da un sostegno militare ed economico massiccio da parte dell’Occidente. Solo così Mosca potrebbe essere convinta che non ha nulla da guadagnare nel proseguire il conflitto. In questo contesto, le trattative non devono sostituire la pressione militare ed economica, ma esserne complemento. Le recenti settimane hanno dimostrato che la Russia intensifica i suoi sforzi proprio nei momenti di dialogo, e che ogni concessione unilaterale rafforza la sua posizione. L’analisi conclude che l’unico modo per negoziare con successo è farlo da una posizione di forza, e non attraverso illusioni diplomatiche.
Rubio minaccia visti e sanzioni all’UE: l’America trumpiana contro la “censura europea”
Keine Visa für „Zensoren“: US-Sanktionen gegen die EU
Con l’accusa di voler reprimere la libertà di espressione, il segretario di Stato americano Marco Rubio ha annunciato restrizioni sui visti per funzionari europei coinvolti nella regolazione dei contenuti digitali. L’iniziativa, rivolta a chi Rubio definisce “censori” delle piattaforme social, si traduce di fatto in una misura sanzionatoria contro l’Unione Europea. La mossa si inserisce in un contesto ideologico in cui le democrazie liberali sono accusate, da parte del governo statunitense a guida Trump, di superare i limiti legittimi dell’intervento pubblico in nome del politicamente corretto. Rubio considera la Germania un esempio negativo, arrivando a definirla una “tirannia”, e si posiziona come erede radicale della linea “America First” all’interno del movimento MAGA.
Il commento di Andreas Ross sottolinea come l’azione del segretario di Stato non abbia nulla a che fare con un dibattito serio sulla libertà di espressione, ma sia parte di una campagna per consolidare la propria posizione all’interno dell’universo trumpiano. Con le elezioni alle porte, Rubio mira a contrastare la leadership emergente del vicepresidente J.D. Vance, sfruttando temi identitari come la lotta al “wokismo” accademico e istituzionale. Tuttavia, questa strategia danneggia gli interessi strategici americani, minando la fiducia tra alleati e complicando la cooperazione transatlantica. La retorica isolazionista di Trump e dei suoi alleati, conclude Ross, mette a rischio la capacità degli Stati Uniti di agire come potenza globale credibile e affidabile.
Produzione congiunta di armi a lungo raggio: Berlino manda un segnale strategico a Mosca
Weitreichende Waffen: Wenn die Zeit gegen Putin arbeitet
Secondo Thomas Jansen, la decisione del cancelliere Friedrich Merz di avviare una cooperazione industriale con l’Ucraina per la produzione congiunta di armi a lungo raggio rappresenta un potenziale punto di svolta nel conflitto. A differenza della controversa questione del missile Taurus, questo progetto a lungo termine potrebbe portare a una fornitura continuativa e strutturata di capacità offensive per Kyiv, capaci di colpire obiettivi anche in profondità nel territorio russo. Si tratta di una mossa che rafforza la deterrenza ucraina e che indebolisce uno dei principali vantaggi strategici di Vladimir Putin: l’aspettativa che il tempo giochi a suo favore, grazie alla stanchezza dell’opinione pubblica occidentale.
L’accordo ha anche un forte valore politico: segnala che la Germania non intende abbandonare l’Ucraina nei prossimi anni, ma anzi intende consolidare un impegno strutturale e tecnologico. La cooperazione, osserva Jansen, potrebbe risultare ancor più efficace se accompagnata subito dalla fornitura dei Taurus, almeno fino a quando la produzione congiunta non sarà operativa. Il commento evidenzia come, al di là del singolo sistema d’arma, il tempo potrebbe ora giocare contro il Cremlino, a condizione che i Paesi alleati trasformino la solidarietà politica in una strategia industriale duratura e vincolante.
Politica interna e questioni sociali
Il nuovo corso della coalizione CDU–SPD–CSU: priorità economiche, migrazione e riforme rapide
Koalitionsausschuss: Welche Vorhaben Union und SPD schnell angehen wollen
Nel primo incontro del nuovo Koalitionsausschuss a Berlino, i leader di CDU, SPD e CSU hanno presentato un piano d’azione articolato in sessanta punti suddivisi in cinque capitoli, con una chiara enfasi sulle politiche economiche. Al centro vi è la creazione di un fondo speciale per infrastrutture e transizione climatica, già approvato nella precedente legislatura per un importo fino a 500 miliardi di euro. Il piano include misure per promuovere la crescita, accelerare le procedure amministrative e rafforzare la coesione sociale, anche attraverso una riforma del sistema pensionistico. Alcune iniziative potrebbero essere adottate già prima della pausa estiva del Bundestag. I leader hanno evidenziato l’importanza della fiducia reciproca e del metodo di lavoro ordinato, con l’obiettivo di dimostrare che la democrazia è in grado di fornire risposte efficaci e senza conflitti apparenti.
Oltre agli aspetti economici, il programma contiene interventi rilevanti in materia di politica interna e gestione dei flussi migratori. È previsto un disegno di legge per limitare l’immigrazione e sospendere il ricongiungimento familiare per i beneficiari di protezione sussidiaria, oltre a nuove norme per definire i Paesi di origine sicuri e l’abolizione dell’obbligo di assistenza legale per i detenuti in attesa di espulsione. È in programma anche una legge per modernizzare e digitalizzare il contrasto al lavoro sommerso e un’iniziativa per includere il lupo nella legge federale sulla caccia. Il Koalitionsausschuss, che si riunirà mensilmente, assume un ruolo centrale nella gestione dell’attuale esecutivo guidato da Merz. Sebbene critiche siano emerse per la scarsa presenza femminile nel comitato, la prima seduta si è svolta con puntualità e ordine, in netta discontinuità con il caos percepito durante l’esperienza della precedente coalizione semaforo.
Accusati tre presunti agenti russi: obiettivo un ex combattente ucraino a Francoforte
Ukraine-Kämpfer ausgespäht: Anklage gegen drei mutmaßliche Russland-Spione
La Procura federale tedesca ha formalizzato l'accusa contro tre uomini sospettati di spionaggio per conto di un servizio segreto russo. I tre avrebbero avuto l'incarico di raccogliere informazioni su un ex ufficiale ucraino rifugiatosi in Germania, che aveva partecipato al conflitto contro la Russia. L’uomo era già in contatto con le autorità tedesche e viveva a Francoforte. Secondo la procura, non si può escludere che l’obiettivo finale dell’operazione fosse l’eliminazione fisica del soggetto sorvegliato. Il caso sarà ora valutato dal Senato per la sicurezza dello Stato presso il Tribunale superiore di Francoforte, che dovrà decidere sull’apertura del processo.
I tre imputati si trovano in custodia cautelare da circa un anno. Uno di loro, cittadino armeno, avrebbe reclutato un russo e un ucraino per sorvegliare la vittima designata, tentando di attirarla con un pretesto in un caffè del centro di Francoforte nel giugno 2024. Il piano non è andato a buon fine: l’ex ufficiale non si è presentato all’appuntamento e i tre sono stati arrestati poco dopo. L’inchiesta ha attirato attenzione per la sua connessione con operazioni clandestine russe in Europa e per il potenziale rischio di azioni violente sul suolo tedesco. La vicenda conferma la crescente sensibilità delle autorità tedesche nei confronti di attività di intelligence ostile da parte di attori stranieri.
Criminalità politica in Germania: la radicalizzazione cresce, ma le pene più dure non bastano
Deutschland radikalisiert sich. Doch härtere Strafen allein werden daran nichts ändern
Secondo Nicolas Richter, la Germania si trova in uno stato di crescente radicalizzazione politica, con un aumento costante dei reati a sfondo ideologico, soprattutto da destra. I dati del 2024 pubblicati dal ministro dell’interno Alexander Dobrindt mostrano un nuovo record di criminalità politica, in un contesto che ricorda la progressione delle temperature globali: un allarme sistemico. A determinare questo clima contribuiscono elezioni molto polarizzate e il conflitto israelo-palestinese, che ha amplificato tensioni sociali, antisemitismo e odio ideologico. Si nota un'espansione della disponibilità all’uso della violenza come mezzo di espressione politica, specialmente online, ma anche fisicamente, come dimostrano gli attacchi ai candidati.
Richter sottolinea che la repressione penale, per quanto necessaria, non è sufficiente. È la cultura politica a dover cambiare, e ciò chiama in causa in particolare la AfD, il cui linguaggio ostile alimenta indirettamente l’odio e la legittimazione implicita della violenza. Tuttavia, l'autore concorda con Dobrindt sulla prudenza riguardo a un eventuale procedimento di messa al bando del partito: un divieto affrettato della AfD non solo non risolverebbe il problema, ma rischierebbe di esacerbarlo. È necessario un contrasto politico e sociale più strutturato, che coinvolga istituzioni, partiti e società civile, per raffreddare il “clima febbrile” che si è ormai impadronito del discorso pubblico.
Günther difende Merz: “coerente” sulla linea anti-AfD, ma critica il metodo usato in Parlamento
Umgang mit AfD: Günther nennt Merz „hoch glaubwürdig“
Il presidente della regione Schleswig-Holstein, Daniel Günther, esponente dell’ala liberale della CDU, ha espresso un giudizio complessivamente positivo sulle prime settimane di Friedrich Merz alla guida del governo federale. Intervenendo a Berlino alla presentazione di un libro su Merz, Günther ha elogiato la coerenza del cancelliere nel rafforzare la linea della CDU, pur dichiarando dubbi sulla strategia seguita in Parlamento a gennaio, quando la CDU aveva proposto mozioni e un disegno di legge sull’immigrazione pur sapendo che il loro passaggio era possibile solo con i voti dell’AfD. Ha definito quella settimana una “settimana infernale”, pur ribadendo la legittimità del contenuto delle misure annunciate da Merz, a seguito di un grave fatto di cronaca a sfondo migratorio.
Nel confronto con l’autrice e con il professore Andreas Rödder, Günther ha sottolineato la solidità valoriale di Merz e la sua collocazione credibile nella linea centrista del partito. Ha dichiarato che Merz non cambierà atteggiamento verso l’AfD perché ne riconosce il rischio per la stabilità interna della CDU. Lo ha anche elogiato per l’introduzione della quota femminile e per la gestione dei primi dossier, pur ammettendo che sul piano operativo restano margini di miglioramento. In conclusione, Günther ha affermato che Merz ha saputo dare una risposta alle sfide politiche interne ed esterne, a differenza del suo predecessore, e che la sua tenuta fisica e decisionale lo rendono adatto al ruolo, pur riconoscendo che le aspettative poste su di lui sono estremamente elevate.
I Länder contro Berlino: “Chi ordina, deve pagare”
Länder mahnen Schwarz-Rot: Wer bestellt, soll auch zahlen
I governi regionali tedeschi chiedono con fermezza alla coalizione CDU-SPD di rispettare il principio della “Veranlassungskonnexität”, ovvero che chi promuove una legge ne debba sostenere anche i costi. Spesso, infatti, il governo federale ha varato norme che ricadono finanziariamente su Länder e comuni senza prevedere adeguate compensazioni. Il presidente dell’Assia, Boris Rhein, ha dichiarato che il principio deve tradursi in trasferimenti automatici di fondi qualora le leggi federali impongano nuove spese o oneri amministrativi agli enti territoriali. Anche il ministro delle finanze del Nordreno-Vestfalia, Marcus Optendrenk, ha ribadito la necessità di evitare che il governo centrale scarichi sistematicamente i costi sulle regioni, soprattutto nei settori sicurezza, asilo e fisco.
Nel contratto di coalizione la CDU-SPD ha incluso due riferimenti formali al principio del “chi ordina paga”, ma si tratta di impegni politici privi di efficacia giuridica, motivo per cui i Länder insistono per una sua piena attuazione pratica. Secondo calcoli riservati, alcune misure come l’aumento della detrazione per i pendolari o il cosiddetto “investitionsbooster” rischiano di costare alla sola Assia oltre 250 milioni di euro in tre anni. Anche Berlino e Sassonia si sono dette contrarie a leggi federali che riducano le entrate locali. Optendrenk ha concluso ricordando che ogni nuovo provvedimento dovrebbe prevedere fin da subito una ripartizione trasparente dei costi tra le varie entità istituzionali, per evitare squilibri e obbligare il governo federale a rispettare il principio di equità finanziaria tra i livelli dello Stato.
Koalitionsausschuss: il nuovo governo non trasmette ancora un cambiamento di clima
Koalitionsausschuss: Ein neuer Geist ist noch nicht in Sicht
Secondo Daniel Deckers, l’avvio formale della nuova coalizione guidata da Friedrich Merz, culminato con la prima riunione del Koalitionsausschuss, non ha ancora prodotto segnali percepibili di svolta politica. Né l’elezione del cancelliere né il suo discorso inaugurale né, infine, l’annuncio del programma di governo sono riusciti a modificare la percezione diffusa tra i cittadini, che restano scettici di fronte a un contesto economico incerto e a un apparato statale percepito come sovraccarico e inefficiente. Il paragone con il 1967, quando Helmut Schmidt parlò di una minaccia cardinale alla stabilità interna a causa della crisi della Ruhr, evidenzia come oggi manchi quella combinazione di urgenza e fiducia nel rinnovamento che allora condusse a una fase espansiva.
Le priorità fissate dalla nuova maggioranza, pur formalizzate in un piano di 60 interventi, non sembrano per ora sufficienti a dissipare il senso di sconnessione tra compiti pubblici crescenti e risorse insufficienti. La crisi del modello economico tedesco, la pressione sui sistemi di sicurezza sociale e le trasformazioni demografiche impongono una risposta coerente, che però appare ancora frammentaria e priva di una visione unificante. Il commento osserva che la nuova leadership ha l’opportunità di rompere il circolo vizioso della sfiducia, ma che la mancanza di messaggi chiari e univoci rischia di indebolire fin dall'inizio la legittimazione dell’azione politica. A oggi, conclude Deckers, non si intravede ancora quel “nuovo spirito” che dovrebbe accompagnare un effettivo cambiamento di rotta.
Cittadinanza e integrazione: la coalizione CDU-SPD rifiuta le scorciatoie
Einbürgerungsdebatte: Hauptsache loyal zu Deutschland
Reinhard Müller sostiene che il ritorno a criteri più restrittivi per l’ottenimento della cittadinanza tedesca, promosso dalla nuova coalizione CDU-SPD, rappresenti un necessario rientro alla normalità dopo le politiche della precedente Ampelkoalition. L’autore critica duramente le naturalizzazioni accelerate introdotte nei mesi precedenti, giudicandole un segnale distorto in un contesto di persistente pressione migratoria. Secondo Müller, la cittadinanza deve segnare la conclusione di un processo autentico di integrazione e richiedere non solo la conoscenza delle norme tedesche, ma soprattutto una leale adesione alla cultura costituzionale della Repubblica Federale.
Pur riconoscendo il valore delle identità personali e il rispetto per l’appartenenza ad altri contesti giuridici, Müller ritiene che la doppia cittadinanza non possa essere la regola. Chi desidera diventare cittadino tedesco deve scegliere in modo consapevole e inequivocabile. La lealtà alla Germania non può essere un impegno formale o strategico, ma deve fondarsi su un’attiva adesione ai valori repubblicani. La nuova normativa, conclude l’autore, non è una misura punitiva, ma un segnale necessario per difendere la coerenza del sistema e contenere abusi che rischiano di compromettere la fiducia pubblica nelle politiche di cittadinanza.
Il ruolo del cancelliere nella democrazia parlamentare tedesca: leadership, vincoli e sfide
Demokratie in Deutschland: Worauf es als Kanzler ankommt
Florian Grotz analizza in chiave comparata la posizione del cancelliere nel sistema parlamentare tedesco, mettendo in discussione la nozione semplificata di “Kanzlerdemokratie”. Il potere formale di indirizzo politico previsto dall’articolo 65 della Grundgesetz ha avuto nella prassi applicazioni limitate, e i momenti in cui è stato esplicitamente invocato – come nel caso Scholz per il prolungamento del nucleare – hanno spesso avuto valore più simbolico che decisionale. Il vero potere del cancelliere si costruisce nella capacità di mediazione tra ministeri, partiti e istituzioni come il Bundesrat o la Corte costituzionale. La Germania è infatti una “democrazia di negoziazione”, dove il successo dipende da cooperazione, coerenza e direzione politica condivisa.
La performance del cancelliere si misura in sei aree: gestione del gabinetto, attuazione dell’agenda politica, risposta alle crisi, rappresentanza internazionale, mantenimento della maggioranza parlamentare e legame con la leadership del partito. L’analisi comparata con altri paesi parlamentari europei mostra che il successo non dipende dalla durata del mandato né da maggioranze numeriche forti, ma dalla capacità di leadership effettiva e dall’esperienza accumulata, in particolare nella guida del partito. In un contesto politico tedesco segnato da coalizioni eterogenee e competizione con partiti radicali come l’AfD, la figura del cancelliere diventa centrale per la stabilità del sistema. Se Friedrich Merz riuscirà a gestire le sei funzioni in modo efficace, contribuirà alla tenuta della democrazia rappresentativa e limiterà l’ascesa dei movimenti antisistema.
Questioni industriali ed economiche
Thyssenkrupp: una ristrutturazione controversa tra resistenze sindacali e scelte strategiche
Bei Thyssenkrupp droht ein Sommer des Missvergnügens
Il gruppo Thyssenkrupp si prepara a un’estate ad alta tensione: il CEO Miguel López ha avviato un profondo processo di trasformazione del conglomerato industriale, puntando alla creazione di società autonome sotto una holding snella. Il piano, che riguarda anche la sussidiaria navale TKMS e la storica divisione siderurgica, incontra forti opposizioni da parte della IG Metall. La proposta di separazione delle divisioni è vista dal sindacato come una strategia di smembramento, orientata al solo profitto e potenzialmente a rischio per oltre 20.000 posti di lavoro. Le tensioni si riflettono anche sulla possibile proroga del contratto triennale di López, in scadenza nel 2026, che sarà probabilmente discussa nel consiglio di sorveglianza il 16 settembre. In caso di parità, il presidente Russwurm potrebbe nuovamente esercitare il proprio voto decisivo, inasprendo il confronto con i rappresentanti dei lavoratori.
Particolarmente delicata è la situazione della divisione navale TKMS, leader mondiale nei sottomarini convenzionali, per la quale è previsto uno spin-off in Borsa entro la fine dell’anno. La IG Metall chiede garanzie sulla partecipazione dei lavoratori nella nuova struttura e auspica che la Bundesrepublik acquisisca direttamente almeno il 25% della società, per evitare un’acquisizione onerosa successiva. Sul fronte dell’acciaio, Thyssenkrupp ha già ceduto il 20% della controllata TKSE all’imprenditore ceco Daniel Křetínský, con un’ipotesi di salita al 50%. In parallelo si negoziano tagli fino a 5.000 posti e possibili chiusure, come quella dello stabilimento HKM di Duisburg. Il giudizio finale sulla sostenibilità del piano dipenderà da una perizia economico-finanziaria in corso, che determinerà il fabbisogno di capitale iniziale e l’eventuale quota aggiuntiva che Křetínský dovrà versare. Il futuro dell’ex colosso dell’industria tedesca resta incerto, tra trasformazione strategica e forte conflittualità sociale.
Investire in Bund tedeschi: come proteggere il capitale dall’inflazione
So schlagen Anleger mit Bundesanleihen die Inflation
Con l’annuncio di nuovi piani di indebitamento pubblico per oltre mille miliardi di euro, il governo federale tedesco sta alimentando un contesto di rialzo dei rendimenti obbligazionari. In questo scenario, le obbligazioni sovrane tedesche – i cosiddetti Bund – tornano a essere un’opzione interessante per gli investitori che cercano protezione dall’inflazione e una componente stabile nel portafoglio. Günter Heismann osserva che, in una corretta strategia di allocazione del capitale, i titoli di Stato a basso rischio rappresentano il “modulo di sicurezza” necessario a bilanciare la volatilità di azioni ed ETF tematici. Soprattutto in tempi di incertezza politica e turbolenza dei mercati, i Bund possono fungere da ancora di stabilità.
L’aumento dei rendimenti è dovuto all’incremento del fabbisogno di finanziamento del governo e alla politica economica statunitense, dove Donald Trump sta introducendo dazi e misure che alimentano l’inflazione globale. In tale contesto, i titoli a medio-lungo termine del governo tedesco offrono oggi cedole più alte rispetto al passato recente, rendendoli più interessanti per i risparmiatori. Tra le emissioni più adatte ai piccoli investitori vi sono i Bund decennali e le obbligazioni indicizzate all’inflazione. Chi desidera essere aggiornato sulle nuove emissioni può consultare direttamente il sito dell’Agenzia tedesca per la finanza oppure rivolgersi alla propria banca, che può offrire accesso diretto ai collocamenti. In sintesi, una corretta allocazione in Bund rappresenta oggi una mossa prudente ed efficace contro l’erosione del potere d’acquisto.
Deutsche Aircraft rilancia l’industria aeronautica regionale con il prototipo 328eco
Regionalflugzeuge, made in Bayern
Dopo oltre vent’anni dal fallimento di Fairchild Dornier, la tedesca Deutsche Aircraft ha presentato a Oberpfaffenhofen il prototipo della 328eco, un nuovo velivolo regionale che segna il ritorno dell’industria aeronautica civile in Germania. La 328eco è una versione modernizzata e ampliata della storica Dornier 328, dotata di motori Pratt & Whitney compatibili con carburanti sostenibili, avionica Garmin e una cabina aggiornata. Il nuovo velivolo, che potrà trasportare 40 passeggeri, punta a colmare il vuoto lasciato dall’arretramento di altri produttori nel segmento dei regionali, sfruttando ritardi nello sviluppo delle tecnologie full-electric o a idrogeno.
Il progetto è sostenuto dalla statunitense Sierra Nevada Corporation (SNC), fornitore del Pentagono, che garantisce la copertura finanziaria per i costi di sviluppo, superiori ai 500 milioni di euro. Oltre al trasporto passeggeri, sono previste anche versioni militari e sanitarie del velivolo. La produzione avverrà a Lipsia, con il primo volo di prova previsto per il 2026 e la consegna ai clienti entro il 2027. Per ora esiste solo una lettera d’intenti con la compagnia Private Wings per cinque unità. Deutsche Aircraft mira a conquistare parte del mercato rappresentato da migliaia di aerei regionali obsoleti, ma intende crescere con cautela: il prototipo mostrato non è ancora operativo e le sfide restano rilevanti. Tuttavia, il progetto della 328eco si presenta come un ritorno ragionato, e forse sostenibile, della Germania nella produzione aeronautica civile di piccola scala.
TSMC apre un centro di sviluppo a Monaco: nuovo tassello della sovranità tecnologica europea
Chip-Konzern TSMC baut Entwicklungszentrum in München
Il colosso taiwanese TSMC, leader mondiale nella produzione su commessa di semiconduttori, ha annunciato l’apertura entro il terzo trimestre 2025 di un centro di sviluppo a Monaco. La nuova struttura sarà dedicata al supporto dei clienti europei nello sviluppo di chip ad alte prestazioni, destinati principalmente all’automotive, all’industria, all’intelligenza artificiale e all’Internet of Things. Questo passo rafforza ulteriormente la presenza strategica dell’azienda in Germania, dove è già in fase di costruzione un impianto produttivo a Dresda in collaborazione con Infineon, NXP e Bosch.
TSMC conta oltre 70.000 dipendenti a livello globale e ha promesso investimenti complessivi per 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti. L’espansione in Europa risponde alla crescente domanda di sovranità tecnologica del continente e al tentativo di ridurre la dipendenza dalle catene di fornitura asiatiche. La scelta di Monaco, centro nevralgico della tecnologia tedesca, conferma la centralità del mercato europeo per le strategie future di TSMC, in un contesto globale segnato da tensioni geopolitiche, politiche industriali protezionistiche e forte competizione nel settore dei semiconduttori avanzati.
Tesla rallenta in Europa, BYD e Volkswagen avanzano nel mercato elettrico
Tesla schwächelt in Europa, Konkurrenz im Aufwind
Le immatricolazioni di Tesla nell’Unione Europea sono crollate ad aprile di oltre il 50% rispetto allo stesso mese del 2024. Nei primi quattro mesi del 2025, il calo complessivo delle vendite si attesta al 46%, con soli 41.677 veicoli venduti. Nonostante il mercato automobilistico europeo nel suo complesso stia ristagnando, il segmento dei veicoli elettrici è in forte espansione: la quota di auto a batteria è passata dal 12% al 15,3% in un anno, con un incremento in volumi di oltre il 25%. In questo contesto, Tesla perde terreno a favore dei concorrenti: Volkswagen ha più che raddoppiato le consegne dei suoi modelli elettrici, mentre il colosso cinese BYD ha superato Tesla per la prima volta nelle vendite di auto completamente elettriche in Europa.
In Germania BYD è ancora marginale, ma in mercati come Regno Unito, Spagna e Italia sta guadagnando rapidamente quote. Secondo l’analista Matthias Schmidt, quasi un’auto su 20 venduta in Europa occidentale nel primo trimestre 2025 è di produzione cinese, il doppio rispetto a due anni fa. Tesla, di fronte alla concorrenza europea e asiatica, subisce ora una pressione crescente su prezzi, gamma e penetrazione di mercato. La dinamica riflette l’evoluzione di un settore sempre più competitivo, in cui la leadership globale nella mobilità elettrica non è più garantita, ma da riconquistare.
Thyssenkrupp: da simbolo industriale a holding finanziaria, tra spin-off, cessioni e tensioni sociali
Thyssenkrupp: Es war einmal eine Industrie-Ikone
Il gruppo Thyssenkrupp, una delle icone storiche dell’industria tedesca, si avvia a diventare una holding snella, riducendo la propria struttura centrale e rendendo autonome tutte le divisioni operative. L’amministratore delegato Miguel López punta a trasformare ciascuna unità – acciaio, cantieristica navale, commercio di materiali, componentistica auto e impianti per la decarbonizzazione – in entità indipendenti, con apertura al capitale esterno o eventuale quotazione. Nonostante l’intenzione dichiarata di mantenere una quota di controllo, sindacati e parte della politica parlano apertamente di “smantellamento”. La IG Metall si oppone a un progetto percepito come focalizzato esclusivamente sugli interessi degli azionisti, temendo la perdita di migliaia di posti di lavoro.
Particolarmente delicata è la situazione nella controllata siderurgica TKSE, già in deficit e soggetta a un piano di tagli fino a 5.000 unità. Thyssenkrupp ha già ceduto il 20% al magnate ceco Křetínský, pronto a salire al 50%, creando una joint venture. Parallelamente, la divisione cantieristica TKMS – leader mondiale nei sottomarini convenzionali – sarà oggetto di spin-off, e Berlino potrebbe acquisire una quota per garantire la sicurezza nazionale. Tra le attività più promettenti c’è il comparto “Decarbon Technologies”, inclusa Nucera, società quotata che produce impianti per idrogeno verde, ma il titolo ha perso due terzi del valore dal collocamento. L’ambizione di López è rafforzare l’autonomia delle unità operative e attrarre capitali, ma il rischio è una disgregazione irreversibile di uno dei conglomerati più emblematici della Germania industriale.
Oliver Blume: “Volkswagen deve cambiare per sopravvivere”
„Wir haben uns zu lange auf Erfolgen ausgeruht“
Nel corso di un’intervista approfondita, il CEO di Volkswagen e Porsche, Oliver Blume, ha illustrato le principali criticità del gruppo, riconoscendo apertamente che il colosso automobilistico si è adagiato per troppo tempo sui successi passati. Secondo Blume, la trasformazione verso l’elettrico è stata avviata in ritardo, con deficit tecnologici, problemi software e strategie di prodotto inadeguate per il mercato cinese. Il piano di rilancio, ora in fase di attuazione, include il lancio di 30 nuovi modelli in Cina, il risanamento della divisione software Cariad e una nuova gamma di veicoli elettrici a basso costo. Blume difende la sua controversa doppia carica sostenendo che consente maggiore incisività nei processi decisionali e rafforza la rappresentanza del gruppo a livello internazionale.
Il CEO ha inoltre confermato contatti diretti con l’amministrazione statunitense per affrontare il rischio di nuove tariffe commerciali e ha ribadito la volontà di rafforzare la presenza industriale del gruppo negli USA. Di fronte a una situazione economica complessa e a un contesto politico incerto, Blume sottolinea la necessità di maggiore pragmatismo e produttività, criticando un’eccessiva tendenza alla riduzione dell’impegno lavorativo. A suo giudizio, la competitività dell’industria tedesca dipende dalla capacità di adattamento e dalla volontà di assumersi responsabilità concrete. Con uno stile di leadership operativo e strutturato, Blume si presenta come manager risoluto, disposto a tagli dolorosi pur di garantire la sopravvivenza di Volkswagen nel panorama automobilistico globale.
Alternative digitali europee: tecnologie quotidiane senza dipendere dagli USA
Ohne US-Tech: Diese Apps aus der EU taugen für den Alltag
Di fronte alla crescente dipendenza dalle piattaforme digitali statunitensi, diverse applicazioni sviluppate in Europa offrono valide alternative per l’uso quotidiano, nel rispetto della privacy e della sovranità tecnologica. LibreOffice, gestito dalla Document Foundation con sede a Berlino, rappresenta una suite completa di software d’ufficio gratuita, open source e compatibile con i formati Microsoft. Per l’intrattenimento, le mediateche di ARD, ZDF e Arte costituiscono una risorsa pubblica accessibile, mentre Mubi propone un’alternativa di nicchia con una selezione curata di film d’autore. Nel campo della navigazione, OpenStreetMap fornisce mappe collaborative gestite da una community globale, disponibili attraverso applicazioni come Osmand e Organic Maps. Anche il supermercato online Picnic, nato nei Paesi Bassi con il sostegno di Edeka, dimostra che la logistica alimentare può essere innovativa e sostenibile senza Amazon.
Nel settore del cloud storage, Nextcloud offre una soluzione europea incentrata sul controllo dei dati personali. La piattaforma open source permette sia l’hosting privato sia l’utilizzo di servizi gestiti, ed è adottata anche da amministrazioni pubbliche come quella dello Schleswig-Holstein. Il servizio Nextcloud One per privati garantisce 500 GB di spazio condivisibile tra più utenti con funzioni avanzate come calendari sincronizzati e strumenti di videoconferenza. Queste tecnologie dimostrano che esiste un ecosistema europeo digitale alternativo, spesso già funzionante e maturo, che consente di ridurre la dipendenza dai colossi statunitensi e al contempo favorisce l’innovazione locale, la trasparenza e la protezione dei dati sensibili.
La nuova coalizione accelera su economia, migrazione e riforme
„Es geht jetzt Schlag auf Schlag“
Il primo vertice della nuova coalizione CDU/CSU-SPD si è concluso con un chiaro messaggio: fare in fretta. Con 60 misure annunciate, il piano prevede una combinazione di sgravi fiscali e incentivi agli investimenti per rilanciare la crescita economica. In particolare, si punta a ridurre l’IVA per la ristorazione, a reintrodurre il rimborso per il gasolio agricolo e ad aumentare la deduzione per i pendolari già dal 1° gennaio 2026. Il governo intende anche semplificare radicalmente le procedure per appalti pubblici, edilizia, transizione energetica e industria della difesa, avviando già entro l’estate una revisione delle norme in materia ambientale, di pianificazione e autorizzazione.
L’altro asse centrale del programma riguarda la sicurezza e la regolazione dei flussi migratori. Si annunciano limiti al ricongiungimento familiare per i rifugiati con protezione sussidiaria, l’abolizione delle naturalizzazioni accelerate e nuove norme contro l’uso fraudolento del diritto di soggiorno. Parallelamente, la coalizione sottolinea l’intenzione di rafforzare la coesione sociale con nuove misure per la parità salariale, il blocco degli affitti fino al 2029, un secondo pacchetto pensionistico e un piano per ampliare la contrattazione collettiva. In un clima definito “costruttivo e cooperativo”, la leadership intende mostrare compattezza e determinazione, marcando una discontinuità con la paralisi della precedente alleanza semaforo.
Asilo e immigrazione: la nuova coalizione inasprisce le regole
Kabinett stimmt Dobrindts verschärften Migrationsgesetzen zu
Il governo tedesco ha approvato un primo pacchetto di misure restrittive in materia di asilo e immigrazione, presentato dal ministro dell’Interno Alexander Dobrindt (CSU). Le modifiche includono la sospensione del ricongiungimento familiare per i rifugiati con protezione sussidiaria – circa 350.000 persone, in maggioranza siriani – e l’abolizione della naturalizzazione accelerata per immigrati ben integrati. Viene inoltre reintrodotto l’obiettivo esplicito di "limitare la migrazione" nel testo legislativo. Queste iniziative, definite come strumento di alleggerimento per i comuni e per il sistema d’accoglienza, rappresentano un’inversione rispetto alle aperture introdotte durante la legislatura precedente a guida SPD-Verdi-FDP.
Le misure hanno suscitato reazioni critiche da parte dell’opposizione e della società civile. Il Paritätischer Gesamtverband ha denunciato un attacco ai diritti fondamentali, in particolare ai danni di donne e bambini, mentre esponenti dei Verdi e della Linke parlano di una “nuova era glaciale nella politica migratoria”. I critici accusano il governo di penalizzare proprio coloro che hanno dimostrato maggiore integrazione e rispetto delle regole. Nonostante ciò, CDU, CSU e SPD intendono mantenere la doppia cittadinanza e la riduzione da otto a cinque anni per le naturalizzazioni ordinarie, come previsto dal loro accordo di coalizione.
Armi all’Ucraina: Merz rischia di perdere credibilità
Merz muss aufpassen, dass er nicht unglaubwürdig wird
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz adotta una linea di comunicazione definita “ambiguità strategica” nei confronti della Russia, ma rischia di perdere credibilità a causa di affermazioni contraddittorie e dichiarazioni non seguite da azioni concrete. In occasione della sua recente visita a Kiev, Merz ha lanciato un ultimatum a Mosca chiedendo un cessate il fuoco, ma senza alcun seguito sul piano delle sanzioni promesse. Questa discrepanza tra parole e fatti alimenta dubbi sull’efficacia della strategia tedesca nel sostenere l’Ucraina.
Ulteriore confusione è stata creata dalle dichiarazioni del cancelliere sul presunto allentamento delle restrizioni sull’uso delle armi occidentali da parte di Kyiv, suggerendo che l’Ucraina possa ora colpire obiettivi militari in Russia. La cancelleria ha tuttavia smentito che ciò preluda alla fornitura dei missili Taurus, rendendo le dichiarazioni di Merz ambigue e potenzialmente fuorvianti. Il commentatore Hubert Wetzel avverte che simili uscite rischiano di minare la reputazione del cancelliere sul piano internazionale: parole troppo generiche o roboanti, se non supportate da azioni coerenti, si trasformano in segni di debolezza politica.
La coalizione parte in modo armonico, ma le divergenze restano
Die Koalition startet harmonisch, aber Differenzen sind trotzdem da
Il nuovo governo tedesco guidato da Friedrich Merz ha esordito con un tono di cooperazione e unità, come dimostrato dalla prima riunione del comitato di coalizione CDU–CSU–SPD. Sono state annunciate misure economiche, riforme sul diritto d’asilo, semplificazioni burocratiche e interventi su sicurezza interna e politica sociale. Tuttavia, dietro l’apparente armonia, permangono divergenze sostanziali. Il tema dell’abitazione è esemplare: mentre è stata estesa la legge sul blocco degli affitti, questioni cruciali come le locazioni indicizzate e il mercato delle abitazioni ammobiliate restano irrisolte.
Dopo un primo ciclo di politica estera, il governo intende ora affrontare i problemi interni. Il rilancio economico e la gestione dell’immigrazione sono priorità condivise, ma la vera prova sarà la capacità di attuazione. La complessità del programma e le differenze ideologiche tra CDU, SPD e CSU rischiano di frenare l’efficienza dell’azione politica, nonostante il dichiarato intento di agire rapidamente. Il tono costruttivo della prima riunione potrebbe rivelarsi l’eccezione piuttosto che la regola nel prosieguo della legislatura.
La ripresa può arrivare
Der Aufschwung kann kommen
Le previsioni economiche indicano per la Germania un terzo anno consecutivo di stagnazione, ma le condizioni per un’inversione di tendenza esistono. Il nuovo governo Merz-Klingbeil-Söder può beneficiare di un contesto politico liberato dai conflitti interni della precedente coalizione e ha già mostrato disponibilità a riforme pragmatiche, come la sospensione della rigidità sulla “Schuldenbremse”. Le nuove risorse finanziarie dovranno però essere accompagnate da riforme strutturali incisive: incentivi alla produttività, revisione fiscale, riforma del sistema previdenziale e delle regole del mercato del lavoro. Il primo banco di prova arriverà nelle prossime settimane, quando il governo presenterà il pacchetto di misure economiche promesso.
In questo quadro, un ruolo decisivo dovrebbe toccare alla nuova ministra dell’Economia Katherina Reiche. Tuttavia, nelle sue prime dichiarazioni ha preferito concentrarsi su temi energetici, limitandosi a dichiarazioni simboliche e populiste, come quella sulla fine del presunto obbligo della pompa di calore, che in realtà non è mai esistito. La credibilità della nuova leadership economica si misurerà sulla capacità di promuovere una politica industriale coerente, ridurre la dipendenza dalla Cina, e rafforzare le filiere strategiche. La finestra per avviare un ciclo espansivo esiste, ma va colta con coerenza e determinazione.
Il successo di Merz si giocherà soprattutto sulla politica interna
Ob Merz erfolgreich sein wird, wird sich vor allem in der Innenpolitik entscheiden
Nelle prime settimane di mandato, Friedrich Merz si è concentrato principalmente sulla politica estera, segnando una forte presenza internazionale: da Parigi a Varsavia, dalla Lituania alla Finlandia, fino alla visita a Kyiv. Tale scelta rispondeva all'urgenza geopolitica e alla necessità di ristabilire un ruolo attivo della Germania dopo la paralisi dell’ultimo periodo della coalizione semaforo. Tuttavia, l’immagine di un “cancelliere esterno” non può prevalere a lungo. La sfida determinante sarà interna: economia stagnante, disuguaglianze sociali, declino infrastrutturale e sfide nella sicurezza e nell’istruzione sono le vere priorità che i cittadini percepiscono.
Il recente incontro del comitato di coalizione ha mostrato un’intesa iniziale tra CDU, SPD e CSU, ma le tensioni latenti rimangono. Misure rapide come sgravi per ristoratori e agricoltori sono più simboliche che strutturali. Le riforme difficili – pensioni, sanità, pubblica amministrazione – sono ancora assenti o solo vagamente abbozzate. In un contesto di crisi economica e radicalizzazione politica, il rischio maggiore per il governo non è lo squilibrio tra politica interna ed estera, ma la mancanza di ambizione riformista. Se Merz vorrà essere ricordato come un cancelliere di successo, dovrà trasformarsi anche in riformatore credibile.
Relazioni USA-Germania: Wadephul incontra Rubio a Washington
Wadephul in Washington: „Teil einer reifen, tragfähigen Partnerschaft“
Il primo incontro ufficiale tra il nuovo ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul e il segretario di Stato americano Marco Rubio si svolge in un clima teso, ma formalmente cordiale. Malgrado dichiarazioni recenti di Rubio, che ha definito la Germania una "tirannia" dopo la classificazione dell’AfD come partito di estrema destra, entrambi i diplomatici optano per toni concilianti. Rubio annuncia nuove restrizioni sui visti che potrebbero colpire anche cittadini tedeschi, ma evita polemiche durante l’incontro. Wadephul, da parte sua, cerca di rafforzare il dialogo transatlantico, con l’obiettivo di preparare la futura visita del cancelliere Merz a Washington e coordinare una linea comune su Ucraina, Medio Oriente e NATO.
Il colloquio verte principalmente sul conflitto in Ucraina. Wadephul e Rubio concordano sulla necessità di un cessate il fuoco immediato e affermano che Mosca ostacola i negoziati. Wadephul auspica sanzioni più severe contro la Russia in caso di persistente rifiuto del dialogo da parte di Putin, sottolineando un’intesa operativa con Rubio. Tuttavia, il ministro tedesco non solleva la questione dei visti per studenti europei e altre restrizioni annunciate da Washington. Al termine, Wadephul insiste sul fatto che, nonostante le divergenze, le due nazioni restano legate da un fondamento comune e da una partnership matura, pur evitando di affrontare i nodi più spinosi del momento.
Merz ritratta sulla consegna dei Taurus e genera incertezza sulla posizione tedesca
Merz kann bei „Taurus“ nicht liefern
Durante una visita ufficiale in Finlandia, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha affermato che l’Ucraina è libera di usare le armi fornite dall’Occidente anche contro obiettivi militari in territorio russo. Ha però subito chiarito che non si tratta di una svolta nella politica tedesca, ma di una prassi già in vigore da tempo in altri paesi. L’ipotesi di inviare i missili da crociera Taurus, con una gittata di 500 km, è tuttavia esclusa: secondo fonti governative, la questione è al momento “fuori discussione”. Il governo intende mantenere un profilo basso sulle forniture militari, appellandosi a una strategia di ambiguità comunicativa. Intanto, l’incontro a Berlino con il presidente ucraino Zelenskyj servirà a presentare un nuovo pacchetto di aiuti, ma senza elementi risolutivi.
La posizione di Merz ha suscitato perplessità anche tra i suoi alleati di coalizione. La SPD ha sottolineato che non c’è alcuna novità rispetto alla linea già adottata nel 2024 dal ministro della Difesa Pistorius. Le sue dichiarazioni sono state definite “più retoriche che sostanziali” e hanno generato confusione anziché chiarezza. Inoltre, i missili Taurus richiederebbero il coinvolgimento operativo di militari tedeschi, il che aprirebbe scenari politicamente delicati. A ciò si aggiungono le riserve di Washington, dove il presidente Trump frena su nuove sanzioni alla Russia. Malgrado le dichiarazioni passate di Merz a favore dei Taurus, oggi prevale la cautela. L’invio di armamenti con alta capacità offensiva resta bloccato da considerazioni strategiche, giuridiche e politiche.
Klingbeil annuncia un maxi piano da 110 miliardi per la modernizzazione infrastrutturale
Klingbeil: 110 Milliarden Euro für die Infrastruktur noch 2025
Il ministro delle Finanze Lars Klingbeil ha presentato un ambizioso piano di investimenti da 110 miliardi di euro per il 2025, pari a un aumento del 47% rispetto all’anno precedente. L’obiettivo è modernizzare infrastrutture chiave come scuole, ospedali, ponti, ferrovie, reti energetiche e digitali. Le risorse provengono dal fondo straordinario per la trasformazione, creato grazie a un allentamento della regola del freno al debito. Secondo il governo, la misura punta a rilanciare l’economia tedesca e ridurre i colli di bottiglia infrastrutturali accumulatisi negli anni. Klingbeil ha insistito sulla volontà di imprimere un cambiamento tangibile nella vita quotidiana dei cittadini, sostenendo che lo Stato debba funzionare meglio per chi lavora duramente.
Non mancano tuttavia polemiche. I Verdi accusano la nuova coalizione di voler usare parte delle risorse per coprire buchi di bilancio, tradendo gli accordi che prevedevano investimenti “aggiuntivi” e non sostitutivi. Secondo loro, almeno 25 miliardi del fondo non saranno impiegati in nuove opere, ma in misure non riconducibili agli investimenti, come il taglio delle tasse sull’energia. Il ministero replica sostenendo che le critiche sono infondate e che le spese sono coerenti con i patti. Tuttavia, problemi ereditati dal precedente esecutivo limitano l'effettiva disponibilità di fondi freschi. Resta aperto il nodo su come finanziare il taglio dei costi energetici, che secondo il piano sarà a carico del bilancio ordinario e non del fondo speciale.
Merz apre all’uso delle armi occidentali su obiettivi russi, ma senza menzionare i Taurus
Merz gibt der Ukraine mehr Freiheit beim Einsatz westlicher Waffen
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha dichiarato che la Germania non pone più limiti di gittata alle armi consegnate all’Ucraina, riconoscendole il diritto di colpire obiettivi militari anche in territorio russo. Le sue parole, diffuse su X, hanno inizialmente lasciato intendere un possibile via libera alla fornitura dei missili Taurus, ma il governo ha poi chiarito che non vi è alcuna decisione in tal senso. Merz stesso ha più volte ribadito che le scelte sui singoli sistemi d’arma non saranno più rese pubbliche. La dichiarazione si inserisce in una strategia di ambiguità comunicativa, volta a lasciare incerto il perimetro delle capacità militari ucraine, senza confermare nuove forniture.
La posizione annunciata sembra allinearsi a quelle di Francia, Regno Unito e Stati Uniti, che hanno già fornito sistemi a lungo raggio come Storm Shadow e Atacms. Nessuna modifica formale è stata introdotta, ma la linea tedesca appare ora più permissiva sull’uso delle armi già inviate. Il governo non ha mai imposto un divieto legale all’uso offensivo delle armi occidentali, preferendo un approccio informale e prudente per evitare l’escalation del conflitto con la Russia. Le parole di Merz sono state criticate da Mosca, che ha definito la nuova linea tedesca “pericolosa” e contraria a una soluzione politica del conflitto. Nonostante il tono deciso, rimangono forti cautele sull’invio dei Taurus.
Merz tra diplomazia e fermezza nel conflitto commerciale con Trump
Trumps Zölle: Friedrich Merz auf diplomatischer Gratwanderung
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz si muove con cautela nel crescente scontro commerciale con gli Stati Uniti. Dopo una serie di contatti diretti con Donald Trump, Merz cerca un equilibrio tra difesa degli interessi tedeschi e mantenimento di una linea di dialogo. Il presidente americano minaccia infatti di imporre dal 9 luglio dazi del 50% sulle importazioni europee, colpendo in primis l’industria automobilistica tedesca. Secondo le stime, un simile provvedimento potrebbe ridurre il PIL tedesco dello 0,8% nel solo 2025, causando una perdita di 35 miliardi di euro. La strategia di Merz, condivisa con il vicecancelliere Klingbeil, punta alla de-escalation, ma senza cedere sul piano della coesione europea.
Nonostante il rischio di fratture tra Stati UE e l’intento di Trump di negoziare bilateralmente, Berlino sostiene la centralità della Commissione europea nelle trattative. Merz si prepara a un incontro diretto con il presidente statunitense nei primi giorni di giugno, puntando su legami personali e passati professionali comuni. Il governo tedesco è consapevole dei rischi, ma anche delle debolezze strutturali della posizione americana: secondo gli economisti, l’economia USA subirebbe danni ancora maggiori da un’escalation tariffaria. Merz evita dichiarazioni pubbliche troppo dure, lasciando a Klingbeil la gestione della comunicazione. In Europa, le mosse di Trump sono viste come un invito al confronto: una prova di forza travestita da negoziato.
Merz sostiene l’obiettivo del 5% per la difesa in vista del vertice NATO
Fünf-Prozent-Ziel: Deutschlands Botschaft an Trump
In vista del vertice NATO di fine giugno a L’Aia, il cancelliere Friedrich Merz ha dichiarato che la Germania è pronta ad avvicinarsi all’obiettivo del 5% del PIL per la spesa in difesa entro il 2032. Tale soglia, promossa dagli Stati Uniti, mira a rafforzare la deterrenza dell’Alleanza Atlantica di fronte alla crescente minaccia russa. Il piano, sostenuto anche dal segretario generale uscente Mark Rutte, prevede una suddivisione: il 3,5% in spese militari dirette e l’1,5% in settori legati alla sicurezza, come infrastrutture critiche e cybersicurezza. Il supporto pubblico di Berlino è stato percepito a Bruxelles come un segnale politico rilevante, capace di facilitare un consenso interno all'Alleanza.
L’adesione tedesca serve anche a ridurre le tensioni con Donald Trump, che ha più volte accusato gli alleati europei di investire troppo poco nella propria difesa. Il gesto di Merz è interpretato come un tentativo di neutralizzare un tema potenzialmente esplosivo prima dell’incontro bilaterale previsto a Washington. Tuttavia, restano forti divergenze tra Stati Uniti ed Europa sulla questione ucraina. Mentre la NATO ha ribadito l’irrevocabilità del percorso di adesione di Kiev, Trump si oppone a un suo ingresso e frena ogni segnale in tal senso. Una soluzione diplomatica potrebbe essere quella di non menzionare affatto l’Ucraina nel documento finale del vertice.
Trump propone lo scudo missilistico “Golden Dome” al Canada in cambio dell’adesione agli USA
Trump: „Golden Dome“ für Kanada bei US-Beitritt gratis
Donald Trump ha rilanciato l’idea di estendere al Canada la protezione del futuro sistema missilistico americano “Golden Dome”, ispirato all’Iron Dome israeliano. Il presidente ha precisato che, se il Canada resterà uno “Stato indipendente ma diseguale”, dovrà contribuire con 61 miliardi di dollari. Tuttavia, nel caso in cui accettasse di diventare il 51° Stato degli Stati Uniti, la partecipazione sarebbe gratuita. L’offerta, pubblicata su Truth Social, è stata formalmente accolta con cautela a Ottawa, mentre il premier Mark Carney ha ribadito con ironia che il Canada “non è in vendita”.
Il progetto “Golden Dome”, fortemente voluto da Trump sin dal suo insediamento, dovrebbe costare complessivamente 175 miliardi di dollari, con una prima tranche di 25 miliardi già prevista. Secondo il Congressional Budget Office, tuttavia, i costi effettivi potrebbero essere ben più elevati. Diversamente dall’Iron Dome israeliano, il sistema americano coprirebbe un territorio molto più vasto e non risponderebbe a minacce immediate dai Paesi confinanti. La proposta, un misto di provocazione politica e calcolo strategico, rischia di riaccendere le tensioni diplomatiche tra Washington e Ottawa, e solleva dubbi sull'efficacia e la logica di uno scudo antimissilistico su scala continentale.
L’Unione Europea valuta il ritiro del diritto di voto dell’Ungheria
Europa verliert die Geduld mit Ungarn
Ventuno Paesi dell’Unione Europea si sono pronunciati contro l’Ungheria per la repressione dei diritti delle persone LGBTIQ+ e per il divieto dei Pride, che violerebbero l’articolo 2 del Trattato UE. Il nuovo ministro tedesco per l’Europa, Gunther Krichbaum, ha sollevato l’ipotesi estrema della sospensione del diritto di voto dell’Ungheria nel Consiglio UE, finora considerata un’opzione “nucleare”. Anche il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha dichiarato che non si può accettare che una minoranza di Stati blocchi le decisioni comuni. La dichiarazione, sostenuta da 20 Stati, si inserisce in un contesto di crescente frustrazione verso il governo di Orbán e precede possibili nuove misure.
Se il quorum di 21 Stati verrà raggiunto, il Consiglio potrà avanzare alla seconda fase della procedura dell’articolo 7, che prevede il ritiro effettivo del diritto di voto. Intanto, la Commissione UE resta cauta: pur affermando di voler difendere i diritti fondamentali, ha rimandato ogni decisione a un’analisi giuridica. La strategia sembra condizionata anche dalle prossime elezioni parlamentari ungheresi e dal timore di danneggiare l’opposizione. Oltre al tema LGBTIQ+, restano aperte le infrazioni legate al “sovranity law” e al congelamento di 18 miliardi di euro destinati all’Ungheria, che Bruxelles potrebbe sfruttare come leva negoziale.
Il candidato della CDU vince il ballottaggio contro l’AfD nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore
CDU-Kandidat gewinnt Stichwahl gegen AfD-Kontrahenten
Nel più grande circondario della Germania, il candidato CDU Thomas Müller ha ottenuto il 59,7% dei voti, superando il rappresentante dell’AfD Enrico Schult nel ballottaggio per la carica di Landrat nella Mecklenburgische Seenplatte. Anche in altri due distretti – Vorpommern-Rügen e Vorpommern-Greifswald – i candidati dell’AfD sono stati sconfitti dai rappresentanti della CDU e da candidati indipendenti sostenuti dalle forze democratiche. La partecipazione è stata più bassa rispetto al primo turno, ma l’appello degli sconfitti di SPD e Linke a favore di Müller ha avuto effetto.
La vittoria è stata interpretata come un successo delle forze democratiche, con la premier regionale Schwesig che ha affermato: “Siamo più numerosi. La democrazia ha vinto.” Tuttavia, il risultato relativamente elevato ottenuto dall’AfD continua a preoccupare. Per i vertici AfD, la competizione ha dimostrato che il partito guadagna terreno anche in contesti avversi. La CDU ha invece rivendicato il ruolo di principale forza politica locale moderata, affermando la propria centralità nel panorama politico regionale.
Tensioni al Shangri-La Dialog: Pechino accusa gli Stati Uniti di provocazioni nel Pacifico
Reaktion auf Hegseth-Rede: China wirft den USA vor, den Indo-Pazifik „in ein Pulverfass zu verwandeln“
Il ministro della Difesa americano Pete Hegseth ha messo in guardia contro un’imminente minaccia militare cinese a Taiwan, affermando che l’esercito di Pechino starebbe simulando attivamente operazioni d’attacco. Nel suo intervento a Singapore, ha chiesto ai partner regionali asiatici di aumentare la spesa per la difesa, sottolineando che la deterrenza ha un costo. Hegseth ha dichiarato che gli Stati Uniti non intendono cedere la loro posizione strategica nell’Indo-Pacifico, né tollerare che gli alleati vengano subordinati a Pechino.
La risposta della Cina è stata immediata e aspra. Il portavoce del ministero degli Esteri ha accusato gli Stati Uniti di destabilizzare la regione e ha ribadito che Taiwan è una questione interna cinese. Il rappresentante militare cinese a Singapore ha respinto le dichiarazioni di Hegseth come infondate e provocatorie. La mancata presenza del ministro cinese della Difesa alla conferenza è stata interpretata come un chiaro segnale di rifiuto del dialogo diretto. Il confronto dimostra quanto la questione di Taiwan resti un potenziale punto critico per la stabilità regionale.
Xi Jinping, il tè Oolong e la diplomazia della “via del tè” verso Mosca
Xi, Oolong-Tee und eine Route nach Moskau
Nel sud-est della Cina, tra le montagne nebbiose di Wuyishan, si coltiva uno dei tè più rinomati del paese, il Jinjunmei, lavorato a mano e venduto a prezzi elevatissimi. Ma oggi il tè cinese, oltre a rappresentare una risorsa culturale e commerciale, diventa anche uno strumento politico. La leadership di Pechino ha lanciato la candidatura della “via del tè verso Mosca” come patrimonio dell’UNESCO, trasformando una secolare rete commerciale in un simbolo di cooperazione sino-russa. Nella retorica ufficiale, il tè diventa emblema di amicizia geopolitica, mentre Xi Jinping ne fa uso strategico: due tazze per lui al Congresso del Popolo, una per gli altri.
A Wuyishan, il culto del tè è alimentato da un turismo organizzato attorno al ricordo del passaggio di Xi nel 2021. La zona è sorvegliata, l’accesso per stranieri limitato, e il racconto patriottico si intreccia con la storia coloniale: qui, nel XIX secolo, Robert Fortune trafugò piante e segreti per l’Impero britannico. Oggi, i produttori locali, come Liu Shuixian e Xu Caiyou, continuano una tradizione che genera ricchezza, prestigio e connessioni con l’apparato politico. Intorno al tè si gioca una partita diplomatica e culturale che mira a consolidare l’influenza cinese lungo nuove rotte eurasiatiche.
Tecnologia, impresa e innovazione
Start-up e intelligenza artificiale
“GPT made in Germany?: Was KI-Unternehmen in Deutschland bremst – und was bereits gelingt”
Un’inchiesta del Tagesspiegel analizza le capacità e i limiti dell’ecosistema tedesco dell’intelligenza artificiale. In Germania si contano già alcuni “unicorni” dell’AI (startup molto valutate) e una decina di imprese innovative impegnate nel generative AI. Ad esempio, la startup Aleph Alpha di Heidelberg (creatrice del modello linguistico “Luminous”) sta raccogliendo finanziamenti fino a 100 milioni di euro per la sua ricerca, con persino SAP pronta a investire. Tuttavia, una ricerca Bitkom rivela che solo il 9% delle imprese tedesche utilizza l’IA oggi, suggerendo un grande potenziale inespresso nel settore del Mittelstand. L’articolo spiega che i vantaggi competitivi (qualità dei dati da settori come automotive e meccanica tedesca) ci sono, ma problemi di costi elevati per hardware specializzato, scarsità di talenti e un mercato degli investimenti ancora cauto frenano la diffusione. In conclusione, i giornalisti evidenziano come in Germania si stia formando un cospicuo bacino di ricerca AI di alto livello (tanto che la partecipazione scientifica tedesca alle paper di punta è quarta al mondo), ma sottolineano anche la necessità di più capitali privati e incentivi pubblici mirati per evitare che il paese resti indietro nella “corsa globale all’innovazione IA”.
Investimenti di Stato nelle start-up
“Wirtschaftsministerin will mehr Geld für Start-ups ausgeben”
Il nuovo ministro dell’Economia Katherina Reiche (CDU) ha annunciato l’intenzione di mobilitare “centinaia di miliardi” di capitale pubblico per sostenere le start-up tedesche. Come riporta il Tagesspiegel, in un discorso Reiche ha dichiarato che, nonostante i vincoli di bilancio, il governo intende investire somme ingenti (ad es. tramite fondi statali e garanzie) per mantenere in patria le imprese innovative più promettenti. La ministra ha puntato sia su giovani start-up che su scale-up già affermati, con focus su tecnologie strategiche (ad es. semiconduttori, idrogeno verde, digitalizzazione industriale). L’articolo sottolinea che l’obiettivo è contrastare la fuga di capitali verso Silicon Valley o Asia, trattenendo talento e idee in Germania. Si suggerisce che questi fondi sosterranno incubatori, fondi di venture capital pubblici e progetti di ricerca. L’annuncio rientra nell’impegno della nuova coalizione di spingere sull’“High-Tech-Agenda” tedesca per rilanciare innovazione e occupazione qualificata.
Macchinari Made in Germany
“Technik, die den Takt der gesamten Industrie vorgibt”
Un approfondimento FAZ sui campioni dell’industria tedesca sottolinea che i costruttori di macchinari e impianti (la cosiddetta “Maschinenbau”) reggono il motore economico nazionale grazie a innovazione e internazionalizzazione. L’articolo mostra come aziende di medie dimensioni (es. Netzsch Group) stiano investendo all’estero: in India è in costruzione uno stabilimento hi-tech che raddoppierà la capacità produttiva locale, dotato di pannelli solari (cui è attribuito un risparmio di ~200 tonnellate di carbone/anno) e sistemi di recupero acqua. Questi esempi dimostrano come “competenza di soluzione, qualità e innovazione” siano gli assi portanti del settore tecnologico tedesco. In sintesi, il pezzo indica che l’industria tedesca continua a investire in ricerca & sviluppo (machine learning nell’automazione, additive manufacturing, ecc.) e in progetti green (produzione sostenibile, energie rinnovabili sul posto), ribadendo il ruolo di cuore tecnologico dell’Europa.
Veicoli elettrici e infrastrutture di ricarica
“Infrastruktur für E-Autos: Mehr Ladestationen in Deutschland”
Un articolo di settore riporta l’impegno del governo Merz nel creare un’infrastruttura nazionale per veicoli elettrici. Si prevedono investimenti pubblici per aumentare il numero di colonnine di ricarica ad alta potenza sulle autostrade e nelle aree urbane. Secondo i dati forniti, entro il 2030 la Germania dovrebbe contare su decine di migliaia di punti di ricarica fast (stazioni ogni 50 km sulle strade principali). Il piano include incentivi alle utility e semplificazioni normative (scorporo dagli oneri di rete) per favorire nuovi investimenti nel settore. L’articolo osserva che ciò risponde alla rapida diffusione delle auto elettriche (di cui parlano i costruttori tedeschi), e commenta che una migliore rete di ricarica è cruciale per ridurre l’ansia da autonomia dei consumatori. L’analisi evidenzia inoltre che la digitalizzazione (app di pianificazione viaggi EV, interoperabilità delle reti di ricarica) sarà collegata a questo sviluppo infrastrutturale, completando così la transizione elettrica della mobilità nazionale.
Altro su aziende tecnologiche tedesche
“Deutsche Firmen im Tech-Bereich – Lagebericht”
Un servizio del Handelsblatt riepiloga lo stato di salute delle imprese tecnologiche tedesche. Si segnala che, nonostante la cronica carenza di chip, molte aziende investono in microelettronica: Siemens e Bosch collaborano per un nuovo impianto di produzione di chip in Europa, in cooperazione con partner come Intel. Viene segnalato anche lo sviluppo di nuove fab (fabbriche di semiconduttori) nel Baden-Württemberg, sostenute da piani UE e nazionali per la sovranità digitale. Inoltre, il pezzo menziona startup tedesche nel settore biotech/healthtech che stanno emergendo grazie a maggiori capitali stranieri: esempio è la giovane Biotech BioNTech di Tubinga, che amplia la propria produzione dopo il successo dei vaccini. Infine, l’analisi conclude che, sebbene la Germania sia ancora dietro USA e Asia in certi campi (cloud, social media, AI consumer), il boom dell’industrial tech e del deep-tech potrebbe imprimere un’accelerata decisiva alla competitività nazionale (riferendo dichiarazioni di CEO e analisti di settore).