Rassegna della stampa tedesca #130
Quello che segue è il Monitoraggio della stampa tedesca, curato dalla redazione di Stroncature, su commissione della Fondazione Hanns Seidel Italia/Vaticano. Il monitoraggio ha cadenza settimanale ed è incentrato sui principali temi del dibattito politico, economico e sociale in Germania. Gli articoli sono classificati per temi.
Stroncature produce diversi monitoraggi con taglio tematico o geografico personalizzabili sulla base delle esigenza del committente.
Executive Summary – Monitoraggio stampa tedesca (22–29 giugno 2025)
Il numero di questa settimana del monitoraggio della stampa tedesca si concentra su una fase cruciale della politica di sicurezza e difesa europea. Il Consiglio Europeo ha rilanciato l’obiettivo della sovranità strategica, accelerando l’integrazione industriale e l’impiego di fondi europei per la difesa. Contestualmente, il vertice NATO dell’Aia ha sancito un cambiamento storico, fissando al 5% del PIL l’obiettivo di spesa per la sicurezza. La Germania ha confermato il superamento del freno al debito per finanziare tale transizione e ha avviato una serie di riforme legislative e industriali per velocizzare gli appalti militari e mobilitare l’apparato produttivo nazionale secondo la logica della “difesa complessiva”. In questo contesto, il dibattito interno si polarizza: da un lato crescono le richieste di trasparenza sull’allocazione dei fondi e sulla coerenza con le priorità sociali; dall’altro, le grandi imprese, come Airbus, sollecitano un radicale ripensamento delle politiche europee in materia di procurement e cooperazione tecnologica.
Sul piano internazionale, la Germania intensifica la propria azione diplomatica e industriale, rafforzando il dialogo strategico con Francia, Regno Unito e Canada. L’accordo UE-Canada evidenzia un progressivo riassetto geopolitico, con Ottawa che si avvicina ai progetti europei di difesa, mentre Washington appare sempre più distaccata. Al vertice NATO, il ruolo ambiguo di Trump ha sollevato interrogativi sulla credibilità dell’impegno americano. Di conseguenza, Berlino si presenta come attore centrale nella costruzione di un’autonomia difensiva europea, sostenendo l’aumento degli investimenti nella Bundeswehr e coordinando nuove iniziative legislative e industriali. L’intensificazione della spesa militare è accompagnata da uno sforzo di revisione della strategia industriale tedesca e dal lancio di progetti strategici in settori emergenti, come i robot umanoidi e le infrastrutture per l’intelligenza artificiale. Tuttavia, la frammentazione delle candidature tedesche alle AI-Gigafactories europee segnala ancora criticità strutturali nella governance industriale nazionale.
Politica estera e sicurezza
Conclusioni del Consiglio Europeo sulla sicurezza e difesa dell’UE – 26 giugno 2025
Schlussfolgerungen des Europäischen Rates zur europäischen Sicherheit und Verteidigung, 26. Juni 2025
Il Consiglio Europeo ha ribadito la necessità di rafforzare la sovranità strategica dell’Unione in materia di sicurezza e difesa, riconoscendo che la guerra russa contro l’Ucraina costituisce una minaccia esistenziale per l’Europa. È stato confermato l’obiettivo di potenziare in modo sostanziale la prontezza difensiva entro i prossimi cinque anni, in coerenza con gli impegni assunti anche in ambito NATO. Il Consiglio ha accolto positivamente l’adozione del regolamento sullo strumento SAFE per la sicurezza europea e l’attivazione delle clausole di deroga del Patto di stabilità per sostenere le spese militari. Viene sollecitata una rapida approvazione degli incentivi agli investimenti nel settore difesa all’interno del bilancio UE e della revisione intermedia della politica di coesione. Si sottolinea inoltre l’importanza di mobilitare capitali privati, con l’invito alla Banca Europea per gli Investimenti a rivedere la propria lista di esclusione e ad aumentare i fondi disponibili per la difesa. È stata confermata la centralità della domanda aggregata, della standardizzazione, degli appalti comuni e della piena integrazione del mercato dei prodotti per la difesa. Viene chiesta un’accelerazione sui progetti prioritari coordinati dall’Agenzia europea per la difesa, con attenzione agli enabler strategici e all’innovazione tecnologica. Si invita infine a rafforzare la mobilità militare all’interno dell’Unione e a consolidare le partnership con attori affini come Regno Unito e Canada. I progressi saranno riesaminati nel vertice di ottobre.
La NATO fissa al 5% del PIL il nuovo obiettivo di spesa per la difesa
NATO beschließt Fünfprozentziel
Durante il vertice dell’Aia, i Paesi membri della NATO hanno concordato un impegno formale a destinare, entro il 2035, almeno il 5% del prodotto interno lordo nazionale alla difesa e alla sicurezza. L'accordo prevede che il 3,5% sia riservato a spese militari dirette e il restante 1,5% a capacità complementari, tra cui la protezione delle infrastrutture critiche, la difesa cibernetica, la resilienza civile, l’innovazione e il rafforzamento dell’industria della difesa. I contributi a favore dell’Ucraina saranno computabili in entrambe le categorie. Il segretario generale Mark Rutte ha definito l’intesa come la base per una NATO “più forte, più equa e più letale”. Il target sarà riesaminato nel 2029 in base all’evoluzione della minaccia russa, indicata come minaccia permanente alla sicurezza euro-atlantica. Tuttavia, l’interpretazione dell’accordo non è unanime: alcuni Paesi, come la Spagna, intendono rispettarlo con una spesa inferiore al livello fissato, suscitando critiche da parte di altri membri. Trump ha rivendicato il merito dell’accordo, sostenendo di aver spinto da anni verso questo traguardo. L’impegno segna una svolta strutturale nella strategia di deterrenza dell’Alleanza, che cerca di rafforzare il proprio fronte interno in un contesto internazionale instabile.
Le parole di Trump e i calcoli di Putin
Gipfel in Den Haag: Trumps Worte und Putins Kalkül
Durante il vertice NATO all’Aia, Donald Trump ha espresso un sostegno ambiguo all’Alleanza, definendo l’articolo 5 meno sacro di quanto sostenuto da Biden. Sebbene si tratti di un parziale riconoscimento, non si devono sottovalutare i dubbi da lui seminati sulla reale volontà americana di intervenire in caso di attacco contro un alleato. La sua storica diffidenza verso le alleanze e il suo orientamento isolazionista si riflettono in questa posizione. Trump può vantare, però, un risultato concreto: ha spinto gli europei ad aumentare significativamente le spese militari, liberando così risorse statunitensi da ridistribuire soprattutto in Asia. Tuttavia, confondere obblighi contrattuali con affidabilità strategica è pericoloso. Putin, osservando Trump, potrebbe ritenere meno credibile l’impegno militare americano e regolarsi di conseguenza. In questo contesto, l’Europa è chiamata a innalzare da sola la soglia di deterrenza nei confronti della Russia, senza poter fare affidamento incondizionato sugli Stati Uniti.
Vertice UE-Canada: “Vediamo il mondo con lo stesso sguardo”
EU-Kanada-Gipfel: „Wir sehen die Welt durch eine ähnliche Brille“
In occasione del vertice tra Unione Europea e Canada svoltosi a Bruxelles, è stata annunciata la firma di una nuova partnership strategica in materia di sicurezza e difesa. L’accordo prevede l’accesso del Canada ai progetti europei di armamenti all’interno del programma SAFE da 150 miliardi di euro, pensato per rafforzare la base industriale della difesa europea. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha sottolineato che i colloqui per definire l’intesa amministrativa inizieranno immediatamente, con l’obiettivo di integrare Ottawa nei principali programmi di produzione congiunta. Il premier canadese Mark Carney ha identificato come ambiti prioritari la fabbricazione di munizioni, l’aerospazio, la cyberdifesa e l’intelligenza artificiale, dichiarando che la cooperazione sarà vantaggiosa anche per l’Ucraina. L’articolo evidenzia che questa convergenza riflette anche il progressivo raffreddamento dei rapporti tra Canada e Stati Uniti: il governo canadese mira a rafforzare i legami strategici con l’Europa proprio mentre Washington mostra crescenti segni di disimpegno. Il vertice ha così assunto un valore simbolico e politico rilevante, poiché rappresenta un primo passo concreto verso la costruzione di un partenariato euro-canadese in materia di difesa industriale e tecnologica, in un quadro di affinità politica e comune visione multilaterale.
Merz: promesse di forte sostegno all’Ucraina, ma servono fatti
Originale: „Das Merz-Versprechen“.
L’editorialista di Die Welt Caroline Turzer commenta la dichiarazione di supporto di Merz all’Ucraina. Merz ha annunciato «i passi giusti» per sostenere l’Ucraina, ma l’autrice rimarca che se il nuovo cancelliere vuole mantenere il suo ruolo guida, «alle parole devono seguire i fatti». In particolare, dato che la Russia si sta rimobilitando per una nuova offensiva, Merz dovrà tradurre l’enfasi verbale sulla difesa dell’Ucraina in misure concrete: maggiori forniture di armi, continuità nell’addestramento militare, e prosecuzione del pacchetto di sicurezza europea. Il commento implica che la Germania ha assunto un impegno storico nella guerra in Ucraina e non può permettersi passi indietro: la promessa di Merz dovrà tradursi in aumenti di spesa e aiuti concreti per Kiev.
La Germania accelera gli acquisti militari per rafforzare la Bundeswehr
Bundesregierung möchte Waffenkäufe beschleunigen
Il governo federale tedesco ha annunciato un disegno di legge volto a semplificare radicalmente le procedure per l’acquisto di armamenti, in risposta all’intensificarsi della minaccia russa. Il provvedimento, promosso dai ministeri della Difesa e dell’Economia, prevede l’esclusione degli appalti urgenti dalle gare europee, limitandoli al solo ambito nazionale, e l’eliminazione della sospensione automatica delle procedure in caso di ricorso da parte dei concorrenti esclusi, che finora ha spesso causato ritardi significativi. Il testo introduce anche la possibilità di avviare gare d’appalto senza copertura finanziaria già definita e riduce gli obblighi di documentazione, con l’obiettivo di snellire i processi burocratici. La ratio normativa è esplicitamente legata alla postura aggressiva del Cremlino, che secondo Berlino persegue obiettivi oltre l’Ucraina. In questo quadro, il rafforzamento della Bundeswehr e della deterrenza complessiva dell’Alleanza Atlantica diventa prioritario. Il progetto si inserisce in un trend di crescita costante del bilancio della difesa, parzialmente esentato dalla regola del pareggio di bilancio. L’associazione dell’industria della difesa BDSV ha accolto con favore la proposta, sottolineando il potenziale impulso all’efficienza produttiva e operativa del comparto militare tedesco.
Questioni militari e Industria della difesa
Il Bundestag approva investimenti militari per oltre tre miliardi di euro
Haushaltsausschuss genehmigt Investitionen in Milliardenhöhe
Il Comitato bilancio del Bundestag ha approvato sette nuovi programmi di acquisizione e aggiornamento della Bundeswehr, per un valore complessivo superiore ai tre miliardi di euro. Tra le principali voci figura l’acquisto di nuovi laser di puntamento per il caccia Eurofighter (358 milioni), destinati a sostituire i modelli precedenti e migliorare le capacità di localizzazione di obiettivi mobili e di ricognizione. È stata autorizzata inoltre una fornitura congiunta con il Belgio di visori termici Clip-On per le truppe di fanteria (49 milioni), da impiegare in combinazione con visori notturni convenzionali. Un miliardo di euro sarà destinato all’ammodernamento dei sottomarini della classe U212A, con aggiornamenti ai sistemi di navigazione, comando e sonar, da eseguire durante le manutenzioni previste. Sono stati approvati anche contratti quadro per la fornitura di materiali per la difesa NBC, l’upgrade dei simulatori per elicotteri NH90 della Marina (46,5 milioni) e la produzione di munizioni per MG3 e MG5 (300 milioni). Infine, è stato firmato un nuovo contratto per l’estensione dei servizi IT del programma HERKULES (1,5 miliardi), con particolare attenzione al supporto per la Brigata stanziata in Lituania e allo sviluppo di capacità cloud. Tutti gli investimenti saranno finanziati congiuntamente tramite il bilancio ordinario della difesa e il fondo speciale Bundeswehr.
Il bilancio della difesa tedesca 2025 sale a 62,4 miliardi di euro
Verteidigungshaushalt 2025 steigt auf 62,4 Milliarden Euro
Il governo tedesco ha presentato il progetto di bilancio federale per il 2025, che prevede un aumento complessivo a 503 miliardi di euro, con un incremento del 6,1% rispetto all’anno precedente. Tra le voci più rilevanti figura il forte rialzo del bilancio della difesa, che passerà da 53,3 a 62,4 miliardi di euro. Tale aumento è reso possibile da una modifica costituzionale che esclude dalla regola del pareggio di bilancio le spese per difesa e sicurezza oltre l’1% del PIL. Il piano finanziario prevede un’espansione continua fino al 2029, con un budget per la difesa che potrebbe raggiungere 152,8 miliardi di euro, pari al 3,5% del PIL, in linea con i nuovi obiettivi NATO. Sono inoltre disponibili 24,1 miliardi dal fondo straordinario per la Bundeswehr, a cui si aggiungeranno 25,5 miliardi nel 2026 e 27,5 miliardi nel 2027. Il bilancio prevede anche stanziamenti fissi di 8,5 miliardi per il sostegno all’Ucraina e 6 miliardi per protezione civile, intelligence e cybersicurezza. Per evitare ritardi, il Ministero delle Finanze sollecita l’avvio immediato dei contratti e l’autorizzazione parlamentare a nuovi impegni, sottolineando il rischio che i fondi non utilizzati possano decadere, specie in caso di ritardi da parte dell’industria.
Airbus chiede una svolta strutturale nella politica industriale della difesa europea
Airbus fordert Paradigmenwechsel in der Rüstungspolitik
René Obermann, presidente del consiglio di sorveglianza di Airbus, ha dichiarato che l’attuale contesto geopolitico richiede più di un semplice aumento della spesa militare. In un’intervista rilasciata al Redaktionsnetzwerk Deutschland, ha sostenuto che senza riforme strutturali l’Europa resterà inefficace nella costruzione di una reale capacità di difesa autonoma. Obermann ha denunciato i ritardi delle attuali procedure di appalto, la frammentazione tecnologica dei circa 180 sistemi d’arma europei e l’insufficiente orientamento dei bandi verso fornitori europei. Per affrontare la situazione, ha invocato una revisione del diritto europeo in materia di appalti e un passaggio a metodi agili di sviluppo, attraverso piccoli gruppi di lavoro integrati tra imprese tecnologiche emergenti, grandi contractor e forze armate. Questa cooperazione snella, secondo Obermann, ridurrebbe tempi e costi, rafforzando al contempo l’innovazione strategica. Il vertice NATO all’Aia confermerà un forte aumento delle spese militari, ma Airbus ritiene che solo un profondo ripensamento delle modalità operative possa rendere efficace tale impegno. L’appello si inserisce in un contesto in cui la sicurezza europea appare sempre più dipendente da una capacità industriale coordinata, efficiente e autonoma.
Vertice NATO a L’Aia: sulla scia untuosa verso il 5 per cento
Nato-Gipfel in Den Haag: Auf der Schleimspur Richtung 5 Prozent
Nel suo reportage dal vertice NATO di L’Aia, Anastasia Zejneli descrive con toni critici e ironici l’accordo tra i 32 Stati membri per portare le spese militari al 5% del PIL entro il 2035. Il compromesso prevede il 3,5% destinato direttamente alla difesa e l’1,5% a infrastrutture connesse alla sicurezza. Il testo sottolinea la centralità del ruolo svolto dal nuovo segretario generale Mark Rutte, abile nel trattenere Donald Trump fino alla fine del vertice e nel garantirne il sostegno tramite un atteggiamento dichiaratamente accomodante. Esemplare è la pubblicazione da parte di Trump di un SMS lusinghiero ricevuto da Rutte, in cui quest’ultimo lo ringraziava per aver costretto l’Europa a rispettare gli obiettivi NATO. L’articolo evidenzia che la retorica celebrativa nasconde però significative tensioni interne all’Alleanza. Spagna e Belgio hanno infatti espresso dubbi sulla fattibilità del target del 5%, limitandosi a ribadire l’impegno a rispettare l’obiettivo del 2%. La Germania, al contrario, ha colto l’occasione per rafforzare la propria leadership: il cancelliere Merz ha definito “storico” il vertice e ha annunciato l’aumento delle spese militari fino a 153 miliardi di euro entro il 2029. Tuttavia, la dichiarazione finale non menziona la futura adesione dell’Ucraina, segno della crescente ambiguità strategica della NATO. L’articolo conclude che l’accordo raggiunto, sebbene accolto con favore da Polonia e Paesi baltici, lascia irrisolte molteplici questioni politiche e pratiche, dalla sostenibilità dei bilanci nazionali all’effettiva coesione dell’Alleanza.
“Difesa complessiva” – così l’industria tedesca deve diventare pronta alla guerra
„Gesamtverteidigung“ – So soll Deutschlands Industrie kriegstüchtig werden
Nel suo reportage, Die Welt descrive in dettaglio come il governo federale tedesco, in collaborazione con l’industria nazionale, stia promuovendo un nuovo modello di “difesa complessiva” (Gesamtverteidigung) ispirato alle dottrine di sicurezza scandinave e baltiche. In occasione della Giornata dell’Industria 2025, il presidente del BDI, Siegfried Russwurm, e il cancelliere Friedrich Merz hanno annunciato una strategia volta a mobilitare anche il settore produttivo civile in funzione difensiva. L’obiettivo è rendere le imprese strutturalmente pronte a sostenere un conflitto su larga scala, sia attraverso la riconversione industriale che tramite l’accumulo di scorte critiche e l’addestramento del personale. Tra le misure previste vi sono: riserve obbligatorie di materiali e componenti essenziali, piani per garantire continuità produttiva in caso di attacchi informatici, e cooperazione sistematica tra ministeri, imprese e forze armate. Il modello punta anche al rafforzamento delle capacità logistiche nazionali, all’ampliamento delle forniture dual use, e a una digitalizzazione delle infrastrutture sensibili. Il concetto di “difesa complessiva” segna un passaggio culturale netto: la sicurezza non è più solo competenza statale, ma una responsabilità condivisa. La Federazione dell’Industria Tedesca (BDI) sostiene apertamente l’iniziativa, ma avverte che per essere efficace servono certezza normativa, semplificazione delle gare d’appalto e incentivi economici. Il governo si è impegnato a istituire un’apposita unità di coordinamento interministeriale entro l’autunno. L’articolo conclude osservando che, se attuata pienamente, questa strategia rappresenterebbe il più profondo riassetto delle relazioni tra Stato e industria dai tempi della Guerra Fredda.
Obiettivo NATO: cinque per cento per tutti, il 2,1 per cento per la Spagna?
NATO-Verteidigungsziel: Fünf Prozent für die anderen, 2,1 Prozent für Spanien?
Il reportage della FAZ ricostruisce il braccio di ferro tra la Spagna e il vertice NATO di L’Aia sul nuovo obiettivo di spesa militare pari al 5% del PIL. Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha dichiarato che Madrid non aderirà a tale soglia, ritenendola insostenibile e contraria agli interessi nazionali: con il 2,1% del PIL, afferma, la Spagna può raggiungere risultati paragonabili a quelli di altri alleati. Come prova del compromesso, Sánchez ha pubblicato una lettera del segretario generale della NATO Mark Rutte in cui si riconosce alla Spagna una certa flessibilità nel definire il proprio percorso di spesa. Tuttavia, Rutte ha subito chiarito pubblicamente che non vi saranno deroghe formali: ogni Stato dovrà contribuire al raggiungimento del 3,5% in spese militari dirette entro il 2035, con revisione nel 2029. L’articolo descrive la strategia linguistica della dichiarazione finale, in cui il soggetto “alleati” sostituisce “noi” per lasciare margini interpretativi. Sánchez, pressato dalla sinistra interna e da un’opposizione conservatrice che lo accusa di mancanza di legittimità, ha presentato l’accordo come una vittoria della razionalità economica. Per il leader socialista, raggiungere il 5% avrebbe implicato tagli draconiani a scuola e sanità o un aumento drastico delle tasse. Rutte, dal canto suo, è stato elogiato per la gestione diplomatica del dossier, evitando che il dissenso spagnolo si trasformasse in un veto e mantenendo l’unità formale dell’Alleanza. L’articolo sottolinea infine che la Spagna, pur avendo aumentato nel 2025 del 10% le spese per la difesa, rimane uno dei Paesi con i livelli di investimento più bassi nella NATO, e che l’accordo raggiunto riflette più un compromesso politico che un allineamento sostanziale agli obiettivi militari.
Bundeswehr: creatività nel reclutamento e nuove iniziative
„Bundeswehr: Kampf um Rekruten – hier zeigt sich die kreative Personal-Strategie der Truppe“.
Un reportage descrive la crisi di immagine e reclutamento della Bundeswehr, che fatica a trovare nuovi soldati. L’esercito tedesco sta quindi sperimentando strategie “creativi e non convenzionali” per attrarre giovani (ad esempio stand promozionali in fiere del fitness a Colonia). L’articolo evidenzia che un simile approccio risponde al quadro attuale: la minor popolarità di un servizio militare volontario e l’aumento del fabbisogno di personale dopo la “Zeitenwende”. La Bundeswehr punta a presentarsi come opportunità di carriera specializzata (es. medicina, chimica, logistica) anziché mera leva obbligatoria. Già si registrano effetti positivi: un crescente interesse ai nuovi programmi di formazione e assunzioni. In sintesi, la Welt documenta come l’esercito tedesco risponda alla penuria di candidati con campagne di immagine mirate, formando una «strategia di personale creativa» che si sta rivelando almeno inizialmente efficace.
Il riarmo sarà molto costoso: il prezzo per la sopravvivenza della NATO è alto
Aufrüstung wird einiges kosten: Der Preis für das Überleben der Nato ist hoch
Tagesspiegel – 25.06.2025
Nell’editoriale, Christopher Ziedler analizza il significato politico e strategico del vertice NATO dell’Aia, evidenziando come l’impegno europeo ad aumentare drasticamente la spesa per la difesa sia stato indotto dalla pressione esercitata da Donald Trump. Il presidente statunitense ha messo in discussione la clausola di difesa collettiva e l’assistenza militare all’Ucraina, spingendo i Paesi europei, Germania in testa, a un drastico cambio di rotta. Per Berlino, ciò ha significato l’abbandono del freno al debito e l’approvazione di una modifica costituzionale che consente spese militari teoricamente illimitate. Secondo Ziedler, questa scelta, sebbene contestata da parte dell’elettorato, ha permesso di guadagnare tempo e rassicurare gli Stati Uniti. Tuttavia, il prezzo politico interno sarà alto: si dovranno reclutare fino a 80.000 nuovi soldati e definire una dottrina di deterrenza condivisa, mentre nel Paese permangono resistenze culturali, sociali e partitiche, soprattutto all’interno della SPD. L’editoriale definisce il vertice un passaggio storico che segna il “maturare” strategico della Germania a ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, ma sottolinea che le difficoltà di attuazione saranno enormi. Il nodo resta se la società tedesca sia disposta a sostenere, anche economicamente, una struttura di difesa permanente e autonoma, in grado di compensare un eventuale disimpegno americano.
Questioni economiche e finanziarie
Sussidi UE per l’industria: agevolazioni sull’elettricità
Originale: „Industriestrompreis: Brüssel billigt deutschen Herzenswunsch“
La Commissione Europea ha esteso le nuove linee guida sugli aiuti di Stato per la transizione verde, assecondando una richiesta tedesca chiave: la possibilità per gli Stati di introdurre un prezzo dell’elettricità agevolato per le imprese energivore. La misura consente ai governi di ridurre del 50% il costo dell’energia per la metà dei consumi annuali delle aziende che investono in misure per il clima. Per la Germania, con la sua larga industria pesante, ciò significa un risparmio sui costi di produzione; il vantaggio fiscale può raggiungere i 50 €/MWh. L’obiettivo dichiarato è sostenere gli investimenti green industriali rendendoli compatibili con la competitività internazionale. Queste nuove regole, chiamate “Clean Industrial Deal”, permettono sussidi diretti mirati alla produzione pulita (ad es. idrogeno verde, efficientamento) ed esentano temporaneamente l’industria dallo shock dei prezzi energetici elevati. L’approvazione a Bruxelles è stata salutata dalle associazioni di categoria come un successo dell’influenza di Berlino in Europa.
Chi ostacola il piano di rilancio degli investimenti in Germania
Standortpolitik: Wer den Investitionsbooster stört
Nel suo commento, Heike Göbel analizza le difficoltà di attuazione del cosiddetto “investitionsbooster”, ovvero il pacchetto di misure fiscali e regolatorie annunciato dal governo Merz per rilanciare la competitività economica tedesca. Il presidente del BDI, Peters Leibinger, elogia la direzione intrapresa dall’esecutivo, ma sottolinea che finora non vi sono risultati concreti. L’autrice segnala come diversi attori all’interno della stessa coalizione stiano ostacolando il percorso: i Länder rallentano le riforme fiscali per ottenere maggiori trasferimenti, mentre la SPD propone un aumento dei contributi sociali, indebolendo la coerenza dell’azione di governo. Nonostante alcuni segnali positivi da Bruxelles e l’avvio delle trattative di bilancio, il clima di incertezza rischia di allontanare gli investitori. Göbel ritiene che Merz e Klingbeil debbano usare la nuova legge di bilancio per imporre una direzione chiara, superando le resistenze interne. In assenza di un piano coerente, gli incentivi restano insufficienti a rendere la Germania un luogo attrattivo per gli investimenti produttivi.
Bilancio nero-rosso: il delirio debitorio di Klingbeil
Schwarz-roter Haushalt: Klingbeils Kreditwahn
Nel suo editoriale, Manfred Schäfers critica aspramente la politica di bilancio del ministro delle Finanze Lars Klingbeil (SPD), accusato di promuovere un’escalation incontrollata dell’indebitamento pubblico. Per l’anno in corso, il governo prevede oltre 140 miliardi di euro in nuovi prestiti, che diventeranno 185 miliardi entro il 2029, senza alcuna garanzia che questa dinamica si interrompa dopo quella data. Secondo Schäfers, il livello di indebitamento previsto porta la Germania verso una traiettoria comparabile a quella degli Stati Uniti, allontanandola dalla tradizionale prudenza fiscale tedesca. Viene contestata la narrazione secondo cui questi debiti servirebbero alla modernizzazione del Paese: né gli investimenti in infrastrutture né quelli nella difesa sarebbero in grado, da soli, di rilanciare l’economia tedesca. Al contrario, l’autore prevede che l’esito più probabile sia un’erosione della stabilità finanziaria e della credibilità fiscale. In assenza di una strategia di consolidamento o di criteri di valutazione degli effetti economici degli investimenti, la politica di Klingbeil rischia di trasformare il bilancio federale in uno strumento di spesa priva di controllo. Schäfers conclude che questo approccio potrebbe condurre non a un rilancio economico, ma a un collasso finanziario.
Bilancio federale: un’assurda sottomissione a Trump
Bundeshaushalt: Aberwitzige Anbiederung an Trump
Nel suo editoriale, Pascal Beucker definisce il bilancio 2025 presentato dal governo nero-rosso un gigantesco programma di indebitamento volto principalmente a compiacere Donald Trump. Il piano prevede una nuova esposizione debitoria pari a 847 miliardi di euro entro il 2029, di cui una quota significativa destinata all’espansione militare. Solo nel 2025 sono previsti 143 miliardi di euro di nuovi debiti. Beucker critica il fatto che, invece di destinare tali risorse a investimenti sociali, climatici o infrastrutturali, l’esecutivo punti su un’escalation della spesa militare, portando le spese della Bundeswehr a oltre il 3,5% del PIL, con l’obiettivo di raggiungere anticipatamente la soglia del 5% concordata in ambito NATO. Il cancelliere Merz ha annunciato l’intenzione di rendere la Bundeswehr la forza armata più potente d’Europa, ma per l’autore si tratta di un’adesione acritica alle richieste statunitensi, in particolare quelle provenienti da un leader instabile e antidemocratico come Trump. Beucker accusa la coalizione di agire per anticipazione, rinunciando a qualsiasi iniziativa autonoma in politica estera e ignorando deliberatamente le esigenze interne. La decisione di tagliare la cooperazione allo sviluppo e di destinare fondi limitati all’edilizia popolare e alla transizione ecologica è interpretata come un segnale di rottura con le promesse elettorali e con una visione equilibrata dello Stato. Secondo l’autore, questa deriva militarista non rende l’Europa più sicura, ma la espone a una dipendenza strategica crescente dagli Stati Uniti.
Bilancio federale 2025: fine dell’austerità
Bundeshaushalt 2025: Schluss mit der Sparpolitik
Il nuovo bilancio presentato dal ministro delle Finanze Lars Klingbeil segna una netta rottura con la linea dell’austerità: per il 2025 sono previsti 503 miliardi di euro di spesa pubblica, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Klingbeil si definisce non un “ministro del risparmio”, ma un “ministro degli investimenti”, sostenendo che la crescita economica e la sicurezza richiedono una spesa pubblica ambiziosa. Il bilancio prevede investimenti record in difesa, infrastrutture e transizione climatica, sostenuti dall’allentamento del freno al debito e dalla creazione di fondi speciali. La spesa sociale resta il principale capitolo di bilancio (190 miliardi), ma il settore difesa crescerà sensibilmente fino a raggiungere i 153 miliardi entro il 2029, avvicinandosi al 3% del PIL. Il piano prevede anche 400 miliardi di investimenti infrastrutturali in dodici anni, e 100 miliardi per il fondo clima e trasformazione (KTF), in parte contestati dai Verdi per il finanziamento di sussidi a energie fossili. Le nuove spese saranno finanziate in larga parte a debito: la Germania prevede quasi 850 miliardi di euro di nuovi prestiti entro il 2029, con un aumento progressivo degli oneri per interessi, che potrebbero superare i 60 miliardi annui. L’esecutivo conta su un rilancio della crescita economica per compensare le maggiori passività. Tuttavia, secondo la documentazione interna, restano aperti ampi squilibri strutturali nei bilanci a medio termine, con un disavanzo di 144 miliardi tra il 2027 e il 2029 che richiederà ulteriori misure.
Politica interna e questioni sociali
Verdi chiedono stop alle esportazioni d’armi verso Israele
Originale: „Grünen-Chefin: Waffenexportstopp für Israels Einsatz in Gaza“
Nel contesto delle polemiche internazionali, Franziska Brantner (co-presidente dei Verdi) ha esortato il governo a bloccare tutte le esportazioni di armi verso Israele, sostenendo che «non devono più essere consegnate armi tedesche usabili a Gaza» poiché c’è il rischio di violazioni del diritto internazionale. Questa presa di posizione politica ha effetti immediati sul comparto industriale: un’eventuale moratoria alle esportazioni d’armi comporterebbe ritardi o cancellazioni di contratti con compagnie tedesche impegnate a fornire equipaggiamenti militari. In pratica, le richieste dei Verdi riflettono le pressioni sociali sul governo: le aziende della difesa tedesca si trovano così ad affrontare incertezza normativa sul mercato estero, soprattutto nei contratti con Israele. Il tema evidenzia la tensione fra imperativi etici della politica interna e interessi di imprese come Rheinmetall o ThyssenKrupp, che contano sugli ordinativi internazionali di armamenti. La domanda generale è se l’esecutivo manterrà gli impegni finora presi o se, in risposta alle critiche, dovrà rivedere la politica di esportazione delle armi.
La pensione per le madri arriverà solo nel 2028: Bas vuole mantenere il livello al 48%
Mütterrente kommt erst 2028: Bas will Rentenniveau bei 48 Prozent sichern
Il primo disegno di legge presentato dalla ministra federale per gli Affari sociali Bärbel Bas (SPD) mira a stabilizzare il livello delle pensioni al 48% rispetto ai salari medi, prorogando la cosiddetta “Haltelinie” almeno fino al 2031. Secondo il testo, lo Stato si impegna a rimborsare alla previdenza sociale le maggiori spese derivanti da questa garanzia, evitando così un aumento dei contributi previdenziali. Il governo prevede inoltre un rapporto di valutazione nel 2029 per esaminare la sostenibilità di tale livello oltre il 2031. Un secondo punto importante della riforma riguarda l’estensione del riconoscimento previdenziale per le madri: per i figli nati prima del 1992, il periodo contributivo riconosciuto passerà da due anni e mezzo a tre. Tuttavia, per ragioni tecniche, questa estensione entrerà in vigore solo nel 2028. La ministra ha sottolineato che la misura rafforza la giustizia intergenerazionale e l’equità di genere, mantenendo stabile il potere d’acquisto delle future pensionate. Inoltre, per favorire la flessibilità in uscita, sarà eliminato il divieto di riassunzione dei lavoratori pensionati presso i precedenti datori di lavoro. Il provvedimento interviene in un momento critico per il sistema previdenziale tedesco, che deve far fronte all’entrata in pensione della generazione dei baby boomer. L’intento dichiarato della riforma è duplice: garantire la sostenibilità del sistema pubblico e, al contempo, tutelare i pensionati da una decrescita reale delle prestazioni.
Tecnologia, impresa e innovazione
Robot umanoidi: uno svevo sfida Apple e Tesla
Humanoide Roboter von Neura Robotics: Dieser Schwabe fordert Tesla und Apple heraus
Il reportage di Sven Astheimer presenta il caso di David Reger, fondatore della startup tedesca Neura Robotics, che ambisce a sfidare i colossi Apple e Tesla nel nascente mercato dei robot umanoidi. A differenza di molti imprenditori tedeschi, Reger adotta un approccio ambizioso: punta a fare di Neura un attore globale nella robotica di nuova generazione. Alla fiera Automatica di Monaco ha presentato Mipa, un robot domestico autonomo dal design compatto e funzionale, programmabile per eseguire mansioni come pulizie, riordino e servizio a tavola. Il modello integra sensori, microfoni e intelligenza artificiale fisica, con aggiornamenti software gestiti tramite la piattaforma Neuraverse, ispirata all’ecosistema dell’App Store. L’azienda, che ha già attirato l’interesse di attori industriali come Vorwerk, punta sulla scalabilità delle funzionalità via software più che sull’hardware. Reger collabora con figure di primo piano come Jensen Huang (Nvidia) e intrattiene contatti diretti con Sam Altman (OpenAI) e il cancelliere Merz. Neura conta oggi 600 dipendenti, con 9 stabilimenti produttivi a Metzingen, un fatturato vicino ai 100 milioni di euro e ordini per 1,3 miliardi. Nonostante passate collaborazioni con partner cinesi, Reger rivendica il controllo totale su proprietà intellettuale e produzione, mantenute in Europa. La visione dell’imprenditore include anche una proposta di riforma fiscale: introdurre una “tassa sui robot” per redistribuire parte dei profitti generati dall’automazione. La storia di Neura riflette l’ambizione di ritagliare per la Germania un ruolo di primo piano in una tecnologia strategica globale, in un settore oggi dominato da USA e Cina.
Progetto europeo per supercomputer AI: nessuna candidatura unitaria tedesca
EU-Projekt: Keine deutsche Gemeinschaftsbewerbung für KI-Gigafactory
Secondo quanto riportato dal Tagesspiegel Background, la Germania si presenterà al bando europeo per la realizzazione delle cosiddette “AI-Gigafactories” con proposte separate e in competizione tra loro. Le tre principali aziende coinvolte – Deutsche Telekom, Ionos (gruppo United Internet) e Schwarz IT (la divisione tecnologica del gruppo Lidl/Kaufland) – non sono riuscite a concordare un piano congiunto. La Commissione Europea prevede la costruzione di fino a cinque supercentri di calcolo per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale su scala industriale, con finanziamenti fino al 35% per un costo complessivo tra i tre e i cinque miliardi di euro per struttura. La mancanza di una candidatura unitaria da parte tedesca viene letta come un’occasione mancata, considerando che il contratto di governo nero-rosso aveva indicato esplicitamente l’obiettivo di ospitare almeno una di queste infrastrutture sul territorio nazionale. SAP, il principale gruppo software tedesco, ha dichiarato di non partecipare, preferendo un ruolo da fornitore tecnologico. La Telekom punta invece a un ruolo guida, proponendosi come soggetto aggregatore di partner tecnologici e istituzionali. I responsabili delle imprese coinvolte lasciano intendere che un coordinamento ex post sia ancora possibile, ma l’attuale frammentazione indebolisce la candidatura tedesca nel confronto con altri Paesi membri. L’articolo evidenzia le criticità sistemiche del sistema industriale tedesco in materia di AI e cloud: visioni divergenti, scarso coordinamento e lentezza decisionale. Il rischio è che l’Italia, la Francia o i Paesi Bassi possano ottenere più di un centro, mentre la Germania si presenta divisa su un’infrastruttura cruciale per l’autonomia tecnologica europea.