Rassegna della stampa tedesca #133
Quello che segue è il Monitoraggio della stampa tedesca, curato dalla redazione di Stroncature, su commissione della Fondazione Hanns Seidel Italia/Vaticano. Il monitoraggio ha cadenza settimanale ed è incentrato sui principali temi del dibattito politico, economico e sociale in Germania. Gli articoli sono classificati per temi.
Stroncature produce diversi monitoraggi con taglio tematico o geografico personalizzabili sulla base delle esigenza del committente.
Difendere l’Europa costa: il piano di von der Leyen merita i suoi due trilioni
Es geht ums Überleben der EU. Das sollte auch zwei Billionen Euro wert sein
Süddeutsche Zeitung – 18 luglio 2025
Il bilancio UE 2028–2034 proposto da Ursula von der Leyen ha scatenato reazioni scontate: populismi agricoli, accuse di sprechi, timori fiscali. Ma la proposta ha una logica chiara: rafforzare la capacità difensiva dell’Europa, modernizzare l’economia e ridurre la vulnerabilità geopolitica. Di fronte alla minaccia russa, alla competizione cinese e al disimpegno americano, l’UE deve investire pesantemente. La riforma intacca i tabù più radicati, in particolare i fondi agricoli e regionali, introducendo vincoli di progetto per ricevere risorse. È prevedibile che ogni gruppo d’interesse – agricoltori, regioni, governi – reagisca con durezza, ma l’alternativa è l’irrilevanza strategica. Berlino ha già bocciato l’impianto definendolo insostenibile: ma ciò rivela solo la paura di perdere consenso in un’epoca segnata dall’ascesa dell’estrema destra. Se le leadership europee non avranno il coraggio di spiegare perché è giusto pretendere di più – anche dalle categorie finora tutelate – allora il progetto europeo rischia di fallire non per mancanza di fondi, ma per mancanza di visione.
Dopo la crisi, l’entusiasmo: il vertice con le imprese ridà fiato a Merz
631 Milliarden Euro für Deutschland – es ist nicht alles nur hoffnungslos
Süddeutsche Zeitung – 21 luglio 2025
Il vertice con i vertici delle grandi aziende tedesche ha offerto al cancelliere Merz e al vicecancelliere Klingbeil una rara tregua politica. L’annuncio di investimenti per 631 miliardi di euro nei prossimi tre anni ha generato entusiasmo, nonostante gran parte di queste risorse fosse già prevista. L’iniziativa “Made for Germany” ha avuto un effetto simbolico forte: ha trasmesso la sensazione che la fiducia industriale nel Paese non sia del tutto perduta. Dopo settimane segnate da tensioni interne alla coalizione, in particolare per la fallita elezione di Brosius-Gersdorf alla Corte costituzionale, Merz può vantare una giornata positiva. Tuttavia, l’articolo invita alla cautela: problemi strutturali come il fabbisogno di personale nella Bundeswehr, la pressione sulla spesa sociale e gli squilibri nel bilancio pubblico non si dissolvono con dichiarazioni ottimistiche. Il rischio è che il governo sottovaluti la portata delle difficoltà e che la retorica positiva finisca per apparire scollegata dalla realtà. La credibilità si gioca sulla capacità di affrontare i nodi, non di edulcorarli.
Asilo e migrazione: Dobrindt spinge per un fronte europeo più duro
Wie Europa sich noch stärker abschotten will
Süddeutsche Zeitung – 18 luglio 2025
In un vertice simbolicamente ospitato sulla Zugspitze, il ministro dell’Interno Alexander Dobrindt ha presentato insieme ad altri omologhi europei un piano in cinque punti per inasprire le politiche migratorie dell’UE. Tra le misure, nuovi accordi con Paesi terzi, centri di accoglienza fuori dall’Unione, e penalizzazioni per gli Stati che ostacolano i rimpatri. Si propone anche il rafforzamento delle frontiere esterne con droni, pattugliamenti e risorse aggiuntive a Frontex. La novità più controversa è la riapertura al modello dei procedimenti d’asilo in Paesi extra-UE, sull’esempio – mai realizzato – del piano britannico con il Ruanda. Mentre la Commissione europea si dice aperta a sostenere finanziariamente l’iniziativa, altri Stati membri come il Lussemburgo la criticano apertamente. Intanto la Germania ha avviato le prime espulsioni verso Kabul: 81 cittadini afghani, molti dei quali condannati penalmente, sono stati rimpatriati. Dobrindt annuncia che la linea proseguirà, anche al prezzo di contatti diretti con i talebani. Le reazioni di ONG e opposizione parlano invece di “danneggiamento del diritto d’asilo” e “rottura del diritto internazionale”. Il confronto resta aperto e destinato a polarizzare.
Viaggi a Mosca, incontri a Baku e Nord Stream 2: la rete parallela del gas russo
Alle Röhren führen nach Moskau
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 18 luglio 2025
Un’inchiesta congiunta della F.A.S., Spiegel e The Insider rivela un’intensa attività diplomatica non ufficiale tra Germania e Russia a partire dal 2022, incentrata sul ripristino di Nord Stream 2. Tra i protagonisti compaiono Matthias Platzeck (SPD), Ronald Pofalla (CDU) e Ralf Stegner (SPD), coinvolti in viaggi riservati a Mosca e Baku, dove si sono incontrati con alti dirigenti di Gazprom. Il contesto è il tentativo russo di riattivare la pipeline con il supporto implicito di ambienti tedeschi e statunitensi. Il businessman americano Stephen Lynch, legato a Trump, ha proposto di acquistare la società Nord Stream 2 per trasformarla in un progetto sotto controllo USA. Intanto, il governo Scholz sembrerebbe aver cercato di evitare il fallimento della società per mantenerla come leva geopolitica. La posizione ufficiale nega contatti istituzionali, ma documenti e testimonianze indicano il contrario. La sopravvivenza legale della pipeline, votata dai creditori prima del cambio di governo, suggerisce che Nord Stream 2 rimane potenzialmente attivabile, qualora il contesto geopolitico – e l’atteggiamento americano – dovessero mutare.
Merz e Klingbeil riuniscono i grandi gruppi: promesse di investimenti per 631 miliardi
Konzerne wollen Milliarden investieren
Süddeutsche Zeitung – 21 luglio 2025
Durante un vertice a Berlino tra il cancelliere Friedrich Merz, il vicecancelliere Lars Klingbeil e 61 grandi aziende tedesche, è stato annunciato un piano di investimenti per 631 miliardi di euro nei prossimi tre anni. L’iniziativa, battezzata “Made for Germany”, intende rilanciare la fiducia nell’economia tedesca, anche se solo 100 miliardi rappresentano nuovi investimenti. Il governo punta a mostrare stabilità politica e pragmatismo dopo i contrasti interni sulla nomina costituzionale. Il messaggio è chiaro: la priorità è la crescita, non la polemica. Ma tra gli economisti il giudizio è diviso. Clemens Fuest (ifo) definisce il summit un buon segnale, ma chiede riforme reali: meno burocrazia, taglio alla spesa pubblica improduttiva e riduzione delle distorsioni nei prezzi dell’energia. Altri, come Stefan Kooths (IfW Kiel), parlano di semplice operazione di marketing. Intanto, Schwarz-Rot ha avviato un “booster” fiscale, un fondo per infrastrutture e la riduzione delle imposte dal 2028. La FDP, però, critica l’assenza delle PMI. Anche il settore automobilistico segnala nuove perdite occupazionali. La svolta industriale, ammoniscono gli osservatori, resta solo parziale.
Nuovo servizio militare: più risorse, selezione obbligatoria e leva come ultima opzione
Mehr Geld, mehr Zwang: So soll der neue Wehrdienst aussehen
Süddeutsche Zeitung – 21 luglio 2025
Il ministro della Difesa Boris Pistorius propone un nuovo modello di servizio militare: volontario, ma con elementi obbligatori. Dal 1° gennaio 2026, tutti i diciottenni riceveranno una comunicazione della Bundeswehr per esprimere disponibilità al servizio. Se la risposta sarà negativa, saranno esclusi, ma restano soggetti a richiamo in caso di riattivazione della leva. Per i nati dal 2008 in poi, è previsto l’obbligo di dichiarazione; per i maschi, anche sanzioni pecuniarie in caso di omissione. Obiettivo: 10.000 nuovi soldati l’anno. Dal 2028, sarà ripristinata la visita di leva obbligatoria, gestita nei centri di carriera. Il servizio, da 6 a 12 mesi, potrà essere svolto in tutte le forze armate, con incentivi economici e alloggi riorganizzati. In caso di necessità, il Bundestag potrà autorizzare la leva obbligatoria anche in assenza di stato di emergenza, con eventuale selezione tramite sorteggio. Il diritto all’obiezione rimane garantito, insieme alla previsione di un servizio civile sostitutivo. Le misure comporteranno un costo annuo fino a 849 milioni entro il 2029.
La coalizione Merz-Klingbeil affonda da sola: tensioni interne più forti delle crisi esterne
Union und SPD: Der derzeit härteste Gegner der Bundesregierung ist sie selbst
Süddeutsche Zeitung – 14 luglio 2025
Nonostante risultati legislativi concreti, la coalizione nero-rossa appare politicamente instabile. L’ultimo caso – il fallimento della nomina di Brosius-Gersdorf alla Corte costituzionale – ha mostrato come CDU e SPD riescano a sabotarsi da sole, offuscando i propri successi. Merz ha tentato di minimizzare l’impatto, ma la serie di incidenti – dalla polemica sull’AfD alla bocciatura della sua elezione a cancelliere al primo turno – ha logorato la fiducia reciproca. Eppure il governo ha mantenuto molte promesse: sgravi fiscali, investimenti pubblici, controllo migratorio. Ma i dissensi interni annullano l’efficacia comunicativa. Il clima deteriorato incide sulla percezione dell’opinione pubblica, che valuta la stabilità più dei contenuti. Ogni scontro lascia ferite, rende più difficile il compromesso e favorisce gli attacchi esterni, in primis della AfD. La lezione dell’esperienza semaforo non è stata appresa: se l’atmosfera nella coalizione non migliora, anche le riforme più ambiziose rischiano di naufragare sotto il peso delle lotte interne.
Due trilioni per l’UE: Berlino rifiuta il piano di von der Leyen
Deutschland lehnt von der Leyens Zwei-Billionen-Etat ab
Süddeutsche Zeitung – 16 luglio 2025
Il progetto di bilancio pluriennale 2028–2034 presentato da Ursula von der Leyen prevede un aumento del budget comunitario a due trilioni di euro. L’obiettivo è rafforzare difesa, competitività e reattività dell’UE. Ma la Germania ha respinto la proposta, definendola irrealistica in un contesto di consolidamento nazionale. Berlino rifiuta anche l’idea di nuove tasse europee sulle imprese e sul riciclo. Il piano prevede la fusione dei fondi agricoli e regionali in uno strumento unico da 865 miliardi, accessibile tramite progetti nazionali. Solo 300 miliardi sono garantiti come pagamenti diretti agli agricoltori. Due nuovi fondi finanzieranno politica estera, difesa, clean tech e supporto all’Ucraina. Per coprire eventuali crisi, sono previsti 400 miliardi extra. La Commissione assicura che il contributo degli Stati resterà stabile, ma propone nuove fonti proprie, come un’imposta sulle grandi aziende. L’ipotesi di nuovo debito comune è per ora esclusa, ma la Francia spinge in direzione opposta. Il confronto tra Merz e Macron prefigura un duro scontro sui futuri assetti finanziari e strategici dell’Unione.
Merz in conferenza stampa: realismo, autocontrollo e un’eco di Merkel
Merz mit einer Prise Merkel
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 18 luglio 2025
Nella sua prima conferenza estiva da cancelliere, Friedrich Merz ha scelto toni misurati e prudenti, rifuggendo slogan e semplificazioni. Interrogato sul celebre “Wir schaffen das” di Angela Merkel, ha riconosciuto che l’obiettivo, in tema migratorio, non è stato raggiunto. Ha quindi difeso le attuali misure restrittive, definendole necessarie ma temporanee. La conferenza, tuttavia, è stata segnata dal caso Brosius-Gersdorf, che ha dominato le domande e messo in ombra l’autovalutazione positiva del governo. Merz ha evitato affermazioni divisive, prendendo le distanze dalle polemiche, pur criticando le modalità con cui è stata trattata la candidata. A parte questo, ha rivendicato il completamento del programma dei primi cento giorni, citando misure su investimenti, asilo e scuola. Ha insistito sul ruolo centrale della difesa, affermando che senza sicurezza, la crescita economica è inutile. Solo in chiusura ha confermato le espulsioni verso l’Afghanistan. La conferenza ha mostrato un Merz più cauto che assertivo: attento a non irrigidire i rapporti con la SPD, e consapevole che la vera prova politica attende il governo dopo la pausa estiva.
Il nuovo bilancio UE preoccupa le Regioni: “Rischiamo di diventare beneficiari senza voce”
Hessen fürchtet EU-Haushalt: „Zum Almosenempfänger degradiert“
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 21 luglio 2025
Il piano della Commissione Europea per il bilancio 2028–2034 prevede una centralizzazione delle risorse e delle decisioni, con trattative dirette tra Bruxelles e i governi centrali. Secondo il ministro europeo dell’Assia, Manfred Pentz (CDU), ciò rischia di trasformare le Regioni in semplici “beneficiarie passive”, senza più alcun potere negoziale o progettuale. L’allarme si estende anche ad altri Länder, timorosi che i fondi europei possano essere utilizzati dallo Stato federale per coprire disavanzi propri. Pentz denuncia la rottura del principio di cogestione che finora ha caratterizzato l’uso dei fondi strutturali, come già avvenuto con il Recovery Fund. L’Assia, che riceve circa 1,2 miliardi di euro di fondi UE nella programmazione in corso, teme per il futuro di importanti strumenti per lo sviluppo rurale, le PMI, la formazione e l’occupazione. La Regione auspica un intervento normativo nazionale per vincolare il governo federale alla concertazione con i Länder. In assenza di correttivi, le nuove regole potrebbero alimentare conflitti interni e ricorsi giuridici, compromettendo la legittimità stessa del bilancio europeo.
La CDU tra il trauma SPD e la pressione AfD: la quadratura del cerchio
Die Quadratur der CDU-Kreise
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 21 luglio 2025
Il nuovo scontro sul Bürgergeld segue di poco il conflitto sulla nomina costituzionale, ma ne replica le dinamiche profonde. La CDU propone un taglio ai sussidi per l’affitto, subito respinto dalla SPD e dai gruppi sociali. Il cuore del dissenso sta nel significato stesso del Bürgergeld: per i socialdemocratici rappresenta la rottura con l’Agenda Schröder, un “nuovo Stato sociale” fondato sulla dignità e la fiducia. Tornare indietro significherebbe, per la SPD, sconfessare la svolta del 2019, che non ha però riportato consensi né colmato la frattura con la Linke. La CDU, a sua volta, non riesce a capitalizzare le debolezze della SPD, costretta a piegarsi a una linea che non condivide, ma che la coalizione le impone. In verità, molte posizioni della CDU coincidono con quelle dell’AfD, ma non possono essere attuate senza rompere l’alleanza. La grande coalizione, nata per stabilizzare il sistema, si trova oggi ad annaspare tra l’esigenza di governare e la necessità di non perdere altro consenso. L’effetto è paralizzante: tentativi di aggiustamento tattico, rinvii, compromessi a ribasso. La CDU è costretta a moderarsi, pur avendo un elettorato che si radicalizza. E così, quella che fu la spina dorsale del centro politico tedesco, è ora intrappolata tra l’inerzia socialdemocratica e l’ascesa populista.
Baviera vuole abolire il rapporto sul clima per ridurre la burocrazia
Bayern will Klimabericht abschaffen
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 17 luglio 2025
Nel quadro del quarto “Modernisierungsgesetz”, la Baviera intende eliminare l’obbligo del rapporto annuale sul clima, introdotto nel 2022. Il governo regionale giustifica la scelta con la disponibilità di dati più aggiornati e completi attraverso il Landesamt für Statistik. Tuttavia, le associazioni ambientaliste e i Verdi criticano duramente l’iniziativa, definendola un arretramento nella trasparenza e nel monitoraggio delle politiche climatiche. Secondo il ministro Glauber, la transizione sarà verso un sistema digitale, ma nel disegno di legge non si menziona alcun “rapporto digitale”. Viene inoltre proposta l’abolizione del rapporto biennale sull’uso del registro dei lobbisti, sebbene il registro stesso resti consultabile. La CSU difende le modifiche come parte di un programma per snellire l’amministrazione e affidarsi di più alla responsabilità delle istituzioni. Per gli oppositori, invece, si tratta di un segnale politico contro la rendicontazione pubblica, in particolare su due temi sensibili: la politica ambientale e la trasparenza del processo legislativo.
Il ministro Weimer denuncia il dominio dei colossi digitali statunitensi
Kulturstaatsminister Weimer warnt vor US-Monopolen
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 18 luglio 2025
Il ministro tedesco per la Cultura e i Media, Wolfram Weimer, lancia un allarme sui rischi per il pluralismo informativo legati al crescente potere di piattaforme digitali e servizi di streaming statunitensi. Secondo Weimer, la Germania si trova di fronte a monopoli di fatto, capaci di alterare il sistema mediatico nazionale. In risposta, ha rinnovato la proposta di introdurre una tassa digitale sulle grandi piattaforme, che però incontra resistenze nella coalizione di governo. Weimer ha anche convocato i principali attori del settore al Cancelleria federale, chiedendo loro di reinvestire parte dei ricavi ottenuti in Germania in produzioni cinematografiche tedesche. Il ministro ha sottolineato la necessità di nuove regole europee e ha annunciato un rafforzamento della filmförderung, portata a oltre 100 milioni di euro, con un incentivo fiscale fino al 30% del budget. Denuncia inoltre la fuga dei grandi produttori internazionali dalla Germania, la mancanza di investimenti e l’arretratezza delle infrastrutture. Per Weimer, è indispensabile rilanciare un cinema nazionale capace di attrarre il pubblico e garantire la sovranità culturale del Paese.
Paschek: più intelligenza artificiale, più coraggio civile, meno presidi alle fermate
„Wir müssen die Zivilcourage stärken“
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 18 luglio 2025
Il nuovo presidente della polizia dell’Assia, Felix Paschek, sottolinea il ruolo centrale della polizia come garante di stabilità in una società segnata da incertezza geopolitica e sfide interne. Con 16.000 agenti sotto il suo comando, ritiene prioritaria una leadership moderna e basata sui valori, in grado di motivare e rafforzare il corpo. A fronte di risorse limitate, Paschek invoca una gestione più mirata, ribadendo che la polizia non può sostituirsi alla società civile. Occorre, afferma, rafforzare la cultura della responsabilità e della solidarietà, anche in spazi pubblici come piscine e mezzi di trasporto. Quanto alla trasformazione digitale, ritiene l’intelligenza artificiale uno strumento cruciale per l’analisi dati in crimini seriali e organizzati, pur nel rispetto rigoroso del diritto alla privacy. In materia di sicurezza informatica, sottolinea l’elevato livello di protezione dei sistemi interni. Infine, ammette che in futuro strumenti predittivi diventeranno parte della prassi investigativa, ma ribadisce che empatia, contatto umano e fiducia resteranno indispensabili per una polizia al servizio dei cittadini.
Sicurezza e deterrenza: il nuovo patto strategico tra Germania e Regno Unito
Was steht im deutsch-britischen Freundschaftsvertrag?
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 17 luglio 2025
Con la firma a Londra del “Trattato di amicizia” tra Germania e Regno Unito, Berlino e Londra inaugurano una nuova fase di cooperazione strategica. Al centro del documento, che ribadisce l’adesione alla NATO, si collocano difesa, deterrenza, intelligence e industria degli armamenti. Il testo prevede una clausola di assistenza militare, un dialogo strategico annuale tra i ministri degli esteri e una collaborazione più stretta tra i servizi di sicurezza. Il trattato non sostituisce i meccanismi atlantici ma li integra, in particolare per la dissuasione convenzionale. La cooperazione include il progetto comune di missili a lunga gittata e l’impegno a coordinare la presenza sul fianco orientale della NATO. Il documento affronta anche il tema degli export militari, storicamente causa di attrito, auspicando maggiore prevedibilità. Oltre alla sicurezza, il trattato include misure per la lotta alla criminalità organizzata e alla migrazione irregolare, il rafforzamento dei legami economici, la facilitazione dei viaggi tra studenti, ricercatori e cittadini e il miglioramento della mobilità transfrontaliera. Si prevede infine una futura connessione ferroviaria diretta tra i due paesi. Il testo dovrà ora essere ratificato dal Bundestag.
Baviera riforma la partecipazione diretta: nuove regole per i referendum locali
Wie die Bürger in Bayern mitbestimmen sollen
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 18 luglio 2025
La Baviera si prepara a modificare le regole sulla partecipazione dei cittadini tramite referendum locali. Dopo sei incontri tra partiti e associazioni, un tavolo tecnico coordinato da Günther Beckstein ha elaborato una serie di raccomandazioni. La novità principale è la limitazione temporale della validità delle firme raccolte per i referendum, fissata a sei o dodici mesi. Inoltre, si propone di escludere temi come la pianificazione ospedaliera dal perimetro delle consultazioni popolari. L’obiettivo, secondo l’esecutivo, è bilanciare l’interesse generale con le esigenze particolari, evitando che la democrazia diretta diventi uno strumento di blocco sistematico. Le modifiche proposte hanno trovato ampia approvazione tra partiti e associazioni, con l’eccezione dei Freie Wähler, che denunciano un tentativo di ridurre il ruolo dei cittadini. I Verdi esultano per il passo indietro della CSU rispetto a ipotesi iniziali più restrittive. Il rapporto definitivo sarà presentato al governo prima della pausa estiva.
Il 52% dei tedeschi è contrario al divieto della AfD
Mehrheit lehnt AfD-Verbot ab
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 19 luglio 2025
Secondo un sondaggio dell’Istituto Allensbach, la maggioranza dei cittadini tedeschi si oppone a un eventuale divieto della AfD. Sebbene il 57% consideri preoccupante l’ascesa del partito e il 54% lo definisca di estrema destra, solo il 27% è favorevole a una sua messa al bando. Le ragioni sono molteplici: il 54% teme che un divieto non farebbe altro che favorire la nascita di un partito simile, mentre una larga parte dell’opinione pubblica sospetta motivazioni opportunistiche da parte dei promotori, percepiti come intenzionati a eliminare un concorrente politico. L’indagine evidenzia anche la crescente accettazione sociale della AfD, soprattutto a Est, dove due terzi della popolazione conosce personalmente suoi sostenitori. Il potenziale elettorale del partito è cresciuto fino al 33%, con una base che mostra sempre più adesione ai contenuti, in particolare su immigrazione, sicurezza interna e sovranità nazionale. In contrasto, l’identificazione con la Linke, pur in ripresa, resta più debole e meno radicalizzata, con un consenso motivato soprattutto da istanze redistributive.
Merz resta fiducioso, ma la coalizione è sotto pressione
Die Zuversicht des Kanzlers vertreibt den Zweifel nicht
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 18 luglio 2025
Durante la sua prima conferenza stampa estiva, il cancelliere Friedrich Merz ha cercato di trasmettere fiducia nella stabilità della coalizione nero-rossa, ma le tensioni interne restano evidenti. Il recente fallimento nella nomina di un giudice costituzionale ha reso visibile un conflitto ideologico latente, che rischia di trasformarsi in un blocco governativo. Merz ha evitato provocazioni, ribadendo che l’autunno sarà il momento del chiarimento. Le divergenze emerse sul caso Brosius-Gersdorf riflettono disaccordi più profondi su diritti civili, giustizia e rappresentanza. Il cancelliere ha indicato le riforme dei sistemi di protezione sociale come priorità, ma ha lasciato intendere che il cammino dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio tra gli interessi dei partner. Il rischio, secondo Kohler, è che la SPD, in difficoltà politica, ostacoli l’attuazione del programma di riforma della CDU, aprendo spazio all’opposizione populista. La sfida per Merz sarà evitare che le divergenze ideologiche si traducano in paralisi politica.
La Cina chiede rispetto: nessuna concessione all’Europa
Europa soll gefälligst Respekt zeigen
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 20 luglio 2025
Nonostante il rallentamento economico, l’invecchiamento demografico e le crescenti disuguaglianze, la leadership cinese non mostra alcun segno di cedimento nelle relazioni con l’Europa. Al contrario, Pechino intensifica il confronto e chiede rispetto. Xi Jinping interpreta la vulnerabilità economica dell’Occidente come una leva geopolitica a vantaggio della Cina. Il recente irrigidimento cinese nelle trattative commerciali, nella gestione delle terre rare e nel sostegno indiretto alla guerra russa in Ucraina conferma una strategia coerente. La risposta cinese ai dazi americani e europei non è stata il compromesso, ma la contropressione, con misure asimmetriche ben calibrate. Il governo di Pechino ritiene che sarà il capitale europeo, non la politica, a cercare un compromesso per tutelare l’accesso al mercato cinese. Xi promuove una strategia duale: ridurre la dipendenza esterna attraverso la “circolazione interna” e consolidare il ruolo centrale della Cina nelle catene del valore globali. La posizione ufficiale non cambia: l’Europa deve adattarsi a un mondo multipolare in cui la Cina chiede riconoscimento e deferenza. I canali diplomatici restano aperti, ma il linguaggio è sempre più assertivo. Anche di fronte a episodi controversi, come l'illuminamento con laser di un aereo tedesco da parte di una fregata cinese, Pechino nega ogni responsabilità. Xi mantiene così la postura di forza necessaria sia per la politica interna, sia per rafforzare la narrativa secondo cui la Cina non può essere piegata da nessuna pressione occidentale.
Il cancelliere dei tre quarti: Friedrich Merz tra investimenti e compromessi
Der pingelige Friedrich Merz ist nun der zufriedene Dreiviertel-Kanzler
Süddeutsche Zeitung – 9 luglio 2025
Con il dibattito parlamentare sul bilancio federale, si conclude la fase iniziale della coalizione nero-rossa guidata da Friedrich Merz. Il nuovo cancelliere dimostra una rapida transizione dal ruolo di oppositore inflessibile a quello di capo del governo pragmatico, difendendo un bilancio che prevede una forte crescita del debito pubblico per finanziare investimenti. La sua affermazione di aver rispettato i tre quarti degli impegni in materia di costi energetici segna un cambio di tono rispetto al rigore del passato. Tuttavia, l’atteggiamento conciliatorio e soddisfatto di Merz è accompagnato da contraddizioni evidenti. Il nuovo governo si vanta di una scommessa economica basata sul deficit, senza però mostrare una reale volontà di rinunciare a progetti onerosi né da parte della CDU né della SPD. La coalizione sembra quindi affidarsi a un fragile equilibrio tra promesse politiche e vincoli fiscali. La reazione ironica dell’ex ministro Habeck, oggi all’opposizione, sottolinea come gli stessi strumenti oggi legittimati fossero oggetto di condanna quando provenivano da altri. In questo contesto, l’appello al valore del compromesso da parte dei socialdemocratici appare più come una giustificazione che come una scelta coerente. La figura di Merz emerge così come quella di un leader adattabile ma ambiguo, consapevole che anche i governi devono nuotare in acque insidiose senza perdere il contatto con il fondale della realtà.
Merz frena sull’ingresso dell’Ucraina nell’UE: “Non prima del 2034”
Merz zweifelt an ukrainischem EU-Beitritt vor 2034
onvista – 18 luglio 2025
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha dichiarato che un eventuale ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea prima del 2034 è da considerarsi irrealistico. In un incontro a Berlino con il presidente rumeno Nicușor Dan, Merz ha sottolineato che la priorità resta la fine del conflitto e, solo successivamente, il processo di ricostruzione, che sarà necessariamente propedeutico all’adesione all’UE. Secondo Merz, la prospettiva di adesione è un percorso lungo, che non inciderà sul prossimo quadro finanziario europeo 2028–2034. La posizione del cancelliere riflette le preoccupazioni sui costi elevati che l’integrazione dell’Ucraina, in quanto grande Paese agricolo, comporterebbe per il bilancio dell’UE. Merz ha anche criticato il livello di spesa previsto dalla Commissione per il futuro quadro finanziario, considerandolo eccessivo. Pur ribadendo l’intenzione di rafforzare i legami politici ed economici tra Ucraina e Unione, ha chiarito che si tratta di un processo decennale. Il presidente rumeno ha invece espresso una posizione più favorevole, sostenendo che ogni Stato che soddisfa i criteri deve poter accedere. La divergenza riflette tensioni crescenti nel dibattito sull’allargamento, soprattutto in un contesto di incertezza strategica e pressioni sul bilancio europeo.
Il caso Brosius-Gersdorf mette la coalizione davanti alle proprie responsabilità
Die Koalition steht in der Pflicht
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 20 luglio 2025
Il fallimento della nomina di Frauke Brosius-Gersdorf alla Corte costituzionale ha messo a nudo le tensioni interne alla coalizione tedesca. Il commento di Reinhard Müller critica l’atteggiamento della SPD, accusata di essersi trincerata dietro la retorica, senza cercare realmente un compromesso con l’Unione. I socialdemocratici accusano i partner di cedere alle pressioni esterne, ma non offrono alternative concrete. Tuttavia, anche la CDU/CSU è chiamata ad assumersi le proprie responsabilità. Il problema, secondo Müller, non si risolve con accuse reciproche, ma con una gestione politica matura, all’altezza della delicatezza istituzionale del tema. Nonostante le frizioni, la coalizione ha già approvato alcune misure, come la revisione delle politiche migratorie e il ritiro di alcune riforme della precedente legislatura. Ma la pressione è alta: dopo il fallimento dell’esperienza “Ampel”, il paese attende risultati su sicurezza, economia e capacità di autodifesa. Le due principali forze politiche del paese devono dimostrare di essere ancora in grado di governare in modo efficace. La gestione del caso Brosius-Gersdorf diventa così simbolica di una più ampia sfida: restituire coerenza e credibilità all’azione politica in una fase di crescente polarizzazione.
Merz ignora la crisi, ma il conflitto nella coalizione è reale
Die Kuh auf dem Eis, die Merz nicht sehen will
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 20 luglio 2025
Alla vigilia della pausa estiva, la coalizione guidata da Friedrich Merz si trova già al centro di tensioni politiche strutturali. Il mancato accordo sulla nomina dei giudici costituzionali, e in particolare sul nome di Frauke Brosius-Gersdorf, ha rivelato le fragilità interne dell’esecutivo nero-rosso. Mentre Merz cerca di minimizzare i contrasti, evocando un clima di normalità, il presidente Steinmeier ha parlato apertamente di una coalizione “autodanneggiata”. Il conflitto ha origini profonde: divergenze culturali e strategiche tra CDU e SPD, accentuate dalla crisi d’identità dei socialdemocratici, che oscillano tra la difesa dell’ortodossia costituzionale e la tentazione di radicalizzare il confronto. La CDU, da parte sua, si è trovata spaccata al suo interno sulla figura della candidata, percepita da molti parlamentari come estranea al proprio orizzonte valoriale. La coalizione, pur avendo avviato misure su migrazione, difesa e fisco, rischia ora di paralizzarsi. La gestione tattica delle crisi, senza un’intesa di fondo, non basterà quando si passerà alle riforme strutturali. La “mucca sul ghiaccio”, che Merz finge di non vedere, è l’instabilità crescente di un’alleanza che ha promesso molto ma rischia di logorarsi in tempi brevi.
Merz a Roma: “I problemi della Germania legati alla guerra in Ucraina”
Merz in Rom: Probleme in Deutschland sind "an Ukraine-Krieg gekoppelt"
Euronews – 11 luglio 2025
Intervenendo alla Conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina svoltasi a Roma, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha ribadito il sostegno di Berlino a Kyiv, sottolineando che molte criticità interne alla Germania sono riconducibili agli effetti del conflitto. Merz ha dichiarato che crescita economica, sicurezza energetica e pressione sul sistema sociale sono direttamente collegate alla guerra, e ha giustificato il coinvolgimento esterno come un modo per tutelare anche gli interessi interni. Nel corso della conferenza, è stato confermato l’impegno tedesco per l’acquisto di due sistemi Patriot, parte di una richiesta complessiva di dieci avanzata da Volodymyr Zelenskyj. Il presidente ucraino ha sollecitato la creazione di una “coalizione per la ricostruzione” e ha ribadito l’importanza del sostegno tedesco anche per l’integrazione europea del Paese. Ursula von der Leyen ha annunciato un nuovo pacchetto UE da 2,3 miliardi di euro, finalizzato a sbloccare fino a 10 miliardi di investimenti per il recupero delle infrastrutture civili ucraine. Selenskyj ha inoltre discusso con Merz e con esponenti statunitensi sulla produzione congiunta di armamenti. Merz ha evitato di commentare le tensioni politiche interne, come la scelta dei giudici costituzionali, sostenendo che la politica estera e quella interna non vanno separate artificialmente. La conferenza ha rappresentato un momento chiave per definire la dimensione strategica del sostegno europeo, ma anche per ribadire il peso crescente che la guerra continua ad avere sulle scelte interne degli Stati membri.
Chip made in Germany: partono i megaprogetti Intel e TSMC con soldi pubblici
Halbleiter-Offensive: Intel und TSMC investieren in deutsche Werke (Handelsblatt, 03.07.2025)
Grazie al massiccio sostegno statale e al Chips Act europeo, la Germania sta diventando un polo di produzione di microchip avanzati. A Magdeburgo sono iniziati i lavori per la fabbrica Intel da 30 miliardi di euro: il colosso americano ha ricevuto circa 10 miliardi di sussidi dal governo federale per questo progetto, che creerà 7.000 posti in costruzione e 3.000 ad alto valore nella produzione di chip a 2 nanometri. Allo stesso tempo a Dresda un consorzio guidato dalla taiwanese TSMC (prima produttrice mondiale di semiconduttori) insieme alle tedesche Bosch e Infineon sta per avviare la costruzione di un impianto per wafer da 12 pollici, specializzati in chip automotive e industriali. La fabbrica – investimento da ~10 miliardi – è sostenuta da oltre 5 miliardi di aiuti del Land Sassonia e di fondi UE. Entro il 2027 queste nuove “Silicon Fabs” dovrebbero entrare in funzione, riducendo la dipendenza europea dall’Asia per i chip avanzati. Il governo Merz presenta questi progetti come “investimenti strategici”: “La sovranità tecnologica richiede impianti in patria”, ha detto il ministro dell’Economia Christian Lindner. Non mancano critiche: alcuni economisti notano che il costo per posto di lavoro sovvenzionato è altissimo, e che i chip prodotti costeranno comunque più che in Asia. Ma la lezione della pandemia (carenza di chip che bloccò l’auto tedesca) è ancora fresca. Oltre a Intel e TSMC, anche il produttore di memorie americano Micron ha annunciato che aprirà un centro di R&S in Baviera (senza produzione per ora) e l’europea STMicroelectronics sta espandendo il suo stabilimento in Renania. Complessivamente, si prevede che grazie ai fondi pubblici (oltre 20 miliardi tra Germania e UE) la quota europea di produzione di chip nel mondo raddoppierà dal 5% al 10% entro il 2030. Per la Germania, ciò significa migliaia di posti qualificati e filiere ad alto valore aggiunto sul territorio. La grande coalizione insiste sulla necessità di “diversificare da Asia e USA”: la geopolitica dei semiconduttori è cruciale, e avere Intel e TSMC “in casa” offre garanzie di approvvigionamento in caso di crisi. Certo, la concorrenza di impianti a costi inferiori (come quelli cinesi) resterà. Ma per ora la Germania scommette forte su microchip e tecnologia, mettendo sul piatto ingenti risorse per assicurarsi un posto nella corsa globale ai semiconduttori.
Trump resta inaffidabile: nessuna svolta reale sulla guerra in Ucraina
Trump bleibt unzuverlässig wie eh und je
Süddeutsche Zeitung – 15 luglio 2025
Nonostante l’apparente cambiamento di rotta sulla guerra in Ucraina, Donald Trump continua a mostrare segnali di ambiguità strategica. In un’intervista alla BBC, il presidente statunitense ha dichiarato di non aver “ancora finito con Putin”, lasciando intendere che un accordo è ancora possibile, anche a scapito degli interessi ucraini ed europei. L’analisi delle sue dichiarazioni mostra che la decisione di riattivare alcune forniture militari non nasce da un cambiamento di visione geopolitica, ma da una reazione personale all’atteggiamento dilatorio del Cremlino. La retorica utilizzata, secondo cui solo lui non sarebbe stato ingannato da Putin, distorce la realtà storica e cerca di riabilitare la propria immagine politica. Inoltre, Trump non ha autorizzato nuovi aiuti diretti, ma solo consentito che gli alleati europei forniscano armi alla condizione che vengano poi riacquistate dagli Stati Uniti. Anche il pacchetto sanzionatorio in discussione al Senato, con dazi fino al 500% sul petrolio russo, è appoggiato da Trump solo perché non lo vincola formalmente. La scadenza di 50 giorni imposta a Putin per avviare un accordo di pace lascia ampio margine di manovra per nuovi mutamenti di linea. Il mancato coinvolgimento dei media conservatori americani e l’assenza di una narrazione strategica del “cambio di posizione” indicano che non si tratta di una svolta reale, ma di una mossa tattica reversibile. La politica estera americana, sotto la guida di Trump, resta quindi imprevedibile e subordinata a calcoli personali, alimentando incertezza tra alleati e aggravando la fragilità dell’architettura di sicurezza europea.
Merz avverte: una guerra commerciale con gli USA colpirebbe al cuore l’economia tedesca
Europäischer Zollkrieg mit USA würde deutsche Wirtschaft „im Mark“ treffen, warnt Merz
Welt – 13 luglio 2025
Nel suo primo intervento estivo alla ARD, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha espresso forti preoccupazioni per le minacce statunitensi di imporre dazi del 30% sui prodotti europei, avvertendo che un’escalation doganale con Washington comprometterebbe seriamente le basi dell’economia tedesca. Merz ha invitato alla coesione interna nell’UE e a mantenere un dialogo costruttivo con il presidente Trump, con cui ha recentemente parlato, così come con Macron e von der Leyen. Pur ritenendo possibili contromisure europee, ha sottolineato la necessità di evitare reazioni premature. Il cancelliere ha anche affrontato il fallimento della nomina dei giudici costituzionali, ammettendo di aver sottovalutato le opposizioni nella sua coalizione, ma definendo la crisi interna "undramatisch". Ha poi sostenuto Jens Spahn, contestato per la gestione della vicenda. Sul piano interno, Merz ha annunciato un piano di revisione del Bürgergeld con riduzione delle prestazioni, tetti alle spese per l’alloggio e nuove norme contro l’abuso e il lavoro nero. Ha indicato la necessità di riforme profonde dello Stato sociale, che saranno al centro del dibattito politico autunnale. Pur aprendo a un aumento temporaneo dei sussidi in caso di disoccupazione improvvisa, Merz ha ribadito che la sostenibilità del sistema di welfare impone correzioni urgenti e strutturali.
1Nel conflitto doganale con gli USA, l’Europa è più forte di quanto sembri
Im Zollstreit mit den USA ist Europa stärker, als es scheint
Handelsblatt – 15 luglio 2025
Di fronte alla minaccia di dazi statunitensi del 30% sulle importazioni dall’UE, due economisti dell’Institut der deutschen Wirtschaft sostengono che l’Europa dispone di leve più solide di quanto generalmente percepito. Secondo Jürgen Matthes e Samina Sultan, l’interdipendenza economica è tale che anche l’economia americana soffrirebbe gravi danni. Gli Stati Uniti dipendono in modo significativo da forniture europee in quasi 2000 categorie merceologiche, per un valore vicino ai 200 miliardi di dollari. Molte di queste riguardano beni intermedi e macchinari complessi, per cui negli USA esistono pochi sostituti adeguati. Settori come chimica e farmaceutica sono anch’essi vulnerabili. I produttori europei, soprattutto quelli tedeschi, potrebbero scaricare l’aumento dei dazi sui prezzi, con effetti negativi sull’economia americana. Gli autori sottolineano che anche la Germania può mitigare l’impatto: sebbene gli USA rappresentino il 10,4% delle esportazioni tedesche, un modesto aumento del 4% delle vendite verso altri partner europei basterebbe a compensare un calo del 25% verso gli USA. L’accento va posto sul rafforzamento del mercato interno europeo e sull’espansione di nuovi accordi di libero scambio. Infine, gli autori invitano la Commissione a non cedere troppo facilmente alle pressioni americane e a mostrare maggiore coerenza nell’attuare le contromisure già previste. Anche alla luce dei segnali più concilianti provenienti da Washington, l’UE non dovrebbe sottovalutare la propria posizione negoziale.
Sapad 2025: la manovra russo-bielorussa come messaggio strategico al fronte orientale della NATO
Großübung „Sapad 2025“: Putin will den Westen provozieren
Süddeutsche Zeitung – 18 luglio 2025
La grande esercitazione militare “Sapad 2025”, organizzata da Russia e Bielorussia per settembre, si configura come un’operazione di pressione psicologica e simbolica rivolta all’Occidente. Il numero di truppe previsto è stato ufficialmente ridotto rispetto alle precedenti edizioni, ma resta alta la valenza politica dell’evento, che si svolgerà vicino al confine orientale della NATO. Secondo l’analista Alina Hrytsenko, Mosca intende dimostrare forza interna e intimidire l’Alleanza Atlantica, pur non avendo risorse sufficienti per aprire un nuovo fronte contro Kyiv. L’utilizzo simbolico di scenari con armi tattiche e missili balistici, come il sistema Oreschnik, rafforza la natura deterrente dell’operazione. Minsk si presta alla manovra per motivi economici e di sopravvivenza politica, pur evitando un coinvolgimento diretto nel conflitto. Il presidente Lukashenko, pur subordinato a Mosca, tenta infatti di preservare una certa autonomia, rilanciando timidi contatti con Occidente e Cina. La reale minaccia militare di un attacco da nord appare, per ora, contenuta, ma l’obiettivo del Cremlino sembra concentrarsi sul logoramento della popolazione ucraina e sull’uso della pressione militare indiretta come leva negoziale. Il ritorno in Bielorussia di armamenti strategici russi rappresenterebbe un segnale critico, ma al momento prevale una strategia di pressione costante e indiretta, piuttosto che un ampliamento del conflitto.
Il boom della difesa renderà l’Europa più sicura o solo gli azionisti più ricchi?
Macht dieser Boom Europa sicherer – oder nur Aktionäre reicher?
Handelsblatt – 11 luglio 2025
L’aumento degli investimenti europei nella difesa, sancito al vertice NATO di giugno, rappresenta il più grande programma di riarmo del dopoguerra. Tuttavia, l’industria non è pronta a sostenere la domanda: mancano capacità produttive, manodopera specializzata e accesso stabile a materie prime critiche. I prezzi crescono, i tempi di consegna si allungano e le catene di approvvigionamento restano fragili. In questo contesto, gli economisti mettono in guardia da una strategia difensiva che rischia di essere inefficace se priva di una corrispondente capacità industriale. Le azioni delle aziende della difesa stanno beneficiando del momento, ma il rischio è che il profitto finanziario non si traduca in maggiore sicurezza collettiva. La Germania, in particolare, mostra segnali di ritardo rispetto alla tabella NATO sul riarmo, nonostante le celebrazioni per i 70 anni dalla sua adesione all’Alleanza. La situazione richiede uno sforzo straordinario in termini di pianificazione industriale e sviluppo tecnologico, in particolare nei settori chiave come la produzione di munizioni, la difesa aerea e i sistemi autonomi. Due sono i modelli indicati dagli analisti: Israele per l’integrazione tra industria e strategia, e Corea del Sud per velocità e capacità di risposta. Se l’Europa non colma rapidamente il divario tra ambizione politica e capacità produttiva, il riarmo rischia di restare un esercizio contabile, utile a breve termine solo per gli investitori e insufficiente per la sicurezza del continente.
Il piano Bär: intelligenza artificiale e high-tech per rilanciare la competitività tedesca
KI-Ausbau: Bärs Masterplan für ein Hightech-Deutschland
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 15 luglio 2025
La ministra della ricerca Dorothee Bär ha presentato la nuova “Hightech-Agenda” del governo federale, con l’obiettivo di far sì che entro il 2030 il 10% del PIL tedesco derivi da applicazioni basate sull’intelligenza artificiale. Il piano prevede l’istituzione di “KI-Gigafactories” in Germania, candidandosi a ospitare uno dei centri promossi dalla Commissione Europea. L’iniziativa include la creazione di un fondo sovrano nazionale per sostenere startup tecnologiche e un centro di competenza per il chip design entro il 2026. Il programma integra anche quantum computing, microelettronica, biotecnologie, fusione nucleare e mobilità sostenibile. Tra le misure annunciate figurano un satellite per la comunicazione quantistica, una roadmap sulla fusione energetica (FIRE), e un summit nazionale sull’AI prima della fine della legislatura. Il piano si propone di superare il divario tra eccellenza scientifica e applicazioni industriali, stimando un potenziale di valore aggiunto annuale per la sola Germania tra i 300 e i 400 miliardi di euro. La Germania intende così recuperare il ritardo su Stati Uniti e Cina, facendo leva sulla collaborazione tra imprese, ricerca pubblica e policy industriale. Il governo si aspetta un’accelerazione significativa in settori strategici e l’affermazione dell’AI come tecnologia abilitante trasversale, con impatti su manifattura, sanità, energia e mobilità.
Competitività in calo: gli esportatori tedeschi perdono quote di mercato a livello globale
Wettbewerbsfähigkeit: Deutsche Exporteure fallen laut Bundesbank am Weltmarkt zurück
Handelsblatt – 15 luglio 2025
Secondo un’analisi della Bundesbank contenuta nel rapporto mensile di luglio, la Germania ha subito un calo significativo della propria competitività sui mercati mondiali. Dal 2017, e in modo più marcato dal 2021, le quote di mercato delle esportazioni tedesche sono diminuite rispetto a quelle di altri paesi industrializzati, in particolare nel confronto con Stati Uniti, Cina e paesi dell’Eurozona. Tra i settori più colpiti figurano meccanica, elettronica, chimica e metallurgia. La debolezza della domanda globale di automobili, storicamente uno dei principali traini dell’export tedesco, ha ulteriormente aggravato la situazione. La Bundesbank segnala che, senza la perdita di competitività nel triennio 2021–2023, il PIL tedesco sarebbe cresciuto del 2,4% in più. L’interdipendenza tra l’export e l’economia nazionale, con circa un quarto dell’occupazione legata al commercio estero, rende il dato particolarmente rilevante. Le cause principali individuate sono la burocrazia interna, l’elevato costo dell’energia e le tensioni commerciali, in particolare con gli Stati Uniti.
Obbligo di cybersicurezza per le imprese tedesche dal 2026
Ab dann soll die Cyberschutz-Verpflichtung für Firmen kommen
Handelsblatt – 14 luglio 2025
Il governo tedesco si prepara a recepire entro l’inizio del 2026 la direttiva europea NIS-2, introducendo un obbligo legale di cybersicurezza per circa 29.000 imprese e istituzioni classificate come “essenziali”. Secondo Claudia Plattner, presidente dell’Ufficio federale per la sicurezza informatica (BSI), la normativa imporrà misure come l’analisi dei rischi e la segnalazione degli incidenti. I settori interessati includono energia, trasporti, telecomunicazioni, acqua potabile, alimentare e sanità. Il disegno di legge era stato presentato nel 2024, ma non ha ottenuto approvazione parlamentare dopo la crisi della coalizione governativa. La direttiva UE doveva essere recepita entro ottobre 2024, ma la Germania, come altri Stati membri, non ha rispettato la scadenza. Il BSI denuncia un aumento di attacchi sofisticati, inclusi quelli alle catene di fornitura, spesso riconducibili a alleanze tra criminalità organizzata e attori statali. L’obiettivo della legge è ridurre l’esposizione sistemica a questi rischi crescenti.
Un nuovo pacchetto di spesa da duemila miliardi per l’Unione Europea
Ein neues Schuldenpaket für die EU?
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 17 luglio 2025
La Commissione Europea ha presentato la proposta per il bilancio 2028–2034, pari a quasi 2.000 miliardi di euro in prezzi correnti, con un aumento del rapporto tra spesa e PIL dall’1,1% all’1,26%. Il piano prevede una ristrutturazione radicale della spesa: scompaiono i fondi tematici tradizionali, sostituiti da tre blocchi principali, tra cui spiccano 865 miliardi per i nuovi Piani di Partenariato nazionali e regionali, 410 miliardi per un Fondo di competitività e 200 miliardi per la politica estera. Per la difesa sono previsti 131 miliardi, a cui si aggiungono fondi nazionali. L’agricoltura subisce una riduzione netta, mentre per le regioni meno sviluppate sono riservati 218 miliardi. La Commissione intende finanziare l’espansione con nuove entrate proprie, tra cui quote del sistema ETS, una tassa sui rifiuti elettronici e una nuova imposta sulle grandi imprese. L’obiettivo dichiarato è rendere il bilancio più flessibile, sostenere le transizioni verde e digitale, e rafforzare la capacità di risposta dell’UE alle crisi. Il pacchetto è ora sottoposto all’esame unanime degli Stati membri e all’approvazione del Parlamento.
L’Europa resterà spettatrice nella corsa globale all’intelligenza artificiale
Deutschland wird im Rennen um KI nur Zaungast sein
Süddeutsche Zeitung – 16 luglio 2025
Nonostante le ambizioni dichiarate, l’Europa rischia di restare marginale nella competizione globale per l’intelligenza artificiale. Cina e Stati Uniti investono miliardi in start-up, modelli linguistici e infrastrutture, mentre l’UE e la Germania faticano a mobilitare risorse paragonabili. Solo nel 2023 gli USA hanno speso 67 miliardi di dollari in AI, contro i 2 della Germania. Start-up cinesi come DeepSeek e Moonshot AI dimostrano un’accelerazione impressionante, con modelli competitivi rispetto a ChatGPT e Claude e metodi di training più efficienti. L’Europa, pur avendo competenze scientifiche, soffre per la carenza di capitale di rischio e di sostegno statale continuativo. La mancanza di grandi centri dati, cicli tecnologici ultrarapidi e infrastrutture dedicate relega il continente in una posizione subordinata. Le dichiarazioni politiche non bastano: senza visione strategica, massa critica e investimenti consistenti, l’Europa non riuscirà a esercitare alcuna sovranità tecnologica nel campo della nuova intelligenza artificiale.
Commercio globale: la Cina accusa l’Occidente di politicizzare i mercati
China kritisiert Politisierung des Welthandels
Süddeutsche Zeitung – 16 luglio 2025
Nel corso della fiera delle catene del valore a Pechino, il vicepremier cinese He Lifeng ha denunciato la crescente “politicizzazione e ideologizzazione” delle relazioni commerciali internazionali, criticando in particolare l’uso di dazi e restrizioni volte a rilocalizzare l’industria manifatturiera. Sebbene He non abbia menzionato esplicitamente gli Stati Uniti, il riferimento alle recenti misure protezionistiche di Washington appare evidente. Il discorso si inserisce in un contesto di tensione tra Cina e USA, in cui entrambe le potenze alternano gesti di apertura a segnali di confronto. Dopo settimane di attrito, i due Paesi hanno concordato un allentamento reciproco dei vincoli: Pechino ha parzialmente revocato le restrizioni all’export di terre rare, mentre gli USA hanno autorizzato nuovamente l’esportazione di chip avanzati. In questo quadro, anche Nvidia ha annunciato il via libera alla vendita di chip AI progettati per la Cina. Huang, CEO dell’azienda, ha dichiarato che l’intelligenza artificiale rappresenta un nuovo motore di crescita industriale, in particolare per l’ecosistema logistico cinese.
Zoll: l’Europa si prepara a reagire alla nuova offensiva commerciale di Trump
Wadephul warnt Trump: „Die EU ist nicht wehrlos“
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 20 luglio 2025
Il nuovo fronte del conflitto commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea si intensifica dopo l’annuncio di Donald Trump di imporre dal 1° agosto dazi del 30% su prodotti europei. Il ministro degli Esteri tedesco Wadephul ha dichiarato che l’Europa non resterà inerte, mentre il cancelliere Merz ha invitato alla prudenza, pur promettendo una difesa ferma degli interessi europei. La Commissione UE ha inviato una delegazione a Washington per tentare un accordo, ma le trattative sono in fase critica. Intanto, da Seul a Brasilia, altri paesi colpiti dai dazi americani reagiscono: il Brasile ha annunciato contromisure e il Giappone subisce già un calo dell’export. Anche il Canada prepara dazi su acciaio e alluminio. La Bundesbank avverte che in caso di mancato accordo la Germania rischia la recessione. Trump, intanto, sostiene di aver già concluso un “accordo” con l’UE, inteso come imposizione unilaterale di dazi. Le ipotesi di ritorsione includono una lista UE di prodotti americani per un valore di 72 miliardi. L’Europa spera ancora in una soluzione negoziale prima del termine.
Il “contributo di solidarietà dei boomer” non aiuta affatto la politica pensionistica
Der Boomer-Soli hilft der Rentenpolitik gar nicht
Frankfurter Allgemeine Zeitung – 17 luglio 2025
Il commento di Dietrich Creutzburg analizza criticamente la proposta del Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung (DIW) di introdurre un “Boomer-Soli”, un contributo di solidarietà destinato a redistribuire i redditi pensionistici. Il DIW propone di tagliare del 10% le pensioni più alte per incrementare quelle dei due quinti inferiori. Tuttavia, la proposta, sebbene tecnicamente dettagliata grazie a microsimulazioni, lascia irrisolte molte questioni sostanziali, tra cui i criteri di destinazione delle risorse e l’interazione con altri strumenti previdenziali. L’idea di creare un fondo speciale per redistribuire le rendite non chiarisce se ne beneficerebbero anche soggetti con redditi indiretti elevati. Inoltre, secondo l’autore, il piano si presta a essere usato come ostacolo a riforme strutturali più incisive. Il punto più controverso è la relazione con il pacchetto previdenziale della coalizione di governo, che prevede nuovi oneri per i più giovani. Il Boomer-Soli dovrebbe sostituirlo o aggiungersi? L’ambiguità rafforza i dubbi sulla reale finalità redistributiva del provvedimento.