Stroncature, per conto di imprese ed istituzioni, realizza un servizio di monitoraggio delle più importanti testate del Canada, Stati Uniti, Brasile; Regno Unito, Francia, Spagna, Germania; India, Giappone, Corea del Sud. Di ogni articolo selezionato viene fatta una sintesi tradotta in italiano. L’obiettivo è quello di fornire al lettore con immediatezza e completezza il meglio dell’informazione internazionale.
Il servizio è interamente personalizzabile. Ad esempio è possibile scegliere un solo paese, come nel caso della Rassegna Stampa Tedesca. Uno tema specifico, come Le questioni cinesi, vale a dire una selezioni degli articoli più interessanti della stampa internazionale sulla Cina. Oppure un rassegna generale dei temi politici, economici e sociali che include tutti i paesi oggetto di monitoraggio (Global Sentinel).
È possibile includere nel monitoraggio anche paesi e testate giornalistiche diverse da quelle indicate.
È personalizzabile anche la cadenza delle rassegne: settimanale (52 numeri per un costo di 5.200 euro l’anno); bisettimanale (26 numeri per un costo di 2.600 euro l’anno); mensile (12 numeri per un costo di 1.200 euro l’anno).
The West is finally waking up to the real problem in Iran
L'Occidente si sta finalmente rendendo conto del vero problema in Iran
Le proteste antiregime in Iran – innescate dalla morte della ventiduenne curda Mahsa Amini – sono giunte al terzo mese. Da allora, più di 400 manifestanti sono stati uccisi e circa 15.000 persone sono state arrestate. La Repubblica Islamica “ha voglia di cambiare”, afferma il giornalista Masih Alinejad. I leader occidentali hanno tardato a riconoscere il pieno significato e la profondità di ciò che sta accadendo in Iran, soprattutto a seguito del loro tentativo di convincere il regime ad accettare un accordo sul programma nucleare di Teheran. Tuttavia, il numero dei leader occidentali che sostengono i manifestanti e condannano il regime iraniano continua ad aumentare. L’Unione Europea e il Canada hanno imposto ulteriori sanzioni alla Repubblica Islamica dell’Iran per la brutale repressione dei manifestanti pacifici. In passato, invece di porre l’accento sui diritti umani, l’Occidente ha dato priorità agli obiettivi a breve termine di contenere le ambizioni nucleari dell’Iran attraverso la diplomazia, la quale è stata abusata dai leader iraniani per imporre una rigida forma di dittatura religiosa. Inoltre, a causa del sostegno offerto dalle autorità iraniane a Mosca -sia politico sia militare (per esempio la fornitura di droni)-, l’Iran è diventato una minaccia ancora maggiore per la sicurezza del mondo. Per tale motivo, il giornalista sottolinea che vi è la necessità di più leader mondiali che riconoscano la nuova rivoluzione iraniana.
Why artificial intelligence is now a primary concern for Henry Kissinger
Perché l'intelligenza artificiale è ora una preoccupazione primaria per Henry Kissinger
Durante la sua carriera, Henry Kissinger ha riflettuto molto sui pericoli delle armi nucleari ma, a 99 anni, l’ex Segretario di Stato ha posto l’attenzione sull’Intelligenza Artificiale (IA), la quale potrebbe essere più dannosa rispetto al nucleare, dichiara David Ignatius.
Kissinger ha descritto l’Intelligenza Artificiale come la nuova frontiera del controllo degli armamenti e le principali potenze dovrebbero limitare la sua portata in quanto interagisce con tutti gli aspetti della vita umana. Oltre alle opportunità che offre l’IA, i sistemi della nuova tecnologia hanno la capacità “di attivarsi sulla base della loro percezione del pericolo o di scegliere gli obiettivi. Di conseguenza, i sistemi di intelligenza artificiale potrebbero trasformare la guerra perché sono in grado di intraprendere un’azione distruttiva che nessun umano prenderebbe in considerazione, sottolinea Ignatius. Per tale motivo, secondo Kissinger, i leader di Stati Uniti e Cina, i giganti tecnologici del mondo, devono avviare un dialogo su come applicare limiti e standard etici all’IA. Una soluzione potrebbe essere “un accordo per creare inizialmente istituzioni piccole con il compito di informare i leader nazionali sui pericoli e su come limitare i rischi”.
Dissolving Iran’s morality police won’t change much of anything
Sciogliere la polizia morale iraniana non cambierà molto
In seguito alle numerose proteste dei cittadini iraniani, il procuratore generale Montazeri ha alluso allo scioglimento de corpo di polizia morale, scelta poi confermata da un funzionario governativo vicino al comitato che ispeziona l’utilizzo dell’hijab. Tuttavia, il giornalista Jason Rezaian è cauto nel considerare queste affermazioni una vittoria. Infatti, anche se la polizia morale non sarà più in carica, le regole sull’abbigliamento femminile non cambieranno e altre agenzie del governo potrebbero essere incaricate di controllare l’utilizzo dell’hijab. A conferma delle preoccupazioni di Rezaian, il portavoce della polizia morale ha affermato che il governo sta lavorando per istituire una polizia morale 2.0 “con metodi più nuovi”. L’affermazione del procuratore Montazeri ha momentaneamente distratto l’opinione pubblica globale sul regime, lasciando credere che ci sarà un cambiamento, ma in realtà non c’è stata alcuna abolizione delle leggi draconiane e l’attività mediatica è fortemente ostacolata. Il governo ha anche iniziato a rispondere alle proteste dei cittadini con processi di massa e condanne a morte. È dunque necessario essere cauti nell’interpretare gli eventi in continua evoluzione in Iran.
Repubblicans should be willing to make a deal on immigration
I repubblicani dovrebbero essere disposti a fare un accordo sull'immigrazione
L’opinionista Henry Olsen ritiene che i conservatori americani dovrebbero scendere a compromessi con i democratici e promuovere l’accordo bipartisan proposto dall’Amministrazione sulla questione dei migranti. La bozza dell’intesa non è priva di vantaggi per i democratici, ad esempio estenderebbe il programma Titolo 42, che consente di espellere alla frontiera alcune categorie di immigrati per prevenire la diffusione di Covid-19. Sancisce inoltre la creazione di nuovi centri di trattamento e maggiori risorse per esaminare le richieste di asilo e favorire l’applicazione delle norme del confine. A favore dei democratici, la legge prevede una procedura per concedere la cittadinanza ai “dreamers”, ovvero a coloro che sono arrivati negli USA da bambini e che ci vivono illegalmente non per causa loro. Il fatto che tale proposta di legge contenga elementi che ciascuna parte approva e condanna, secondo l’opinionista, la rende un buon compromesso per entrambi i partiti. Il numero degli immigrati che si rivolgeranno ai funzionari di frontiera è destinato ad aumentare oltre i 200.000 individui al mese di questo ultimo anno. È dunque necessario trovare una soluzione il prima possibile. Olsen non chiede ai conservatori di accettare l’accordo proposto se non lo ritengono sufficiente, ma incoraggia un approccio più aperto e propositivo ai negoziati, in vista di possibili modifiche in seguito alle elezioni nel 2024.
Biden’s Dirty Oil Deal With Venezuela
Lo sporco accordo petrolifero di Biden con il Venezuela
Mentre Caracas ottiene una tregua dalle sanzioni da parte degli Stati Uniti, Washington ha posto il veto su un prestito alla Guyana, un alleato regionale statunitense. Per esportare il petrolio in modo sicuro, IDB Invest (il braccio di finanziamento del settore privato della Banca Interamericana di Sviluppo) ha deciso di sostenere i progetti di rinnovamento infrastrutturali del Guyana per un totale di 130 milioni di dollari. Tuttavia, il veto di Washington si basava sulla “guida del Tesoro sull’energia da combustibili fossili presso le banche multilaterali di sviluppo” dell’agosto 2021, secondo la quale gli Stati Uniti si devono impegnare a “promuovere la fine del finanziamento internazionale dell’energia basata sui combustibili fossili ad alta intensità di carbonio”. Situata al confine sud-orientale del Venezuela e a nord del Brasile, la piccola nazione anglofona ha un valore strategico per gli Stati Uniti. Inoltre, il greggio nelle acque della Guyana ha un basso contenuto di zolfo rispetto a quello venezuelano, dove, invece, è presente del catrame. Il paese sudamericano ha bisogno di tutto l’aiuto degli Stati Uniti se ha l’intenzione di sfruttare in modo costruttivo la sua nuova ricchezza e rafforzare lo Stato di diritto, ma a causa della devozione climatica di Biden, sembra che i guyanesi dovranno affidarsi alla Cina: Pechino non ha restrizioni sui finanziamenti internazionali e per tale motivo riesce a firmare in modo irruente contratti per la costruzione di infrastrutture in Guyana, afferma Mary Anastasia O’Grady.
Mentre la Cina si sta preparando al boom petrolifero del Guyana, gli Stati Uniti si rivolgono al Venezuela, noto inquinatore, per incrementare le forniture di greggio, conclude la giornalista.
Taiwan and the U.S. Need Statesmanship, Not Partisanship
Taiwan e gli Stati Uniti hanno bisogno di statisti, non di faziosità
John Bolton dichiara che, senza una strategia globale, Taiwan e l’Occidente dovranno affrontare un pericolo crescente da parte di Pechino.
Sebbene la politica interna di Taipei rispecchi quella di altre democrazie industriali, pochi paesi affrontano una minaccia esistenziale così imminente. Negli Stati Uniti, entrambi i partiti politici riconoscono che Taipei prevede aiuti statunitensi per fronteggiare la minaccia cinese. Tuttavia, è indispensabile che gli USA comunichino le proprie aspettative nei confronti di Taiwan e sincronizzi le strategie. In aggiunta, Taipei ha bisogno anche di una riflessione politica globale. Ciò vale anche per gli Stati Uniti e i loro alleati, i quali hanno bisogno di strategie più complete per abbattere la minaccia proveniente da Pechino.
Allo stesso tempo, Bolton afferma che, oltre a Taiwan, Washington avrebbe delle aspettative nei confronti degli altri alleati dell’Indo-Pacifico. Per tale motivo, Taiwan deve essere integrato pienamente nelle strutture politiche e militari indo-pacifiche che stanno emergendo rapidamente, a scopo di deterrenza.
Global Tensions Spur a Sea Change in Japan
Le tensioni globali stimolano un cambiamento epocale in Giappone
Gli anni della pandemia hanno visto un costante aumento delle tensioni politiche e militari nelle vicinanze del Giappone. La retorica feroce dei diplomatici cinesi, il programma missilistico sempre più intensificato da parte della Corea del Nord, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e il sostegno della Cina all’invasione a quest’ultima, hanno fatto emergere il pericolo che Pechino possa lanciare un attacco a Taiwan, sostiene Walter Russell Mead.
Siccome il controllo cinese di Taiwan e delle acque circostanti danneggerebbe la posizione globale del Giappone, Tokyo è intenzionata a raddoppiare la spesa per la difesa, a sviluppare un’industria degli armamenti di livello mondiale basata su tecnologie all’avanguardia e a potenziare le sue forze di autodifesa. Sebbene, la decisione del Giappone di raddoppiare l’alleanza con gli USA, rappresenterebbe un contrappeso agli sforzi di Pechino di rimodellare l’Asia orientale; le complicate relazioni nippo-coreane, l’economia stagnante del Giappone e con il più alto rapporto debito/PIL dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, Tokyo difficilmente potrà sostenere il necessario rafforzamento militare. Pertanto, dovranno essere gli Stati Uniti a impegnarsi maggiormente per garantire la pace in Asia orientale, posizionando per esempio una quantità sostanziali di armi e rifornimenti nella regione.
Infine, secondo Mead, Washington ha la necessità di una strategia economica regionale. L’espansione dell’integrazione economica tra gli Stati Uniti e le economie asiatiche alleate consiste in una dimensione essenziale di qualsiasi politica a lungo termine per l’Indo-Pacifico.
Apple’s Warning About China Business
L'avvertimento di Apple sugli affari in Cina
La notizia secondo cui Apple intende spostare gran parte della sua catena di fornitura di iPhone fuori dalla Cina, attesta la percezione che hanno gli amministratori delegati occidentali sui rischi commerciali della Repubblica Popolare.
Sebbene il trasferimento dell’assemblaggio dei prodotti Apple altrove in Asia diventerebbe una procedura costosa, soprattutto perché molti altri paesi non hanno le stesse forze lavoro e reti di fornitori rispetto alla Cina, le recenti proteste hanno messo in evidenza i rischi commerciali causati dalla politica “zero-Covid”, la quale spesso interrompe le attività commerciali. Inoltre, qualora le minacce nei confronti di Taiwan dovessero avverarsi, la pressione politica sulle aziende occidentali affinché abbandonino la Cina sarebbe enorme.
Le aziende occidentali sono entrate in Cina grazie al suo mercato vantaggioso, al basso costo del lavoro e alla promessa di una riforma del mercato. Tuttavia, il fallimento di “zero-Covid”, la crescente oppressione comunista in patria e la crescente aggressività all’estero rendono chiaro che la Cina non è più l’opportunità economica del passato.
Xi’s Costly Obsession With Security
La costosa ossessione di Xi per la sicurezza
Tra il 1980 e il 2020, l’economia cinese ha registrato un tasso di crescita medio annuo del nove per cento del PIL reale. Nel 2022-23, tuttavia, il Fondo Monetario Internazionale prevede che l’economia cinese crescerà meno del quattro per cento. Stephen Roach dichiara che, sebbene la crescita della Cina dovrebbe rimanere positiva, l’entità di un rallentamento così brusco rispetto alla precedente traiettoria di ipercrescita rappresenta l’equivalente cinese di una recessione.
Tale calo è riconducibile a fattori come le continue chiusure per mantenere la politica “zero Covid”, l’implosione dell’eccessivo settore immobiliare cinese, le interruzioni della catena di approvvigionamento, le pressioni al ribasso sul commercio globale e l’impatto della guerra in Ucraina. Ciononostante, Xi ha lasciato intendere che durante il suo terzo mandato, il presidente cinese si concentrerà meno sulla crescita economica e molto di più sulla sicurezza nazionale, come il controllo interno e le sfide geopolitiche.
Tuttavia, per non danneggiare l’economia, la Cina deve affrontare la sfida di bilanciare la crescita economica con la sicurezza nazionale, conclude Roach.
Xi’s Shattered Illusion of Control
L'illusione infranta di Xi per il controllo
Di recente, in Cina sono esplose diverse proteste contro la politica “zero-Covid” di Pechino. Successivamente, tali manifestazioni si sono trasformate in una più generale espressione di opposizione contro i controlli soffocanti che il Partito Comunista Cinese (PCC) ha imposto alla società cinese.
Secondo Orville Schell, sebbene negli Stati Uniti non manchino gli esperti di Cina, Washington non ha mai previsto con precisione i momenti di svolta storica di questa “Repubblica popolare”, soprattutto perché con l’affermarsi dell’ideologia leninista a partito unico di Xi, la maggior parte dei giornalisti stranieri è stata espulsa dalla Cina.
Inoltre, senza sondaggi indipendenti, stampa libera, elezioni eque e libertà accademica, e con Xi che ora esercita il controllo su ogni organo attraverso il quale il sentimento pubblico potrebbe trovare espressione, è diventato difficile valutare il sentimento pubblico dall’esterno.
Il giornalista conclude sostenendo che qualunque sia l’esito di queste manifestazioni, esse indicano che il sistema totalitario di Xi non ha avuto successo. Secondo Schell, tali proteste confermano il fatto che i cittadini cinesi sono alla ricerca di diritti e libertà. Le voci che chiedono a Xi e al PCC di dimettersi suggerisce che potrebbe essere stata superata una linea psicologica sfuggente ma importante.
The Middle East in a Multipolar Era
Il Medio Oriente in un'era multipolare
Per gran parte dell’anno scorso, l’amministrazione Biden ha cercato di abbassare il prezzo del petrolio in seguito allo shock della guerra russa in Ucraina. Per tale motivo, quando all’inizio di ottobre l’OPEC+, il gruppo di Stati esportatori di petrolio, ha deciso di tagliare la produzione di due milioni di barili al giorno, la Casa Bianca ha affermato che l’OPEC+ si stesse allineando con la Russia. Secondo Michael Singh, tale critica era rivolta specialmente all’Arabia Saudita, che oltre ad essere il maggior produttore del cartello, è un importante partner degli Stati Uniti in Medio Oriente.
Inoltre, tramite tale dichiarazione, l’amministrazione Biden stava affermando che, nonostante i legami di sicurezza di lunga data di Riyadh con Washington, i sauditi si stavano schierando politicamente con la Russia.
L’amministrazione Biden ha spesso adottato una visione binaria dell’ordine internazionale, ovvero una “competizione tra democrazie e autocrazie”, secondo la sua Strategia di sicurezza nazionale del 2022. Tuttavia, tale visione non è condivisa dai partner statunitensi e per la maggior parte di loro non è chiaro se allinearsi in modo duraturo con la Russia, la Cina o persino gli Stati Uniti sia un’opzione. Per il giornalista, Pechino e Mosca hanno clienti, non alleati, mentre Washington sta attraversando un periodo di cambiamento nella sua priorità internazionali. Di conseguenza, un numero crescente di partner statunitensi sta cercando di mantenere relazioni con tutte le grandi potenze contemporaneamente. Per gli Stati Uniti, ciò significa che i dirigenti statunitensi dovrebbero adottare un approccio più agile e specifico all’ordine internazionale, massimizzando la sua influenza in un mondo multipolare.
Putin’s Warriors
I guerrieri di Putin
Nel loro articolo, i giornalisti Andrei Soldatov e Irina Borogan hanno riportato che alla fine del mese di settembre, dopo le sconfitte russe in Ucraina e la controversa “mobilitazione parziale” della popolazione russa da parte del presidente Vladimir Putin, il Cremlino ha dovuto affrontare un grande malcontento popolare sulle piattaforme digitali. In particolare, alcune delle critiche più forti provenivano dai principali sostenitori del governo: ultranazionalisti e militari integralisti, i quali ritenevano che la Russia non stesse combattendo in modo adeguato. All’inizio del mese di ottobre, le recriminazioni si sono avvicinate alla cerchia dello stesso Putin, ma quando la situazione sembrava essere fuori controllo, le critiche si sono placate. Nel frattempo, secondo i giornalisti, le stesse forze armate hanno ricevuto il controllo di molti settori dell’economia russa, conferendo al governo e al Ministero della Difesa nuovi ampi poteri, anche nel settore privato. Nel loro insieme, questi sviluppi evidenziano la crescente influenza dell’esercito, e di coloro che gli sono vicini, nel modo in cui Putin esercita il potere in patria. Piuttosto che rendere il regime più vulnerabile, come suggerito da alcuni osservatori occidentali, le interruzioni nella guerra in Ucraina degli ultimi mesi hanno offerto a Putin l’opportunità di espandere il suo controllo sulla società russa e persino sui suoi critici militari, concludono i giornalisti del Foreign Affairs.
What the Chinese People Are Revealing About Themselves
Quello che il popolo cinese sta rivelando su se stesso
Per il giornalisti del NYT, il Covid-19 ha mandato in frantumi il tacito contratto sociale tra il Partito Comunista e il suo popolo: stabilità e prosperità, in cambio di un elevato grado di controllo sociale. Parte delle recenti proteste in Cina deriva dal fatto che le misure della politica “zero-Covid” non sembrano più funzionare. La prosperità della Cina dipende dalla connessione con il resto del mondo e secondo il NYT, l’amministrazione Biden fa bene a adoperarsi per mantenere aperte le linee di comunicazione con gli alti funzionari cinesi. Tale dialogo potrebbe essere fondamentale per affrontare le sfide della salute pubblica quando Pechino si aprirà maggiormente. La collaborazione tra scienziati e funzionari della sanità pubblica in Cina e negli Stati Uniti è stata importante nelle prime fasi della pandemia e potrebbe rivelarsi ancora una volta vitale. Per adesso, i manifestanti in Cina hanno dimostrato il valore della protesta e del dissenso. Essi, in un momento di ostilità geopolitica, offrono al mondo l’opportunità di comprendere meglio la diversità di vedute che esiste in Cina e di vedere il popolo cinese in modo nuovo.
Africa Is Waiting for What You Promised, Mark Zuckerberg and Jack Dorsey
L'Africa sta aspettando ciò che avete promesso, Mark Zuckerberg e Jack Dorsey
Sia il cofondatore di Twitter, Jack Dorsey, sia l’amministratore delegato di Meta, Mark Zuckerberg, sono tra i principali investitori nel continente africano. Entrambi percepiscono l’Africa come un luogo ideale per gli investimenti nelle imprese tecnologiche. Tale luogo, secondo l’autore dell’articolo, fa parte di un paradigma che egli l’ha nominato “tecnosviluppo”: lo sviluppo tecnologico viene visto anche come motore di sviluppo economico, politico e sociale.
Tuttavia, l’autore afferma che c’è il timore che alcuni Paesi africani possano essere ingannati dagli operatori della Silicon Valley, i quali iniettano capitali nel continente ed estraggono talenti e manodopera a basso costo, senza necessariamente migliorare le condizioni di queste nazioni.
Le nazioni africane in via di sviluppo potrebbero non beneficiare degli investimenti tecnologici finché non verrà affrontata la mancanza delle infrastrutture di base necessarie a sostenere il successo delle imprese, come una rete elettrica affidabile per alimentare le imprese 24 ore su 24 e un servizio Internet affidabile, rapido e a basso costo.
Inoltre, l’autore afferma che l’esportazione di idee fantasiose della Silicon Valley può essere di cattivo auspicio per i Paesi in via di sviluppo, dove lo Stato di diritto non è ancora abbastanza forte da garantire la protezione dei consumatori.
In conclusione, l’autore dichiara che la teoria dello sviluppo tecnologico come motore di stabilità economica, politica e sociale per le nazioni in via di sviluppo può diventare realtà solo se queste nazioni acquisiscono prima le infrastrutture (fisiche e legali) necessarie per sostenere tali attività.
Could Biden’s Climate Agenda Trigger a New Trade War?
Può la politica climatica di Biden causare una guerra commerciale?
Le nuove misure americane per la salvaguardia del clima e dell’ambiente preoccupano i partner europei e stanno rischiando di inasprire le divergenze economiche tra i due alleati. Una delle misure più discusse è la decisione americana di fornire 369 miliardi di dollari in sussidi e agevolazioni fiscali alle aziende produttrici di tecnologie verdi in Nord America. L’UE teme che tale decisione, in aggiunta all’implementazione del CHIPS and Science Act, porti a uno squilibrio commerciale nei mercati europei-americani. Per far fronte a queste misure, la Presidente della Commissione Von der Leyen ha annunciato che l’Europa potrebbe utilizzare sussidi propri per evitare di cedere alcune attività agli USA. Le politiche climatiche americane hanno quindi risvolti critici nel commercio tecnologico transatlantico e per ora non si sono raggiunti dei compromessi vantaggiosi per entrambe le parti. Il segretario del Tesoro Yellen ha suggerito che Bruxelles potrebbe rafforzare il processo di friendshoring con Washington costruendo “catene di approvvigionamento delle materie rare adeguate”. Al contrario, alcuni legislatori europei hanno proposto di inviare un reclamo al WTO qualora i negoziati fallissero. Tale misura avrebbe tuttavia effetti limitati, dal momento che gli USA detengono un ruolo centrale nel controllo dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. L’opinionista ritiene che sia improbabile la formazione di un accordo di libero scambio verde tra USA e UE e teme che le tensioni possano persino tornare ai livelli dell’Amministrazione Trump.
The UK government should stop doing stupid stuff
Il governo del Regno Unito dovrebbe smetterla di fare cose stupide
Secondo il giornalista Martin Wolf, oltre all’impatto negativo che ha avuto la Brexit sul Regno Unito, il sogno della “Gran Bretagna globale” è scomparso, così come sono svanite le speranze di relazioni commerciali più strette con la Cina e gli Stati Uniti.
Secondo Wolf, Londra non dovrebbe prendere in considerazione modifiche normative a meno che non siano chiaramente positive. Attualmente, cercare alternative alla piena adesione all’UE (come l’adesione al mercato unico, all’unione doganale o a entrambi) condurre di nuovo verso un conflitto interno in entrambi i partiti politici principali. Inoltre, cercare di modificare le caratteristiche principali dell’attuale rapporto con l’Irlanda del Nord (attraverso il disegno di legge sul mantenimento del diritto dell’UE), renderebbe il cambiamento incerto e costoso per gli affari.
Il giornalista del Times dichiara che l’approccio migliore da parte dei politici britannici sarebbe dovuto essere quello di individuare le debolezze e priorità del paese, come per esempio la difficoltà di costruire su terreni non edificati, l’incapacità di rendere gli edifici più efficienti dal punto di vista energetico, la disuguaglianza regionale, l’eccessiva centralizzazione del governo, i tassi di risparmio e di investimento nazionali bassi, l’incapacità dei fondi pensione di investire nel capitale produttivo del paese, l’incapacità di costruire aziende di dimensioni mondiali e l’incapacità di lunga data di portare le competenze a un livello sufficientemente alto.
Wolf conclude suggerendo che per superare le difficoltà attuali – come la crisi energetica e inflazionistica –, la cooperazione tra gli scienziati britannici e quelli europei deve essere preservata al meglio.
The 6G showdown with China is coming
La resa dei conti 6G con la Cina sta arrivando
Ora che la telefonia mobile di quinta generazione, il cosiddetto 5G, è stato introdotto in tutto il mondo, è già iniziata la corsa alla sua evoluzione, il 6G. Secondo la giornalista Elisabeth Braw, non si tratta solo di una gara tecnologica, ma anche di influenza geopolitica.
Inizialmente, la maggior parte dei governi occidentali era favorevole a permettere all’azienda cinese Huawei di competere per i contratti. Tuttavia, le preoccupazioni sulle implicazioni per la sicurezza nazionale, guidate dagli Stati Uniti, hanno spinto paesi come il Regno Unito, la Francia e il Canada a vietare o eliminare gradualmente le apparecchiature Huawei dalle loro infrastrutture 5G.
Braw sottolinea che, in questo momento, il mondo si trova di fronte a due versioni ed esecuzioni della telefonia mobile di domani. Ciò è importante perché, nonostante gli insuccessi di Huawei nel 5G nei paesi occidentali, l’azienda domina innumerevoli mercati in via di sviluppo.
Secondo Braw, nell’attuale competizione economica si stanno formando due nuovi blocchi. Il blocco occidentale emergente ha l’opportunità di avere la meglio costruendo collettivamente un modello 6G sicuro e di alto livello. Inoltre, ci sarebbero anche vantaggi diplomatici oltre che tecnologici.
Se i paesi occidentali non dovessero collaborare, essi correrebbero il rischio di dover accettare il 6G di Huawei, con gli eventuali rischi per le proprie infrastrutture.
‘Wage inflation? What wage inflation?’ ask workers
'Inflazione salariale? Quale inflazione salariale?' chiedi ai lavoratori
La giornalista Rana Foroohar riporta che la crescita dei salari mensili reali a livello globale, la quale riflette il potere d’acquisto dei salari dopo aver preso in considerazione l’inflazione del costo della vita, è scesa a un valore negativo dello 0,9% nella prima metà del 2022. Secondo un nuovo rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, è la prima volta dal 2008 che la crescita dei salari globali è stata negativa.
Il fatto che gli aumenti salariali non riescano a tenere il passo con altri tipi di inflazione rappresenta una sfida enorme per i politici e i dirigenti d’azienda. In risposta all’aumento dell’inflazione, le aziende stanno aumentando i prezzi per i consumatori, imponendo al contempo una “shrinkflation”: riduzione delle dimensioni dei prodotti e della qualità dei servizi.
Ma nei paesi più sviluppati, come gli Stati Uniti, dove la spesa per i consumi costituisce ben due terzi del prodotto interno lordo, se le persone non guadagnano di più, né le imprese né l’economia possono crescere fortemente.
Per tale motivo, secondo Foroohar, sarebbe utile incentivare le aziende che investono nella formazione dei lavoratori o in altre forme di investimenti produttivi a sostegno del lavoro.
Inoltre, gli statunitensi affrontano l’incremento dei prezzi delle attività, creata in gran parte da decenni di politica monetaria espansiva.
In conclusione, la giornalista afferma che mentre la politica monetaria ha alimentato tutte le crisi e i banchieri centrali devono ora fermare l’inflazione, è ironico che nessuno abbia gli strumenti per risolvere ciò che è veramente infranto nei mercati del lavoro.
Australia, China and the judgment of the Solomons
Australia, Cina e il giudizio sulle isole Salomone
Nonostante le Isole Salomone, un arcipelago di quasi 1.000 isole nel Pacifico meridionale con una popolazione totale di circa 700.000 abitanti, sono distanti 6000 km dalla Cina e 2000 km dall’Australia, la firma di un patto di sicurezza tra Honiara e Pechino, avvenuta in aprile, ha suscitato l’allarme di Washington e Canberra: “gli americani e gli australiani temono che la Cina intenda stabilire una base navale nel Pacifico meridionale, e le Salomone sono il luogo più probabile”, dichiara Gideon Rachman.
Oggi le isole sono considerate strategicamente importanti perché si trovano lungo le rotte marittime tra l’Australia, l’Asia orientale e gli Stati Uniti occidentali. Le lezioni strategiche della Seconda guerra mondiale, quando gli aerei giapponesi bombardarono il porto settentrionale di Darwin, sono impresse nell’approccio dell’Australia al mondo.
Tuttavia, secondo Gideon Rachman, qualora la Cina dovesse seguire il modello del Giappone imperiale e sfidare il potere militare degli Stati Uniti nel Pacifico, il punto più probabile sarebbe Taiwan. I funzionari statunitensi e australiani ritengono possibile che la Cina di Xi Jinping tenti di invadere o bloccare Taiwan entro i prossimi cinque anni. In caso di guerra tra Stati Uniti e Cina, l’Australia verrebbe coinvolta nel conflitto e una base cinese nel Pacifico meridionale complicherebbe notevolmente i calcoli strategici australiani.
Unrest breaks out across China, as frustration at lockdowns grows
I disordini scoppiano in tutta la Cina, mentre cresce la frustrazione per i blocchi
Da Urumqi nel nord-ovest a Shanghai nell’est, manifestazioni e proteste hanno scosso la Cina negli ultimi giorni. Sono state diverse per dimensioni, tenore e composizione, ma tutte sono state accomunate da un unico tema: la richiesta di porre fine alle dure chiusure e ai controlli arbitrari della campagna “zero Covid” del paese, affermano i giornalisti dell’Economist.
Per il presidente cinese, Xi Jinping, la sfida immediata è contenere i disordini. In 73 anni di governo ferreo, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha imparato a scegliere le sue battaglie e a portare armi diverse in ogni scontro. Le sue tattiche tendono alla repressione violenta in regioni come lo Xinjiang, dove si teme un conflitto etnico. I leader delle proteste studentesche rischiano lunghe pene detentive. Ma di fronte alle proteste dei lavoratori, per riportare la calma si ricorre in genere a un misto di tangenti e coercizione. Per quanto riguarda gli scontenti della classe media urbana, il PCC è spesso pronto a trattare con loro, offrendo concessioni a patto che la sua autorità generale non venga messa in discussione, concludono i giornalisti.
President Joe Biden starts to lift sanctions on Venezuela
Il presidente Joe Biden inizia a revocare le sanzioni sul Venezuela
La guerra in Ucraina ha fatto preoccupare molti paesi riguardo le forniture di petrolio, per tale motivo gli Stati Uniti stanno ripensando il loro rapporto con alcuni paesi produttori di greggio, compreso il Venezuela. Tuttavia, dopo decenni di cattiva gestione, l’industria petrolifera venezuelana non è pronta per fare differenza sui mercati petroliferi globali nel breve termine, ma a Washington stanno pensando al lungo termine.
Sotto la direzione del presidente Trump, gli USA hanno imposto sanzioni alle industrie petrolifere, bancarie e minerarie venezuelane. Mentre Joe Biden, al contrario, si sta riavvicinando con cautela al Venezuela.
Il 26 novembre l’amministrazione statunitense ha concesso alla Chevron, una compagnia petrolifera americana che attualmente ha quattro joint venture inattive con la Pdvsa, il gigante petrolifero statale del Venezuela, una licenza limitata per ricominciare ad estrare ed esportare petrolio negli Stati Uniti.
Ciononostante, ci sono alcune problematiche connesse sia al petrolio sia alla figura del presidente venezuelano, Nicolás Maduro.
In primo luogo, il petrolio venezuelano è laborioso da raffinare e, dopo anni di investimenti insufficienti e corruzione, gran parte delle infrastrutture esistenti della Pdvsa sono in deterioramento, causando difficoltà per l’estrazione del greggio.
In secondo luogo, i governi stranieri stanno correndo un rischio nell’avvicinarsi a Maduro. Sebbene l’amministrazione Biden abbia intenzioni di alleggerire maggiormente le sanzioni in caso in cui il Venezuela progredisca verso la democrazia, i precedenti di Maduro suggeriscono che egli non rispetterà le regole, specialmente alle prossime elezioni presidenziali (2024), concludono gli analisti dell’Economist.
Protests in China could change the way Xi Jinping runs the country, says Minxin Pei
Le proteste in Cina potrebbero cambiare il modo in cui Xi Jinping gestisce il paese, afferma Minxin Pei
Secondo l’accademico sino-americano Minxin Pei, gli effetti delle attuali proteste contro la politica zero-Covid attuata da Pechino avranno effetti a lungo termine e influenzeranno per il resto del tempo il mandato di Xi Jinping. Le proteste si sono rivelate la più grande espressione di malcontento pubblico dalla strage di piazza Tiananmen nel 1989. Hanno infatti coinvolto un numero più elevato di partecipanti e di città, rispetto a quelle del secolo scorso. Alcuni manifestanti hanno persino chiesto le dimissioni di Xi e dei membri del PCC in seguito a un incendio doloso scoppiato a Urumqi, dove sono morte dieci persone. Un altro elemento che contraddistingue le nuove proteste è la difficoltà riscontrata dalla polizia nel sedarle. I sistemi tecnologici per il riconoscimento facciale solitamente utilizzati dal personale in servizio non funzionano su folle di dimensioni troppo grandi, come quelle delle proteste attuali. Pei ritiene che quest’ultimo fattore possa contribuire a diminuire la paura di unirsi alle proteste e dunque Xi Jinping dovrà rispondere con fermezza per ricostruire la propria immagine. Sarà probabilmente necessario che il Presidente cambi la sua “politica di comando” incentrata sul controllo sociale e lo statalismo economico, in favore di un’attenzione maggiore per lo sviluppo economico. La rinascita economica potrebbe iniziare dalla diffusione di campagne di vaccinazione, che garantirebbero la presenza degli impiegati sui posti di lavoro.
Avinash Persaud on how to boost investment in climate protection
Avinash Persaud su come aumentare gli investimenti nella protezione del clima
I Paesi in via di sviluppo sono indignati per le richieste ipocrite occidentali di aumentare gli investimenti verdi, senza tenere in considerazione che proprio l’America e l’Europa sono i principali inquinatori. I PVS devono affrontare costi di capitale più elevati per finanziare i progetti di transizione verde. L’’Agenzia Internazionale per l’Energia ha calcolato che entro il 2030 saranno necessari circa 1 trilione di dollari all’anno provenienti da attori esterni per finanziare la loro green transition, tranne che in Cina, e quindi aumenteranno i rischi legati al sistema finanziario internazionale. Aumenterà la domanda per le principali valute, ovvero il dollaro, l’euro e lo yen, permettendo ai Paesi che utilizzano queste monete di avere rapporti debito/PIL più alti rispetto ai Paesi in via di sviluppo. Al contrario, in questi ultimi aumenteranno i tassi di interesse e si taglieranno i prestiti. Al momento, solo il 10% dei finanziamenti per la green transition è destinato ai Pvs e il numero di finanziatori privati è esiguo. I Paesi più poveri rischiano quindi di contrarre debiti elevati per adeguarsi agli standard ambientali occidentali. L’inviato per il Clima delle Barbados propone, come parte della soluzione, l’Iniziativa di Bridgetown, per riformare le modalità di finanziamento dei progetti verdi. La strategia prevede l’utilizzo dei Diritti Speciali di Prelievo dell’FMI per incoraggiare gli investimenti privati e consentire ai detentori l’utilizzo di un paniere di valute di riserva internazionali. I progetti saranno scelti dai gestori degli investimenti e il trust potrebbe arrivare a un valore di 3-4 trilioni di dollari.
Brexit has fuelled surge in UK food prices, says Bank of England policymaker
La Brexit ha alimentato l'impennata dei prezzi alimentari nel Regno Unito, afferma il policymaker della Banca d'Inghilterra
Swati Dhingra, membro del comitato di politica monetaria della Banca d’Inghilterra, ha riferito che la Brexit sta contribuendo all’aumento dei prezzi alimentari in Gran Bretagna in questo periodo di recessione e ricorda che tre quarti delle importazioni del Regno Unito provenivano dall’UE. L’economista inoltre ipotizza che il prossimo ciclo di rialzi dei tassi delle banche centrali avrà un picco al di sotto del 4,5%. Secondo le valutazioni del Centro per le prestazioni economiche della LSE, la Brexit ha aggiunto quasi 6miliardi di sterline alle bollette alimentari inglesi. Il calo della sterlina dopo il referendum del 2016 è stato il più grande deprezzamento che una delle quattro valute più utilizzate al mondo ha subito dal 1944. Ulteriori misure per aumentare il prestito oltre l’attuale 3% rischierebbero di aumentare la recessione. L’esperto vuole rendere consapevoli i cittadini inglesi del costo economico della Brexit, viste anche le ripercussioni della guerra in Ucraina e della ripresa post-pandemica. Secondo l’ultimo sondaggio Opinion dell’Observer, due terzi degli elettori valutano negativamente la Brexit e tra di loro ci sono anche molti conservatori. Il 59% del totale degli elettori vorrebbe rientrare nell’UE o avere una relazione più stretta sebbene rimanendone fuori, mentre solo il 15% è favorevole allo status quo.
G7 countries and Australia to cap price of seaborne Russian oil
I paesi del G7 e l'Australia chiudono il prezzo del petrolio russo trasportato via mare
I Paesi del G7 e l’Australia hanno concordato un tetto per il prezzo del petrolio russo trasportato via mare del valore di 60 dollari al barile, scartando la proposta polacca di $30 al barile. Tale misura colpirà le esportazioni di Mosca in tutto il mondo e si aggiunge all’embargo europeo sul greggio russo in vigore dal 5 dicembre.
I Paesi non firmatari dell’accordo potranno accedere ad alcune tipologie di servizi, come spedizioni e assicurazioni, solo se commerciano petrolio russo ad un prezzo pari o inferiore a quello sancito dal tetto.
Molti critici, tra cui l’Ucraina, ritengono che queste misure non incideranno considerevolmente sui guadagni del Cremlino. I Membri del G7 sperano che anche i Paesi a basso e medio reddito si conformino a tali misure e che chiedano alla Russia prezzi più bassi, ma condividono le preoccupazioni dei critici. Le parti si sono quindi impegnate a rimanere disponibili per eventuali modifiche del tetto. In risposta alle nuove sanzioni, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che la Russia non accetta il tetto e sta preparando una risposta. L’ambasciata russa a Washington ha inoltre accusato gli Stati occidentali di rimodellare i mercati liberi.
Il Presidente Biden si è detto disponibile a incontrare il suo omonimo russo qualora fosse disponibile a porre fine al conflitto, ma Putin ha risposto che avvierà i colloqui di pace solo qualora l’Ucraina riconoscesse l’annessione alla Russia dei suoi territori meridionali e orientali. Kiev chiede invece il ritiro delle truppe russe dai suoi confini riconosciuti a livello internazionale.
“Dark activities” of Russian-linked oil tankers have doubled, analysis shows
Le "attività in nero" delle petroliere collegate alla Russia sono raddoppiate, mostra l'analisi
Un’indagine della società di intelligence marittima Windward ha rilevato che negli ultimi mesi il numero di petroliere con bandiera russa che hanno disattivato i propri tracker durante i trasferimenti è raddoppiato. A titolo d’esempio, la società ha pubblicato le prove di un’indagine su un caso reale di attività “oscura” di una petroliera russa battente bandiera camerunense. Poiché questa tecnica è già ampiamente praticata dall’Iran e dalla Corea del Nord, l’autore dell’articolo ritiene che la Russia abbia preso esempio da questi due Paesi. In particolare, a ottobre sono stati rilevati 50 casi di “oscuramento”. Tale strategia permette alle navi cisterna di trasferire il greggio attraversando l’Atlantico evitando le sanzioni imposte dal blocco occidentale. Inizialmente, la maggior parte delle “attività oscure” veniva rilevato nell’Atlantico settentrionale, in seguito la Lloyd’s List ha rilevato un cambiamento di schema e una maggiore presenza nella parte meridionale. L’entrata in vigore del tetto massimo di $60 al barile per il petrolio sancito dai Paesi del G7 più l’Australia aumenta la pressione economica su Cremlino, nonostante possa continuare a esportare l’oro nero in Cina, India, Turchia ed Emirati Arabi, ovvero i Paesi che non hanno aderito alla nuova sanzione.
“Culture of exclusion” keeps women of colour from top media jobs, report reveals
La "cultura dell'esclusione" impedisce alle donne di colore di occupare i migliori media, rivela un rapporto
Secondo un’analisi sulle organizzazioni dei media e delle notizie condotta dalla società di consulenza AKAS, le donne di colore soffrono di una “cultura dell’esclusione” a causa della quale vengono escluse dalle posizioni di vertice nel settore mediatico. Il rapporto documenta i dati delle redazioni di sei Paesi: Regno Unito, Nigeria, India, Sudafrica, Kenya e Stati Uniti, che rivelano la sottopresenza delle donne di tutte le provenienze nei ruoli di direzione editoriale. Tuttavia, nei Paesi più multiculturali, le donne di colore sono maggiormente ostacolate. In Gran Bretagna, ad esempio, solo l’1% delle organizzazioni mediatiche nazionali ha una donna di colore al vertice e nessuna di loro occupa posizioni editoriali rilevanti nelle tematiche di politica, affari esteri e salute. I dati inglesi sono peggiori rispetto a quelli del Sudafrica e degli Stati Uniti. L’India invece detiene il numero più elevato di donne emarginate nella direzione e nella copertura di notizie. In Kenya, non ci sono donne a capo della sezione politica, mentre in Nigeria il 16% dei redattori politici sono donne. Il fattore comune individuato come principale ostacolo all’avanzamento di carriera è la maternità. La “cultura dell’esclusione” si ripercuote sul pubblico, che diventa prevalentemente maschile, e sulla selezione delle notizie, dove si vede un’elevata assenza di copertura di tematiche quali le disparità di genere per la retribuzione e la sanità. Secondo gli autori del rapporto, se il divario di consumo di notizie di genere venisse ridotto anche solo di un punto all’anno per i prossimi dieci anni, ci sarebbe un guadagno di 11miliardi di dollari in più entro il 2027 nell’industria dell’informazione globale.
Putin has to escalate to survive. There can be no lasting peace until he falls
Putin deve cercare sempre un’escalation per sopravvivere. Non ci può essere pace duratura finché non cade
L’opinionista Simon Tisdall ritiene che nel prossimo futuro ci saranno numerosi altri attacchi ucraini oltre i confini russi, come quello avvenuto a circa 150 miglia da Mosca. L’occidente, infatti, non è in grado di dissuadere Kiev dal desiderio di rappresaglia, anche se i nuovi attacchi rischiano di provocare l’escalation della guerra. A causa delle fredde temperature invernali, per il momento i conflitti diminuiranno, ma anche se i soldati russi sono in ritirata nel sud dell’Ucraina, continuano ad attaccare il Paese con modalità trasversali, ad esempio danneggiando la rete elettrica. Sul versante diplomatico, Putin sta “globalizzando” la guerra: sfida le sanzioni mondiali imposte alle sue risorse, influisce nel processo decisionale europeo, promuove attacchi alle ambasciate europee in Ucraina e cyberattacchi nei Paesi candidati alla Nato. Per Putin ora la guerra in Ucraina rappresenta il conflitto storico tra la Russia e le democrazie occidentali. Tisdall non crede che il Presidente russo volesse questi risvolti quando iniziò la sua “operazione speciale”, ma piuttosto che sia stato costretto dai suoi fallimenti militari a portare il conflitto a un’escalation ideologica simile al modello di guerra fredda orwelliano del XX secolo. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz auspica un ritorno all’ordine di pace multipolare prebellico, evitando una guerra fredda. In molti desiderano la pace, ma altrettanti ritengono ingenue le aspettative di Scholz poiché né la Russia né l’Ucraina sono disposte a scendere a compromessi. Per questo motivo, l’autore ritiene che la caduta di Putin sia l’unico evento in grado di ristabilire la pace.
La Chine, l’Iran, la Russie: des contre-modèles devenus de parfaits repoussoirs
Cina, Iran, Russia: contromodelli che sono diventati perfetti paria
Mentre il tempo sembrava dare ragione a Cina, Iran, Russia convinti del declino dell’Occidente, i loro regimi condividono ora, in misura diversa, la stessa forma di rifiuto, (Gilles Paris).
Per porsi come contro-modello, è necessario apparire come modello e questi paesi non possono rivendicare tale ambizione. Efficienza e stabilità erano le loro presunte virtù di fronte al disordine identificato in Occidente. Questo era ciò che Mosca e Pechino avevano promesso ai loro cittadini in cambio del loro silenzio, ma queste promesse sono state spazzate via dalla prova. In tutti e tre i paesi, il confinamento ideologico e l’ossificazione dei regimi producono gli stessi risultati.
L’eliminazione delle strutture di protesta verticali non impedisce i movimenti orizzontali. Questi ultimi sono tanto più dinamici quanto agglomerati da una causa che trascende le barriere di contesa erette da questi regimi. In Iran, la tensione sulla questione del velo ha unito le minoranze periferiche alle metropoli. La politica zero-Covid di Xi Jinping ha svolto lo stesso ruolo in Cina, da Urumqi a Shanghai. Il ritorno dei soldati caduti in Ucraina può potenzialmente avere lo stesso effetto su tutta la Russia, afferma Paris.
La prospettiva di una rivoluzione rimane altamente speculativa in tre paesi, che hanno tutti sperimentato alcune delle sue versioni più brutali. Per il momento, secondo Paris è possibile constatare che i contro-modelli sono diventati dei perfetti repellenti.
Vladimir Poutine est à lui seul un mur contre lequel se brise toute possibilité de dialogue
Guerra in Ucraina: il negoziato impossibile
Il presidente russo Vladimir Putin si è messo in una situazione in cui qualsiasi concessione territoriale apparirà come una sconfitta per la Russia e un’umiliazione personale, osserva Alain Frachon.
Mentre l’intera comunità internazionale è a conoscenza della posizione ucraina, ovvero quella di recuperare i territori sotto il dominio della Russia, nessuno sa qual è la volontà di Putin, a parte la totale sottomissione di Kiev a Mosca. Annettendo le quattro province del Donbass (dichiarate russe allo stesso modo come la Crimea, occupata nel 2014), Putin sta chiudendo la porta a una soluzione accettabile per gli ucraini, afferma Frachon.
I russi ipotizzano che il livello di morte e distruzione costringerà l’Ucraina a capitolare. Il Cremlino è convinto che anche l’Occidente, sotto la duplice spinta di un inverno rigido e di una recessione crescente, avrà un cedimento importante. Lo spettro delle ragioni addotte per invadere l’Ucraina è ampio. “Denazificare”, cioè ottenere un cambio di regime a Kiev (come gli Stati Uniti hanno fatto a Baghdad), scambiare il territorio con la neutralità ucraina oppure infliggere una sconfitta al “collettivo occidentale”, in modo tale da compiere un passo verso il nuovo ordine internazionale invocato da Mosca, continua Frachon.
Dal punto di vista militare, se gli ucraini si dovessero ritirare, l’esercito russo avanzerebbe. Dal punto di vista politico, la convinzione di Putin è che nazione o Stato, l’Ucraina non esiste (come il presidente russo ha scritto nel luglio 2021). Dunque, è difficile immaginare il margine di negoziazione lasciato a Kiev, conclude Frachon.
La souveraineté européenne en test à Washington
La sovranità europea messa alla prova a Washington
Negli Stati Uniti, Emmanuel Macron ha criticato il patriottismo economico americano, che sta minando l’industria europea. Ma tale discorso rivela la mancanza di consenso tra i paesi europei nel definire una risposta comune, dichiarano gli analisti di Le Monde.
Nella visita di Stato di Emmanuel Macron a Washington, la missione principale del presidente francese è quella di presentare a Joe Biden le rimostranze dell’Unione europea, in un momento in cui è combattuta tra la sua dipendenza de facto da Washington e il suo legittimo desiderio di sovranità.
L’adozione in agosto di un gigantesco pacchetto di sussidi per attirare negli Stati Uniti gli investimenti necessari alla transizione energetica costituisce una minaccia per l’industria europea.
L’Unione Europea ha difficoltà a trovare una risposta all’offensiva americana senza rinnegare i suoi principi di libero scambio e di apertura al mondo. Inoltre, l’introduzione “Buy European Act”, proposto da Macron, non sembra più plausibile, data la mancanza di consenso sull’argomento all’interno dell’UE, riferiscono gli analisti.
Le attuali difficoltà che l’UE sta riscontrando hanno provocato un riflesso di solidarietà all’interno dell’Unione, aumentando la consapevolezza della necessità di un’Europa sovrana. Tuttavia, l’Unione è stata costruita sulla base di interessi comuni che ogni paese deve difendere, a volte a scapito dei propri. Per tale motivo, le questioni discusse a Washington sono un esame per controllare se gli europei sono pronti a fare il loro aggiornamento. Infine, in questo viaggio, Emmanuel Macron si sta rivolgendo più ai suoi partner europei che a Joe Biden, concludono gli analisti di Le Monde.
Embargo sur le pétrole russe : les sanctions contre la Russie entre ténacité et pragmatisme
Embargo sul petrolio russo: sanzioni alla Russia tra tenacia e pragmatismo
Secondo l’editoriale francese Le Monde, il divieto di accesso del petrolio russo ai porti dell’UE e del G7 è un fattore importante per colpire la principale fonte di valuta estera di Vladimir Putin. Tuttavia, il meccanismo di sanzioni messo in atto dall’Occidente contro la Russia sta diventando più difficile, soprattutto perché i grandi importatori di petrolio come India, Cina e Turchia, i quali non hanno votato a favore del pacchetto di sanzioni contro Mosca, si sono opportunamente sostituiti al crollo della domanda europea.
Inoltre, Le Monde afferma che l’Occidente non ha interesse a destabilizzare la produzione mondiale poiché senza il petrolio russo, i prezzi aumenterebbero, causando danni alle economie del G7. La fissazione di un prezzo massimo per le esportazioni russe assicura una certa stabilità del mercato e costringe la Russia a vendere il suo petrolio a sconto rispetto alle entrate di bilancio e allo sforzo militare.
Oltre agli effetti economici, la nuova fase di sanzioni occidentali invia un messaggio politico a Vladimir Putin, ovvero che la determinazione e la solidarietà dell’Occidente non stanno cedendo.
Tuttavia, per l’Unione Europea è difficile bilanciare il desiderio di accelerare la fine della guerra e quello di attutire gli effetti della crisi energetica, la quale rischia di trasformarsi in una crisi economica e sociale: “l’unica strategia per l’Europa è mantenere un delicato equilibrio tra tenacia e pragmatismo”, conclude i giornalisti.
Durchatmen. Aber nicht zu lang di Lisa Nienhaus
Respirare. Ma non troppo a lungo
Secondo la giornalista Lisa Nienhaus, l’economia tedesca si è ripresa meglio del previsto. Nel terzo trimestre del 2022, la forza economica della Germania non solo è cresciuta più del previsto (dello 0,4% rispetto al trimestre precedente), ma ha anche superato leggermente il livello pre-pandemico per la prima volta. Il merito è soprattutto dei consumi, grazie all’allentamento delle restrizioni per il corona virus e alla diminuzione dei timori di contagio. Inoltre, è calato il prezzo dell’energia sui mercati e il governo sembra avere un piano preciso per proteggere le aziende (e quindi i posti di lavoro) dai prezzi troppo alti del gas.
Ciononostante, l’economia tedesca sta attraversando tempi difficili e molti analisti prevedono una recessione nel 2023. Per molto tempo, l’energia rimarrà più costosa rispetto agli anni antecedenti al 2022. Nel migliore dei casi, questo può essere un motore di cambiamento per il paese, la sua economia e il suo approvvigionamento energetico. Nel peggiore dei casi, può far crescere ulteriormente l’inflazione generale. Esistono due fenomeni economici che potrebbero minare le società: l’alta disoccupazione e l’alta inflazione, sottolinea Nienhaus. Il primo sembra improbabile nel prossimo futuro mentre il secondo è un pericolo che è stato sottovalutato per troppo tempo, conclude la giornalista.
Und sie mögen sich doch
E si piacciono
Negli ultimi tempi si aveva la sensazione che Germania e Francia si fossero allontanati, ma le recenti visite dei propri funzionari di Stato, dimostrano la volontà di entrambi i paesi di rimediare a diversi incidenti diplomatici, come l’annuncio del pacchetto da 200 miliardi di euro per l’attuale crisi energetica da parte del Cancelliere tedesco Olaf Scholz e il rinvio del previsto Consiglio dei ministri congiunto. Sebbene persistano ancora punti di contrasto tra i due paesi, come il tetto al prezzo del gas a livello europeo, un nuovo debito UE per sostenere l’economia e l’energia nucleare, l’Europa ha bisogno di una solida stabilità nelle relazioni franco-tedesche, soprattutto da quando il presidente russo Vladimir Putin ha messo in discussione l’ordine mondiale, afferma Kathrin Müller-Lancé.
Tuttavia, in Francia si è diffusa la sensazione che, a seguito della guerra in Ucraina, la Germania si sia orientata verso est, a scapito delle relazioni franco-tedesche. Per tale motivo, nei prossimi incontri, i due partner possono tornare al lavoro concreto, conclude la giornalista.
Kim Jong-Un führt immer wieder denselben Tanz auf
Kim Jong-un esegue la stessa danza più e più volte
La Corea del Nord sta conducendo un numero insolitamente elevato di test missilistici, i quali servono come prerequisito per i test di bombe nucleari, afferma Yu Woo-ik.
Per il capo di Stato della Corea del Nord, Kim Jong-un, il motivo di tali azioni sarebbe “una reazione indispensabile” alle manovre congiunte di Corea del Sud e Stati Uniti. Tuttavia, secondo il giornalista, l’obiettivo strategico di Pyongyang, è quello di creare una crisi nucleare nella penisola coreana e collegarla alla guerra in Ucraina e ai conflitti tra Stati Uniti e Cina, in modo tale da raggiungere un dialogo sul disarmo. Inoltre, il lancio dei missili potrebbe avere uno scopo propagandistico in patria: presentando il paese come una potenza nucleare di fronte al suo popolo, Kim sta cercando di dissuadere i propri cittadini dalle proteste o di confortarli. In aggiunta, secondo Yu Woo-ik, le attività della Corea del Nord potrebbero essere un tentativo di riavere la politica di pacificazione dell’ex presidente della Corea del Sud, Moon Jae-In.
Ma il solo fatto di avere colloqui per il disarmo farebbe sì che la Corea del Nord si affermi come potenza nucleare. Per tale motivo, Seul e Washington, insieme al mondo intero, dovrebbero esercitare la massima pressione sul regime. Solo le sanzioni, la deterrenza e il rischio di una guerra nucleare costringeranno Kim a cambiare la sua attitudine, conclude Yu Woo-ik.
Es ist genug
È abbastanza
Se Viktor Orbán dovesse riuscire a radunare una minoranza di blocco tra gli Stati membri, coinvolgendo per esempio Varsavia, i sussidi che Bruxelles vorrebbe trattenere a Budapest, non potranno essere fermati, dichiara Hubert Wetzel.
Il conflitto tra Bruxelles e Budapest, permette di trarre alcune interessanti conclusioni, afferma il giornalista. In primo luogo, consigliando di bloccare gli aiuti economici, la Commissione europea ha deciso di agire in modo serio contro il comportamento di Orbán.
La seconda conclusione è che la decisione su come l’Europa debba trattare i paesi che vorrebbero ricevere i fondi da Bruxelles senza seguire le regole democratiche (oltre all’Ungheria c’è anche la Polonia), risulta essere una decisione politica che deve essere attuata dai 26 governi dei singoli paesi europei e non dai funzionari dell’UE, sottolinea Wetzel.
Per quanto riguarda la terza conclusione, qualora i leader europei dei paesi ostili a Bruxelles agissero in un modo più strategico, potrebbero svolgere un ruolo maggiore nella propria regione. Per esempio, la Polonia, sesta economia europea, avrebbe la possibilità di aumentare la propria influenza nella parte orientale dell’Unione e, essendo un paese economicamente liberale e transatlantico, potrebbe colmare in parte il vuoto lasciato dal Regno Unito dopo la Brexit.
Infine, l’ostilità dei governanti polacchi e ungheresi nei confronti dell’UE agisce sulla loro influenza a Bruxelles, in quanto vengono diffidati e sopranominati “ricattatori” dai colleghi europei.
Finché arrivano i finanziamenti europei, politiche simili a quelle di Orbán sembrano non avere limiti, tuttavia, è con un blocco dei fondi che inizieranno a comparire le prime difficoltà nei paesi come l’Ungheria, conclude Wetzel.
Die Armee ist immer noch blank
L'esercito è ancora vuoto
Le forze armate della Repubblica Federale di Germania (Bundeswehr) si trovano oggi in condizioni ancora peggiori di quelle in cui si trovavano prima della guerra in Ucraina. Le sue riserve di munizioni durerebbero due giorni in caso di guerra (ma i dettagli sono segreti), afferma Peter Carstens.
Sebbene il Parlamento abbia approvato un prestito di 100 miliardi di euro, il ministero ha dovuto tagliare drasticamente la lista degli acquisti perché non sono stati inclusi gli interessi, le perdite valutarie e l’inflazione. Dunque, il piano economico completo non è stato reso disponibile fino a metà novembre e nel mentre, il potere d’acquisto dei 100 miliardi promessi dal Cancelliere Olaf Scholz è stato ridotto a circa 85 miliardi.
Inoltre, il dibattito sul bilancio ha screditato anche Scholz, non solo per la promessa non mantenuta del due per cento del PIL per la spesa militare all’interno della NATO, ma anche perché il Cancelliere ha promesso all’Alleanza Atlantica una divisione pronta all’azione a partire dal 2025, ovvero circa 15.000 soldati, la quale però sembra difficile che si possa formare, continua il giornalista.
A un anno dal suo insediamento, il ministro della Difesa Christine Lambrecht (SPD) non ha ancora un progetto per le forze armate, né una proposta di riforma per l’eccessiva burocrazia della difesa, né un’idea di cooperazione europea in materia di armamenti, né un’idea di grande ristrutturazione del sistema di approvvigionamento, conclude Carstens.
So will die EU in der Halbleiterfertigung zurück an die Weltspitze
L'UE vuole tornare ai vertici mondiali nella produzione di semiconduttori
Le restrizioni dovute al Covid-19 hanno reso i produttori di automobili e il resto dell’industria consapevoli di quanto siano dipendenti dall’Asia, soprattutto per quanto riguarda i semiconduttori, indispensabili al giorno d’oggi. Inoltre, aumenta anche il timore che la Cina possa usare queste dipendenze in modo strategico contro l’Occidente. Per tale motivo, gli Stati Uniti stanno promuovendo la produzione dei propri microcircuiti e l’UE auspica di raddoppiare la propria quota del mercato mondiale della produzione di chip, portandola al 20% entro il 2030, attraverso il “Chips Act”, afferma Hendrik Kafsack.
Tuttavia, il Chips Act sarà finanziato con una somma notevolmente inferiore rispetto alle iniziative degli Stati Uniti e soprattutto della Cina. Di conseguenza, Bruxelles rischia di essere la sfavorita nella gara dei semiconduttori tra le grandi potenze economiche, conclude Kafsack.
Eine erschreckende Erkenntnis
Una presa di coscienza spaventosa
Le autorità di sicurezza tedesche hanno arrestato i membri di un’organizzazione con a capo Heinrich XIII P. R. che stava pianificando un colpo di stato. Attraverso una serie di omicidi e un assalto al Bundestag operato da “associazioni per la sicurezza interna”, Heinrich sarebbe stato incoronato re della Germania dal suo Consiglio. Il giornalista Jasper von Altenbockum evidenzia le abilità di coordinamento dell’Ufficio per la protezione della Costituzione, del Procuratore Generale, dell’Ufficio federale di polizia e del Servizio militare di controspionaggio, a difesa delle accuse di indifferenza nei confronti delle attività di estremisti di destra rivolte in tempi passati dall’opinione pubblica. Le autorità, infatti, controllavano da tempo i “Cittadini del Reich” e altri estremisti, sospettando la nascita di organizzazioni terroristiche, ma non si aspettavano un piano così preciso e ambizioso. L’autore ritiene che non sia possibile trovare una spiegazione razionale alle azioni di questi cospiratori poiché ragionare sulle loro idee li renderebbe ancora più eccentrici. Sarà tuttavia necessario comprendere i collegamenti tra i cospiratori, la polizia e l’AfD e se fidarsi delle dichiarazioni di dissociazione del Partito di estrema destra dal Consiglio di Heinrich. Nonostante le fantasie su una nuova Repubblica di Weimar di Heinrich XIII e dei suoi seguaci, la realizzazione del Putsch era improbabile, ma l’elevato numero di simpatizzanti ha dimostrato che esistono realtà completamente dissociate dalla vita politica odierna tedesca. In futuro, il Bundestag dovrà rivedere le sue strategie contro l’odio per i politici e la democrazia.
Die neue amerikanische Herausforderung
La nuova sfida americana
Il giornalista Gerald Braunberger ritiene necessario un rinnovamento economico europeo, soprattutto in Germania, per far fronte alla lotta all’inflazione negli Stati Uniti. Braunberger ricorda il libro “La sfida americana” degli anni Sessanta, nel quale lo scrittore Servan-Schreiber preannunciava i rischi di una grande influenza delle aziende americana sulle imprese europee e concorda con l’autore nel promuovere un approccio competitivo fruttuoso per entrambe le sponde dell’Atlantico. I timori nei confronti delle ripercussioni dell’Inflation Reduction Act americano, tra cui il rinvio degli investimenti europei per la sicurezza energetica e il dislocamento delle imprese negli USA, potrebbe essere eccessivo. Tuttavia, per far fronte ai nuovi rischi e all’aumento dei prezzi dell’energia, la Commissione europea sta lavorando per istituire ulteriori fondi per l’indipendenza economica dei Paesi membri. Gli scettici temono la generalizzazione di tale strumento, ma molti Stati europei vicini al margine di indebitamento accolgono con favore la possibilità di nuovi fondi per salvaguardare la sovranità europea nei settori economici strategici. Berlino ha espresso la sua disponibilità ad assumere un ruolo di leadership, dal momento che il Paese sta affrontando la crisi dei prezzi energetici meglio di altri, ma il Financial Times definisce il modello di business tedesco “rotto”. L’industria tedesca, infatti, non è più ritenuto un esempio dagli altri Stati e nella classifica delle aziende leader del mercato azionario e dell’alta tecnologia non figura alcun nome tedesco. Le sfide imposte dalle nuove politiche americane impongono un rinnovamento anche per l’industria tedesca.
Die Energiepreisbremsen werden die Deindustrialisierung nicht aufhalten
I freni ai prezzi dell'energia non fermeranno la deindustrializzazione
Con la decisione del Consiglio dei ministri tedesco di venerdì scorso, il governo federale ha migliorato i suoi progetti per il contenimento dei prezzi dell’elettricità e del gas: si è astenuto dal sottrarre retroattivamente le entrate a determinati produttori di elettricità.
Tuttavia, i blocchi dei prezzi dell’energia non saranno sufficienti per consentire a tutte le aziende dei settori ad alta intensità energetica di sopravvivere alle crisi attuali poiché non saranno competitive.
In passato, tali aziende hanno investito in tecnologie per raggiungere l’efficienza e hanno negoziato con i politici per ottenere un alleggerimento. Ciò è stato sufficiente per mantenere la produzione e accettare il fatto che in Cina, negli Stati Uniti e in altri paesi i prezzi dell’elettricità e del gas erano molto più bassi.
Secondo Klaus Stratmann, con le attuali crisi energetica e inflazionistica, oltre i blocchi del prezzo dell’energia, sono necessarie soluzioni permanenti; altrimenti, la deindustrializzazione della Germania non potrà essere fermata.
Die Gesprächsoffensive zwischen Berlin und Paris war überfällig
L’accelerazione dei colloqui tra Berlino e Parigi arriva in ritardo
Raramente lo scambio ai massimi livelli governativi tra Germania e Francia è stato così intenso come questa settimana. Il Ministro degli Esteri Annalena Baerbock, il Ministro dell’Economia Robert Habeck e il Ministro delle Finanze Christian Lindner sono andati a Parigi e venerdì il Primo Ministro francese Elisabeth Borne si recherà a Berlino per incontrare il Cancelliere Olaf Scholz. Il dialogo è una buona notizia, perché le recenti divergenze nelle relazioni tra i due Paesi erano soprattutto un problema di comunicazione, dichiara Gregor Waschinski.
La Cancelleria tedesca non è stata leale nei rapporti con la Francia, ad esempio, per quanto riguarda il pacchetto di aiuti da 200 miliardi di euro per la crisi energetica. Si sarebbe potuto evitare molto risentimento se Scholz avesse spiegato meglio la scelta di aiuti a Parigi.
Nel frattempo, anche il governo francese, rispetto alla propria forza economica, sta operando in dimensioni simili quando si tratta di sostenere famiglie e imprese, afferma Waschinski.
Il ministro francese delle Finanze e dell’Economia Bruno Le Maire ha recentemente affermato che: “Il partenariato franco-tedesco è prima di tutto una volontà politica”, e affinché essa possa emergere, è necessario uno scambio ravvicinato, che è di nuovo evidente in questi giorni, conclude il giornalista.
Der Ölpreisdeckel kann etwas, das andere Russland-Sanktionen nicht können
Il tetto del prezzo del petrolio può fare qualcosa che altre sanzioni contro la Russia non possono fare
Sebbene eliminare completamente l’importazione di petrolio russo non sarà facile, sostituire gli oleodotti è complicato e la Russia potrebbe trovare con semplicità nuovi acquirenti, secondo Christoph Herwartz, il tetto al prezzo del greggio potrà ridurre significativamente le entrate della Russia. Tramite tale decisione, l’Occidente vorrebbe usare la sua influenza sul mercato petrolifero per deprimere il valore del petrolio russo. Questa influenza deriva dal fatto che molte petroliere navigano sotto bandiere europee e molte compagnie assicurative del settore hanno sede in Gran Bretagna. In base al tetto massimo del prezzo del petrolio, queste compagnie possono continuare a fare affari con la Russia, ma questi accordi non possono comportare il pagamento di un prezzo superiore a 60 dollari al barile.
Finora le precedenti sanzioni hanno avuto un effetto indiretto e a lungo termine mentre il tetto al prezzo del petrolio potrebbe avere un effetto molto più rapido, essendo la fonte di reddito più importante della Russia.
Bidens “Buy American” - Offensive ist ein notwendiger Weckruf für Europa
L'offensiva del "Buy American" di Biden è un necessario campanello d'allarme per l'Europa
Alla riunione del Consiglio transatlantico per il commercio e la tecnologia (TTC) di lunedì, gli USA e l’UE hanno concordato una nuova cooperazione, ad esempio per la sicurezza delle catene di approvvigionamento. Il Consiglio è attualmente il forum più importante per i colloqui transatlantici, ma a un anno e mezzo dalla sua istituzione, secondo Annett Meiritz, rimane la consapevolezza che gli Stati Uniti decidono per conto proprio su importanti questioni economiche.
La decisione “Buy American” di Biden è un avvertimento per l’Europa e sebbene anche l’UE è protezionista in alcuni settori e agisce principalmente secondo i propri interessi (i piani per una tassa digitale contro le grandi aziende tecnologiche americane, il divieto di importazione di carne trattata con ormoni, la chiusura del mercato agricolo e i dazi sulle importazioni di automobili), la decisione del presidente statunitense è senza precedenti in termini di volume e velocità.
In aggiunta, il “Buy American” degli Stati Uniti hanno aperto un nuovo fronte problematico: stanno creando una divisione tra gli Stati europei che sostengono un approccio al mercato più libero e quelli che promuovono politiche interventiste. Infine, Meiritz dichiara che i programmi miliardari come quelli statunitensi separano il mondo in due gruppi di Stati: quelli che hanno la possibilità di permettersi costosi investimenti in ricerca e sviluppo e quelli che rischiano di aggiungere nuove dipendenze. Ciononostante, è indispensabile una maggiore iniziativa da parte europea per sostenere un’economia sostenibile e redditizia.
Putin llama a Scholz y le pide que revise su postura sobre Ucrania
Putin chiama Scholz e gli chiede di rivedere la sua posizione sull'Ucraina
Durante la conversazione di venerdì scorso tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo tedesco, il Cancelliere Olaf Sholz, il capo del Cremlino ha invitato la parte tedesca a rivedere i propri approcci riguardo gli sviluppi in Ucraina. Si tratta della prima conversazione telefonica tra Putin e Scholz in quasi tre mesi. La telefonata arriva un giorno dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato di essere disposto a parlare con Putin. La Russia sostiene che il rifiuto degli Stati Uniti di riconoscere il territorio annesso all’Ucraina sta ostacolando la ricerca di modi per porre fine alla guerra. Mosca ha chiesto in precedenza ampie garanzie di sicurezza, tra cui un blocco all’allargamento della NATO verso est.
Mentre alcuni combattimenti si concentrano principalmente nell’Ucraina orientale, con la città di Bajmut come principale obiettivo degli attacchi di artiglieria di Mosca. Nel frattempo, le forze russe nelle regioni meridionali di Kherson e Zaporiyia rimangono sulla difensiva, ma stanno anche ottenendo risultati di logoramento.
Nel tentativo di ridurre il denaro disponibile per lo sforzo bellico di Mosca, l’Unione Europea ha provvisoriamente accettato un tetto di 60 dollari al barile sul prezzo del petrolio russo trasportato via mare. Questa è un’altra delle sfide che la Russia affronterà quest’inverno, con un’economia sempre più debole e poche prospettive di rompere l’unità sulle sanzioni.
Erdogan mantiene su fijación en Siria pese al rechazo de EEUU y Rusia
Erdogan mantiene la sua fissazione sulla Siria nonostante il rifiuto di Stati Uniti e Russia
Martedì scorso, il Comando centrale degli Stati Uniti, che ha 900 truppe dispiegate in Siria, ha confermato che l’esercito turco aveva bombardato una base a 300 metri da uno dei suoi distaccamenti nella provincia orientale di Hasaka. La base ospita le Forze Democratiche Siriane (SDF), una coalizione dominata dalle milizie curde a cui, secondo Ankara, apparteneva la cellula che ha fatto esplodere la bomba che ha ucciso sei cittadini a Istanbul il 13 novembre.
Il leader turco, Tayyp Erdogan, non ha nascosto che le sue principali ambizioni in Siria sono quelle di occupare tre punti ben precisi: Tel Rifat, controllata dall’esercito siriano e dalle milizie curde; Manbiy, una città a maggioranza araba vicino al confine; e Kobane, situata proprio sul confine e che incarna tutte le aspirazioni dei curdi all’autogoverno.
La cooperazione tra la coalizione internazionale contro l’ISIS e le milizie curde risale alla battaglia per Kobane del 2014. Nonostante le numerose proteste di Ankara e il persistere del conflitto curdo sul suo territorio, l’alleanza tra le truppe occidentali e le milizie curde è stata mantenuta. Tuttavia, nel 2018, Donald Trump ha permesso all’esercito turco di espellere le forze curde dalla regione di Afrin.
Con un recente attentato a Istanbul e la determinazione di Erdogan, che ha subito un duro colpo nei sondaggi, a cavalcare una nuova ondata di popolarità nata dal fervore militarista, secondo l’autore è utile porsi la domanda su quale saranno le reazioni di Joe Biden e di Iran e Russia, sostenitori del governo siriano e contrari a ulteriori interventi turchi in Siria.
Russos expandem atuação em energia nuclear, isenta de sanções, em meio à guerra
I russi espandono l'energia nucleare senza sanzioni in mezzo alla guerra
Il giornalista ha dichiarato che la guerra russa contro l’Ucraina, la quale l’Occidente auspica di fermare impostando sanzioni economiche, non ha ostacolato la Russia di continuare a espandersi a livello internazionale nel settore dell’energia nucleare. Oggi, secondo Rosatom, la società statale russa dedicata a questa matrice energetica, il paese è coinvolto nella costruzione di 34 impianti in 11 nazioni diverse, tra cui il Brasile. Inoltre, dallo scoppio della guerra in Ucraina, Mosca ha avviato nuove iniziative in Egitto e in Ungheria.
Il giornalista afferma che secondo Kirill Komarov, direttore dello sviluppo e degli affari internazionali di Rosatom, i rischi legati alla produzione di energia nucleare fanno sì che le sanzioni non coprano il settore. Inoltre, il direttore ha sottolineato che un altro fattore che permette di evitare le sanzioni è la durata dei progetti. Una collaborazione per la costruzione di una centrale elettrica può comportare fino a cento anni di lavoro, dalla costruzione alla fine del ciclo di vita.
In conclusione, tra i segni che attestano le attività della Russia a livello globale in questo mercato, Komarov cita la partecipazione di una delegazione dell’azienda statale alla COP27 e la partecipazione di 65 Paesi a un forum globale che Rosatom ha promosso di recente nella località russa di Sochi, sul Mar Nero.
A COP27 no Egito: sucesso ou fracasso?
COP27 in Egitto: successo o fallimento?
La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022 (COP27) si è riunita quest’anno nella località egiziana di Sharm el-Sheikh per fare progressi su questioni che dipendono ancora da negoziati precedenti.
Secondo il giornalista, la struttura della Conferenza rende difficile il processo decisionale, perché ne fanno parte circa 200 Paesi con uguale diritto di voto. Inoltre, le decisioni devono essere prese all’unanimità.
Il giornalista afferma che, durante l’incontro del 2022, l’unico risultato concreto è stata la decisione di creare un meccanismo finanziario per aiutare i Paesi colpiti dall’aumento della temperatura globale. Tale meccanismo dovrebbe essere regolamentato dalla prossima COP del 2023, ma il giornalista sottolinea che ci sono molti dubbi sui Paesi che contribuiranno. Inoltre, la regolamentazione del mercato del carbonio non è ancora stata completamente conclusa, il che secondo il giornalista è stato deludente.
Infine, secondo il giornalista, la sensazione è che la crisi finanziaria e la guerra in Ucraina abbiano ridotto l’interesse per le questioni a lungo termine come il riscaldamento globale: “l’accento si è spostato sull’adattamento, piuttosto che sulla mitigazione”.
Have Beijing’s ‘red lines’ on Taiwan sparked a white-hot dilemma?
Le "linee rosse" di Pechino su Taiwan hanno scatenato un dilemma incandescente?
Durante il primo incontro bilaterale tra Xi Jinping e Joe Bide, il Presidente cinese ha definito la questione di Taiwan come “la prima linea rossa che non deve essere superata”. Negli ultimi mesi, a causa dell’aumento della rispettiva presenza militare nello Stretto di Taiwan, la tensione tra i due Paesi è aumentata esponenzialmente, nonostante i due Capi di Stato sostengano che non ci siano cambiamenti nello status quo. La legge cinese anti-secessione del 2003 delinea tre scenari possibili nei quali Pechino ha il diritto di utilizzare “mezzi non pacifici” per la riunificazione con Taiwan: nel caso in cui le autorità taiwanesi perseguitano ufficialmente la secessione dalla Cina, incidenti che comportano la secessione di Taiwan dalla Cina o in caso non ci siano possibilità per una riunificazione pacifica. L’analista Zhou Bo ritiene che per ora la Cina continuerà a non specificare quando e come applicherà la legge, poiché l’ambiguità strategica risulta più vantaggiosa. Allo stesso tempo, i continui ammonimenti di Pechino a non oltrepassare la linea rossa innalzano il sentimento nazionalista tra i cittadini e alcuni di loro ritengono la risposta del Governo troppo debole. Anche Washington al momento preferisce mantenere una strategia vaga, così da dissuadere la Cina dall’agire, anche se alcuni politici preferirebbero più “chiarezza strategica”. L’indipendenza ufficiale dell’isola e l’invasione cinese non provocata non sono le uniche linee rosse secondo l’analista politico Michael Mazar, anche una serie di politiche legate a Taiwan attuate dagli USA, come la ristrutturazione del Taiwan Policy Act, potrebbero scatenare uno scontro.
Beijing officials urge Hong Kong to highlight its common law heritage, strong legal system to contribute to belt and road plan
I funzionari di Pechino esortano Hong Kong a mettere in evidenza il suo patrimonio di diritto comune, un forte sistema legale per contribuire alla cintura e al piano stradale
Essendo l’unica giurisdizione di common law sul territorio cinese, Hong Kong ha un importante valore strategico per i piani cinesi dell’espansione della Belt and Road Initiative. Pechino, infatti, vorrebbe risaltarne il suo sistema giuridico occidentale e lo stato di diritto per difendersi dalle critiche dei Paesi occidentali e rendere la città un connettore tra gli Stati coinvolti nella BRI con sistemi politici affini. Il funzionario cinese Chen ha affermato che più di 20 dei Paesi partecipanti alla BRI hanno sistemi di common law simili all’ex colonia britannica e che nel 2021 il Centro internazionale di arbitrato di Hong Kong ha gestito più di 500 controversie per un valore di circa 7miliardi di dollari. Anche il 14° piano quinquennale di sviluppo della Cina prevede una maggiore inclusione della città, pur mantenendo il principio di governo “un Paese, due sistemi”. Tra le possibili funzioni futuri di Hong Kong, il responsabile delle finanze della città propone di renderla la piattaforma per la raccolta di fondi per i progetti infrastrutturali nel Sud-est asiatico e meta per i talenti di tutta la regione, a cui verranno offerte borse di studio. Per il momento, secondo il vicedirettore dell’Ufficio per gli Affari di Hong Kong, la città può inviare professionisti legali per contribuire nel dialogo tra la Cina e gli organismi internazionali.
EU agrees law preventing import of goods linked to deforestation, including coffee, soy, palm oil
L'UE approva una legge che impedisce l'importazione di beni legati alla deforestazione, tra cui caffè, soia, olio di palma
La Commissione europea ha approvato una legge che prevede il divieto per le aziende dei Paesi membri di vendere prodotti considerati “principali motori della deforestazione” e provenienti da tutto il mondo. Nella lista si trovano per esempio il cacao, il caffè, la soia e l’olio di palma. Le aziende dovranno rilasciare una dichiarazione di due diligence per attestare che le loro catene di approvvigionamento non contribuiscono alla distruzione delle foreste e che i loro prodotti non sono stati coltivati su terreni deforestati dopo il 2020. Le informazioni sulla provenienza e le modalità di produzione dovranno essere verificabili e saranno sottoposti a controlli di conformità. Qualora le aziende non rispettassero le nuove direttive, potrebbero incorrere in sanzioni del valore del 4% del proprio fatturato. I negoziatori dell’accordo sperano di dare impulso alla protezione dell’ambiente e delle popolazioni indigene, ma altri Paesi, tra cui il Brasile, l’Indonesia, la Colombia e la Malesia, hanno espresso preoccupazione per le conseguenze sui propri mercati. Il Commissario europeo per l’ambiente ha rassicurato che l’UE collaborerà con i Paesi coinvolti nella legge per implementare le nuove regole a vantaggio di tutti.
Foreign companies launch new production facilities in China in localization strategy
Le aziende estere lanciano nuovi impianti di produzione in Cina nell'ambito della strategia di localizzazione
Il processo di aggiornamento della produzione industriale cinese sta attirando un numero sempre più elevato di compagnie d’oltreoceano. Ne è un esempio la società robotica svizzera ABB, che ha di recente aperto una società a Shanghai per un investimento totale di $150milioni. L’industria chimica tedesca BASF ha invece inaugurato il suo più grande sito di trattamento delle superfici a Pinghu, nello Zhejiang. Anche gli Stati Uniti sono entrati nel mondo riformato del business cinese con un nuovo impianto di fibre e prodotti chimici Invista per un totale di $1 miliardo di investimento. Il gran numero di investimenti esteri è simbolo di fiducia nel potenziale mercato cinese, nonostante le sue fluttuazioni economiche. Secondo Sami Atiya, presidente del business della robotica e dell’automazione di ABB, gli industriali cinesi incoraggiano la trasformazione al fine di trovare una soluzione per la carenza di manodopera e per realizzare gli ambiziosi obiettivi del 14° piano quinquennale. Per mezzo di questo, il Governo vuole trasformare il Paese in una superpotenza manifatturiera avanzata. Con l’implementazione di un piano specifico per l’industria nazionale robotica invece, Pechino mira a diventare un centro globale di innovazione tecnologica, produzione di fascia alta e applicazioni integrate entro il 2025.
State Council COVID prevention team exposes problems with excessive COVID controls, urges timely response to public concerns
Il team di prevenzione COVID del Consiglio di Stato espone problemi di controlli COVID eccessivi, sollecita una risposta tempestiva alle preoccupazioni del pubblico
Il team di prevenzione COVID del Consiglio di Stato cinese ha affermato che in alcune località del Paese si sono verificate misure di controllo e di restrizione eccessive. Secondo gli esperti, i problemi principali sono: la mancanza di precisione nell’attuazione di misure preventive, l’inflessibilità dell’atteggiamento di alcuni funzionari e la mancanza di informazioni precise riguardo l’epidemia. La gestione arbitraria della crisi da parte di tali funzionari intransigenti dunque non solo aggrava il blocco economico, ma anche l’aumento delle proteste civili. Per questo motivo, il team ha chiesto che i funzionari responsabili di gravi conseguenze siano perseguiti legalmente. Infine, gli esperti hanno stabilito che, qualora le aree ad alto rischio non registrino casi per cinque giorni consecutivi e tutto il personale è risultato negativo, i blocchi della regione devono cadere. Il team ha dunque assicurato imminenti modifiche per massimizzare la protezione dei cittadini e ridurre l’impatto socioeconomico della pandemia.
US’ latest arms sale proposal to Taiwan island may hinder China-US military exchanges; little help for secessionists to gain a military edge
L'ultima proposta di vendita di armi degli Stati Uniti all'isola di Taiwan potrebbe ostacolare gli scambi militari tra Cina e Stati Uniti; poco aiuto per i secessionisti per ottenere un vantaggio militare
Gli esperti cinesi hanno affermato che l’aumento delle vendite di armi a Taiwan da parte degli Stati Uniti è un ostacolo agli scambi militari tra questi e la Cina, nonostante il Presidente Biden abbia confermato al suo omonimo Jinping che gli USA non sostengono l’indipendenza dell’isola. L’incremento delle vendite delle armi americane a Taiwan è inteso dalla stessa analisi cinese come una provocazione politica, più che un concreto sostegno militare, ma chiedono agli USA di non intromettersi negli interessi cinesi sulla questione di Taiwan, soprattutto visti i risultati delle ultime elezioni sull’isola. Anche i media americani ricordano all’attuale Amministrazione come la proposta di Obama di $2,81miliardi per la vendita di 100 missili per la difesa aerea avesse avuto gravi ripercussioni sui rapporti con la Cina. Le ultime vendite militari statunitense per Taiwan sono state approvate lo scorso 2 settembre e ammontano a circa 1,1miliardi di dollari. Secondo il professore Li Haidong, la vendita delle armi a Taiwan calpesta il principio di una sola Cina, danneggiando seriamente la stabilità delle due Potenze. Secondo il Presidente Xi Jinping, gli USA dovrebbero diminuire le provocazioni, poiché al momento sembra che siano disposti a giocare la “carta Taiwan” per contenere la Cina. Nonostante l’incremento delle vendite di armi americane alle cosiddette secessioni, gli analisti cinesi ritengono che il vantaggio continentale della Cina sull’isola sia comunque maggiore.
China, Saudi Arabia deepen relations amid development synergy
Cina, Arabia Saudita approfondiscono le relazioni tra sinergie di sviluppo
Giovedì scorso, nel palazzo reale di Riyadh, si è tenuto l’incontro bilaterale tra la Cina e l’Arabia Saudita, durante il quale i due Paesi hanno raggiunto un nuovo livello di collaborazione. I Capi di Stato, Xi Jinping e Bin Salman hanno firmato un accordo sul partenariato strategico globale e hanno concordato di incontrarsi ogni due anni. Le aziende saudite hanno firmato 34 accordi di investimenti sull’energia verde, i trasporti, la logistica, l’industria medica e l’edile con i partner cinesi. Le due parti hanno inoltre concordato di favorire gli scambi culturali attraverso l’implementazione del turismo. Secondo gli analisti, gli obiettivi di diversificazione industriale dell’Arabia Saudita si allineano perfettamente con lo sviluppo della Belt and Road Initiative cinese. Le relazioni Cina-Arabia Saudita contribuiranno a rafforzare i rapporti tra Pechino e gli altri Paesi arabi e forniscono un esempio di cooperazione Sud-Sud. L’Arabia Saudita, come unico Membro arabo del G20, ha aumentato la sua influenza nel CCG. Il Presidente del Gulf Research Center del Paese ha dichiarato che le relazioni tra Cina e Arabia Saudita dovrebbero fungere da modello per le relazioni tra gli altri Paesi mediorientali poiché si basano “su interessi reciproci e non sull’ingerenza nelle questioni interne”, al contrario che nei rapporti con gli Stati Uniti. Gli analisti prevedono che in futuro possa nascere un nuovo accordo di libero scambio tra i due Paesi che includa anche il gruppo BRICS Plus.
China welcomes Sri Lanka FM's rebuttal of so-called "Chinese debt trap": spokesman
La Cina accoglie con favore la confutazione della FM dello Sri Lanka sulla cosiddetta "trappola del debito cinese": portavoce
Il portavoce del ministero degli esteri cinese Zhao Lijian ha affermato che la narrativa positiva riferita dal Ministro degli Esteri dello Sri Lanka Mohamed Ali Sabri riguardo i prestiti cinesi ai Paesi in via di sviluppo costituisce una forte confutazione alla cosiddetta “trappola del debito cinese”. Sabri ha infatti affermato che la Cina ha fornito allo Sri Lanka fondi, strutture finanziarie, linee di credito e assistenza umanitaria senza costringere il Paese ad accettare e dunque la definizione “trappola del debito” è un giudizio occidentale. In occasione del 65° anniversario delle relazioni diplomatiche Cina-Sri-Lanca e del 70° anniversario del Patto gomma-riso, Zhao ha affermato che la Cina continuerà a lavorare con lo Sri Lanka per approfondire ed espandere la cooperazione strategica a favore della popolazione di entrambi i Paesi.
China's policy bank increases loan support for rural roads
La banca politica cinese aumenta il sostegno ai prestiti per le strade rurali
I prestiti della Banca cinese per lo sviluppo agricolo sono aumentati di 28,5 miliardi di yuan dall’inizio di quest’anno, raggiungendo un livello record. La maggior parte di essi è desinata alla costruzione di strade rurali, fondamentali per la rivitalizzazione delle aree più isolate. Una migliore connessione infrastrutturale favorirà il miglioramento dell’ambiente rurale, lo sviluppo agricolo e dunque contribuirà significativamente all’aumento del reddito degli agricoltori.
China-EU relations can be improved if we look at the big picture of the world
Le relazioni Cina-UE possono essere migliorate se guardiamo al quadro generale del mondo: l'editoriale del Global Times
Le recenti visite del Presidente tedesco Scholz e del Presidente del Consiglio Europeo Michel al leader cinese Jinping sono sintomi rilevanti del veloce aumento delle relazioni sino-europee. Un solido partenariato strategico globale tra i due attori avrà ripercussioni positive non solo nei rapporti bilaterali, ma anche negli equilibri regionali. Pechino spera di poter implementare la sua presenza nel mercato europeo e il Presidente Michel ha assicurato che l’Unione Europea appoggia la politica di una sola Cina e non interverrà negli affari interni. Persistono tuttavia alcuni ostacoli per il rafforzamento dei legami commerciali bilaterali. Alcuni politici cinesi lamentano il senso di “superiorità morale” con cui gli europei conducono gli affari e accusano il Vecchio Continente di lavorare con gli USA per boicottare lo sviluppo della Cina. Il Presidente del Consiglio Europeo ha invece ribadito l’importanza di aumentare la mutua fiducia reciproca. L’autore dell’articolo spera che il Parlamento europeo firmi al più presto l’accordo di investimento Cina-UE e prenda le distanze dall’ideologia di Guerra Fredda promossa dagli USA a favore di una maggiore indipendenza strategica.
China condemns US, EU interference in China's internal affairs
La Cina condanna l'ingerenza degli Stati Uniti e dell'UE negli affari interni della Cina
Durante un’intervista con la stampa, il portavoce del Ministero degli Affari Esteri Mao Ning risponde alle accuse di “coercizione economica” rivolte dai rappresentanti degli USA e dell’UE denunciando la loro ingerenza negli affari interni cinesi e di altri Paesi sovrani, senza rispettare i principi della Carta delle Nazioni Unite. Ning inoltre accusa gli Stati Uniti di aver costretto gli altri Paesi a non comprare apparecchiature prodotte da aziende cinesi e di perpetrare un atteggiamento di “bullismo economico” contro la Cina con l’implementazione del CHIPS and Science Act e l’Inflation Reduction Act. Il portavoce conclude appellandosi all’Unione Europea affinché la cooperazione bilaterale EU-Cina non venga influenzata da attori terzi.
防衛予算増額 「規模先行」の弊害正せ
Correggere i mali dell'aumento del budget della difesa "priorità su larga scala"
Per rafforzare le capacità di difesa, il primo ministro giapponese Kishida, ha presentato una proposta di finanziamento, ma secondo l’editoriale Asahi, diversi punti sono irrealizzabili.
Il primo ministro ha spiegato che la maggior parte del budget deriverà dalla riforma della spesa e dalle eccedenze dei conti speciali, e che i restanti yen saranno coperti dall’aumento delle tasse.
I giornalisti dell’editoriale affermano che coprire i costi delle spese del governo attraverso fonti diverse dai titoli di Stato è estremamente rischioso. Qualora non si cambiasse la prassi per compilare ogni anno enormi bilanci suppletivi, verranno emessi ulteriori titoli di Stato per coprire l’aumento delle spese per la difesa. Tale procedura equivale a coprire le spese per la difesa con il debito.
Per quanto riguarda l’aumento delle tasse, esse potrebbero fornire una fonte stabile di entrate. Lo studio sarà incentrato sulla tassazione delle imprese. Tuttavia, l’editoriale sottolinea che, ad eccezione dell’aumento delle tasse, il governo non è in grado di fornire una fonte di finanziamento efficace per l’aumento delle spesa per la difesa.
Ciononostante, Asahi dichiara che la sicurezza non è l’unica questione che il Giappone deve affrontare: le misure per affrontare il calo delle nascite sono state ritardate a causa della mancanza di risorse finanziarie. Inoltre, il governo giapponese si deve preparare al meglio per il periodo dei terremoti, i quali possono causare enormi danni. Dunque, per l’editoriale, il ruolo della politica è quello di considerare la corretta allocazione delle risorse da una prospettiva più ampia.
中国とコロナ 緩和後も丁寧な対応を
La Cina e il COVID-19 devono essere cauti anche dopo l'allentamento
Il governo cinese ha alleggerito in modo significativo le severe restrizioni imposte dalla precedente politica “zero-Covid”. Allo stesso tempo, l’editoriale giapponese si chiede sul perché Pechino non è riuscita ad alleviare la situazione prima. La ragione diretta è stata chiaramente il senso di crisi per la stagnazione economica causata da gravi restrizioni e blocchi dei viaggi e, soprattutto, dalle proteste contro la politica “zero-Covid” che si sono diffuse in varie città alla fine del mese scorso. Per il Partito Comunista e il governo potrebbe essere difficile ammettere di aver cambiato la propria politica grazie alle voci dei cittadini e degli studenti.
Se il mancato cambiamento di rotta è dovuto alla natura politica del programma, che è stato trattato come una prova della correttezza dell’amministrazione Xi Jinping e della sua superiorità sull’Occidente, per il giornale Asahi la situazione è grave.
Ciononostante, dopo l’annuncio dell’alleggerimento, in Cina si è verificata una completa inversione di tendenza e i cittadini hanno iniziato a temere maggiormente la diffusione della malattia. Per l’Asahi, la confusione dovrebbe essere vista come un segno di sfiducia nei confronti delle autorità, che finora hanno preteso l’obbedienza del popolo solo attraverso misure coercitive senza divulgare sufficienti informazioni. Per tale motivo, l’editoriale suggerisce ai leader cinesi di abbandonare l’idea di proteggere l’autorità del partito o del governo, prendere decisioni razionali e dare spiegazioni accurate ai cittadini.
敵基地攻撃」合意へ 専守防衛の空洞化は許せぬ
Attaccare le basi nemiche
Secondo Asahi, avere una capacità di attacco tale da raggiungere il territorio di altri Paesi è un cambiamento importante nella politica di difesa del Giappone, che si è basata sul principio della “difesa in profondità”.
Tuttavia, il giornale giapponese afferma che tale decisione non garantisce la deterrenza nel tentativo di dissuadere un avversario dall’attaccare, e soprattutto rischia di aumentare le tensioni nella regione.
Tale capacità di attacco dovrebbe avere la possibilità di riconoscere l’inizio di un aggressione da parte del nemico, ma Asahi sottolinea che ciò è difficile da determinare e potrebbe portare a un attacco preventivo in violazione del diritto internazionale. Inoltre, i leader giapponesi non hanno fornito nessuna indicazione di limiti agli obiettivi militari e ciò non va a beneficio della deterrenza.
Infine, tale politica inizierà a considerare come minaccia all’esistenza della nazione non solo gli attacchi contro il Giappone, ma anche quelli nei confronti di altri Paesi che hanno strette relazioni con Tokyo. Gli Stati Uniti, con cui il Giappone ha un trattato di sicurezza, sono considerati un possibile obiettivo.
COP27閉幕 危機を直視し対策急げ
La conclusione della COP27
Si è conclusa in Egitto della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). La crisi climatica è già evidente. La comunità internazionale deve rafforzare la cooperazione sia per l'ulteriore riduzione delle emissioni di gas serra sia per il sostegno ai danni causati dai disastri meteorologici.
Durante la 27ª Conferenza delle Parti (COP27) è stato raggiunto un accordo per la creazione di un fondo a sostegno delle “perdite e dei danni” causati dal riscaldamento globale. Tuttavia, l’editoriale sottolinea che l’accelerazione della riduzione dei gas serra, la questione fondamentale, non ha prodotto risultati. Nel documento di accordo è stato mantenuto l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, ma non sono stati fatti ulteriori progressi. Quest’anno la cooperazione internazionale è stata scossa dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la situazione energetica è diventata più difficile. Per tale motivo, Asahi afferma che era previsto fin dall’inizio che i negoziati sarebbero stati difficili. Con le attuali misure adottate da ciascun Paese, le emissioni di gas serra rischiano di aumentare la temperatura di circa 2,5 gradi Celsius. Qualora ogni Paese dovesse continuare a dare priorità solo alle proprie esigenze continuando a utilizzare i combustibili fossili anche in futuro, non sarà in grado di adempiere alle proprie responsabilità nei confronti del futuro.
Infine, l’editoriale afferma che oltre alle proprie riduzioni e al sostegno ai Paesi in via di sviluppo, i le nazioni sviluppati devono incoraggiare Cina, India e altri Stati emergenti a ridurre le proprie emissioni e a creare un quadro di cooperazione internazionale. Il cambiamento climatico è una minaccia comune a tutta l’umanità e per tale motivo è necessaria l’unità di tutti gli Stati, indipendentemente dalle loro posizioni.
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Il governo definisce la Cina come la “più grande sfida strategica”
L’editoriale Yomiuri Shimbun riporta che il 7 aprile il governo giapponese ha presentato a un gruppo di lavoro (WT) del Partito liberaldemocratico (LDP) e del Nuovo partito Kōmeitō (Kōmeitō) la bozza del quadro della Strategia di sicurezza nazionale, la cui revisione è prevista per la metà di dicembre. Tale documento ha definito la Cina come “la più grande sfida strategica”.
L’attuale Strategia di sicurezza nazionale, formulata nel 2013, si riferisce alla Cina come “una preoccupazione della comunità internazionale”. Descrivere Pechino come “sfida” riflette la posizione giapponese, la quale cerca “relazioni costruttive e stabili” con la Cina, pur esprimendo la massima cautela.
Inoltre, mentre la bozza sottolinea anche che “le azioni esterne e i movimenti militari della Cina sono una questione di seria preoccupazione per il Giappone e la comunità internazionale”, la Corea del Nord è stata descritta come una “minaccia grave e imminente”. Per quanto riguarda la Russia, essa è stata descritta come una “minaccia diretta” per l’Europa, perché ha indebolito le “fondamenta dell’ordine internazionale” con la sua aggressione in Ucraina, e come una “forte preoccupazione” per la sicurezza dell’area circostante il Giappone a causa della sua crescente cooperazione con la Cina.
Infine, l’editoriale giapponese riporta che il documento ha inoltre affermato chiaramente la politica di implementazione di una “difesa cibernetica attiva” per prevenire gli attacchi informatici prima che si verifichino.
米高官「ロシアとイラン、本格的な防衛協力へと変化」…ドローン供与に欧米から批判
"Russia e Iran sono passati a una vera e propria cooperazione di difesa"... I paesi occidentali criticano la fornitura di droni
Alto funzionario statunitense: "Russia e Iran stanno passando a una vera e propria cooperazione nel settore della difesa"... Critiche dall'Occidente per la fornitura di droni.
Il coordinatore del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti per gli affari strategici e pubblici, John Kirby, ha dichiarato ai giornalisti il 9 agosto che l’Iran ha fornito alla Russia centinaia di droni e sta considerando di fornire centinaia di missili balistici. Inoltre, Kirby ha dichiarato ai giornalisti che i due Paesi stanno valutando di produrre congiuntamente droni. Tale decisione trasformerebbe le relazioni tra Teheran e Mosca “in una cooperazione di difesa a tutto campo”.
Dal lato russo, Mosca potrebbe fornire all’Iran elicotteri e sistemi di difesa aerea, “offrendo un livello di supporto militare e tecnico senza precedenti”.
日英伊で次世代戦闘機を共同開発へ、共同首脳声明を発表…米国以外とは初めて
Giappone, Regno Unito e Italia svilupperanno congiuntamente un caccia di nuova generazione
L’editoriale giapponese riporta che nel pomeriggio del 9 settembre, Giappone, Regno Unito e Italia hanno annunciato il desiderio di sviluppare congiuntamente un caccia di nuova generazione entro il 2035. Per il Giappone si tratterà del successore del caccia F-2 della Air Self-Defense Force. Yomiuri Shimbun afferma che è la prima volta che il Giappone svilupperà congiuntamente attrezzature di difesa con un Paese diverso dagli Stati Uniti. Il progetto si configura come “Global Combat Aviation Program” (GCAP) e l’idea è che tutti e tre i Paesi potranno progettare, impiegare e rinnovare in futuro aerei da combattimento all’avanguardia. Pur sviluppando una cellula comune, ogni Paese potrà apportare modifiche specifiche.
I tre Paesi hanno intenzione di costruire oltre 300 velivoli, con l’obiettivo di esportare il prodotto finito all’estero. Per tale motivo, il governo giapponese sta valutando la possibilità di rivedere i “Tre principi sui trasferimenti di attrezzature per la difesa” e le linee guida operative, i quali ostacolano le esportazioni.
In conclusione, Yomiuri Shimbun sottolinea che parallelamente al progetto con gli europei, il governo giapponese ha in programma di avviare una ricerca congiunta con gli USA sui veicoli aerei senza pilota da utilizzare insieme ai caccia di prossima generazione.
米国のTPP復帰巡りカトラー氏「中長期的には可能性」…「時代に合った変更加えれば」
Gli Stati Uniti tornano al TPP: Cutler ``Possibile nel medio-lungo termine''
L’editoriale Yomiuri Shimbun afferma che l’ex rappresentante degli Stati Uniti per il commercio (USTR) Wendy Cutler, responsabile dei negoziati del Partenariato Trans-Pacifico (TPP) nell’amministrazione Obama, ha rilasciato un’intervista online riguardo al ritorno degli Stati Uniti nel TPP: “È possibile nel medio-lungo termine, se si apportano modifiche adeguate ai tempi”, ha dichiara l’ex rappresentante.
Cutler ha osservato che “il TPP è un buon accordo, ma si basa su una proposta statunitense di oltre dieci anni fa ed è superato”. Dato il rischio di interruzioni della catena di approvvigionamento a causa del Covid e dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, “le catene di approvvigionamento dovrebbero essere un tema centrale del TPP”, ha affermato Cutler.
Secondo il giornale giapponese, l’amministrazione Biden mostra prudenza per il TPP e sta promuovendo una nuova iniziativa di zona economica, ovvero l’Indo-Pacific Economic Framework (IPEF), che include le catene di approvvigionamento e la cooperazione tecnologica nella decarbonizzazione. Cutler ha affermato che questo è un primo passo importante per il coinvolgimento economico degli Stati Uniti nell’Indo-Pacifico e auspica che Washington rafforzi il suo impegno, anche sulle questioni commerciali tradizionali.
Nihon Keizai Shinbun
再エネが急浸透 カーボンゼロ「試練の先に」まとめ読み
Rapida penetrazione delle energie rinnovabili
Secondo il giornale giapponese, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha cambiato radicalmente il contesto energetico globale nel 2022. Se da un lato si è riaffermata l’importanza della sicurezza energetica, dall’altro una serie di eventi meteorologici estremi ha aumentato la necessità di misure urgenti per combattere il cambiamento climatico.
Per Nihon Keizai Shinbun, è la sicurezza energetica, non il cambiamento climatico, a spingere i Paesi a passare all’energia pulita. Alcuni hanno sottolineato che la crisi ucraina ha portato all’incremento del prezzo delle risorse e “i combustibili fossili sono diventati molto meno competitivi, rendendo l’energia solare ed eolica più attraente”.
Alla 27ª Conferenza delle Parti (COP27) della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), i leader dei Paesi in via di sviluppo hanno espresso la loro insoddisfazione nei confronti dei Paesi sviluppati. Il motivo è che i Paesi sviluppati non hanno mantenuto gli impegni presi per sostenere gli Stati in via di sviluppo. Anche se i Paesi raggiungono gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra che si sono impegnati a raggiungere, per l’editoriale essi non riusciranno a raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali.
In conclusione, Nihon Keizai Shinbun afferma che la cooperazione dei Paesi in via di sviluppo è essenziale per la decarbonizzazione, ma la maggior parte di essi tende a mettere in secondo piano l’azione per il clima a causa delle difficoltà finanziarie.
企業は多様な情報を発信し競争力磨け
Le aziende devono diffondere informazioni diverse e migliorare la propria competitività
A partire dal 2023, le aziende saranno tenute a divulgare oltre alle informazioni finanziarie come vendite, profitti, attività e passività, anche gli elementi relativi alla sostenibilità della gestione, come le contromisure per il cambiamento climatico e lo sviluppo delle risorse umane.
L’Agenzia per i servizi finanziari ritiene che la divulgazione di tali informazioni migliorerà la competitività delle aziende e rivitalizzerà il mercato. Sebbene alcune società siano preoccupate per l’aumento degli oneri, questo aspetto dovrebbe essere affrontato come relazioni con gli investitori (IR) per aumentare il numero di azionisti che detengono le loro azioni a lungo termine.
In particolare, le società dovranno rendere note le politiche, le misure e gli indicatori per il miglioramento del capitale umano, come le politiche di sviluppo delle risorse umane e gli ambienti di lavoro. Le aziende che ritengono che il cambiamento climatico avrà un impatto significativo sulla loro gestione saranno tenute a spiegare le loro prospettive su come individueranno e affronteranno i rischi. Per quanto riguarda le emissioni di gas a effetto serra, le aziende dovranno rendere note non solo le proprie emissioni dirette, ma anche quelle indirette derivanti dall’uso di elettricità fornita da altre aziende. Secondo Nihon Keizai Shinbun, in futuro sarà necessario divulgare informazioni riguardo la tutela dei diritti umani nei Paesi in via di sviluppo e la conservazione della biodiversità.
In conclusione, Nihon Keizai Shinbun afferma che la chiave per anticipare i cambiamenti della società e rispondere in modo flessibile è la spiegazione dettagliata delle informazioni.
米国は西側の結束乱すEV優遇の再考を
Gli Stati Uniti dovrebbero riconsiderare il favore ai veicoli elettrici che rompe la coesione dell'Occidente
Secondo Nihon Keizai Shinbun, il trattamento preferenziale riservato ai veicoli elettrici (EV) tramite l’Inflaction Reduction Act negli Stati Uniti sta suscitando grande scalpore. Non c’è alcun disaccordo con la posizione degli Stati Uniti di incoraggiare la diffusione dei veicoli elettrici in risposta alle questioni ambientali globali. Tuttavia, il giornale sottolinea che è problematico concedere un trattamento preferenziale solo ai veicoli elettrici prodotti in Nord America e discriminare i veicoli importati da Giappone, Europa e Corea del Sud. Si teme che questo possa compromettere l’unità del campo democratico sulle tecnologie strategiche.
Dal punto di vista della sicurezza economica, è comprensibile che le aziende diffidino dal diventare eccessivamente dipendenti da Stati autoritari come la Cina, ma escludere partner come il Giappone e l’Europa sarebbe dannoso anche per gli Stati Uniti. I consumatori statunitensi saranno limitati nelle loro scelte e qualora l’unilateralismo si rafforzerà, si creeranno delle crepe nella cooperazione tra Giappone, Stati Uniti, Europa e Paesi occidentali, provocando effetti industriali negativi, come il rallentamento dell’innovazione.
In conclusione, il giornale afferma che nel prendere decisioni politiche sulle tecnologie strategiche, non solo sui veicoli elettrici, gli Stati Uniti dovrebbero concedere maggiore attenzione anche ai Paesi amici. Ciò porterà all’affermazione della superiorità tecnologica del campo democratico e al rafforzamento delle catene di approvvigionamento.
かじ取り難しい対ロ原油制裁
Sanzioni petrolifere contro la Russia difficili da governare
I Paesi del G7, l’Unione Europea e l’Australia hanno imposto nuove sanzioni sul prezzo di scambio del greggio russo, fissando un tetto massimo di 60 dollari al barile. L’obiettivo è quello di colpire le esportazioni di petrolio della Russia, che rappresentano il pilastro delle sue entrate. Tuttavia, se la Russia dovesse prendere contromisure, come tagli all’offerta, potrebbe far salire il prezzo del petrolio a livello globale. Per tale motivo, l’editoriale giapponese afferma che è necessario trovare un equilibrio tra l’efficacia delle sanzioni e la garanzia di un approvvigionamento stabile.
Le nuove sanzioni vietano la sottoscrizione di assicurazioni sulle petroliere che trasportano greggio se il prezzo del greggio russo supera quello del massimale. Si ritiene che l’India e la Cina abbiano aumentato le loro importazioni e che le entrate petrolifere russe non siano diminuite in modo significativo. Poiché la sottoscrizione di assicurazioni per il trasporto marittimo è effettuata principalmente da compagnie assicurative occidentali, si prevede che l’accordo avrà l’effetto di scoraggiare i Paesi diversi dal G7 e dall’UE dall'acquistare prodotti russi.
Per tale motivo, Mosca ha dichiarato che non venderà greggio ai Paesi che rispetteranno il limite. Per Nihon Keizai Shinbun, un’interruzione del greggio russo per mancanza di disponibilità, causerà un aumento dei prezzi del petrolio. Alcuni ritengono che i prodotti russi siano già scambiati vicino al prezzo massimo stabilito e che le sanzioni avranno scarso effetto nel ridurre gli scambi.
Per contenere le entrate senza interrompere la fornitura di greggio russo è importante la cooperazione tra i Paesi che partecipano alle sanzioni per evitare espedienti nelle esportazioni e monitorare la domanda e l’offerta.
Indian Navy puts plans for larger aircraft carrier on hold
La Marina indiana sospende i piani per una portaerei più grande
L’ammiraglio Hari Kumar, capo di stato maggiore navale, ha annunciato che la Marina indiana al momento preferisce procedere all’acquisto di una terza portaerei piuttosto che aspettare il termine della costruzione di quella indigena, la IAC-2. Ha aggiunto che i lavori per la IAC-2 stanno permettendo di acquisire molte competenze oltre far sorgere nuove industrie ausiliare e quindi nuovi posti di lavoro. Tuttavia, molte caratteristiche della futura portaerei indigena, come le sue dimensioni e le sue capacità, sono ancora in fase di definizione.
La Marina sta inoltre discutendo se comprare un numero maggiore di UAV Predaror dai Paesi alleati dell’India.
Il programma Agnipath per il reclutamento di marinai al momento conta 3000 Agniveers, di cui 341 donne per la prima volta. La Marina si impegnerà a inserire ufficiali donne in tutti i rami.
Per quanto riguarda la forte presenza cinese nell’Oceano Indiano, tramite navi della Marina, da ricerca e da pesca, l’ammiraglio ha riferito che l’India si sta assicurando che non intraprendano alcuna attività nemica.
Riguardo il Quad, Kumar lo ha definito l’incontro di Paesi che la pensano allo stesso modo, non un’alleanza militare.
Infine, per quanto riguarda il bilancio per le attività della Marina, l’ammiraglio ha affermato che quest’anno è stato gestito “abbastanza bene”, rendendo possibile perseguire i piani per lo sviluppo il prossimo anno.
India, Germany ink deal on comprehensive migration and mobility partnership
India e Germania firmano un accordo su un partenariato globale su migrazione e mobilità
L’editoriale The Times of India riporta che il ministro degli Esteri indiano S Jaishankar e il suo omologo tedesco Annalena Baerbock, il lunedì 5 dicembre hanno firmato a Nuova Delhi un accordo sul partenariato globale per la migrazione e la mobilità. Durante la visita del ministro tedesco, i due rappresentanti hanno discusso anche della cooperazione sulla transizione verso le energie rinnovabili e delle relazioni dell’India con Cina e Russia.
Inoltre, Baerbock ha lodato il ruolo costruttivo svolto dall’India durante il vertice del G20 di Bali affermando che Nuova Delhi è pronta a svolgere il suo ruolo a livello globale.
Infine, l’editoriale indiano riporta che il ministro degli Esteri tedesco ha dichiarato che nonostante le sfide interne, l’India, in quanto una potenza economica emergente e una solida democrazia, non solo è diventata sia un modello sia un ponte per gli altri Paesi del mondo, ma anche un partner naturale della Germania.
India will not be an ally of US, it will be another great power: WH official
L’India non sarà un alleato degli Stati Uniti, sarà un’altra grande potenza
L’editoriale indiano riporta che di recente un rappresentate della Casa Bianca ha dichiarato che l’India non sarà un alleato degli Stati Uniti bensì un’altra grande potenza, aggiungendo che Nuova Delhi è la relazione bilaterale più importante per Washington del XXI secolo.
Inoltre, l’editoriale riporta che la Casa Bianca auspica che l’allineamento strategico con l’India possa crescere in tutti i settori, compresi quelli della tecnologia, dello spazio, dell’educazione e del clima.
Per quanto riguarda il Dialogo quadrilaterale di sicurezza (QUAD), secondo il rappresentate statunitense, l’alleanza strategica tra India, USA, Giappone e Australia aumenterà il coordinamento e la cooperazione non solo nel sud-est asiatico ma anche nell’Indo Pacifico.
Infine, il rappresentate della Casa Bianca ha affermato che le relazioni tra India e USA sono più profonde dal semplice contenimento della Cina poiché la diaspora indiana ha una presenza rilevante sul suolo statunitense.
The Vatican should rethink its diplomatic approach toward Moscow and Beijing
Il Vaticano dovrebbe ripensare il suo approccio diplomatico nei confronti di Mosca e Pechino
Secondo Michael W. Higgins, la capacità del papato di sopravvivere per secoli, grazie all’abilità del Vaticano di negoziare con le grandi potenze nell’interesse dei suoi elettori e della sua missione, a volte ha un costo elevato. Higgins afferma che l’attuale approccio del papato nei confronti di Pechino e Mosca, fornisce un’illustrazione dei limiti della diplomazia quando vi è il rischio di compromettere la missione. Invocare il dialogo con la Russia può sembrare garantire la neutralità papale, ma per l’Ucraina, la nazione invasa, il dialogo è un’illusione. Higgins sottolinea che i cattolici ucraini si sentono oltraggiati dalle iniziative di pacificazione del Papa, ma dal punto di vista di Francesco, il dialogo è l’unica strada da percorrere per evitare una maggiore tragedia, perché la demonizzazione degli avversari è controproducente.
Inoltre, Higgins dichiara che la posizione di papa Franceso sulla Cina è stata incomprensibile per molti dei suoi sostenitori. La Santa Sede ha firmato un accordo con la Repubblica Popolare Cinese nel 2018, ma la decisione del Vaticano di negoziare con Pechino, quando sono state commesse atrocità contro i cristiani cinesi, gli uiguri musulmani e gli abitanti di Hong Kong, è insensato.
In conclusione, Higgins afferma che Papa Francesco è a conoscenza del valore del realpolitik. Tuttavia, essendo il successore del primo papa, Pietro, e non di “Henry Kissinger”, egli e i suoi statisti ecclesiastici potrebbero ricalibrare le loro priorità politiche.
Desperate for oil, Joe Biden throws Venezuela’s Nicolas Maduro a lifeline
Alla disperata ricerca di petrolio, Joe Biden lancia un'ancora di salvezza al venezuelano Nicolas Maduro
Secondo Konrad Yakabuski, il presidente venezuelano Nicolás Maduro è rimasto al potere grazie alla disattenzione dell’Occidente e al continuo sostegno finanziario di Cina e Russia. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il Dipartimento di Stato statunitense ha abbandonato i tentativi di allontanare Maduro, mentre il presidente Joe Biden ha iniziato a stringere rapporti con i leader dei Paesi produttori di petrolio di tutto il mondo per aumentare la produzione del gregge a causa dell’incremento dei prezzi della benzina.
Yakabuski afferma che la riabilitazione prudente del governo di Maduro da parte dell’amministrazione Biden suggerisce che il recente accordo con la compagnia petrolifera venezuelana PSVD possa gettare le basi per centinaia di migliaia di barili in più di greggio venezuelano in futuro.
La politica interna degli Stati Uniti non permette a Biden di promuovere nuovi progetti di combustibili fossili in Nord America, il che spiega perché quest’anno egli abbia cercato all’estero nuove forniture di petrolio. Tuttavia, l’avvicinamento di Biden al governo di Maduro è compromettente per il settore petrolifero canadese, che produce un greggio pesante simile a quello venezuelano.
Nonostante l’amministrazione Biden dichiari che gli accordi con il Venezuela sono soggetti a certe condizioni (essi possono essere annullati qualora Maduro non dovesse consentire alle Nazioni Unite di gestire 3 miliardi di dollari di aiuti umanitari e garantire elezioni libere nel 2024), Yakabuski sottolinea che “nulla a che fare con il ripristino della democrazia in Venezuela” bensì “si tratta di petrolio, punto e basta”.
What did Qatar actually buy with the billions it spent on the World Cup?
Cosa ha effettivamente comprato il Qatar con i miliardi spesi per la Coppa del Mondo?
Anche se è improbabile che una contabilità completa venga mai resa pubblica, si stima che il Qatar abbia speso tra i 300 e i 400 miliardi di dollari per preparare l’attuale Coppa del Mondo.
Secondo Victor Matheson, i migliaia di tifosi che si sono riversati in Qatar e la recente costruzione delle infrastrutture non contribuiranno in modo significativo alla futura economia del Paese. Il giornalista afferma che il Qatar vorrebbe ripagare l’enorme investimento tramite il miglioramento dell’immagine della nazione grazie ad un’attività nota come “sportswashing”. I grandi eventi sportivi di solito non generano una vincita finanziaria per i Paesi ospitanti e l’unico vero vantaggio potenziale dell’ospitare la Coppa del Mondo è la reputazione.
Nonostante gli sforzi qatariani, Matheson afferma che il mondo non ha gradito molto di ciò che ha imparato sul paese, come le condizioni di lavoro brutali, la repressione sia della libertà di parola sia dei media, le leggi che puniscono le relazioni omosessuali e il bisogno del permesso da parte dei tutori maschili per diverse attività che le donne vorrebbero svolgere. Tutto ciò a seguito di un processo di selezione del Paese ospitante inficiato da credibili accuse di corruzione e concussione. In conclusione, Matheson dichiara che il tentativo del Qatar di migliorare la sua immagine ha portato l’attenzione sui suoi difetti.
"End this ongoing genocide": indigenous advocates call for change after women killed
"Mettere fine a questo genocidio in corso:" I sostenitori degli indigeni chiedono un cambiamento dopo che le donne sono state uccise
Il recente arresto di un uomo accusato di aver ucciso quattro donne indigene ha risollevato le proteste da parte di questa minoranza della popolazione per ottenere leggi e provvedimenti dal Governo per porre fine alla violenza di genere e raziale. Il rapporto finale dell’inchiesta nazionale sulle donne e le ragazze indigene scomparse o assassinate nel 2019 contiene 231 richieste di giustizia. Hilda Anderson-Pyrz, presidente del National Family and Survivors Circle rivolge un appello pubblico affinché si riconosca “il genocidio che continua in questo paese”. Chiede inoltre misure concrete, come la nomina di un difensore civico nazionale per tenere traccia delle denunce relativi ai diritti umani. Il Governo canadese ha pubblicato il suo primo piano d’azione nel 2021, ma manca di finanziamenti e scadenze precise per gli obiettivi. Anche il ministro delle relazioni tra corona e indigeni Marc Miller ha ammesso che il governo sta fallendo nel proteggere le proprie cittadine, ma ha affermato che continuerà a lavorare per affrontare i problemi sistemici che aumentano la vulnerabilità delle donne indigene. Tra le misure proposte Miller pone l’accento nell’assistenza all’infanzia e nell’apertura di più rifugi.
New hires are "ghosting" small businesses already under pressure from labor shortages
I nuovi assunti stanno "rendendo fantasma" le piccole imprese già sotto pressione a causa della carenza di manodopera
Da quando l’economia ha riaperto in seguito alla pandemia, in Canada è diventato sempre più difficile trovare lavoratori affidabili. Circa l’80% delle persone che fanno domanda per un lavoro non si presentano al colloquio e la maggior parte dei nuovi assunti lascia dopo poco. Il risultato è che più di un terzo delle aziende ha assunto i cosiddetti “no-show”, persone che dopo un massimo di tre mesi non si presentano o passano a lavorare part-time. Questo causa una carenza di manodopera sia qualificata che non, con gravi ripercussioni per la crescita delle piccole imprese che stanno portando una media $110000 di debiti, riferisce il CEO di CFIB Dan Kelly. Molte aziende sono costrette a chiudere o a ridurre gli orari di lavoro e a ritardare gli investimenti. Alcuni settori, come quello dell’ospitalità, della gestione amministrativa, dei trasporti e della produzione, stanno sentendo la crisi dei dipendenti fantasmi in modo più acuto. Il Governo ha annunciato che sta lavorando riformare l’EI, ma il CFIB teme che in questo modo le persone saranno ancora più disincentivate a cercare un impiego.
Chinese, Russian Warplanes Buzz Air Defense Zone Again
Aerei da guerra cinesi e russi si aggirano nella zona di identificazione aerea coreana
La Corea ha fatto decollare alcuni F-15K e altri jet da combattimento, oltre che diversi caccia, lo scorso mese quando otto aerei militari cinesi e russi sono entrati nella zona di identificazione della difesa aerea coreana (ADIZ). Questa zona non è uno spazio aereo territoriale, ma secondo la consuetudine internazionale, gli aerei militari dovrebbero informare in anticipo il Paese prima di accedervi. La Cina e la Russia sono invece ripetutamente entrate nell’ADIZ coreana senza preavviso negli ultimi due anni. Ad esempio, nel 2021, alcuni aerei da guerra cinesi hanno violato la consuetudine circa 70 volte, quelli russi circa 10 volte. Lo scorso maggio, circa sei aerei sia cinesi che russi sono entrati nell’ADIZ e a novembre due bombardieri cinesi H-6 e sei aerei da guerra russi sono entrati e usciti più volte. Gli analisti sostengono che potrebbe trattarsi di esercitazioni congiunte.
Slowing Factory Output Signals Economic Slump
Il rallentamento della produzione industriale segnala la crisi economica
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La produzione industriale coreana sta rallentando drasticamente e lo scorso ottobre ha registrato il calo maggiore dall’aprile 2020. Anche le vendite al dettaglio, dopo un lieve incremento ad agosto, sono scese nuovamente tra settembre e ottobre. Tale contrazione è data dal calo dei consumi privati e dell’utilizzo dei servizi, ma anche dal calo della domanda globale. La fabbrica di Samsung e quella di lavatrici LG hanno operato rispettivamente al 72,2% e all’88% della loro capacità produttiva trimestrale e le scorte nei loro magazzini sono significativamente aumentate. Secondo l’analisi della società di monitoraggio aziendale Leaders Index, le scorte combinate di 195 delle prime 500 aziende coreane hanno raggiunto la cifra di 165,4% trilioni di W a settembre. Il presidente della Federazione delle imprese del mercato medio della Corea teme che un forte aumento dei tassi d’interesse ridurrà ulteriormente la domanda e dunque aumenterà le scorte. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha sottolineato il ruolo della diminuzione delle esportazioni nella crisi della produzione industriale, aggiungendo che nonostante a settembre si sia registrata una tendenza alla ripresa, nei mesi successivi la produzione è crollata di nuovo. Il rischio maggiore è un crollo generale e, secondo l’autore dell’articolo, le cause risiedono anche nella struttura economica coreana, che ha diminuito i prezzi sui semiconduttori e le esportazioni verso la Cina. Secondo la Citibank, il livello di esportazioni è così basso da costituire un serio ostacolo per la crescita economica nel 2023, anche solo dell’1%.
The Dong-a Ilbo
Trilateral cooperation strengthens regarding N. Korean provocations
Si rafforza la cooperazione trilaterale dopo le provocazioni della Corea del Nord
Da quando il Governo sudcoreano ha varato il divieto allo sviluppo di missili e armi nucleari nordcoreane nel rispetto delle sanzioni dell’ONU contro la Corea del Nord, l’amministrazione di Yoon Suk-yeol ha già imposto due tornate di sanzioni ad alcuni connazionali. Di recente ha multato otto persone e sette entità, presenti nell’elenco delle sanzioni delle Nazioni Unite o che sono coinvolti nel trasporto illegale di materiali. Gli Stati Uniti e il Giappone hanno pubblicato le rispettive liste di sanzioni lo stesso giorno, dimostrando il loro impegno per un’azione congiunta trilaterale contro le provocazioni nordcoreane. Nello specifico, gli USA hanno inserito in lista i funzionari del Partito dei Lavoratori di Corea Jon Il Ho, Yoo Jin e Kim Su Gil, già presenti nell’elenco delle sanzioni dell’UE dello scorso aprile 2022. Una delle prove diella copevolezza dei funzionari è stata la loro ripresa durante il lancio di prova del missile Hwasong-Type 15 nel 2017.
Corea del Sud, USA e Giappone hanno annunciato nuove liste che si sovrappongono l’una all’altra, pertanto alcuni indagati della lista del Dipartimento del Tesoro statunitense sono già stati sanzionati dalla Corea del Sud, mentre alcune persone aggiunte dal Paese asiatico sono già stati multati dagli USA.
Pentagon: China might intervene in the event of war on Korean Peninsula
Pentagono: la Cina potrebbe intervenire in caso di guerra nella penisola coreana
Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha affermato il rischio che l’esercito cinese intervenga in caso di un conflitto nella penisola coreana per impossessarsi delle armi di distruzione di massa della Corea del Nord. Nell’eventualità di un tale scenario, Washington ha delineato il ROK-US Combined Forces Command’s Plan. Secondo le indagini americane riportate nel 2022 China Military Power Report, l’Esercito Popolare di Liberazione sta conducendo esercitazioni militari in previsione di un conflitto coreano. Il Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti aveva riportato le medesime preoccupazioni già nel China Military Report dell’anno scorso, ma nella versione aggiornata enfatizza il rischio sottolineando l’aumento delle tensioni bilaterali sino-americane. L’amministrazione Biden sta quindi intensificando gli allarmi sulla possibile ingerenza cinese in caso di guerra nella penisola coreana, dal momento che, secondo il rapporto sulla Strategia di Difesa Nazionale, una crisi in questo Paese asiatico potrebbe coinvolgere attori dotati di armi nucleari, oltre che espandersi significativamente dal punto di vista geografico. Lo stesso rapporto, stima che in Cina siano conservate oltre 400 testate nucleari operative e, in caso di conflitto, il Partito potrebbe utilizzarne circa 1500 entro il 2035.
South Korea contemplates joining the Quad
La Corea del Sud medita di aderire alla Quad
Al contrario del suo predecessore, il Presidente coreano Yoon Suk-yeol ha espresso sin dall’inizio del mandato l’interesse a rafforzare l’alleanza con gli Stati Uniti. A dimostrazione del suo impegno, già durante la campagna elettorale aveva promosso l’inserimento del Paese nell’alleanza Quad. Tuttavia, per limitare le frizioni con la Cina, Yoon Suk-yeol ha assicurato che prima di aderire al Quad, la Corea del Sud implementerà le relazioni con gli USA attraverso la cooperazione in altri settori, tra i quali quello delle infrastrutture e dei vaccini. La Cina accusa gli Stati Uniti di incitare i Paesi asiatici a una corsa alle armi attraverso l’implementazione di numerose collaborazioni multilaterali nel settore della sicurezza del Pacifico. Al momento, i principali organismi sono: il QUAD, Five Eyes e AUKUS.