Reti e qualità: i fattori che spiegano l’efficacia delle ITS Academy
Dati essenziali
– Reti di partner: le fondazioni ITS che coinvolgono un numero più ampio e diversificato di partner (scuole, università, enti locali, imprese) ottengono effetti più consistenti su natalità d’impresa e innovazione.
– Qualità dei corsi: nelle province con corsi valutati sopra la mediana nazionale si registrano aumenti significativi della natalità d’impresa e della quota di imprese innovative; nelle province sotto la mediana non si osservano effetti positivi.
– Combinazione vincente: nel Nord, reti ampie e corsi di alta qualità portano a un incremento anche dei brevetti; nel Centro-Sud la combinazione produce crescita della natalità imprenditoriale ma non ancora effetti evidenti sui brevetti.
– Implicazioni: puntare solo sul numero di sedi ITS non basta; ciò che determina l’efficacia è la qualità dell’offerta e la forza delle reti costruite a livello territoriale.
L’analisi condotta sulle ITS Academy mostra che i loro effetti sullo sviluppo economico e sull’innovazione non dipendono soltanto dall’apertura di nuove sedi, ma sono fortemente influenzati da due elementi chiave: l’ampiezza delle reti di partner che costituiscono la fondazione e la qualità dei corsi erogati. Questo significa che non tutte le ITS producono gli stessi risultati e che le differenze tra territori non sono spiegate soltanto dalle condizioni economiche locali, ma anche dalla configurazione interna delle istituzioni stesse. Le reti e la qualità diventano quindi parametri decisivi per comprendere perché alcune province mostrano aumenti significativi nella natalità d’impresa, nell’innovazione e nei brevetti, mentre altre non registrano variazioni misurabili. L’indagine mette in evidenza che gli ITS non sono un modello uniforme, ma realtà che riflettono la capacità degli attori locali di costruire alleanze solide e di offrire percorsi formativi di livello elevato.
Il primo fattore riguarda l’ampiezza delle reti fondative. Ogni ITS nasce come fondazione che include scuole, università, enti locali, centri di ricerca e imprese. Tuttavia, il numero e la varietà dei partner coinvolti varia da caso a caso. L’analisi mostra che le fondazioni con reti più ampie e diversificate producono effetti più consistenti sia sulla natalità d’impresa sia sull’innovazione. Le imprese partner, infatti, non si limitano a fornire docenti o a ospitare studenti per tirocini, ma diventano parte attiva nella definizione dei curricula, nel trasferimento di conoscenze e nella creazione di opportunità concrete per i diplomati. Più la rete è estesa, maggiore è la capacità dell’ITS di fungere da piattaforma di intermediazione tra formazione e mondo produttivo. Le reti ampie favoriscono anche la diffusione delle innovazioni all’interno dei sistemi locali, creando un effetto di trascinamento che rafforza la competitività complessiva dei territori.
Il secondo fattore decisivo è la qualità dei corsi, valutata attraverso gli indicatori forniti da INDIRE, l’ente nazionale di riferimento per il monitoraggio del sistema ITS. I risultati mostrano che le province in cui i corsi hanno valutazioni superiori alla mediana nazionale registrano incrementi significativi nella natalità di impresa e nella quota di imprese innovative. Al contrario, laddove i corsi si collocano sotto la mediana, non si osservano effetti positivi. Questo significa che non basta aprire nuove sedi per ottenere risultati: la qualità dell’offerta formativa è la condizione essenziale perché l’investimento pubblico e privato si traduca in benefici misurabili. La qualità non riguarda solo la didattica, ma anche la capacità di aggiornare costantemente i programmi, di integrare competenze teoriche e pratiche e di garantire docenze provenienti dal mondo del lavoro.
Quando reti ampie e corsi di alta qualità si combinano, gli effetti diventano particolarmente evidenti. Nel Nord, le province che presentano entrambe queste caratteristiche registrano non solo un aumento della natalità di impresa e della quota di imprese innovative, ma anche un incremento significativo dei brevetti. Ciò dimostra che gli ITS funzionano come moltiplicatori di innovazione solo quando possono contare su un ecosistema istituzionale e formativo solido. Nel Centro-Sud, invece, la combinazione di reti estese e corsi di qualità si traduce soprattutto in una maggiore natalità imprenditoriale, ma non ancora in un impatto evidente sui brevetti, probabilmente a causa della minore presenza di infrastrutture tecnologiche e industriali. Questo rafforza l’idea che gli effetti degli ITS non siano automatici, ma dipendano dall’interazione tra caratteristiche interne e contesto territoriale.
Questi risultati hanno implicazioni dirette per le politiche di espansione del sistema ITS. Puntare esclusivamente sull’aumento del numero di sedi rischia di produrre un effetto di dispersione delle risorse, senza garanzie di ritorni concreti. Le evidenze suggeriscono che le priorità debbano essere due: garantire elevati standard qualitativi dei corsi e incentivare la costruzione di reti ampie e diversificate tra istituzioni e imprese. Investire sulla qualità significa selezionare docenti qualificati, aggiornare i programmi e monitorare costantemente i risultati; costruire reti significa favorire il coinvolgimento delle imprese in tutte le fasi, dalla progettazione alla valutazione degli esiti. Solo combinando questi due elementi gli ITS possono trasformarsi in infrastrutture formative capaci di incidere davvero sullo sviluppo economico e innovativo dei territori.
Nel complesso, il ruolo delle reti e della qualità mostra che gli ITS non sono semplicemente istituzioni formative, ma strumenti complessi che riflettono la capacità di un territorio di fare sistema. Le fondazioni che riescono a coinvolgere molti partner e a garantire percorsi di alta qualità producono effetti positivi evidenti, mentre quelle che non raggiungono questi standard rischiano di restare marginali. Questa evidenza invita a considerare con attenzione le politiche future, ponendo al centro non la quantità ma la qualità delle esperienze, e riconoscendo che l’efficacia degli ITS dipende dalla loro integrazione con le dinamiche istituzionali ed economiche locali. La qualità dei corsi e la forza delle reti diventano quindi i veri criteri con cui misurare il successo del sistema, perché determinano la sua capacità di generare valore per studenti, imprese e territori.


