Chi scrive ritiene che ciascuno è libero di votare chi gli pare e che il voto è cosa troppo seria perché qualcuno salga in cattedra e indichi, come il Padreterno di Michelangelo, chi votare. Ogni partito politico ha una sua legittimità, a condizione che si ponga all’interno del perimetro costituzionale e non cerchi di mutare la matrice liberale del nostro ordinamento, che è in primo luogo una sintassi che consente a tutti di dire la propria. Questo vuol dire che ogni voto è legittimo a condizione che non vada ai nemici della società aperta, che della sintassi costituzionale farebbero a meno volentieri. Così, in vista delle elezioni è sembrato di fare cosa utile, invece che indicare con fare michelangiolesco, provare a ragionare su chi non votare, tratteggiando i profili dei nemici della società aperta, con la speranza che non vengano votati.
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