Le scienze sociali (sociologia, antropologia, economia, ecc.) presentano sfide particolari riguardo all’oggettività della conoscenza e al ruolo dell’interpretazione. A differenza delle scienze naturali, dove l’oggetto di studio (atomi, rocce, pianeti) è esterno all’osservatore, nelle scienze sociali gli “oggetti” sono esseri umani o collettività di esseri umani, cioè soggetti dotati di coscienza, intenzioni, cultura. Questo implica che lo scienziato sociale studia in qualche misura esseri simili a sé, che attribuiscono significati alle proprie azioni. Sorge quindi il quesito: si possono studiare i fenomeni sociali con la stessa oggettività e distacco con cui si studiano quelli naturali? Oppure è necessario un metodo diverso, più interpretativo e meno orientato a leggi universali?
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