Il nome di Georgi Arbatov forse non dice niente a nessuno. Era uno dei più ascoltati consiglieri di Gorbačëv e nel dicembre del 1988 rivolgendosi alla controparte americane così si espresse: "Vi faremo qualcosa di terribile, non avrete più nemici”. Questa frase mi è ritornata in mente in questi giorni, quando il nemico è ritornato, con una brutalità che non ha precedenti se non nell’invasione della Francia da parte delle truppe del Terzo Reich.
Il nemico è ritornato nella sua forma più brutale e la cosa sta producendo degli effetti profondi sul sistema internazionale. In un sol colpo tutte le biblioteche scritte per sostenere il declino delle democrazie liberali, la crisi delle società aperte, l’evaporazione di un comune tessuto di valori che tenesse in piedi le democrazie contro la presunzione delle democrature, ebbene tutto questo è svanito in un sol colpo e le società aperte sembrano aver ritrovato la loro anima.
Come un sol uomo tutte le democrazie liberali hanno reagito in una maniera che non ha precedenti nella storia dell’umanità. E non i soli governi: un urlo di rabbia ha accomunato tutti gli uomini liberi. Ciascuno a modo suo ha reagito come ha potuto. In questo senso, la forza delle società aperte con il loro pluralismo si è espressa in tutta la sua potenza. Elon Musk che assicura agli ucraini collegamenti internet gratuiti, le compagnie di navigazione che chiudono i collegamenti con la Russia, Visa e Mastercard, che da sole coprono oltre il 90% del mercato delle carte di credito, smettono di funzionare per i cittadini russi. In una società plurale le forze che si possono mobilitare per la causa comune sono tante quante sono i singoli cittadini, nelle società di tipo collettivistico esiste un solo attore, lo Stato, collassato il quale resta il deserto.
A livello internazionale la riflessione da fare è che ci troviamo di fronte a un nuovo ordine internazionale, che non è più quello di ieri, che con affanno cercava di integrare al proprio interno potenze anti sistema come Cina e Russia, cercando di non urtarle la sensibilità e provando a convincerle condividendo con loro i frutti della pace e del libero commercio. Un processo che si è rivelato fallimentare, visto che le autocrazie hanno utilizzato le ricchezze delle società aperte per rafforzarsi.
L’orrore per l’aggressione russa all’Ucraina sta forgiando una nuova union sacrée, come per la lotta al nazi-fasciamo e da cui è scaturito l’ordine delle Nazioni Unite. Ora, sotto i nostri occhi, si sta formando un altro sistema internazionale, tenuto insieme dalla lotta contro quell’autoritarismo, la cui minaccia non può essere in alcun modo tollerata.
Ed è questa comune missione, come fa notare Michael Beckley su Foreign Affairs che potrebbe dare vita al nuovo assetto. “La paura e il disgusto per un nemico condiviso, non gli appelli illuminati a rendere il mondo un posto migliore, hanno unito questi ordini”.
"Vi faremo qualcosa di terribile, non avrete più nemici” diceva Georgi Arbatov. Putin ha fatto anch’egli qualcosa di terribile invadendo una nazione pacifica, ma ci ha restituito un nemico comune.
Io dico che adesso l'Unione Europea ha un chance enorme di crescere politicamente.
Per la prima volta abbiamo preso decisioni lampo.
Sembra poi che si voglia posporre il ritorno al Patto di Stabilità come se si intuisse che l'austerity degli anni scorsi è incompatibile con il nuovo ordine internazionale. Dopo aver criticato tanto la UE finalmente inizio a sentire un senso di orgoglio dell'appartenervi.
La vedrei in maniera un po' diversa dai commenti che ho letto. Mi sembrano macroscopiche alcune cose:
1) Cina e Russia non sono dalla stessa parte. La Cina non si schiera contro la Russia, ma per così dire si schiera sopra. Con un atteggiamento molto responsabile e molto misurato (forse anche un po' subdolo), che mi pare una chiara rivendicazione di supremazia mondiale, non in un'ottica brutale, impositiva, militarista e imperialista, ma morbida, smussata, confuciana.
2) La Nato e gli Stati Uniti sono in seconda linea. Gli Stati Uniti anche in terza. Grandi dichiarazioni e, certo, di concreto le sanzioni. Per il resto stanno a vedre. Impegno militare minimo, iniziative diplomatiche nulle. Non riesco a capire chi vede nella faccenda un brutale interventismo Usa. Mi pare vero il contrario. E negare il declino degli Usa come superpotenza mondiale mi pare negare l'evidenza.
3) In prima linea è l'Unione europea. Che per la prima volta nella sua storia sta agendo da soggetto geopolitico consapevole di esserlo e senza dubbio si sta dando anche un embrione di organizzazione militare. E' un fatto temporaneo? E' un'acquisizione definitiva? Lo vedremo.
4) La Russia è nell'angolo. Potrà stravincere sul campo di battaglia (ma solo se accetta di fare un paio di milioni di morti), ma si troverà isolata dietro una nuova cortina di ferro, questa volta costruita da noi. Sarà alla fame. Ammesso che la Cina la aiuti un po', lo farà solo se le conviene e in cambio di un'acquiescenza politica più o meno totale. Non reggerà a lungo. Non oltre la vita di Putin, dhe potrebbe non essere lunga a questo punto. Certo se Putin viene messo con le spalle al muro diventerà una tigre, ma bisogna vedere fino a che punto e per quanto tempo controllerà gli apparati militari, sistema nucleare compreso.
5) A giudicare da oggi, il futuro ce lo giochiamo tra Europa e Cina. ma tutto può cambiare già domani e non è il caso di credere troppo alle proprie stesse previsioni.