Nel suo sermone durante la Domenica del Perdono, l’Arcivescovo Cirillo I, sedicesimo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie si è schierato a difesa della guerra di aggressione nei confronti dell’Ucraina dicendo che: “Questa guerra è contro chi sostiene i gay, come il mondo occidentale, e ha cercato di distruggere il Donbass solo perché questa terra oppone un fondamentale rifiuto dei cosiddetti valori offerti da chi rivendica il potere mondiale”. La cosa non deve stupire, non solo perchè l’ideologia di Putin è un miscuglio di politica di potenza, revanscismo e deliri storici. Ma anche perchè Cirillo e Putin sono compari.
Scrive Sergio Romano: Putin e Cirillo hanno “un rapporto pressochè fraterno e qualcuno maliziosamente ricorda che vi fu un momento, negli ultimi anni dell’Unione Sovietica, in cui erano entrambi affiliati a una stessa istituzione. Quell’istituzione era il Kgb, in cui Putin era tenente colonnello e Kirill, secondo le malelingue, sarebbe stato «l’agente Michajlov». Non era sorprendente. Molti alti prelati avevano fatto una brillante carriera ecclesiastica e numerosi viaggi all’estero grazie al rapporto confidenziale che avevano stretto con i servizi sovietici.”1
Sergio Romano, Putin e la ricostruzione della grande Russia, Longanesi, p. 48