Dove si genera il valore nelle catene globali della produzione
In un prodotto moderno realizzato attraverso catene globali del valore, le diverse fasi – ricerca e sviluppo, progettazione, produzione di componenti, assemblaggio finale, marketing e distribuzione – contribuiscono in misura molto diversa alla creazione di valore e profitto. La cosiddetta “curva del sorriso” è spesso utilizzata per rappresentare graficamente come le attività a monte (ideazione, design) e a valle (branding, vendite) tendano a catturare molto più valore aggiunto rispetto alle attività manifatturiere standard al centro (assemblaggio, lavorazione semplice). Questo fenomeno è emerso chiaramente con la globalizzazione produttiva: molti paesi in via di sviluppo sono riusciti a entrare nelle filiere globali occupandosi di produzione a basso costo, ma la quota maggiore del valore (e del guadagno) rimane spesso nelle mani delle imprese che controllano marchi, tecnologie e reti commerciali. Capire dove si genera il valore significa dunque analizzare la distribuzione dei guadagni lungo le filiere e le implicazioni per lo sviluppo economico.
"Il gioco delle grandi potenze. La competizione nel Mediterraneo allargato" a cura di Pietro Baldelli, Roberta Ferrara, Gabriele Natalizia
Lo scorso 28 marzo, Stroncature ha ospitato la presentazione dell’opera "Il gioco delle grandi potenze. La competizione nel Mediterraneo allargato" a cura di Pietro Baldelli, Roberta Ferrara, Gabriel…
“L’arte nelle Istituzioni" di Tiziana Ferrari
Il prossimo 2 aprile alle 16:00, Stroncature ospiterà la presentazione del libro “L’arte nelle Istituzioni" di Tiziana Ferrari, (Skira, 2022).
Tiziana Ferrari, ex curatrice delle collezioni d’arte del Senato italiano, racconta l’innovativo progetto di catalogazione e valorizzazione dei tesori artistici nascosti nei palazzi della politica, avviato nel 2009. Il suo libro offre una narrazione vivace e dettagliata delle sfide e degli intrighi interni affrontati per portare alla luce e gestire efficacemente le opere d’arte, proponendo una riflessione sulla moderna gestione dei beni culturali e sui segreti custoditi nei palazzi del potere.
Con l'autrice dialogheranno: Prof.ssa Rossella Vodret già Soprintendente del Polo Museale Romano, Gen.B ( ris) Luigi Cortellessa già Comandante del Nucleo TPC di Roma e il Prefetto Lucia Di Maro già Direttrice del F.E.C. Sede Centrale al Ministero degli Interni. L’incontro sarà moderato da Riccardo Pennisi.
Eleatiche
È una pubblicazione di Stroncature dedicata alle imprese. La sua funzione è quella di riflettere sul modo in cui le nuove tecnologie abilitano nuovi modelli di business e aprono nuove opportunità. Una attenzione particolare è dedicata al modo in cui i macrotrend (geopolitici, normativi, sociali) impattano sulla vita aziendale e sulle loro prospettive.
Gli asset intangibili nell’impresa contemporanea: natura, classificazione e funzione strategica
Negli ultimi decenni, la natura del capitale all’interno delle imprese ha subito una trasformazione profonda, con il progressivo spostamento del baricentro economico dai beni tangibili agli asset intangibili. Questo mutamento non si limita a un cambio di composizione nei bilanci aziendali, ma riflette una riorganizzazione sostanziale dei fattori di produzione, delle fonti di valore e delle logiche di competitività. In un contesto economico dominato dalla conoscenza, dalle tecnologie digitali, dalle reti e dalla reputazione, gli asset immateriali costituiscono l’infrastruttura invisibile sulla quale si fondano le imprese più dinamiche. Il concetto di asset intangibile include una varietà di elementi, tutti accomunati dal fatto di non avere consistenza fisica ma di essere in grado di generare valore economico immenso. Tali asset sono spesso difficili da misurare e da rappresentare in bilancio secondo i criteri contabili tradizionali, ma risultano decisivi per la performance aziendale e per la crescita di lungo periodo. L’impresa che riesce a identificare, sviluppare, proteggere e valorizzare i propri intangibili dispone di un vantaggio competitivo che non deriva dalla quantità di capitale fisico detenuto, ma dalla qualità delle risorse cognitive, relazionali e organizzative che riesce a mettere in opera.