Geopolitica globale dei semiconduttori
I semiconduttori sono materiali (di solito silicio) le cui proprietà elettriche possono essere modulate a piacere, e costituiscono la base dei microchip e circuiti integrati moderni. Essi sono spesso definiti “il cervello” dei dispositivi elettronici, in quanto abilitano praticamente tutte le tecnologie chiave dell’era digitale. Dall’elettronica di consumo ai sistemi d’arma avanzati, i chip semiconduttori rivestono un ruolo fondamentale: uno smartphone tipicamente contiene decine di chip, un’automobile moderna può arrivare a contenerne centinaia (gestendo motore, sicurezza, infotainment), e le infrastrutture di telecomunicazione, i data center per il cloud e gli apparati di intelligenza artificiale (AI) dipendono tutti da componenti semiconduttori di vario tipo. In ambito difesa, l’elettronica militare avanzata (missili di precisione, radar AESA, comunicazioni cifrate) richiede chip specializzati; la natura dual-use (uso sia civile che militare) di molte tecnologie a semiconduttore significa che il dominio in questo settore si traduce immediatamente in vantaggio economico e militare. Non sorprende quindi che i semiconduttori siano considerati una risorsa strategica a livello nazionale: la sicurezza nazionale e la capacità competitiva di una nazione possono essere messe a rischio da una carenza di microchip o dal ritardo tecnologico in questo campo. Proprio un’analisi del Center for Strategic and International Studies avverte che l’erosione della capacità produttiva nazionale nei microchip costituisce “una minaccia diretta alla capacità di difesa” degli Stati Uniti1, evidenziando il legame stretto tra industria dei chip e interessi strategici.