Il 2 aprile 2025 gli Stati Uniti, sotto la presidenza di Donald Trump, hanno imposto nuove e vaste tariffe protezionistiche. In particolare, l’amministrazione Trump ha annunciato dazi generalizzati del 10% su tutte le importazioni (con punte del 60% per i beni provenienti dalla Cina). Si tratta di misure senza precedenti in tempi recenti, estese indiscriminatamente a paesi alleati e rivali – “non è solo America First, è America Alone”1. Questa svolta unilaterale ha destato allarme perché ricorda due celebri precedenti storici: il Tariff Act del 1930 (meglio noto come Smoot-Hawley) negli Stati Uniti, e la Conferenza economica imperiale di Ottawa del 1932, in cui il Regno Unito inaugurò un sistema di preferenze commerciali imperiali nel Commonwealth. In entrambi i casi, una potenza egemone – gli USA nel 1930, l’Impero britannico nel 1932 – rinunciò alla tradizionale apertura commerciale, imboccando la via del protezionismo. Questi esempi storici suggeriscono che gli ordini economici internazionali tendono a disgregarsi non tanto per attacchi esterni, quanto piuttosto quando la potenza egemone centrale abdica al suo ruolo di garante dell’apertura e della stabilità del sistema.
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