Il ruolo del Nord Africa nella nuova globalizzazione. Un parallelo con il Messico.
Il Nord Africa sta emergendo come un attore chiave nella nuova configurazione della globalizzazione, con dinamiche che richiamano per certi versi l'esperienza del Messico. Questa regione sta attirando crescenti investimenti esteri e si sta integrando sempre più nelle catene del valore globali, grazie a una combinazione di fattori favorevoli. La vicinanza geografica all'Europa rappresenta un vantaggio competitivo fondamentale, analogamente a quanto avviene per il Messico rispetto agli Stati Uniti – una situazione che ha molto favorito stretti vincoli di interdipendenza produttiva e la creazione (assieme al Canada) del NAFTA, in vigore dal 1994, e del suo successore USMCA nel 2019.
Secondo l'African Development Bank, la crescita economica del Nord Africa è prevista al 3,6% nel 2024 e al 4,2% nel 2025, trainata in particolare dagli investimenti esteri. La regione beneficia inoltre di abbondanti risorse naturali, tra cui minerali critici per la transizione energetica, e di un costo del lavoro relativamente contenuto. Questi elementi stanno attirando l'attenzione di multinazionali alla ricerca di alternative per diversificare le proprie catene di approvvigionamento, in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche e di ripensamento dei modelli produttivi globali. Sebbene il Nord Africa non possa certo sfuggire all’impatto negativo di vari fattori di instabilità (si pensi alla grande fascia del Sahel ma anche ai conflitti in corso ai confini di Israele), soffra di persistenti disfunzioni politiche interne a quasi tutte le sue strutture statuali o perfino di problemi di statualità (si pensi alla Libia), i dati positivi non vanno sottovalutati.
Gli investimenti internazionali
L'attrattività del Nord Africa per gli investitori internazionali è confermata dai dati più recenti forniti da autorevoli fonti del settore. Secondo il rapporto "H1 2024 MENA FinTech Venture Investment" di MAGNiTT, nei primi nove mesi del 2024 la regione MENA ha registrato un notevole incremento degli investitori, raggiungendo quota 390, di cui 199 internazionali1. Questa crescita del 28% su base annua è stata trainata principalmente da un aumento del 60% della partecipazione internazionale. La composizione geografica degli investitori esteri riflette una diversificazione significativa, con il 37% proveniente dagli Stati Uniti, il 13% dal Regno Unito e l'8% da Singapore. Tale afflusso di capitali internazionali sta contribuendo in modo sostanziale alla trasformazione del panorama economico regionale, favorendo lo sviluppo di settori ad alto valore aggiunto e tecnologicamente avanzati. In particolare, il settore FinTech ha dimostrato una notevole resilienza, attirando 480 milioni di dollari di finanziamenti nello stesso periodo, nonostante una contrazione generale del mercato.
L'attrattività della regione MENA per gli investimenti esteri è ulteriormente corroborata dai dati forniti da PwC nel suo "2024 TransAct Middle East Mid-year Update". Il rapporto evidenzia come, nonostante le sfide globali, l'attività di fusioni e acquisizioni (M&A) nella regione abbia mantenuto una notevole stabilità, sostenuta dall'attivismo di fondi di private equity, fondi sovrani di Abu Dhabi e Arabia Saudita, e da robuste operazioni corporate. Questa resilienza sottolinea la crescente attrattività del mercato M&A regionale, capace di attrarre investimenti anche in un contesto di incertezza globale. Il rapporto PwC mette in luce anche il ruolo cruciale dei programmi governativi, come la Saudi Vision 2030 e l'Operation 300bn degli Emirati Arabi Uniti, nel migliorare il clima degli investimenti. Queste iniziative stanno promuovendo attivamente la diversificazione economica e la riduzione della dipendenza dal petrolio, creando un ambiente favorevole per gli investimenti in settori innovativi come l'intelligenza artificiale, l'energia verde e la sanità, che offrono significative prospettive di crescita e posizionano il Medio Oriente come hub globale per l'innovazione e gli investimenti strategici.
Il caso del Marocco
Il Marocco si è affermato come caso emblematico di trasformazione industriale nel settore automobilistico, conquistando la leadership produttiva in Africa. Secondo i dati più recenti dell'Office d'Exchange marocchino, nel primo semestre del 2024 le esportazioni del settore hanno raggiunto 80,5 miliardi di dirham (8,2 miliardi di dollari), con un incremento del 9% rispetto all'anno precedente. Questo risultato è frutto di una crescita robusta in diversi segmenti: la produzione di veicoli ha generato esportazioni per 35,3 miliardi di dirham (+8%), seguita dal comparto dei cablaggi con 28,2 miliardi di dirham (+8%) e dalla produzione di interni e sedili con 4,7 miliardi di dirham (+18%). La capacità produttiva del paese ha raggiunto 950.000 unità nel 2023, distribuita tra gli stabilimenti di Renault Group (500.000 unità) e Stellantis (450.000 unità). Questa espansione ha portato alla creazione di circa 220.000 posti di lavoro e all'insediamento di oltre 230 fornitori di primo e secondo livello, con un tasso di integrazione locale del 60%.
Il successo del settore automobilistico marocchino è il risultato di una strategia di lungo termine che combina investimenti infrastrutturali, incentivi fiscali e formazione professionale mirata. Il governo ha fissato obiettivi ambiziosi per il futuro: raggiungere una produzione annua di 1,5 milioni di veicoli e aumentare il tasso di integrazione locale all'80%. Un elemento chiave di questa strategia è l'attenzione all'innovazione e alla sostenibilità. Il Marocco sta investendo nello sviluppo di capacità di ingegneria e R&D, come dimostrato dall'apertura del primo centro di collaudo automobilistico in Africa e del centro tecnico automobilistico di Stellantis vicino a Casablanca. Inoltre, il paese sta puntando sulla decarbonizzazione della produzione industriale e sull'utilizzo di energie rinnovabili. Nel settore dei veicoli elettrici, il Marocco sta cercando di posizionarsi come hub di produzione, come evidenziato dalla recente partnership con l'azienda cinese Gotion High-Tech per la produzione di batterie, con un investimento previsto di 2,45 miliardi di euro. Questi sviluppi stanno consolidando la posizione del Marocco come principale esportatore di veicoli verso l'Unione Europea, con esportazioni che hanno raggiunto 15,1 miliardi di euro nel 2023, segnando un aumento del 30% rispetto all'anno precedente.
Il parallelo con il Messico
Il parallelo tra il Nord Africa e il Messico nell'integrazione nelle catene globali del valore offre spunti illuminanti, in particolare nel settore automobilistico. Il Messico è diventato un attore chiave nell'industria automobilistica nordamericana, con una produzione che nel 2023 ha superato i 3,8 milioni di veicoli, di cui l'87% destinato all'esportazione. Questa trasformazione è stata favorita da fattori come la vicinanza geografica agli Stati Uniti, il basso costo del lavoro e accordi commerciali vantaggiosi come l'USMCA. Tuttavia, l'esperienza messicana evidenzia anche le sfide e i rischi associati a questo modello di sviluppo.
Nonostante la crescita impressionante del settore automobilistico, il Messico ha faticato a tradurre questo successo in benefici diffusi per l'intera economia. Secondo Rolando Cordera, professore all'Università Nazionale Autonoma del Messico, la maggiore integrazione del Messico nell'economia globale non ha portato vantaggi alla maggioranza dei messicani e ha prodotto tassi di crescita inferiori a quelli sostenuti dal paese tra gli anni '50 e '70. Questa situazione sottolinea l'importanza di sviluppare un'industria nazionale forte e diversificata, investire in ricerca e sviluppo e migliorare costantemente le competenze della forza lavoro per salire nella catena del valore globale.
Criticità
È chiaro che la regione deve affrontare sfide significative per consolidare il suo ruolo nella nuova globalizzazione. La necessità di riforme economiche strutturali resta pressante in molti paesi, così come l'esigenza di migliorare le infrastrutture logistiche per facilitare l'integrazione nelle catene di approvvigionamento globali. Come già ricordato sopra, la stabilità politica e sociale rappresenta un altro fattore cruciale per mantenere la fiducia degli investitori internazionali. Inoltre, la regione deve gestire attentamente lo sfruttamento delle sue risorse naturali, in particolare i minerali critici per la transizione energetica, per evitare di cadere nella "trappola delle commodities" e promuovere invece lo sviluppo di industrie locali di trasformazione ad alto valore aggiunto.
C’è però un altro aspetto, non di poco conto, da tenere in considerazione. Le tensioni politiche tra Messico e Stati Uniti sull'immigrazione, così come quelle tra l'Europa e la sponda sud del Mediterraneo, stanno diventando un fattore sempre più rilevante nel contesto della nuova globalizzazione. Queste dinamiche stanno influenzando profondamente le relazioni economiche e diplomatiche tra le regioni coinvolte, con potenziali ripercussioni sulle catene del valore globali e sui flussi di investimento.
Nel caso del Messico, la minaccia di Donald Trump di imporre tariffe del 25% su tutte le importazioni messicane, a meno che il paese non "risolva" i problemi dell'immigrazione clandestina e del traffico di fentanyl, ha creato notevole tensione. Secondo fonti autorevoli come la Camera di Trasformazione Industriale (Caintra) del Messico, queste minacce tariffarie potrebbero avere un impatto devastante sull'economia messicana, mettendo a rischio milioni di posti di lavoro legati al commercio tra i due paesi. La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha risposto avvertendo che una guerra tariffaria danneggerebbe entrambe le economie, sottolineando la necessità di mantenere la competitività regionale.
Parallelamente, l'Unione Europea sta intensificando i suoi sforzi per esternalizzare la gestione dei flussi migratori ai paesi del Nord Africa. Recenti accordi, come quello da 7,4 miliardi di euro con l'Egitto e i finanziamenti aggiuntivi alla Tunisia, mirano a rafforzare i controlli alle frontiere e a prevenire le partenze di migranti verso l'Europa. Tuttavia, queste politiche sollevano preoccupazioni etiche e umanitarie, in quanto rischiano di perpetuare violenze e discriminazioni contro i rifugiati in paesi con record problematici in materia di diritti umani.
Le tensioni tra Messico e Stati Uniti, così come tra Europa e Nord Africa, non sono solo legate all'immigrazione, ma riflettono anche tendenze protezionistiche e tensioni sociali più ampie. Le minacce di barriere tariffarie da parte degli Stati Uniti verso il Messico sono spesso motivate anche da pressioni interne per proteggere determinati settori industriali e posti di lavoro. Analogamente, in Europa, il crescente sostegno a partiti politici anti-immigrazione riflette preoccupazioni economiche e sociali tra alcuni segmenti della popolazione. Queste dinamiche stanno influenzando le politiche commerciali e di investimento, con potenziali ripercussioni sulle catene del valore globali. Un rapporto del Brookings Institution evidenzia come queste tensioni possano portare a una "regionalizzazione" delle catene di approvvigionamento, con aziende che cercano di localizzare la produzione più vicino ai mercati finali per mitigare i rischi geopolitici. Questo trend potrebbe avere implicazioni significative per paesi come il Marocco e il Messico, che stanno cercando di posizionarsi come hub produttivi regionali.
Queste tensioni geopolitiche stanno complicando il quadro della nuova globalizzazione, in cui il Nord Africa e il Messico cercano di affermarsi come attori chiave. Da un lato, la loro posizione strategica e il basso costo del lavoro li rendono attraenti per gli investitori internazionali. Dall'altro, proprio la vicinanza geografica e le pressioni politiche legate all'immigrazione rischiano di compromettere questi vantaggi competitivi. La sfida per questi paesi sarà quella di navigare queste acque turbolente, bilanciando le esigenze di sviluppo economico con le pressioni politiche internazionali, per consolidare il loro ruolo nelle catene del valore globali del futuro.
In conclusione, il Nord Africa si sta affermando come un attore emergente nella nuova configurazione della globalizzazione, con potenzialità significative ma anche sfide da affrontare. La regione sta attirando crescenti investimenti esteri e si sta integrando nelle catene del valore globali, grazie alla sua posizione strategica, alle risorse naturali e al costo competitivo del lavoro. Il successo del Marocco nel settore automobilistico dimostra le potenzialità di questo modello di sviluppo. Tuttavia, per consolidare questi progressi e evitare i rischi di una dipendenza eccessiva dagli investimenti esteri, i paesi della regione dovranno continuare a investire in infrastrutture, formazione e innovazione, promuovendo al contempo lo sviluppo di un tessuto industriale locale robusto e diversificato e riuscire a gestire gli attriti politici con i colossi vicini, dovuti a questioni relative alla sicurezza o a tensioni protezionistiche. La capacità di gestire queste sfide determinerà il ruolo che il Nord Africa potrà giocare nel futuro dell'economia globale, comunque legato a grandi tendenze che non sono certo sotto il controllo di Paesi di taglia media; resta il fatto che farsi trovare pronti a cogliere le opportunità quando queste si presentano è un vero asset strategico
Fonti e documenti
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Morocco’s Role in the Global Electro-Mobility Revolution
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Morocco Increases Impact on Global Electric Vehicle Market — $10 Billion in EV Investments
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Morocco’s automotive industry shifts gears to prep for electric vehicle era
Trump’s Threats of Tariffs as a Response to Migration and the Fentanyl Overdose Crisis
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Morocco reports stopping more than 45,000 crossings into Europe in 2024
Trump’s tariff threats: Could Mexico survive a trade war with US?
Mexican business leaders brace for Trump’s tariffs: ‘We must take his threats very seriously’
Maghreb migrations: How North Africa and Europe can work together on sub-Saharan migration
EU’s Migration Strategy Amidst the 2024 Middle East Crisis
Globalization without Equity: the Case of Mexico
Mexican powerhouse poised to grow
Moroccan Automotive Sector Tops Export Charts, Generating $8 Billion in H1 2024
Morocco Motor Vehicle Production
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MENA’s Investor Surge: Insights from MAGNiTT
Morocco 2024. Vehicle Market Remains Stagnant In September (+0.2%).
H1 2024 MENA FinTech Venture Investment Premium Report
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TransAct Middle East Mid-year Update
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Mexico In the Emerging World Order
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I paesi MENA (Middle East and North Africa) comprendono generalmente Algeria, Bahrain, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Iran, Iraq, Israele, Kuwait, Libano, Libia, Marocco, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Siria, Tunisia, Palestina e Yemen. Nell'analizzare la regione del Nord Africa, è fondamentale considerare un elemento distorsivo significativo rappresentato dalle ricche monarchie del Golfo. Queste nazioni, come Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar, Bahrain e Oman, note anche come paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), presentano caratteristiche economiche e sociali nettamente diverse rispetto agli altri paesi MENA. La loro ricchezza derivante dalle risorse petrolifere e la loro struttura economica peculiare creano una disparità significativa all'interno della regione, influenzando notevolmente le analisi complessive e richiedendo una considerazione separata per comprendere appieno le dinamiche economiche e sociali dell'area MENA nel suo insieme.