Stroncature Digest #34
Quando si sbaglia l'analisi: guerra commerciale e stagflazione
Il 2 aprile 2025, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l'introduzione di nuove tariffe sulle importazioni, denominate "Liberation Day tariffs". Queste misure prevedono un'imposta minima del 10% su tutte le importazioni, con tariffe più elevate per specifici paesi: ad esempio, il 34% per la Cina e il 20% per l'Unione Europea. L'obiettivo dichiarato dall'amministrazione è correggere gli squilibri commerciali e rafforzare l'industria manifatturiera nazionale. Tuttavia, l'approccio adottato solleva interrogativi sulla comprensione delle dinamiche del commercio globale e sull'efficacia di tali misure nel contesto economico contemporaneo.
Come nasce e si sviluppa una teoria del complotto
Questa serie di articoli si propone di fornire strumenti analitici e concettuali per riconoscere, comprendere e decostruire le dinamiche della disinformazione, delle teorie del complotto e delle narrazioni antiscientifiche. L’obiettivo è promuovere una lettura critica dei contenuti informativi, rafforzando le capacità individuali di valutazione, verifica e contrasto dei meccanismi che alimentano falsità e distorsioni nel discorso pubblico.
"Trade Wars Are Class Wars" di Matthew C. Klein e Michael Pettis
Il libro Trade Wars Are Class Wars di Matthew C. Klein e Michael Pettis sostiene che i conflitti economici tra Paesi non sono generati da rivalità geopolitiche o da politiche commerciali protezionistiche, ma da squilibri interni legati alla distribuzione del reddito e della ricchezza. Gli autori analizzano come l’aumento della disuguaglianza nei grandi Paesi esportatori, in particolare in Cina, Germania e Stati Uniti, abbia prodotto eccedenze di risparmio che alimentano squilibri commerciali e finanziari globali. Questo fenomeno è alla base delle tensioni tra le economie nazionali, con implicazioni che vanno oltre le relazioni commerciali, incidendo sulla stabilità finanziaria e sulla pace internazionale. La tesi centrale è che la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina sia in realtà una manifestazione esterna di conflitti interni tra classi sociali, dove le élite che accumulano ricchezza determinano politiche economiche distorsive. L’opera rifiuta la visione tradizionale basata sulla competizione tra nazioni e propone un’interpretazione alternativa dei flussi globali. Klein e Pettis propongono un cambiamento strutturale nella politica economica interna come prerequisito per la risoluzione degli squilibri globali. Il libro combina analisi storiche, dati empirici e modelli macroeconomici per sostenere le proprie conclusioni. L’obiettivo è fornire una cornice interpretativa utile a comprendere le crisi finanziarie, il rallentamento della crescita e l’instabilità politica degli ultimi decenni.
Analisi dei conflitti armati e degli equilibri regionali in Africa
Il continente africano vive una complessa stagione di conflitti armati che ne plasmano gli equilibri regionali. Dalle savane del Sahel alle foreste del bacino del Congo, scontri interni e tensioni transfrontaliere mettono a dura prova la stabilità di numerosi paesi. L’eredità storica del colonialismo, le fragili istituzioni statali e le sfide socio-economiche hanno creato un terreno fertile per insorgenze armate di varia natura. Contestualmente, attori esterni interessati alle risorse o all’influenza geopolitica amplificano le dinamiche belliche. Non a caso, quindi, secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS) l’Africa sub-sahariana è oggi la regione più colpita dai conflitti armati, con 14 paesi coinvolti in guerre su 49 – un dato senza pari nel mondo. Questo contesto generale fa da sfondo a un mosaico di crisi che minacciano assetti regionali già precari.