I tre pilastri di una società aperta
L’idea che liberalismo e democrazia non siano automaticamente compatibili è stata al centro di un lungo dibattito teorico e politico sin dall’Ottocento. Il liberalismo nasce come dottrina del limite al potere, fondata sull’individuo, sulla proprietà privata e sull’autonomia della società civile, mentre la democrazia implica la sovranità del popolo, cioè l’esercizio collettivo del potere, potenzialmente illimitato. Nella storia moderna, la tensione tra i due principi è emersa ogniqualvolta si è affermato il suffragio universale: da un lato, l’estensione del diritto di voto ha permesso alle masse di accedere alla rappresentanza, ma dall’altro ha generato il timore, tra le élite liberali, che le masse potessero esercitare il potere in maniera distruttiva verso l’ordine liberale stesso. Per questo motivo, nei regimi liberali classici il voto era spesso limitato da criteri censitari o culturali. Il liberalismo teme la democrazia quando si trasforma in governo delle masse, considerate facilmente manipolabili, inclini al populismo e all’irrazionalità. D’altra parte, una democrazia senza liberalismo, cioè senza garanzie e diritti fondamentali, tende a degenerare in tirannia della maggioranza o in autoritarismo elettivo.
Il ruolo degli esperimenti controllati
Fin dagli albori della scienza moderna, l’esperimento controllato è stato uno strumento fondamentale per indagare la natura. Nei laboratori di fisica e chimica, poter riprodurre artificialmente un fenomeno in condizioni semplificate e isolandone i fattori determinanti ha permesso di scoprire leggi fondamentali: basti pensare agli esperimenti di Galileo sul piano inclinato, grazie ai quali fu compresa l’accelerazione gravitazionale uniformemente accelerata, o alle celebri “teste di Moro” di Lavoisier, con cui si dimostrò la conservazione della massa nelle reazioni chimiche. Un esperimento controllato consiste essenzialmente nel creare due (o più) situazioni identiche in tutto tranne che per la presenza o assenza (o un diverso valore) della variabile di interesse, così da attribuire a quest’ultima l’eventuale differenza osservata negli esiti. Questo approccio, già potentissimo nelle scienze naturali, è stato progressivamente adottato anche nelle scienze della vita e nelle scienze sociali, dove però presenta sfide particolari. L’idea di fondo rimane la stessa: per capire se X causa Y, si cerca di controllare tutti gli altri possibili fattori e di modificare solo X, osservando l’effetto su Y.
L’evoluzione delle città: simulazioni di sviluppo urbano
Le città di domani affronteranno sfide imponenti – crescita demografica, cambiamenti climatici, trasformazione digitale – e le simulazioni di sviluppo urbano sono diventate strumenti essenziali per pianificare in modo sostenibile. Gli urbanisti ora dispongono di digital twins urbani, repliche virtuali dettagliate della città, con cui possono testare scenari di sviluppo e politiche in un ambiente simulato. Un digital twin city integra dati geospaziali, sensori IoT, modelli di traffico, di ambiente costruito e persino modelli sociali per consentire simulazioni complesse: ad esempio, come cambierebbe il flusso del traffico e l’inquinamento se si pedonalizzasse un certo quartiere? Oppure, quale sarebbe l’impatto di un nuovo grattacielo sul microclima urbano e sulla radiazione solare delle strade adiacenti? L’esperienza di Auckland, Nuova Zelanda, è spesso citata: con il progetto Safeswim, la città ha creato un gemello digitale dei sistemi fognari e idrici che prevede in tempo reale la qualità delle acque balneari in 84 spiagge urbane, simulando effetti di piogge e overflow fognari per guidare decisioni infrastrutturali.
"L’africa geopolitica" di Giovanni Faleg
Il prossimo 31 marzo alle 16:00, Stroncature ospiterà la presentazione del libro "L’africa geopolitica" di Giovanni Faleg (Carocci, 2024). Il volume esamina la complessa situazione geopolitica dell’Africa, evidenziando come il continente sia teatro di una significativa trasformazione dovuta a pressioni esterne e interne. Tra le sfide menzionate, vi sono la competizione globale per l’influenza sull’Africa e le tensioni interne che influenzano la stabilità politica e la crescita economica. L’opera analizza gli attori chiave e le dinamiche geopolitiche emergenti, proponendo scenari futuri e delineando le possibili traiettorie per gli Stati africani. Questo testo si propone di orientare efficacemente il dialogo internazionale e le strategie di cooperazione con l’Africa. Con l’autore dialogheranno: Alberto Magnani (Il Sole 24 Ore) e Meraf Villani (Luiss School of Government - Mediterranean Platform). Modera l’incontro Riccardo Pennisi. Per partecipare è necessario registrarsi.
"Guerra e natura umana. Le radici del disordine mondiale" di Gianluca Sadun Bordoni
Il prossimo 28 maggio alle 16:00, Stroncature ospiterà la presentazione del libro "Guerra e natura umana. Le radici del disordine mondiale" di Gianluca Sadun Bordoni (il Mulino, 2025). I venti di guerra che minacciano nuovamente l’Europa e il mondo sfidano l’idea di un’umanità immune dai grandi conflitti. Contemporaneamente, nuove scoperte nelle scienze biologiche e antropologiche stanno cambiando la nostra comprensione delle origini e dell’evoluzione umana, indicando che la guerra ha radici profonde nella nostra storia naturale. Questo rappresenta un significativo cambio di paradigma, che sfata la convinzione della guerra come mera invenzione culturale e sollecita una riflessione unitaria sulle implicazioni politiche e intellettuali di tale rivelazione. Con l'autore dialogheranno la dott.ssa Debora Tonelli, della Georgetown University e il prof. Claudio Corradetti, dell'Università di Roma "Tor Vergata". L’incontro sarà moderato da Riccardo Pennisi. Per partecipare è necessario registrarsi.