La storia della scienza non è un cammino lineare privo di inciampi: al contrario, è punteggiata da grandi errori, ipotesi rivelatesi false, teorie ampiamente accettate in un’epoca e poi smentite dalle evidenze successive. Lungi dall’essere una debolezza, questa capacità di correggersi è uno dei punti di forza del metodo scientifico. Ogni volta che la scienza abbandona un’idea errata, dimostra in pratica la propria capacità di correggersi e progredire. Esaminare alcuni grandi errori del passato e come sono stati superati aiuta a comprendere come funziona questo processo di correzione: idee affascinanti ma sbagliate vengono lentamente erose dall’accumularsi di dati contrari, finché una nuova teoria più adeguata prende il loro posto. “Errare è umano” – e gli scienziati, in quanto umani, non fanno eccezione – ma la struttura sociale e metodologica della scienza fa sì che prima o poi gli errori vengano individuati e rimossi, avvicinandoci sempre di più a una descrizione fedele della realtà.
Analisi degli scenari politici globali: metodologie e casi studio
L'analisi e la simulazione di scenari politici globali rappresentano oggi strumenti indispensabili per anticipare dinamiche geopolitiche complesse e per gestire efficacemente l'incertezza nei processi decisionali. In questo ambito, accanto ai tradizionali metodi qualitativi come la scenario analysis sviluppata storicamente da istituzioni come RAND Corporation, emergono sempre più chiaramente approcci quantitativi avanzati, supportati da modelli di forecasting basati su machine learning e su dataset globali accurati. Queste tecniche moderne offrono analisi più granulari e tempestive, combinando informazioni provenienti da fonti diversificate come indicatori economici, politici e sociali. Progetti recenti, ad esempio quelli del CSIS o iniziative europee quali RE-ENGAGE, dimostrano concretamente come l'integrazione di narrazioni qualitative con analisi algoritmiche migliori sensibilmente l'affidabilità delle previsioni. Tale approccio ibrido consente a istituzioni, aziende e consulenti di acquisire una prospettiva più completa e operativa, consentendo una pianificazione strategica più robusta e adattabile ai futuri possibili.
"Dai dati alla conoscenza. Statistica per le decisioni" di Domenica Fioredistella Iezzi
Lo scorso 19 marzo, Stroncature ha ospitato la presentazione del libro "Dai dati alla conoscenza. Statistica per le decisioni" di Domenica Fioredistella Iezzi (Carocci, 2024).
"The Measure of Progress: Counting What Really Matters" di Diane Coyle
Nel suo "The Measure of Progress: Counting What Really Matters", Diane Coyle critica profondamente l'adeguatezza dei sistemi di misurazione economica tradizionali, in particolare il Sistema dei Conti Nazionali (SNA) sviluppato negli anni '40. L'autrice sostiene che le trasformazioni strutturali delle economie moderne, spinte dalla rivoluzione digitale e dalla crescente importanza dei beni immateriali, rendono questi quadri obsoleti e fuorvianti. Coyle evidenzia come la focalizzazione sul Prodotto Interno Lordo (PIL) trascuri aspetti cruciali come la sostenibilità ambientale, il lavoro non retribuito e il valore generato dai servizi digitali gratuiti. La tesi centrale è che un nuovo approccio alla misurazione del progresso economico è necessario per informare meglio le decisioni politiche e comprendere la vera natura dell'economia contemporanea.
"Contro la democrazia illiberale" di Alessandro Mulieri
Il prossimo 21 marzo alle 16:00, Stroncature ospiterà la presentazione del libro “Contro la democrazia illiberale" di Alessandro Mulieri (Donzelli Editore, 2024). L'autore offre un’ analisi sul crescente fenomeno della democrazia illiberale, un termine divenuto centrale nei dibattiti politici contemporanei. Esplora la paradossale associazione tra democrazia e pratiche illiberali, sottolineando come questa forma di governo utilizzi le procedure democratiche per promuovere politiche escludenti e discriminanti. Il saggio ripercorre le origini storiche e filosofiche di questa tendenza, partendo dai pensieri antilluministi fino ai movimenti populisti moderni. L'autore critica l'uso del termine come strumento per legittimare azioni che limitano le libertà fondamentali e propone una riscoperta del vero nucleo della democrazia liberale, insistendo sulla necessità di un governo che privilegi i diritti e il benessere dei più svantaggiati, in linea con l'ideale di un "governo dei poveri". Questo approccio storico-filosofico permette di comprendere meglio le trasformazioni attuali e offre spunti per una riflessione critica sulla direzione che stanno prendendo molte democrazie contemporanee. Con gli autori dialogheranno: Daniele Archibugi e Teresa Pullano. Modera l’incontro Riccardo Pennisi. Per partecipare è necessario registrarsi.