Punti cardinali #14
Punti Cardinali è il servizio di Stroncature dedicato alla selezione, analisi e sintesi dei più importanti saggi pubblicati all’estero, in lingua originale, e non ancora tradotti o distribuiti in Italia. Per ogni testo viene redatta una scheda dettagliata e approfondita che consente di accedere a tutti i contenuti del libro, alle sue tesi, concetti ed argomentazioni, in modo completo.
I vantaggi sono enormi. In breve tempo è possibile accedere ai contenuti completi di testi di saggistica di grande complessità e di difficile accesso, potendo spaziare dalle scienze sociali a quelle della natura, e facendo così propri in modo facile ed economico i frutti della ricerca dei maggiori studiosi e studiose e delle più prestigiose case editrici a livello globale, come se si fosse letto l’intero libro.
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"Kremlin Media Wars" di Wendy Sloane e Aleksandra Raspopina
Kremlin Media Wars. Censorship and Control Since the Invasion of Ukraine (Le guerre mediatiche del Cremlino. Censura e controllo dopo l’invasione dell’Ucraina), a cura di Wendy Sloane e Aleksandra Raspopina, è stato pubblicato da Routledge nel 2024. Il volume affronta in maniera sistematica il tema della censura e del controllo dell’informazione messi in atto dallo Stato russo a partire dall’invasione su larga scala dell’Ucraina nel febbraio 2022, quando le restrizioni alla libertà di stampa hanno subito un’accelerazione drastica. La questione centrale riguarda la trasformazione del panorama mediatico russo in un sistema rigidamente regolato e sorvegliato, nel quale il Cremlino ha imposto nuove leggi, creato strumenti tecnologici di sorveglianza, perseguitato i media indipendenti e favorito la nascita di un ecosistema mediatico parallelo. L’opera, composta da contributi di giornalisti, studiosi e testimoni diretti, ricostruisce le radici storiche di queste pratiche, ne analizza gli sviluppi più recenti e ne mette in evidenza le conseguenze sociali, culturali e politiche, con particolare attenzione al modo in cui la guerra in Ucraina ha reso l’informazione un vero e proprio campo di battaglia.
"The Strange Tools of Human Communication" di Ruth Finnegan
Il volume The Strange Tools of Human Communication: The Voice, the Pen, and the Lyre, scritto da Ruth Finnegan e pubblicato da Cambridge University Press nel 2017, affronta la questione di come l’umanità abbia elaborato e reso centrali tre strumenti fondamentali della comunicazione: la voce, la scrittura e la musica. L’autrice osserva che, nella riflessione contemporanea, il peso della comunicazione è stato quasi esclusivamente attribuito alla scrittura e alla parola stampata, trascurando la forza e la persistenza della voce e del suono musicale. Il problema di fondo che l’opera intende chiarire è la riduzione moderna del concetto di comunicazione a un unico canale, dimenticando la ricchezza storica e culturale di mezzi che hanno strutturato società, istituzioni e forme di conoscenza. Finnegan propone un percorso che ripensa la comunicazione come intreccio di sistemi diversi, ciascuno con capacità specifiche e irriducibili. La voce conserva la dimensione performativa e interattiva, la scrittura garantisce stabilità e memoria duratura, la musica coinvolge il corpo e le emozioni, creando coesione. Non si tratta di fasi in successione, ma di strumenti che convivono e interagiscono, offrendo prospettive complementari sulla vita umana e culturale.
"Titans of Industrial Agriculture" di Jennifer Clapp
Il volume Titans of Industrial Agriculture: How a Few Giant Corporations Came to Dominate the Farm Sector and Why It Matters, scritto da Jennifer Clapp e pubblicato da The MIT Press nel 2024, affronta in maniera sistematica il tema della concentrazione del potere economico e tecnologico nell’agricoltura globale. L’autrice esamina il lungo processo storico che ha condotto alcune grandi multinazionali a dominare la produzione e la distribuzione di input fondamentali, quali macchinari, fertilizzanti, sementi e pesticidi, mostrando come tale concentrazione non sia il frutto di semplici dinamiche di mercato, ma il risultato di precise scelte politiche, istituzionali e tecnologiche. La questione centrale riguarda l’impatto di questa trasformazione sull’economia agricola, sulle comunità rurali, sull’ambiente e sulla governance dei sistemi alimentari, che diventano sempre più dipendenti da pochi attori globali. Il libro intende quindi spiegare perché la struttura oligopolistica del settore agricolo rappresenti un problema cruciale per il futuro della produzione di cibo, per la sostenibilità ecologica e per l’equità sociale, delineando le implicazioni di un modello che concentra risorse e potere in poche mani.
"The Philosophy of Leibniz" di Bertrand Russell
Il volume The Philosophy of Leibniz (La filosofia di Leibniz), scritto da Bertrand Russell e pubblicato da Cambridge University Press nel 1900, rappresenta una delle più sistematiche ricostruzioni del pensiero del filosofo tedesco. L’opera nasce dall’esigenza di comprendere la struttura logica e concettuale della filosofia leibniziana, spesso percepita come complessa e contraddittoria. Russell affronta il problema centrale di conciliare l’unità e la coerenza del sistema di Leibniz con la molteplicità degli scritti e delle affermazioni talvolta divergenti che lo compongono. L’autore ritiene che, dietro la varietà di formulazioni, esista un nucleo coerente, fondato su principi logici e metafisici precisi, che meritano di essere estratti, ricostruiti e analizzati. L’obiettivo non è semplicemente descrivere le dottrine di Leibniz, ma mostrarne la struttura portante e la consequenzialità, chiarendo i presupposti logici e le implicazioni metafisiche. La questione di fondo, dunque, è comprendere come Leibniz abbia tentato di spiegare l’universo come un sistema di sostanze individuali, dotate di percezione e attività, riconducendo fenomeni e leggi naturali a un ordine armonico prestabilito, voluto da Dio come fondamento ultimo del reale.
"China’s State Ideology and the Three Gorges Dam: The Political Theodicy of Development" di Yuen-ching Bellette Le
Il volume di Yuen-ching Bellette Lee, China’s State Ideology and the Three Gorges Dam: The Political Theodicy of Development (L’ideologia statale cinese e la Diga delle Tre Gole: la teodicea politica dello sviluppo), pubblicato da Routledge nel 2025, prende in esame una delle più grandi opere infrastrutturali della Cina contemporanea, la Diga delle Tre Gole sul fiume Yangtze, per indagare come lo Stato cinese costruisca e trasmetta la propria ideologia. Il nucleo dell’opera non è quindi la descrizione ingegneristica del progetto, né la sola analisi economica o ambientale, ma la comprensione del modo in cui la diga sia stata inserita in una cornice politica e culturale che giustifica i costi, le sofferenze e i sacrifici richiesti alla popolazione. Secondo Lee, lo Stato cinese ha elaborato una narrazione che attribuisce senso e legittimità alle conseguenze negative del progetto, trasformandole in elementi di un destino comune e superiore. La diga diventa così il paradigma di un più ampio processo di giustificazione politica, che l’autrice definisce “teodicea dello sviluppo”, ovvero un linguaggio capace di spiegare e giustificare il male e la sofferenza in vista di un bene considerato più alto. L’opera si interroga quindi su come il Partito Comunista Cinese trasformi il progresso economico e tecnologico in principio di legittimazione politica, e come la costruzione di un’infrastruttura possa diventare simbolo della modernità, della sovranità e della forza collettiva di un intero Paese.