Sicurezza e Welfare State europei
Ieri si diceva che l’idea che gli Stati europei abbiano approfittato della leadership americana viaggiando a scrocco per ottant’anni è falsa. L’Europa ha pagato gli Stati Uniti per la propria difesa, sia direttamente (acquistando armamenti) sia indirettamente (finanziando il debito americano). La cosa va sottolineata perchè serve a smontare (stroncature) un’altra idea che ha preso a circolare. Che è più o meno questa: i soldi che non abbiamo speso per la difesa li abbiamo usati per finanziare il Welfare State; dunque, se ora vogliamo difenderci, dobbiamo tagliare la spesa sociale. Anche questa idea è falsa: noi europei, che abbiamo visto il fallimento dello Stato liberale negli anni Trenta e dunque l’emergere delle grandi dittature, abbiamo finanziato il welfare state, la più importante cura contro ogni deriva autocratica (non è un caso se negli Stati Uniti il welfare state non c’è e c’è Trump), insieme alle spese per la Difesa che abbiamo sostenuto per quasi un secolo. Il che significa che per il futuro, possiamo creare sistemi di Difesa europei senza tagliare la spesa per lo Stato sociale. Proviamo a fare qualche ragionamento.
L'emergere di un sistema commerciale globale misto
Nel pensiero economico classico, la teoria ricardiana del vantaggio comparato postulava che il libero scambio generasse sempre un incremento della produzione globale, grazie alla specializzazione dei paesi in settori a loro più favorevoli. Tuttavia, negli ultimi decenni questa impostazione è stata messa in discussione da dinamiche in cui fattori politici ed economici hanno alterato la logica del vantaggio comparato. La globalizzazione accelerata degli anni ’90 e 2000 ha prodotto ampi benefici, ma anche disuguaglianze significative tra paesi e all’interno delle singole economie. Il paradigma ricardiano tradizionale appare oggi inadeguato a spiegare fenomeni come la frammentazione delle filiere produttive e l’impiego del commercio come strumento di potere geopolitico. Ci si interroga dunque se stia emergendo un nuovo assetto caratterizzato da un maggiore intervento degli Stati e da un approccio pragmatico alle relazioni commerciali, segnando il superamento della visione ricardiana classica.
Rassegna della stampa tedesca #116
Quello che segue è il Monitoraggio della stampa tedesca, curato dalla redazione di Stroncature, su commissione della Fondazione Hanns Seidel Italia/Vaticano. Il monitoraggio ha cadenza settimanale ed è incentrato sui principali temi del dibattito politico, economico e sociale in Germania. Gli articoli sono classificati per temi.
"The Myth of Artificial Intelligence: Why Computers Can't Think the Way We Do" di Erik J. Larson
Nel suo libro intitolato The Myth of Artificial Intelligence: Why Computers Can't Think the Way We Do, Erik J. Larson analizza criticamente lo stato attuale della ricerca sull'intelligenza artificiale (IA) e mette in discussione la comune convinzione che si stia progredendo verso la creazione di una vera intelligenza artificiale generale (AGI). L'autore sostiene che la cultura dell'IA ha semplificato la comprensione dell'intelligenza umana, portando a "errori di intelligenza" fin dai tempi di Alan Turing. Questi errori iniziali sono stati amplificati dall'idea di "ultraintelligenza" di I.J. Good, creando un mito moderno dell'IA che si manifesta in quella che Larson definisce "kitsch tecnologico". Il libro si divide in due parti: la prima esplora il "mondo semplificato" dell'IA, mentre la seconda si concentra sul "problema dell'inferenza", sostenendo che l'inferenza abduttiva, cruciale per l'intelligenza generale, è trascurata dalla ricerca attuale.
"Fuori le mura" di Stefano Levati
Il prossimo 24 marzo 16:00, Stroncature ospiterà la presentazione del libro "Fuori le mura" di Stefano Levati (Viella, 2024). Il volume esplora il complesso processo di istituzione dei cimiteri extraurbani durante l’epoca napoleonica, un cambiamento che ha portato alla formazione del modello cimiteriale contemporaneo. Concentrandosi sui numerosi cimiteri meno noti di borghi e città del Regno d’Italia, il testo analizza come le autorità napoleoniche hanno affrontato e risolto il problema sanitario delle sepolture nelle chiese, superando resistenze di natura finanziaria e culturale. La narrazione dettaglia la transizione verso una modernizzazione nella gestione amministrativa e sanitaria della morte, evidenziando come lo Stato napoleonico abbia centralizzato queste responsabilità, riflettendo sulla complessa interazione tra la società dell’epoca e le strutture di potere. Con l'autore dialogheranno: Andrea Savio e Chiara Lucrezio Monticelli. Modera l’incontro Riccardo Pennisi. Per partecipare è necessario registrarsi.