Stroncature Digest #74
Complexity-as-a-service
Stroncature è una piattaforma editoriale che produce approfondimenti che hanno come metodo l’analisi delle conseguenze non intenzionali e promuove la diffusione della conoscenza scientifica prodotta dalle università. Nasce per offrire un’alternativa alla semplificazione che domina il discorso pubblico, proponendo contenuti pensati per ricostruire le connessioni, analizzare le interdipendenze e comprendere gli effetti non visibili dei fenomeni contemporanei. Ogni testo pubblicato è frutto di un lavoro redazionale che privilegia la lentezza, la profondità e il rigore metodologico. Accanto alla produzione di articoli, saggi e report, Stroncature collabora con il mondo accademico per valorizzare i risultati della Ricerca scientifica da loro condotta, contribuendo alla Terza Missione delle università (publica engagement, valorizzazione della ricerca, disseminazione, trasferimento tecnologico…). L’obiettivo è rendere accessibili concetti complessi senza rinunciare alla precisione analitica, facilitando l’incontro tra sapere scientifico, società e sistema produttivo. La piattaforma si rivolge a chi cerca strumenti di comprensione affidabili, capaci di superare le logiche dell’immediatezza e del clickbait. In un ecosistema informativo dominato dalla ripetizione e dalla superficialità e dalla peste dell’Infotainment, Stroncature propone un modello alternativo: contenuti lenti per pensare prima di reagire, analizzare prima di semplificare, comprendere prima di giudicare.
Punti cardinali
"I regni del Mediterraneo occidentale dal 1200 al 1500" di David Abulafia
David Abulafia, nel volume I regni del Mediterraneo occidentale dal 1200 al 1500, analizza in modo sistematico le strutture politiche, economiche e sociali dei principali regni affacciati sul Mediterraneo occidentale tra XIII e XV secolo, con particolare attenzione alla penisola iberica, alla Francia meridionale e all’Italia. L’opera si concentra sulla formazione e sull’evoluzione delle monarchie aragonese, castigliana, portoghese, francese meridionale, angioina e catalano-aragonese, seguendone i percorsi di consolidamento dinastico e di espansione politica. Il libro ha un impianto storico-analitico, basato sull’uso rigoroso delle fonti primarie e sulla rilettura critica della storiografia europea. La struttura segue uno sviluppo tematico e cronologico, che intreccia le vicende delle diverse aree regionali e affronta in dettaglio le dinamiche militari, fiscali, giuridiche e marittime. Il testo esamina inoltre la tensione tra autorità centrale e autonomie locali, tra potere regio e aristocrazie, evidenziando come le guerre, le crisi fiscali e i rapporti con il papato abbiano influito sulla tenuta e sulla trasformazione degli ordinamenti politici dell’area mediterranea.
"Caos. La nascita di una nuova scienza" di James Gleick
Il volume Caos. La nascita di una nuova scienza, scritto da James Gleick, ricostruisce l’emergere, nel corso del Novecento, di un insieme di teorie, esperimenti e modelli che si sono progressivamente configurati come un nuovo campo scientifico, definito appunto “teoria del caos”. Il libro, rivolto a un pubblico colto ma non necessariamente specialista, mira a spiegare le idee fondamentali, i percorsi individuali e le interazioni interdisciplinari che hanno portato all’elaborazione di un paradigma alternativo alla scienza deterministica tradizionale. L’opera si sviluppa seguendo un filo cronologico e concettuale insieme, illustrando le principali scoperte in meteorologia, matematica, fisica, biologia e informatica che hanno contribuito alla costituzione della nuova scienza. Gleick adotta una forma narrativa fondata su casi emblematici e profili biografici, presentando non solo le teorie ma anche le pratiche e gli strumenti di lavoro. La struttura del libro accompagna il lettore lungo una traiettoria di progressiva discontinuità rispetto ai modelli lineari e riduzionisti, mettendo in luce la nascita di un nuovo modo di concepire l’ordine e la complessità nei sistemi naturali.
Analisi & Ricerche
Mobilità sostenibile e infrastrutture indipendenti
La mobilità sostenibile – ossia un sistema dei trasporti decarbonizzato ed efficiente – non è solo una politica ambientale per l’Europa, ma ha anche rilevanti implicazioni di autonomia strategica. Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili importati e sviluppare infrastrutture di trasporto europee robuste e interconnesse accresce infatti l’indipendenza economica e geopolitica dell’UE. Ad esempio, il passaggio massiccio ai veicoli elettrici, un pilastro del Green Deal, permetterà di diminuire drasticamente le importazioni di petrolio (tradizionalmente l’Europa fa affidamento su fornitori esterni per oltre il 90% del suo greggio). Un sistema di trasporto elettrico alimentato da energia rinnovabile prodotta in Europa rende il continente meno vulnerabile a shock sul prezzo del petrolio o a ricatti da parte di Paesi OPEC. In questo senso, la decarbonizzazione dei trasporti e l’autonomia energetica vanno di pari passo: gli investimenti in rinnovabili e stoccaggio energetico (200 GW di capacità di accumulo stimati necessari entro il 2030) sono funzionali non solo al clima ma anche a liberare l’Europa dalla dipendenza da gas e petrolio russi o mediorientali. La crisi Ucraina del 2022 ha accelerato questa consapevolezza: con il piano REPowerEU l’UE ha fissato obiettivi più ambiziosi sulle rinnovabili (45% di consumo da rinnovabili entro il 2030) e sull’efficienza, esplicitando che l’energia pulita domestica è la via maestra per la sicurezza e autonomia energetica.
La terra e il Vino. 150 anni si emigrazione italiana nel Rio Grande do Sul
Lo scorso 17 giugno, Stroncature ha ospitato una nuova puntata di Tertulias, la rubrica diretta Chiara Vangelisa. La puntata dal titolo “La terra e il vino. 150 anni di emigrazione italiana nel Rio G…
Geostrategia
GeoStrategia è un servizio di analisi di Stroncature che si occupa di questioni strategiche e sicurezza internazionale, intese quali nuove variabili indipendenti che si impongono agli Stati e alle aziende. In un contesto globale dove l’ordine internazionale si va configurando non più secondo le logiche della convenienza economica e della competitività ma secondo quelle più antiche di amico e nemico, le leggi delle strategia ritornano ad avere tutta la loro cogenza. Tutti i contenuti sono riservati agli abbonati a Geostrategia.
Da Capua a Teheran
Nel pensiero strategico moderno, la deterrenza è definita come la capacità di dissuadere un attore ostile dal violare un interesse considerato vitale, mediante la minaccia, esplicita e credibile, di infliggergli un danno sproporzionato e insostenibile. Non si tratta dunque di annunciare genericamente una reazione, ma di rendere evidente che qualunque tentativo di aggressione porterà a una perdita inaccettabile per chi la compie. Perché ciò avvenga, è necessario che la minaccia sia ben compresa nei suoi effetti, anche se non nelle modalità esecutive. Il potenziale aggressore deve essere posto di fronte a un dilemma razionale: l’eventuale beneficio tratto da una violazione sarà annullato, e superato, dalle conseguenze. La deterrenza, in questa prospettiva, è un meccanismo cognitivo che opera prima del conflitto, e non dopo.