Terza Missione #12
Stroncature è la piattaforma per la Terza missione, per la disseminazione scientifica e culturale e il trasferimento tecnologico. In collaborazione con Università ed Enti di ricerca pubblici produce contenuti e formati (video, podcast, testi divulgativi, infografiche) che servono alla diffusione, valorizzazione e trasferimento dei frutti della ricerca pubblica, nella convinzione che l’Università e la Ricerca, in una economia della conoscenza, siano il vero motore di progresso sociale e sviluppo economico. C’è di più: c’è la convinzione che raccontare le storie della Ricerca, le sfide a cui ricercatori e ricercatrici, studiose e studiosi dedicano la loro esistenza sia il modo migliore per suscitare l’entusiasmo delle giovani menti, per accettare la sfida a risolvere problemi sempre più complessi e difficili, spostando così un po’ più in là il confine che separa il noto e a ridurre il campo dell’ignoto.
Vet4Growth: formazione professionale, occupazione e innovazione
Il progetto Vet4Growth, finanziato nell’ambito dei Progetti di Rilevante Interesse Nazionale e sostenuto dall’Unione Europea tramite il programma Next Generation EU, nasce con l’obiettivo di valutare in modo sistematico l’impatto delle riforme introdotte nel sistema italiano di istruzione e formazione professionale. Coordinato dall’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con l’Università di Bergamo, il progetto coinvolge un gruppo interdisciplinare di studiosi di economia, diritto e pedagogia. L’idea di fondo è analizzare come la formazione professionalizzante, a livello sia secondario sia terziario, incida non solo sulle carriere individuali, ma anche sulla produttività delle imprese e sullo sviluppo economico dei territori. Le prime ricerche hanno fornito evidenze di grande interesse: da un lato gli effetti della riforma che ha esteso i percorsi brevi di formazione professionale, dall’altro l’impatto delle ITS Academy sulla natalità imprenditoriale e sull’innovazione.
Il primo studio ha preso in esame la riforma dei percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP), che nei primi anni Duemila ha esteso la durata dei corsi da due a tre anni e aumentato le ore dedicate alle competenze generali. Questa modifica ha rappresentato un cambiamento sostanziale, perché ha trasformato programmi spesso considerati secondari in percorsi più articolati, capaci di unire competenze specifiche e strumenti culturali di base. L’analisi, condotta utilizzando la diversa tempistica di adozione regionale della riforma, mostra che l’estensione a tre anni ha aumentato la probabilità di occupazione di oltre nove punti percentuali, con un impatto particolarmente marcato per le donne, la cui occupazione è cresciuta di circa sedici punti. Anche i salari sono aumentati, in media del quattordici per cento, con benefici più consistenti per le donne rispetto agli uomini.
Oltre a influenzare occupazione e salari, la riforma ha avuto conseguenze anche sulle scelte familiari e demografiche. Per gli uomini, i dati mostrano una maggiore propensione al matrimonio e una riduzione della condizione di single, con effetti che si riflettono anche in una transizione più rapida alla genitorialità. Per le donne, invece, si registra un calo della probabilità di matrimonio e una riduzione della fecondità pari a circa un terzo rispetto alle coorti precedenti, con un rinvio della maternità e tempi più lunghi per l’ingresso nella genitorialità. Questi risultati mettono in luce come il rafforzamento delle competenze generali abbia migliorato le prospettive professionali di tutti i giovani, ma con conseguenze diverse sulle traiettorie di vita di uomini e donne, segnalando un intreccio tra scelte lavorative e familiari che le politiche educative non possono ignorare.
Il secondo studio ha spostato l’attenzione sulle ITS Academy, istituzioni terziarie professionalizzanti nate come fondazioni pubblico-private con il coinvolgimento diretto delle imprese. L’analisi, condotta su dati provinciali dal 2009 al 2023, ha misurato gli effetti dell’apertura degli ITS su tre indicatori: natalità d’impresa, quota di imprese innovative e numero di brevetti concessi. I risultati mostrano che l’attivazione di un ITS in un territorio si associa a un aumento della natalità di impresa di circa 0,37 punti percentuali, con un impatto particolarmente evidente nelle province del Centro-Sud, dove la densità imprenditoriale è più bassa e gli ITS contribuiscono a ridurre le barriere di ingresso per nuove iniziative economiche.
Per quanto riguarda l’innovazione, lo studio rileva un aumento della quota di imprese innovative a livello nazionale, con un effetto concentrato soprattutto nel Nord, dove le ITS si inseriscono in ecosistemi già caratterizzati da filiere produttive sviluppate e capacità di assorbimento più elevata. Anche per i brevetti i risultati mostrano una dinamica territoriale differenziata: a livello medio l’effetto non è significativo, ma nel Nord l’apertura di un ITS è associata a un incremento di circa il 52% delle concessioni, mentre nel Centro-Sud non emergono variazioni rilevanti. Queste differenze segnalano che gli ITS producono effetti diversi a seconda del grado di maturità dei sistemi locali, sostenendo soprattutto la natalità imprenditoriale nei territori più fragili e la capacità innovativa e brevettuale nelle aree più avanzate.
Un elemento trasversale a entrambi gli studi è che la qualità dei percorsi e l’ampiezza delle reti di partner risultano determinanti per amplificare gli effetti osservati. Province con corsi valutati sopra la mediana nazionale e con reti ampie di imprese e istituzioni mostrano risultati più forti sia sulla natalità d’impresa sia sull’innovazione. Questo indica che il successo delle politiche educative non dipende solo dalla quantità di istituti aperti o dalla durata dei corsi, ma soprattutto dalla qualità dell’offerta formativa e dalla capacità di costruire legami solidi con il mondo del lavoro. Le prime analisi di Vet4Growth restituiscono quindi un quadro complesso: la formazione professionale e terziaria professionalizzante non solo incide sulle carriere individuali, ma contribuisce a trasformare i sistemi locali, con effetti che si manifestano in modo diverso nei territori.
Vet4Growth: ricerca e competenze per la crescita
La rubrica “Vet4Growth: formazione professionale, occupazione e innovazione” nasce come spazio dedicato alla diffusione e valorizzazione dei risultati del progetto di ricerca Vet4Growth, finanziato nell’ambito dei PRIN e sostenuto dall’Unione Europea attraverso Next Generation EU. È il contenitore attraverso il quale, nel tempo, verranno presentati gli esiti delle diverse fasi del progetto, con l’obiettivo di rendere accessibili a un pubblico ampio le evidenze prodotte dalla ricerca. Attraverso articoli, approfondimenti e materiali divulgativi, la rubrica intende favorire un dialogo costante tra mondo accademico, imprese e società civile sui temi della formazione professionale, dell’occupazione e dell’innovazione.
Formazione professionale e sviluppo: i primi risultati di Vet4Growth
Negli ultimi anni la formazione professionale ha assunto un ruolo crescente nelle politiche educative e industriali, diventando uno degli strumenti centrali per affrontare le sfide del mercato del lavoro e della competitività dei territori. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha riconosciuto la strategicità del sistema di istruzione e formazione professionale, assegnando risorse dedicate per sostenere lo sviluppo dell’istruzione terziaria professionalizzante e rafforzare il sistema duale, in cui scuola e impresa collaborano nella preparazione dei giovani. In questo contesto si colloca Vet4Growth, un progetto di ricerca finanziato nell’ambito dei Progetti di Rilevante Interesse Nazionale e sostenuto dall’Unione Europea attraverso Next Generation EU, coordinato dall’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con l’Università di Bergamo. L’obiettivo del progetto è misurare attraverso tecniche solide di valutazione gli effetti delle riforme del sistema VET in Italia, utilizzando tecniche controfattuali che permettono di distinguere le semplici coincidenze dagli effetti causali reali. Le prime analisi prodotte dal progetto, di cui presentiamo qui una sintesi, si concentrano su due ambiti distinti ma complementari: la riforma dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale e l’impatto dell’apertura delle ITS Academy sui sistemi locali di impresa e innovazione.
Atto costitutivo e statuto: le regole che danno sostanza alle comunità energetiche
Stroncature ha rielaborato in chiave divulgativa i contenuti dello studio, intitolato Le incentivate comunità energetiche rinnovabili e il loro atto costitutivo e scaricabile da www.notariato.it, redatto da Emanuele Cusa, professore associato di Diritto commerciale presso il Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e Diritto per l’Economia (Di.SEA.DE) dell’Università di Milano-Bicocca. L’iniziativa si inserisce nell’ambito della partnership per la Terza Missione tra Stroncature e il Di.SEA.DE, con l’obiettivo di favorire la diffusione dei frutti delle ricerca scientifica del Dipartimento e nello specifico di un tema di crescente importanza: le regole giuridiche da rispettare per costituire comunità energetiche rinnovabili che ambiscano a ricevere tutti gli incentivi pubblici previsti a sostegno di queste realtà.
Scopo non lucrativo e forme giuridiche: la vera identità delle comunità energetiche
Quando si pensa a un’impresa, si è portati ad associare immediatamente la sua esistenza al profitto. Le società di capitali, le imprese individuali o le start-up nascono infatti con l’obiettivo di generare utili e distribuire dividendi ai soci. Nel caso delle comunità energetiche rinnovabili, tuttavia, la logica è diversa e richiede di essere compresa fino in fondo per evitare equivoci. Una comunità energetica non può essere costituita come una normale società che ha come scopo il lucro, perché la legge ne vieta espressamente l’orientamento puramente finanziario. La finalità principale di queste realtà è mutualistica o collettiva: ridurre i costi energetici dei membri, favorire l’autoproduzione e la condivisione di energia pulita, oppure destinare i benefici a iniziative di interesse sociale. Ciò non significa che una comunità non debba tenere i conti in ordine o non possa generare ricavi, ma che la distribuzione degli utili non può essere il motore che la guida. Questa impostazione distingue le comunità energetiche da altre forme di impresa e ne giustifica l’accesso a incentivi pubblici mirati, che non sarebbero compatibili con soggetti esclusivamente lucrativi.
Nanoparticelle di ossido di zinco: come le microonde aprono la strada a una produzione più sostenibile
Il presente articolo rielabora in chiave divulgativa i contenuti dello studio scientifico “Microwave approach and thermal decomposition: A sustainable way to produce ZnO nanoparticles with different chemo-physical properties”, a firma di Giovanna Gautier di Confiengo, Maria Giulia Faga, Valeria La Parola, Giuliana Magnacca, Maria Cristina Paganini e Maria Luisa Testa, pubblicato sulla rivista Materials Chemistry and Physics (Elsevier) il 24 maggio 2024. L’iniziativa si inserisce nell’ambito della partnership per la Terza Missione tra Stroncature e il Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino, con l’obiettivo di rendere accessibili anche al pubblico non specialista i risultati della ricerca scientifica su un tema di crescente rilevanza: lo sviluppo di metodi sostenibili per la produzione di nanoparticelle di ossido di zinco, materiali dalle applicazioni che spaziano dall’elettronica alla cosmetica, dall’energia alla protezione ambientale.
Aria pulita grazie a chimica e intelligenza artificiale: il progetto CHASS
Il progetto europeo CHASS – Cu-CHA zeolite-based catalysts for the selective catalytic reduction of NOx in exhaust diesel gas: addressing the issue of Sulfur Stability, coordinato dall’Università di Torino, punta a ridurre l’inquinamento atmosferico causato dai motori diesel. Le emissioni di ossidi di azoto (NOx) sono tra le principali cause di smog urbano e malattie respiratorie.