La teologia del Mediterraneo della Chiesa Cattolica
La République des Sciences
È la sezione di Stroncature che ospita gli interventi di accademici e accademiche, ricercatori e ricercatrici delle università e dei centri di ricerca italiani, con l’obiettivo di raggiungere un pubblico più ampio e generalista, al fine di aumentare la visibilità delle attività di ricerca e promuove la disseminazione scientifica. Il servizio è gratuito.
L’iniziativa, che si ricollega a quello che Stroncature fa insieme alle Università in ambito Terza Missione, ha alla base questa idea: la stampa generalista (a torto o a ragione, non è questo il punto) offre pochi spazi ad accademici e ricercatori per intervenire nel dibattito pubblico o comunque poche occasioni per far conoscere a pubblici diversi e ampi i frutti delle proprie attività di ricerca. Il risultato è la creazione di sylos chiusi. Così chi ha il compito di risolvere problemi complessi (la Ricerca) non riesce a comunicare quelle soluzioni che servono a chi deve offrire servizi, prodotti, strumenti per il progresso sociale e la crescita economica.
Stroncature inizia ad avere ora numeri interessanti che ci consentono di poter amplificare e aumentare la disseminazione dei prodotti della ricerca: nei primi sei mesi dell’anno ci sono stati sul sito oltre 1,5 milioni di visitatori unici, per 3,3 milioni di visualizzazioni; dalla sua creazione (2020) sul sito ci sono state 26,686,823 visualizzazioni e 11,963,645 di visitatori (fonte dati Substack) e si tratta tutto di traffico organico, non generato cioè da campagna a pagamento.
Questo vuol dire che ci sono gli strumenti per creare uno spazio che serva ad amplificare la voce dell’Università e della Ricerca; uno spazio riservato ad accademici e ricercatori che intervengono in ambiti coerenti con il loro settore disciplinare di appartenenza, con testi come riflessioni, recensioni, segnalazioni di articoli, papers, ricerche pubblicate etc. È possibile anche allegare documenti che poi possono essere scaricati liberamente (se Open Access e nel rispetto del copyright) . Stroncature, dal canto suo, si impegna a far sì che questi testi testi abbiamo la maggiore diffusione e il più ampio impatto possibile, pubblicandoli sul sito rapidamente e diffondendoli attraverso i propri canali.
Chi volesse pubblicare sul sito di Stroncature, può scrivere a [email protected], tenendo presente qualche linea guida di massima. Si tratta di un luogo terzo, che non è la rivista scientifica con le sue procedure rigide, ma non è neanche il post sui social. Evitare un taglio eccessivamente giornalistico, ricordandosi però che si sta parlando ad un pubblico che non è fatto solo di addetti ai lavori; che ci sia una coerenza con il proprio settore disciplinare di appartenenza.
La teologia del Mediterraneo della Chiesa Cattolica: dialogo interreligioso e integrazione economica politica e sociale
di Paolo Garonna
In collaborazione con IASEM
Al cuore del Mediterraneo troviamo oggi, e da sempre, “Terre Sante” e conflitti di civiltà. Non è un caso che le due guerre in corso, quella determinata dall’aggressione russa all’Ucraina e quella innescata dall’attentato terroristico di Hamas con la risposta israeliana contro Gaza, guerre pur tra loro molto diverse, hanno però in comune il loro svolgersi nel teatro del Mediterraneo. Entrambe i conflitti hanno inoltre una forte connotazione ideologica che va molto al di là dei motivi idiosincratici e locali che le animano: entrambe, infatti, rappresentano un attacco all’ordinamento internazionale egemonizzato dall’Occidente che ha caratterizzato il periodo storico dopo la Seconda guerra mondiale. Entrambe esprimono il tentativo di rivendicare ordinamenti internazionali alternativi a quello attuale, egemonizzati da paesi emergenti come la Russia, l’Iran, la Cina e l’India, o il complesso dei diversi Paesi che aderiscono ai BRICS+. E a radicalizzare questo attacco gioca un ruolo essenziale la contrapposizione dei valori sottostanti, quelli occidentali visti in contrapposizione con altri valori, diversi tra loro, spesso sottintesi, talora indeterminati, di cui si fanno portatori i paesi emergenti, uniti spesso solo dai loro propositi antioccidentali. Questo attacco si scarica sul Mediterraneo perché il Mediterraneo costituisce un punto di faglia tra i tre grandi continenti del vecchio mondo, l’Europa, l’Africa e l’Asia, snodo essenziale delle connessioni materiali e immateriali intercontinentali e quindi strettoia strategica per il controllo del pianeta.
Sui tramonti (e non) dell'Occidente
di Francesco Paolo Colucci
Si parla di tramonto dell’Occidente, anche con riferimento al libro (1918) di Oswald Spengler, apprezzabile soprattutto per il titolo suggestivo, che si riferisce alla crisi e alla fine di organizzazioni statali, assumendo la fine dell’Impero Romano come caso paradigmatico.
Dalla Repubblica all'Impero: l'evoluzione dell'Imperium e della Fides nella Roma antica
Imperium come responsabilità – di chi? La repubblica romana ha messo il “popolo” al centro di entrambe le facce del potere e da quella centralità è derivata la celeberrima libertas. La libertas, come Machiavelli vide con acume, aveva dentro di sé una forza propellente di espansione (i “buoni ordini” che si incardinano nei e regolano i conflitti per la libertà rendono cittadini e società dinamici e pragmaticamente esposti alla creatività, alla sperimentazione e quindi all’espansione, anche militare), una tensione verso quell’impero che avrebbe portato all’erosione del connubio virtuoso di imperium e fides. A Machiavelli sembrava che ci fosse una tensione verso la degenerazione della libertà politica che coinvolge il popolo. Questa tensione – e come tenerla al riparo dalla degenerazione, ovvero della espansione imperiale e della tirannia – ha interessato da allora numerose generazioni di filosofi e teorici della politica, non ultimo Immanuel Kant che nel saggio Per la pace perpetua (1795) ha fatto tesoro di quello che Brizzi in Imperium. Il potere a Roma (Laterza, 2024) individua come il caposaldo della classicità romana: la fides, che ebbe nei De officiis di Cicerone il testo più maturo – pensiamo alla sua idea di ius in bello, il dovere di rispettare le regole nel combattere il nemico, per giungere, avrebbe detto Kant molti secoli dopo, non ad una sospensione delle ostilità o ad armistizi instabili ma alla pace. Ovviamente Kant non pensava alla pax romana come Cicerone, ma ad una pace universale basata solo sul diritto e (importantissimo) sull’ordine costituzionale dentro gli stati, ovvero fuori dall’egemonia di un paese guida, fuori dell’impero di qualcuno. Non pax americana e nemmeno pax democratica, si direbbe oggi, ma pax universalis. La traiettoria che conduce a Kant ha inizio nella storia romana che Brizzi ci racconta, dove, appunto, imperium e fides si sostenevano a vicenda, prima dell’impero.
Autonomia ordinaria, speciale, differenziata
di Camilla Buzzacchi1
L’andamento dell’esperienza regionale è stato irregolare e variabile nel tempo, poiché dopo i primi decenni della Repubblica nei quali sono sorte grandi aspettative è arrivata la stagione dell’istituzione delle Regioni con autonomia ordinaria che, nell’arco di circa vent’anni, ha generato insoddisfazione e delusione. Queste istituzioni si sono dimostrate poco più che strutture votate all’amministrazione sanitaria, cosicché il tentativo di rilancio e di recupero della loro identità anche politica negli anni Novanta ha riacceso la fiducia dell’opinione pubblica e degli studiosi. Prima le riforme a Costituzione invariata e poi la revisione costituzionale del Titolo V del 2001 hanno lasciato presagire il loro rilancio: ma di nuovo questi enti hanno tradito la loro missione. In tanti casi hanno dimostrato una gestione incompetente delle risorse, e il pensiero va all’ampia casistica dei dissesti sanitari che hanno riguardato Regioni del Nord e del Sud; in alcuni casi hanno messo in atto una gestione anche illegale della spesa, come attestano gli scandali collegati a diversi gruppi consiliari. È così maturato addirittura un sentimento avverso alle autonomie, volto al loro ridimensionamento se non addirittura alla loro soppressione.