Perché le conseguenze contano più delle intenzioni
L’intelligenza sistemica è la capacità di analizzare fenomeni tenendo conto delle interdipendenze, delle retroazioni e degli effetti non intenzionali che ogni azione può generare in un sistema complesso. Le attività di analisi di Stroncature si pongono questo obiettivo: rendere complesso ciò che sembra semplice.
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Perché le conseguenze contano più delle intenzioni. Una guida all’intelligenza sistemica
Nel pensiero moderno l’intenzione ha svolto un ruolo centrale nella valutazione delle azioni. In ambito giuridico, morale e politico, ciò che conta è spesso ciò che si voleva fare, non ciò che si è prodotto. Questo primato dell’intenzione ha fondato categorie come la responsabilità soggettiva, la buona fede, l’autenticità dell’agire. Tuttavia, in sistemi complessi, l’intenzione smette di essere una variabile sufficiente. Le azioni intenzionali generano esiti che sfuggono al controllo dell’agente e si distribuiscono nel tempo e nello spazio secondo logiche non lineari. Per questa ragione, l’intelligenza sistemica sposta il focus: ciò che conta davvero sono le conseguenze, non le intenzioni.
Disinformazione e polarizzazione dell’opinione pubblica
Disinformazione e polarizzazione sono fenomeni strettamente intrecciati che, rafforzandosi reciprocamente, compromettono la coesione sociale e indeboliscono le basi del confronto democratico. La qualità del dibattito pubblico dipende dalla possibilità di condividere informazioni attendibili e riconoscere un terreno comune di realtà. Quando le notizie false si diffondono in un contesto già diviso, accentuano le fratture esistenti; allo stesso tempo, una società polarizzata è più vulnerabile alla disinformazione, che trova terreno fertile in gruppi chiusi e ostili al confronto. Comprendere questa dinamica circolare è essenziale per intervenire in modo efficace, rafforzando le capacità di discernimento individuale e ricostruendo le condizioni minime per uno spazio pubblico basato su fatti verificabili e argomentazioni razionali.
La diplomazia (complessa) delle terre rare
Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi metallici indispensabili in molti ambiti tecnologici strategici: catalizzatori industriali, magneti per motori elettrici, componenti per smartphone, turbine eoliche, batterie, fibre ottiche e sistemi d’arma avanzati. Nonostante il nome, questi elementi (come neodimio, lantanio, europio) non sono di per sé rarissimi in natura, ma risultano difficili da estrarre e raffinare in forma pura a causa di processi produttivi costosi e inquinanti. Negli ultimi decenni la Cina ha conquistato una posizione dominante nella produzione mondiale di terre rare, grazie a manodopera a basso costo, normative ambientali meno stringenti e forti investimenti statali.
Modelli scientifici e l’idealizzazione
La scienza fa ampio uso di modelli, rappresentazioni semplificate di fenomeni complessi, per comprendere e spiegare il mondo naturale. Un modello scientifico può essere fisico (come un modellino in scala di un ponte), matematico (un sistema di equazioni) o concettuale. Isola e rappresenta determinate caratteristiche del sistema reale, tralasciandone altre. Ad esempio, il modello a biglie di gas raffigura le molecole di un gas come sfere elastiche in movimento casuale, catturando aspetti statistici e termodinamici del gas, ma ignorando la complessità interna delle molecole stesse. Analogamente, il modello di Bohr dell’atomo paragona l’atomo a un minuscolo sistema solare (con elettroni in orbita attorno al nucleo): un’analogia utile per spiegare certe linee spettrali, sebbene poi superata da modelli quantomeccanici più accurati. Questi esempi illustrano come i modelli servano da “mediatori” tra teoria e realtà, permettendo di fare predizioni e di visualizzare meccanismi difficilmente osservabili direttamente.
"L’Unione europea e il mondo multipolare" di Nicola Mattoscio
Lo scorso 16 aprile, Stroncature ha ospitato la presentazione del libro "L’Unione europea e il mondo multipolare" di Nicola Mattoscio (Rubbettino, 2024).
"The AI Economy: Work, Wealth and Welfare in the Age of the Robot" di Roger Bootle
Nel volume "The AI Economy: Work, Wealth and Welfare in the Age of the Robot", l’economista britannico Roger Bootle affronta con rigore analitico le implicazioni economiche dell’intelligenza artificiale e della robotica. L’autore si distanzia dalle visioni tecnofile e apocalittiche che dominano il dibattito pubblico, per offrire invece una riflessione lucida, orientata all’impatto di medio-lungo periodo sul lavoro, sulla distribuzione della ricchezza e sull’organizzazione sociale. Pur riconoscendo l’enorme portata del cambiamento tecnologico in atto, Bootle esclude che si tratti di una rottura radicale rispetto alle dinamiche storiche dello sviluppo economico. La sua tesi centrale è che la rivoluzione dell’IA rientra nella logica di lungo periodo dell’economia capitalistica, caratterizzata da cicli di distruzione creatrice.
"Viaggio di un naturalista intorno al mondo" di Charles Darwin
Viaggio di un naturalista intorno al mondo, scritto da Charles Darwin e pubblicato in versione riveduta nel 1845, rappresenta una delle testimonianze più significative della scienza moderna nella sua fase di formazione. Basato sulle osservazioni raccolte durante la spedizione del Beagle tra il 1831 e il 1836, il testo si presenta come un diario di viaggio in cui si intrecciano descrizioni naturalistiche, geologiche, zoologiche e antropologiche. La struttura non è sistematica né finalizzata a enunciare una teoria, ma documenta un processo continuo di osservazione e confronto empirico. Darwin non esplicita direttamente la teoria dell’evoluzione, ma lascia emergere ipotesi che progressivamente minano il concetto di fissità delle specie. Il libro documenta la transizione tra un pensiero ancora dominato da un ordine metafisico immutabile e un approccio scientifico fondato su prove raccolte sul campo. È anche un’opera narrativa che riflette il genere letterario del racconto di viaggio scientifico, ereditato dall’Illuminismo e fortemente influenzato da Alexander von Humboldt.