Stroncature Digest #105
Stroncature è la piattaforma per la Terza missione, per la disseminazione scientifica e culturale e il trasferimento tecnologico. In collaborazione con Università ed Enti di ricerca pubblici produce contenuti e formati (video, podcast, testi divulgativi, infografiche) che servono alla diffusione, valorizzazione e trasferimento dei frutti della ricerca pubblica, nella convinzione che l’Università e la Ricerca, in una economia della conoscenza, siano il vero motore di progresso sociale e sviluppo economico. C’è di più: c’è la convinzione che raccontare le storie della Ricerca, le sfide a cui ricercatori e ricercatrici, studiose e studiosi dedicano la loro esistenza sia il modo migliore per suscitare l’entusiasmo delle giovani menti, per accettare la sfida a risolvere problemi sempre più complessi e difficili, spostando così un po’ più in là il confine che separa il noto e a ridurre il campo dell’ignoto.
La demarcazione tra scienza e non-scienza
La distinzione tra scienza e non-scienza è uno dei problemi più persistenti della filosofia moderna, perché tocca la questione della legittimità della conoscenza. Fin dall’Ottocento, quando la scienza cominciò a differenziarsi dalle altre forme di sapere — religione, metafisica, arte — si avvertì l’esigenza di individuare un criterio che definisse cosa renda “scientifica” una teoria o una disciplina. Tale esigenza divenne centrale nel Novecento, quando il rapido sviluppo delle scienze naturali e la proliferazione di teorie pseudoscientifiche imposero la necessità di un principio di demarcazione. Non si tratta solo di un problema accademico: stabilire cosa sia la scienza ha implicazioni etiche, politiche e sociali, perché da ciò dipende l’autorità epistemica delle sue affermazioni. L’obiettivo è dunque capire se esista un criterio oggettivo, valido in tutti i casi, per distinguere ciò che appartiene alla scienza da ciò che ne resta fuori. Nel corso del secolo scorso sono stati proposti diversi criteri, dal verificazionismo positivista al falsificazionismo popperiano, fino alle concezioni storiche e pluraliste contemporanee.
“La voce della campagna. Musica, poesia e mascolinità tra i migranti marocchini in Umbria “ di Alessandra Ciucci
Lo scorso 10 ottobre, Stroncature ha ospitato la presentazione del libro “La voce della campagna. Musica, poesia e mascolinità tra i migranti marocchini in Umbria” di Alessandra Ciucci (Meltemi, 2025). Per la prima volta tradotto in italiano, il volume esplora il rapporto tra musica, poesia e mascolinità nel contesto della migrazione marocchina nell’Alta Valle del Tevere, in Umbria. Attraverso una ricerca etnografica sul campo condotta con rigore e sensibilità, l’autrice indaga le pratiche espressive dei migranti, evidenziando come esse contribuiscano a negoziare il senso di appartenenza e a ricostruire un’identità personale e collettiva nel contesto della diaspora. La narrazione intreccia l’analisi musicale con una riflessione teorica e metodologica che restituisce profondità storica ai fenomeni osservati, mettendo in luce le tensioni tra radicamento locale e legami con il paese d’origine. Ne emerge un quadro complesso, che sfida le rappresentazioni convenzionali delle comunità migranti, ponendo l’accento su pratiche culturali spesso invisibili ma fondamentali nel processo di adattamento e riconfigurazione dell’identità. Il volume propone così una lettura originale e umanamente coinvolgente delle migrazioni contemporanee, offrendo nuovi strumenti per comprenderne le dinamiche e per ascoltare, finalmente, le voci di chi attraversa i confini non solo geografici, ma anche simbolici e culturali. Con l’autrice dialogano Serena Facci, professore associato di etnomusicologia all’Università di Tor Vergata a Roma, specialista di musica e migrazione, e Sana Darghmouni, traduttrice e insegnante di arabo all’Università di Bologna.
Il nuovo Premio Nobel per l’Economia Joel Mokyr ospite di Stroncature nel 2021
Nel febbraio del 2021 Stroncature ha ospitato la presentazione del volume Una cultura della crescita. Le origini dell’economia moderna di Joel Mokyr, professore di economia e storia economica alla Northwestern University, oggi insignito del Premio Nobel per l’Economia. L’incontro ha visto la partecipazione di Amedeo Lepore dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Luigi Mascilli Migliorini dell’Università degli Studi “L’Orientale” di Napoli e Vincenzo Pascale di Stroncature e della Long Island University. Di seguito il resoconto di quell’incontro.
“Pensare il Buongoverno” di Flavio Felice
Il prossimo 7 novembre alle 16:00, Stroncature ospiterà la presentazione del libro “Pensare il Buongoverno” di Flavio Felice (Libreria Editrice Vaticana, 2025). Il volume raccoglie una serie di riflessioni sul significato profondo della politica intesa come missione al servizio del bene comune, alla luce dei limiti strutturali del potere e della complessità dell’agire istituzionale. Articolato in due parti, il testo propone nella prima sezione – Il Buongoverno e la plurarchia sociale – una teoria del Buongoverno fondata sul riconoscimento della dimensione contingente, limitata e fallibile dell’azione politica, riletta all’interno di una visione plurarchica della società e poliarchica della democrazia. La seconda parte – Se vuoi la pace, edifica istituzioni di pace – sviluppa il paradigma tracciato nella prima, orientandolo verso la costruzione di un ordine di pace duraturo, in dialogo con la tradizione del popolarismo cristiano e il pensiero di don Luigi Sturzo. Ne risulta una proposta politico-culturale attenta alla responsabilità, al pluralismo sociale e alla vocazione etica delle istituzioni democratiche. Con l’autore dialogheranno la Maurizio Serio e Fabio G. Angelini. Modera l’incontro Riccardo Pennisi. Per partecipare è necessario registrarsi.
“Il modernismo e la Chiesa valdese” di Giovanni Vian
Il prossimo 22 ottobre alle 16:00, Stroncature ospiterà la presentazione del libro “Il modernismo e la Chiesa valdese” di Giovanni Vian (Carocci editore, 2025). Il volume ricostruisce in modo puntuale e documentato l’atteggiamento della Chiesa valdese nei confronti del riformismo religioso cattolico nei primi decenni del Novecento, con particolare attenzione al dibattito sul modernismo. Attraverso l’analisi delle principali riviste valdesi dell’epoca, emerge come la questione modernista abbia avuto un impatto rilevante non solo all’interno del mondo valdese, ma anche nel più ampio contesto dell’evangelismo italiano. La ricerca mostra una polarizzazione significativa tra due posizioni: da un lato, il sostegno ai tentativi dei modernisti di riformare la Chiesa cattolica dall’interno; dall’altro, l’invito esplicito a prendere le distanze da un’istituzione giudicata irriformabile, soprattutto dopo la condanna del modernismo da parte di papa Pio X, e ad aderire a una delle Chiese evangeliche. Particolarmente interessante risulta l’identificazione dell’autore di un articolo pseudonimo sui rapporti tra protestanti e modernisti, che fino a oggi era stato attribuito erroneamente a Ernesto Buonaiuti. La corretta attribuzione induce a ripensare e a ridatare i rapporti tra Buonaiuti e gli ambienti evangelici. Nel suo insieme, il volume offre un contributo significativo alla storia religiosa contemporanea e alle dinamiche delle relazioni tra le Chiese cristiane, in un periodo in cui – anche grazie all’irruzione del modernismo – cominciava a delinearsi, tra molte difficoltà, l’orizzonte dell’ecumenismo. Con l’autore dialogheranno: Francesca Tasca, coordinatrice della redazione di “Riforma e movimenti religiosi” (Società di Stdi Studi Valdesi) e il prof. Federico Ferrari, Johannes Gutenberg Universität - Mainz. Modera l’incontro Riccardo Pennisi. Per partecipare è necessario registrarsi.
“Beni culturali umani. Reificazioni, risignificazioni, restituzioni” di Gianfranco Orlando
Il prossimo 5 novembre alle 16:00, Stroncature ospiterà la presentazione del libro “Beni culturali umani. Reificazioni, risignificazioni, restituzioni” di Gianfranco Orlando (Firenze University Press, 2025). IIl saggio affronta il delicato tema dello statuto giuridico dei resti umani d’interesse culturale, proponendo una riflessione multidimensionale su quella che viene definita la categoria dei “beni culturali umani”. A partire dall’analisi di casi emblematici — come quello del Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” di Torino — il volume esamina tre principali snodi concettuali. Innanzitutto, esplora le ragioni giuridiche per cui, con la morte, il corpo umano perde la soggettività e diventa, a tutti gli effetti, una “cosa”. In secondo luogo, considera i limiti etici e normativi che la natura “umana” di questi oggetti impone alla loro esposizione e risemantizzazione, soprattutto quando sono legati a teorie pseudoscientifiche o a pratiche discriminatorie del passato. Infine, si sofferma sul tema delle restituzioni, interrogandosi su quando e come esse possano avere una funzione riparativa, soprattutto nei confronti di comunità ferite o stigmatizzate dalla narrazione scientifica ottocentesca. Un testo che coniuga diritto, antropologia e riflessione etico-politica su temi ancora oggi controversi. Con l’autore dialogheranno: la prof.ssa Laura Marchetti e il prof. Pasquale Femia. Modera l’incontro Riccardo Pennisi. Per partecipare è necessario registrarsi.
Licosia
Licosia è la casa editrice di Stroncature. Fondata nel 2015, si dedica esclusivamente alla pubblicazione di testi di saggistica nei campi delle scienze naturali, delle humanities e delle scienze sociali. Tutti i titoli vengono distribuiti e promossi sia in Italia sia all’estero.
La città cancellata: Storia di Picentia, della guerra di Annibale e della vendetta di Roma
Il volume ricostruisce la vicenda storica della città di Picentia, dalla sua fondazione all’annientamento da parte di Roma all’indomani della seconda guerra punica. Situata tra Salerno e Pontecagnano, Picentia rappresenta un caso paradigmatico di damnatio memoriae: una città cancellata per aver parteggiato con Annibale, i cui abitanti furono dispersi e la cui identità fu rimossa dalla tradizione. Attraverso l’analisi incrociata delle fonti letterarie, archeologiche ed epigrafiche, il libro restituisce voce a una comunità cancellata dalla storia, indagando al contempo le strategie politiche e simboliche messe in atto dalla Repubblica romana per consolidare il proprio dominio. Una riflessione sulla forza della deterrenza, sul potere della memoria e sulle forme della sua manipolazione nella costruzione del passato.
Amina: Storia e archeologia di Pontecagnano tra Etruschi, Greci e Romani
Molto prima che diventasse Picentia, Amina fu una città viva, autonoma, profondamente mediterranea. Questo libro ne racconta la storia: un centro etrusco-campano dinamico e articolato, protagonista delle rotte commerciali e dei sistemi politici dell’Italia preromana. Amina fu una città con istituzioni, templi, necropoli, modelli insediativi e forme di rappresentazione del potere proprie, che ne fanno uno dei più interessanti laboratori di civiltà dell’Italia antica. Attraverso l’analisi delle fonti archeologiche, epigrafiche e storiche, il volume ricostruisce il ruolo di Amina nella rete dei centri medio-tirrenici tra VIII e III secolo a.C., fino alla cesura imposta dalla conquista romana e alla rifondazione con il nome di Picentia.