Stroncature Digest #78
Complexity-as-a-service
Stroncature è una piattaforma editoriale che produce approfondimenti che hanno come metodo l’analisi delle conseguenze non intenzionali e promuove la diffusione della conoscenza scientifica prodotta dalle università. Nasce per offrire un’alternativa alla semplificazione che domina il discorso pubblico, proponendo contenuti pensati per ricostruire le connessioni, analizzare le interdipendenze e comprendere gli effetti non visibili dei fenomeni contemporanei. Ogni testo pubblicato è frutto di un lavoro redazionale che privilegia la lentezza, la profondità e il rigore metodologico. Accanto alla produzione di articoli, saggi e report, Stroncature collabora con il mondo accademico per valorizzare i risultati della Ricerca scientifica da loro condotta, contribuendo alla Terza Missione delle università (publica engagement, valorizzazione della ricerca, disseminazione, trasferimento tecnologico…). L’obiettivo è rendere accessibili concetti complessi senza rinunciare alla precisione analitica, facilitando l’incontro tra sapere scientifico, società e sistema produttivo. La piattaforma si rivolge a chi cerca strumenti di comprensione affidabili, capaci di superare le logiche dell’immediatezza e del clickbait. In un ecosistema informativo dominato dalla ripetizione e dalla superficialità e dalla peste dell’Infotainment, Stroncature propone un modello alternativo: contenuti lenti per pensare prima di reagire, analizzare prima di semplificare, comprendere prima di giudicare.
La peste dell'infotainement
Uno degli snodi centrali della trasformazione digitale riguarda il modo in cui l’informazione viene oggi prodotta, distribuita e recepita. Nello spazio dei social network, le dinamiche di diffusione cognitiva si intrecciano con un processo più profondo e strutturale: il progressivo dominio dell’infotainment. L’informazione, nella sua accezione originaria di strumento per interpretare i fatti, argomentare ipotesi e costruire comprensione condivisa, tende a cedere il passo a contenuti pensati per intrattenere. Questo slittamento non è marginale. Riguarda il senso stesso del comunicare in pubblico. La notizia non viene più valutata per ciò che dice, ma per ciò che provoca: emozione, reazione, coinvolgimento. Il dato grezzo non è più funzionale a comprendere un processo, ma a generare un’impressione. L’architettura della comunicazione si modella così sulle logiche dell’attenzione e dell’immediatezza, sostituendo al criterio della verità quello della visibilità.
Dinamiche di contagio cognitivo nei social network
Questo studio analizza come le idee e la disinformazione si diffondano nei social network secondo dinamiche complesse, non lineari e spesso imprevedibili. A partire dai modelli di contagio cognitivo ispirati all’epidemiologia, si distingue tra contagio semplice e contagio complesso: nel primo caso basta un’esposizione per trasmettere un’idea, nel secondo sono necessarie esposizioni multiple da fonti diverse. La struttura della rete sociale e i fattori cognitivi degli utenti – come il bias di conferma e la selezione delle fonti – influenzano profondamente la probabilità che un contenuto diventi virale. L’effetto della ripetizione, la forza dell’emozione morale e il ruolo delle echo chambers rafforzano la diffusione dei contenuti più polarizzanti. I social network, massimizzando l’engagement, favoriscono contenuti divisivi e accelerano la propagazione di messaggi non verificati. I casi dell’infodemia COVID-19 e della disinformazione russa durante le elezioni USA del 2016 mostrano come il contagio cognitivo possa avere conseguenze sistemiche, anche quando coinvolge solo minoranze attive. Lo studio invita a trattare la disinformazione come un rischio strutturale, affrontabile solo con strumenti multidisciplinari: modellazione matematica, psicologia cognitiva, analisi reticolare, strategie comunicative e alfabetizzazione digitale. In una società interconnessa, gestire questi fenomeni non significa eliminarli, ma contenerli, comprenderli e mitigarne gli effetti.
"Un bootcamp per le competenze in Università" a cura di Giusi Antonia Toto
Lo scorso 27 giugno, Stroncature ha ospitato la presentazione del libro "Un bootcamp per le competenze in Università" a cura di Giusi Antonia Toto (Erickson, 2025). Il volume raccoglie gli Atti del Bootcamp Mab.Lab, organizzato dal Learning Sciences Institute dell’Università di Foggia, e offre un’analisi approfondita del Metodo Analogico ideato da Camillo Bortolato. Nato per rendere l’apprendimento più naturale, intuitivo ed efficace, il Metodo si fonda sull’intuizione e sull’osservazione, consentendo ai bambini di acquisire concetti complessi in modo semplice e immediato. Particolare attenzione è dedicata alla sua dimensione inclusiva, che si adatta ai diversi ritmi di apprendimento e favorisce la partecipazione attiva di tutti gli studenti. Attraverso testimonianze ed esempi pratici, il volume mette in luce non solo gli strumenti didattici, ma anche una filosofia educativa che valorizza il piacere della scoperta e il ruolo dell’insegnante come guida. Un testo utile per educatori, pedagogisti e genitori interessati a metodologie innovative per la scuola di oggi e di domani. Con l'autrice dialogno: la dott.ssa Guendalina Peconio, la dott.ssa Martina Rossi e la dott.ssa Valentina Berardinetti.
“Massoneria e fascismo. Dalla grande guerra alla messa al bando delle logge" di Fulvio Conti
Il prossimo 7 luglio alle 16:00, Stroncature ospiterà la presentazione del libro “Massoneria e fascismo. Dalla grande guerra alla messa al bando delle logge" di Fulvio Conti (Carocci, 2025). L'autore ricostruisce la complessa e mutevole relazione tra massoneria e fascismo, a partire dal congresso socialista di Ancona del 1914, dove un giovane Benito Mussolini, allora leader della corrente massimalista, ottenne l’espulsione dei massoni dal PSI in nome dell’ortodossia di classe. Tuttavia, nel dopoguerra, mentre l’Italia era attraversata dal caos del biennio rosso e dalla nascita del Partito Popolare cattolico, fu proprio la massoneria a guardare al fascismo come a un possibile argine al disordine e alla disgregazione dello Stato liberale. Attraverso una narrazione rigorosa e documentata, Greco mostra come l’iniziale sostegno si trasformò presto in delusione: nel 1925 il regime mise al bando le logge massoniche, tradendo ogni aspettativa di collaborazione. La speranza di poter controllare il fascismo si rivelò un’illusione. Da quel momento iniziò un lungo percorso di opposizione morale e politica che segnò profondamente il rapporto tra massoneria e potere. Il volume fa luce su un nodo spesso semplificato o ideologizzato della storia italiana, analizzando le responsabilità della crisi dello Stato liberale e il difficile recupero dei valori democratici in un contesto segnato da compromessi, repressioni e risvegli tardivi. Con l'autore dialogheranno: il prof. Marco Cuzzi e il prof. Mimmo Franzinelli. Per partecipare è necessario registrarsi.
"Saggio sulla genesi del capitalismo. Alle origini della modernità" di Luciano Pellicani
Il volume Saggio sulla genesi del capitalismo. Alle origini della modernità di Luciano Pellicani affronta il problema della nascita del capitalismo in Europa come evento storico unico e irripetibile. L’autore rifiuta le principali interpretazioni teoriche esistenti, in particolare quella marxista dell’accumulazione originaria e quella weberiana dell’etica calvinista, giudicandole parziali e distorte. La sua analisi si basa sull’approccio della comparazione macrosociologica e si propone di ricostruire la catena di fattori strutturali, soggetti collettivi e condizioni storiche che hanno reso possibile la transizione da un’economia statica a un’economia dinamica e autoriproduttiva. La tesi centrale è che la civiltà capitalistica si sia sviluppata solo in Occidente in virtù di un insieme singolare di trasformazioni sociali, politiche e culturali che hanno permesso l’affermazione dell’economia di mercato come principio ordinatore generale. La struttura del libro segue un percorso argomentativo progressivo che parte dalla definizione del capitalismo, analizza le sue caratteristiche distintive, confronta l’Europa con le altre civiltà e spiega le ragioni della “grande trasformazione” moderna.