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Trascrizione

Venezia, il Mediterraneo, il mondo. Il ruolo della flotta mercantile della Serenissima negli spazi globali del secondo Settecento

Lo scorso 30 aprile, su Stroncature è stato presentato il ventunesimo seminario di “VECCHI E NUOVI MONDI, visioni politiche e attori sociali tra antico e nuovo regime”, Titolo del seminario "Venezia, il Mediterraneo, il mondo. Il ruolo della flotta mercantile della Serenissima negli spazi globali del secondo Settecento".

Introducono: il prof. Emiliano Beri, il prof. Marco Natalizi e la prof.ssa Chiara Vangelista.

A parlarne è stato il professor Paolo Calcagno dell’Università degli Studi di Genova.

Dopo aver collegato con le loro “mude” (convogli) il Levante mediterraneo con il Nord Europa nei secoli finali del Medioevo, i veneziani arretrarono a fronte delle difficoltà congiunturali dell’inizio dell’età moderna (guerra nel Mediterraneo, minor accesso alle spezie orientali, concorrenza delle flotte mercantili nordiche). Venezia mantenne un’intatta vivacità, tutti gli osservatori concordavano nel descriverla come una città opulenta e ricca di merci e di mercanti anche nel critico XVII secolo. Tuttavia, la vocazione marittima dello scalo si era appannata, la bandiera veneziana non riuscì a tenere il passo di quelle di Olanda, Inghilterra, Francia, e anche nei porti dell’impero ottomano la posizione degli operatori della Serenissima venne fortemente contrastata. La svolta si verificò nel XVIII secolo, per una serie di fattori concomitanti. La pace di Passarowitz del 1718, benché fatta coincidere tradizionalmente con la definitiva periferizzazione del porto di Venezia e della sua flotta, si rivelò invece una scelta vincente sul piano commerciale. La coerente politica di neutralità adottata a partire da quel momento, in un contesto di continue guerre susseguitesi fino alla fine dell’antico regime, diede una spinta notevole alla navigazione mercantile e di conseguenza alla cantieristica e agli investimenti. La mossa decisiva fu la stipulazione di accordi con le reggenze barbaresche di Algeri, Tunisi, Tripoli e con il Regno del Marocco, tra 1763 e 1765, che valsero la sicurezza delle navi veneziane dagli attacchi corsari. L’estraneità dai conflitti europei e l’incolumità di bandiera permisero un’inaspettata, nuova, affermazione del leone di San Marco sui mari e sulle rotte globali. In particolare, le prue dei navigli marciani si indirizzarono verso Ponente, per inserirsi nel commercio dei generi coloniali americani, vero business del secondo ‘700. Ciò li portò a operare nei principali porti del Mediterraneo occidentale, nei porti atlantici della penisola iberica (Cadice, Lisbona) capolinea delle merci in arrivo dal Nuovo Mondo, ma anche nei porti del continente americano, specie nei momenti contrassegnati dalle guerre tra potenze europee. Un canto del cigno della navigazione veneziana, finora poco noto, possibile grazie alla notevole resilienza dell’intero comparto mercantile, alle capacità organizzative del personale marittimo, nonché all’efficienza di una rete consolare dislocata nel Mediterraneo e nel resto d’Europa.

Paolo Calcagno è professore ordinario di storia moderna presso l’Università di Genova, dove insegna Storia moderna e Storia del Mediterraneo in età moderna. Membro del Laboratorio di storia marittima e navale – Centro di ricerca Fernand Braudel, si occupa prevalentemente di porti, traffici e operatori marittimi nello spazio mediterraneo e atlantico. È condirettore della collana editoriale «Studi storici marittimi» (New Digital Press, Palermo). Fa parte del comitato scientifico delle riviste «RiMe. Rivista dell’Istituto di Storia dell’Europa mediterranea», «Provence historique», «Estudis. Revista d’Història Moderna», «Rivista di studi storici del Mediterraneo». È stato visiting professor presso il Centre de la Méditerranée dell’Université Côte d’Azur, presso il Departement d’Història moderna i contemporànea della Universitat de València e presso il Departamento di Historia Moderna y Contemporánea della Universidad de Cantabria. Per l’Università di Genova, è responsabile scientifico del doppio diploma di laurea internazionale in collaborazione con il master in «Histoire, civilisations et patrimoine» dell’Université d’Aix-Marseille.