Ha senso negoziare con Trump?
La recente decisione del presidente Donald Trump di sospendere per 90 giorni l'imposizione di nuovi dazi su molti paesi, mantenendo però tariffe elevate del 125% nei confronti della Cina, ha sollevato interrogativi sulla strategia commerciale degli Stati Uniti. Prima di questa sospensione, oltre 75 nazioni avevano manifestato l'intenzione di negoziare accordi bilaterali con Washington per evitare l'applicazione di tariffe punitive. Questa corsa alle trattative solleva una questione fondamentale: è realmente vantaggioso per un paese colpito da dazi statunitensi cercare concessioni attraverso negoziati bilaterali? Oppure tali negoziati rischiano di legittimare un approccio unilaterale e coercitivo al commercio internazionale, minando le fondamenta del sistema multilaterale?
Dal multilateralismo al bullismo
L’idea di sostituire la cooperazione multilaterale con una strategia basata su colloqui e concessioni bilaterali rappresenta una frattura profonda nell’architettura dell’ordine economico internazionale. Questo approccio, promosso da Donald Trump, trasforma le relazioni commerciali da un sistema fondato su regole comuni a una serie di trattative isolate, dove prevale la logica del vantaggio relativo e della pressione negoziale. L’obiettivo non è più la costruzione di un ordine condiviso, ma la massimizzazione dell’interesse nazionale in ogni singola interazione. Le implicazioni macroeconomiche e sistemiche sono profonde, e tendono a compromettere la stabilità a lungo termine del sistema globale.
"Simone Weil" di Michela Nacci
Lo scorso 7 aprile, Stroncature ospiterà la presentazione del libro "Simone Weil" di Michela Nacci (Carocci, 2024).
Presentazione della rivista "Alternative per il Socialismo"
Il prossimo 22 aprile alle 16:00, Stroncature ospita la presentazione del numero 75 di "Alternative per il Socialismo". L’ultimo numero della rivista “Alternative per il Socialismo” affronta temi cruciali che riguardano il cambiamento e le sfide globali nel nuovo millennio. L’edizione si immerge nelle complicazioni che emergono dal crescente divario tra lo sviluppo esponenziale delle tecnologie e il passo più lento delle strutture politiche e legali. Il focus è posto sulle nuove minacce geopolitiche che sollecitano l’Europa a ripensare la sua strategia e il ruolo dei giuristi nel vecchio continente. Si esplora come la frammentazione del potere globale e la nuova Guerra Fredda tecnologica stiano modellando un mondo multipolare, dove l’Europa deve cercare di definire la sua posizione e la sua direzione. Vengono esaminati anche i conflitti tra il potere monetario della Banca Centrale Europea e le esigenze di una rappresentanza democratica, proponendo riflessioni sulla necessità di un’Europa più integrata e federale. Attraverso articoli approfonditi, la rivista tenta di delineare una visione chiara dei prossimi passi per l’Europa e il suo ruolo nel contesto mondiale che cambia rapidamente. Il direttore della rivista Alfonso Gianni dialoga con Alessandra Algostino, Professoressa ordinaria di Diritto costituzionale, Università di Torino e Adalgiso Amendola, Professore ordinario di Economia politica, Università di Salerno. Modera l'incontro Nunzio Mastrolia. Per partecipare è necessario registrarsi.
L’esodo accademico dagli Stati Uniti
L’università è storicamente uno dei pilastri della società aperta: spazio di libertà intellettuale, luogo di produzione e trasmissione della conoscenza, infrastruttura strategica per la crescita civile ed economica di un Paese. L’ondata di emigrazione accademica che colpisce oggi gli Stati Uniti segnala una frattura profonda tra l’università e il potere politico. Dalla rielezione di Donald Trump nel 2024, l’amministrazione ha progressivamente minato l’autonomia delle istituzioni accademiche, imponendo vincoli ideologici, tagliando finanziamenti pubblici e collocando figure ostili alla scienza in ruoli chiave. L’impatto sulla comunità universitaria è stato immediato: cresce il numero di docenti che cercano opportunità all’estero, preoccupati non solo per le prospettive professionali ma anche per la propria sicurezza e libertà.