Stroncature Digest #89
Complexity-as-a-service
Stroncature è una piattaforma editoriale che produce approfondimenti che hanno come metodo l’analisi delle conseguenze non intenzionali e promuove la diffusione della conoscenza scientifica prodotta dalle università. Nasce per offrire un’alternativa alla semplificazione che domina il discorso pubblico, proponendo contenuti pensati per ricostruire le connessioni, analizzare le interdipendenze e comprendere gli effetti non visibili dei fenomeni contemporanei. Ogni testo pubblicato è frutto di un lavoro redazionale che privilegia la lentezza, la profondità e il rigore metodologico. Accanto alla produzione di articoli, saggi e report, Stroncature collabora con il mondo accademico per valorizzare i risultati della Ricerca scientifica da loro condotta, contribuendo alla Terza Missione delle università (publica engagement, valorizzazione della ricerca, disseminazione, trasferimento tecnologico…). L’obiettivo è rendere accessibili concetti complessi senza rinunciare alla precisione analitica, facilitando l’incontro tra sapere scientifico, società e sistema produttivo. La piattaforma si rivolge a chi cerca strumenti di comprensione affidabili, capaci di superare le logiche dell’immediatezza e del clickbait. In un ecosistema informativo dominato dalla ripetizione e dalla superficialità e dalla peste dell’Infotainment, Stroncature propone un modello alternativo: contenuti lenti per pensare prima di reagire, analizzare prima di semplificare, comprendere prima di giudicare.
Opinioni pubbliche senza spazio pubblico
Il presente contributo affronta una delle questioni centrali della crisi delle società aperte: la frammentazione della sfera pubblica e la dissoluzione di un’arena condivisa per la formazione dell’opinione pubblica. In un ambiente dominato da piattaforme digitali e comunicazione personalizzata, il pluralismo perde coerenza e si trasforma in segmentazione discorsiva. Il testo analizza le conseguenze politiche e istituzionali di questa evoluzione, mostrando come l’assenza di un terreno comune di confronto renda più difficile la mediazione, la rappresentanza e la costruzione del consenso. In questo modo, il discorso pubblico si riduce all’invettiva, alla costruzione di barricate su cui salire per urlare contro gli altri. Così l’invito a vergognarsi (o a chiedere scusa nelle varianti più soft) rivolgo alle parti politiche avverse diventa la cifra del dibattito politico. La perdita di uno spazio pubblico unitario non è solo un fenomeno comunicativo, ma un problema politico strutturale che incide sulla legittimità democratica.
"L’infinito gioco della scienza" di Edoardo Boncinelli e Antonio Ereditato
Nel libro L’infinito gioco della scienza, Edoardo Boncinelli, genetista, e Antonio Ereditato, fisico, propongono un’ampia riflessione sulla natura, il metodo e le implicazioni del pensiero scientifico, a partire dal legame profondo tra conoscenza, trasformazione e applicazione. L’opera non è un manuale né un semplice testo divulgativo, ma un’esposizione articolata che presenta la scienza come attività conoscitiva e, al tempo stesso, come motore di cambiamento del mondo. I due autori sviluppano il loro discorso in cinque capitoli, ciascuno dedicato a una questione fondamentale: il significato di realtà e i modi con cui la percepiamo, il rapporto tra l’uomo e il mondo che modifica, la compresenza di osservazione e intervento, la funzione della scienza nella società e nella formazione del pensiero, le prospettive aperte dall’esplorazione dell’ignoto, tanto nell’universo quanto nell’interiorità umana. Il tono è discorsivo ma preciso, l’argomentazione fondata su esempi tratti dalla fisica, dalla biologia e dalla storia delle idee scientifiche. L’impostazione è insieme epistemologica e civile: l’intento non è soltanto quello di spiegare come funziona la scienza, ma di proporre una cultura del metodo scientifico come strumento di educazione alla complessità, al dubbio e alla responsabilità.
"La Meute" di Olivier Pérou e Charlotte Belaïch
Olivier Pérou e Charlotte Belaïch, giornalisti rispettivamente per Le Monde e Libération, firmano con La Meute un’inchiesta approfondita su La France Insoumise, il partito guidato da Jean-Luc Mélenchon. L’opera, frutto di due anni di lavoro e centinaia di testimonianze, intende mostrare la struttura interna, le logiche di potere e le derive comportamentali del movimento, attraverso un racconto documentato ma senza filtri. Organizzato in sei sezioni tematiche, il libro indaga prima la figura del leader, poi il funzionamento del partito, il trattamento dei militanti, le forme di violenza interna, l’impunità di certi comportamenti e infine la deriva sistemica che ne deriva. Il sottotitolo dell’opera, “Enquête sur La France insoumise de Jean-Luc Mélenchon”, segnala che l’oggetto dell’indagine non è tanto un partito politico, quanto un sistema centrato sulla personalità del leader e sui suoi meccanismi di comando. La finalità non è propriamente polemica, ma conoscitiva: i due autori mostrano, attraverso materiali raccolti sul campo e numerose fonti primarie, il modo in cui LFI si è strutturata intorno a un capo carismatico, producendo effetti di chiusura, silenziamento del dissenso e concentrazione del potere.
"Empire, Incorporated. The Corporations That Built British Colonialism" di Philip J. Stern
Philip J. Stern, docente di storia alla Duke University, è autore del volume Empire, Incorporated, pubblicato nel 2023 da Harvard University Press. L’opera ricostruisce l’intera parabola delle corporations coloniali britanniche, interpretando l’impero non come un fenomeno esclusivamente statuale o militare, ma come un’infrastruttura giuridico-economica fondata sull’azione di società per azioni. L’intento di Stern è mostrare come il colonialismo britannico sia stato modellato, in misura sostanziale, da imprese che hanno agito come veri e propri agenti sovrani. L’autore adotta un impianto cronologico suddiviso in sei sezioni principali, ognuna riferita a un periodo storico (dall’Età delle Scoperte all’Imperialismo), e le accompagna con un’Introduzione e un Epilogo che inquadrano la prospettiva teorica. La tesi portante del libro è che la corporation – nella forma giuridica di società dotata di personalità autonoma – è stata non solo un veicolo finanziario, ma una tecnologia di governo che ha coniugato potere pubblico e interesse privato in modo sistematico, duraturo e globale.