Lo scorso 13 ottobre, Stroncature ha ospitato la presentazione del libro “Le lezioni invisibili. Per un pensiero critico dell’insegnamento universitario” di Marcello Ghilardi (Mimesis, 2025).
Il saggio si presenta come una riflessione appassionata e lucida sull’insegnamento, sulla scuola e sull’università contemporanea, prendendo spunto da Le città invisibili di Italo Calvino e dal suo “poema d’amore” rivolto a luoghi ormai difficili da abitare. Allo stesso modo, l’autore rivolge una dichiarazione d’amore alla scuola e all’università in un’epoca in cui modelli funzionali ed efficientisti rischiano di snaturarne la vocazione originaria. Le logiche della performance, della rendicontazione, della professionalizzazione e della raccolta fondi sembrano prevalere, rendendo “invivibili” quegli spazi che una volta erano dedicati alla formazione del sapere e della soggettività.
Nel tentativo di individuare un possibile equilibrio tra innovazione didattica e fedeltà alla tradizione culturale, il saggio invita a rimettere al centro della riflessione educativa il rapporto tra saperi e soggetti. Entrambi vengono qui concepiti non come entità fisse o dogmatiche, ma come processi aperti e mutevoli, attraversati da continue trasformazioni. In questa prospettiva, il sapere non è solo trasmissione di contenuti, ma anche forma di cura, spazio critico, occasione di libertà. Un invito, in definitiva, a immaginare l’educazione come una città ancora vivibile, seppur nella sua inevitabile metamorfosi.
Con l’autore dialogano: il prof. Matteo Bonazzi e la prof.ssa Silvia Vizzardelli.